ultimoboyscout
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mercoledì 29 gennaio 2014
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benvenuti a casa coso.
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La vita apparentemente perfetta di Cristina viene sconvolta dall'arrivo improvviso del fratello Ciro, che non vedeva da anni e che aveva dato per morto ai suoi famigliari, implicato in un processo di Camorra. Luca Miniero sembra averci preso gusto: dopo "Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord", confeziona un'altra commedia che mette di fronte meridione e settentrione, che ne risalta pregi e difetti grazie anche ad un cast affiatato e scoppiettante con attori molto nel ruolo, bravissimi nel giocare con i cliché geografici, dalle solide certezze del nord al folklore del sud. La mina vagante del film è Rocco Papaleo alias Ciro Cimmaruta che piomba nella famiglia perfettamente altoatesina della sorella Cristina, che fuggita da Napoli molto tempo prima, nasconde le sue origini (in realtà si chiama Carmela!) e cerca di frequentare le famiglie e i salotti bene della provincia trentina.
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La vita apparentemente perfetta di Cristina viene sconvolta dall'arrivo improvviso del fratello Ciro, che non vedeva da anni e che aveva dato per morto ai suoi famigliari, implicato in un processo di Camorra. Luca Miniero sembra averci preso gusto: dopo "Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord", confeziona un'altra commedia che mette di fronte meridione e settentrione, che ne risalta pregi e difetti grazie anche ad un cast affiatato e scoppiettante con attori molto nel ruolo, bravissimi nel giocare con i cliché geografici, dalle solide certezze del nord al folklore del sud. La mina vagante del film è Rocco Papaleo alias Ciro Cimmaruta che piomba nella famiglia perfettamente altoatesina della sorella Cristina, che fuggita da Napoli molto tempo prima, nasconde le sue origini (in realtà si chiama Carmela!) e cerca di frequentare le famiglie e i salotti bene della provincia trentina. Il film si regge sulla contrapposizione tra la rigida e grigia coppia formata da Argentero e dalla Cortellesi (ben spalleggiati dai bacchettoni e altrettanto rigidi Ale e Angela Finocchiaro) e il tamarro Papaleo, boss solo per finta, tra gag fisiche ed equivoci linguistici. La satira è buona e pizzica l'Italia di oggi, fatta di perbenisti e di benpensanti, trattando argomenti seri con sguardo grottesco e toni da commedia. Perchè di commedia si tratta, anche se affronta con leggerezza temi seri e importanti e perchè fa ridere delle divisioni del nostro paese, raccontandole da una prospettiva un pò diversa., ridendo persino della malavita. Pellicola sicuramente non malvagia ma che non brilla certo per originalità, le gag sono ben congegnate e già ciò è sufficiente a strappare risate, certo alcuni momenti sono un pò sferraglianti ma tutto sommato il film scorre via bene dando comunque la sensazione di non aver sfruttato appieno l'idea e il potenziale.
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filpap
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sabato 25 aprile 2015
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il degno erede di boldi e de sica
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Ricordo ancora allibito Miniero che, parlando del successo di Benvenuti al Sud,si vantava senza alcuna traccia di modestia come fosse merito suo. La realtà è che aveva preso un film splendido (giù al nord) e l'aveva copiato uguale, impossibile fallire. Anzi sì, l'unica scena originale spiccava per grossolaneria: quella dove fanno indossare il giubbotto antiproiettile alla Finocchiaro per intenderci. Che come sceneggiatori lui e il suo team siano mediocri è stato poi confermato da Benvenuti al nord, chi ha avuto la sfortuna di vederlo sa.
Però il nostro ha capito che il genere al pubblico italiano dal palato fine non dispiace e insiste con un trito e ritrito nord vs sud spolverato da revanchismo meridionalista.
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Ricordo ancora allibito Miniero che, parlando del successo di Benvenuti al Sud,si vantava senza alcuna traccia di modestia come fosse merito suo. La realtà è che aveva preso un film splendido (giù al nord) e l'aveva copiato uguale, impossibile fallire. Anzi sì, l'unica scena originale spiccava per grossolaneria: quella dove fanno indossare il giubbotto antiproiettile alla Finocchiaro per intenderci. Che come sceneggiatori lui e il suo team siano mediocri è stato poi confermato da Benvenuti al nord, chi ha avuto la sfortuna di vederlo sa.
Però il nostro ha capito che il genere al pubblico italiano dal palato fine non dispiace e insiste con un trito e ritrito nord vs sud spolverato da revanchismo meridionalista. Perché se il collega francese Dany Boon, con il già citato Giù al Nord e Niente da dichiarare, cerca di superare con ironia e delicatezza i pregiudizi; Miniero non vuole fare altro che far vedere che il nord è marcio quanto il sud e che i settentrionali sono disonesti quanto i meridionali, ma per di più cattivi. Mentre i meridionali, ca va sans dire, tengono lo core grande.
Insomma mentre uno innalza, l'altro abbassa.
Parlando strettamente del film c'è poco da dire, il solito piattume (con o senza i, come preferite) della commedia italiana con due scene "interessanti". Su quella del gatto mi astengo, tocca sensibilità personali; ma quella della bagascia merita assolutamente un commento. Battuta forte del film, non a caso inserita anche nel trailer, Rocco Papaleo dà della bagascia ad una signora del nord che ovviamente (secondo Maniero) non può capirne il significato e così la Cortellesi le dice che è una parola rumena e significa polenta (cosa volete che si mangi al nord?). Crasse risate in sala, rose lanciate verso lo schermo, Miniero è un genio. Già, peccato che bagascia sia una parola del nord, LIGURE, di GENOVA. Che poi la usino anche al sud va bene ma è una parola del NORD.
Quindi in poche parole anche nella battuta più significativa del film si conferma il livello culturale del regista. Ma giustamente ogni popolo ha quello che si merita: dopo Boldi e De Sica, Miniero e Papaleo. Buon espatrio a tutti!
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peer gynt
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martedì 29 settembre 2015
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commedia grossolana piena di luoghi comuni
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Chissà perché un'attrice brava e divertente come Paola Cortellesi incappa spesso in film mediocri come questo! Meriterebbe registi migliori e sceneggiature un po' più intelligenti. E qui di umorismo intelligente non ce n'è. È tutta comicità di grana grossa, scenette a metà fra la barzelletta e lo sketch televisivo, stereotipi e luoghi comuni a nastro e perfino l'idea portante (il delinquente di mezza tacca ossequiato perché creduto da tutti un potente boss camorristico) copiata malamente dal famoso "Ispettore generale" di Gogol, da cui cinquant'anni fa Luigi Zampa aveva saputo tirar fuori ben altro film con il suo "Anni ruggenti".
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Chissà perché un'attrice brava e divertente come Paola Cortellesi incappa spesso in film mediocri come questo! Meriterebbe registi migliori e sceneggiature un po' più intelligenti. E qui di umorismo intelligente non ce n'è. È tutta comicità di grana grossa, scenette a metà fra la barzelletta e lo sketch televisivo, stereotipi e luoghi comuni a nastro e perfino l'idea portante (il delinquente di mezza tacca ossequiato perché creduto da tutti un potente boss camorristico) copiata malamente dal famoso "Ispettore generale" di Gogol, da cui cinquant'anni fa Luigi Zampa aveva saputo tirar fuori ben altro film con il suo "Anni ruggenti". Ma quelli erano gli anni d'oro della commedia all'italiana, questi gli anni di cartone!
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antonio russo
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sabato 1 dicembre 2018
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scelta attori sbagliata
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Con i tantissimi attori e cabarettisti napoletani validissimi. Far fare la parte del napoletano ad un pugliese è davvero una bassezza. Nulla contro i pugliesi e nemmeno contro Rocco Papaleo che adoro, ma è davvero troppo evidente che non sappia na parola di napoletano.
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(di salvo)
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mickey97
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giovedì 9 gennaio 2014
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un'ottima commedia, bravissima paola cortellesi
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Un boss in salotto non è l'ennesima differenza fra Nord e Sud, fra meridionali e settentrionali bensì un'ottima commedia che tratta della legalità e della legge che rende più forte un uomo per affligerne altri. Rocco Papaleo viene chiamato ad interpretare il presunto boss della camorra per sconvolgere la vita di Cristina, un'energica meridionale trasferitasi al nord insieme alla sua famiglia. Cristina ( Paola Cortellesi ) non accetta fallimenti nella vita, desidera che tutto sia perfetto e nè Michele ( Luca Argentero ) nè i figli intendono deluderla, ma lo zio ciro ( Rocco Papaleo ) romperà quell'equilibrio che Cristina ha mantenuto durante la sua vita nel periodo in cui dovrà trascorrere gli arresti domiciliari a casa della sorella.
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Un boss in salotto non è l'ennesima differenza fra Nord e Sud, fra meridionali e settentrionali bensì un'ottima commedia che tratta della legalità e della legge che rende più forte un uomo per affligerne altri. Rocco Papaleo viene chiamato ad interpretare il presunto boss della camorra per sconvolgere la vita di Cristina, un'energica meridionale trasferitasi al nord insieme alla sua famiglia. Cristina ( Paola Cortellesi ) non accetta fallimenti nella vita, desidera che tutto sia perfetto e nè Michele ( Luca Argentero ) nè i figli intendono deluderla, ma lo zio ciro ( Rocco Papaleo ) romperà quell'equilibrio che Cristina ha mantenuto durante la sua vita nel periodo in cui dovrà trascorrere gli arresti domiciliari a casa della sorella. Lo zio Ciro non è abituato alle buone maniere, è un tipo tutto tatuaggi con catene d'oro al collo che sembra ti uccida col solo sguardo, Rocco Papaleo è perfetto per il ruolo così come la Cortellesi è straordinaria nel recitare la sua parte, regalandoci una performance brillante, tipica di una grande attrice, la coppia Cortellesi - Argentero funziona perfettamente, quest'ultimo si rivela convincente, molto meno la Finocchiaro che si ritrova priva delle sue grandi abilità di attrice mentre Alessandro Bezentini ( Ale ) aderisce perfettamente al personaggio senza la presenza di Franz. Un boss in salotto dimostra di saper puntare in alto in cerca di un bersaglio che alla fine riesce a trovare insieme ad un cast di notevole rilevanza che gode di una reciproca armonia. Il film di Luca Miniero non è affatto banale perchè la trama evidenzia la realtà di oggi, quanti in passato hanno avuto bisogno del denaro di un boss? Il Signor Manetti fa lo stesso, almeno la sua intenzione era quella, mostrando dapprima molta stima nei confronti di Michele, una stima mascherata, falsa al momento della verità, lo zio Ciro non è mai stato un boss, si è solo vantato di esserlo perchè voleva appartenere a qualcosa. Ma adesso appartiene a una famiglia che dopo essere stata vittima dell'opportunismo del signor Manetti, adesso vive felice.
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cinema.it
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venerdì 10 gennaio 2014
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papaleo ci riprova!!
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Adatto a chi vuole farsi due risate ma prima di spendere i soldi per il biglietto...ci penserei due volte. Non si può fare una recensione precisa, dipende dai gusti, certo un meridionale apprezzerebbe di più la visione di questo film più di un milanese, dato che ciò che provoca le risate è proprio l' aspetto volgare del dialetto napoletano e delle usanze del sud-italia. Comunque ne è venuto fuori un film più che discreto ma prima di pagare il biglietto per vedere " un boss in salotto", vi consiglio di chiedervi cosa vi piace davvero e se ne vale la pena,perchè potrebbe essere il solito film volgare per alcuni e il capolavoro comico per altri.
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Adatto a chi vuole farsi due risate ma prima di spendere i soldi per il biglietto...ci penserei due volte. Non si può fare una recensione precisa, dipende dai gusti, certo un meridionale apprezzerebbe di più la visione di questo film più di un milanese, dato che ciò che provoca le risate è proprio l' aspetto volgare del dialetto napoletano e delle usanze del sud-italia. Comunque ne è venuto fuori un film più che discreto ma prima di pagare il biglietto per vedere " un boss in salotto", vi consiglio di chiedervi cosa vi piace davvero e se ne vale la pena,perchè potrebbe essere il solito film volgare per alcuni e il capolavoro comico per altri.
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pascale marie
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giovedì 2 gennaio 2014
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mai vergognarsi delle proprie origini
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Il film di Luca Miniero presenta chiaramente i conflitti tra Nord e Sud che purtroppo ancora ci sono in Italia, in un modo simpatico, ironico e intelligente. E' una storia semplice di una famiglia apparentemente perfetta e felice che viene stravolta dall'arrivo del fratello Ciro, presunto camorrista. La padrona di casa Cristina, cambia abitudini ed anche il nome che le ricorda troppo le sue origini che vuole dimenticare ad ogni costo. Cristina non nasconde la sua ambizione di far parte del bel mondo che conta, esercita tutta la sua autorità sul marito e anche su i due figli che sono i soli ad aver accolto in casa e senza remore, ma anzi con affetto, lo zio Ciro, che non solo capisce la situazione in cui vivono i due ragazzini, ma si fa loro confidente e li aiuta simpaticamente con i loro piccoli-grandi problemi.
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Il film di Luca Miniero presenta chiaramente i conflitti tra Nord e Sud che purtroppo ancora ci sono in Italia, in un modo simpatico, ironico e intelligente. E' una storia semplice di una famiglia apparentemente perfetta e felice che viene stravolta dall'arrivo del fratello Ciro, presunto camorrista. La padrona di casa Cristina, cambia abitudini ed anche il nome che le ricorda troppo le sue origini che vuole dimenticare ad ogni costo. Cristina non nasconde la sua ambizione di far parte del bel mondo che conta, esercita tutta la sua autorità sul marito e anche su i due figli che sono i soli ad aver accolto in casa e senza remore, ma anzi con affetto, lo zio Ciro, che non solo capisce la situazione in cui vivono i due ragazzini, ma si fa loro confidente e li aiuta simpaticamente con i loro piccoli-grandi problemi. Rocco Papaleo anche in questo film è bravissimo e divertente al punto giusto. Questo film, secondo me, mette in risalto come il potere dei soldi e il conseguente arrivismo porti a cambiare le persone e far loro pensare che possa essere la risoluzione a tutti i problemi, sia dalla parte dei titolari per cui lavora il marito di Cristina quasi fallimentari ma che sono pronti a fare patti con chiunque possa aiutarli a risolvere l'azienda e a guadagnare di più e non importa come; sia dal marito che in un giorno ottiene le agevolazioni tanto agognate per la sua carriera dalla moglie ma che è cieco a non capire il perchè. Inoltre i due figli sono succubi delle ambizioni della madre che li obbliga ad essere ciò che loro non sono, soprattutto la piccolina che non ama la danza ed il tutù rosa. Luca Miniero ha esposto molto bene questo tema anche con le altre mamme, alla presentazione della recita. Ma grazie allo zio Ciro che camorrista poi non è mai stato, non sono più i soldi e la carriera a prevalere, ma la voglia di essere tutti insieme una famiglia vera, unita e felice. Lo zio Ciro era solo, cercava affetto e voleva contare per qualcuno. Andate a vedere questo film.
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alexcold83
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martedì 7 gennaio 2014
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il vero film di natale, seppur in ritardo...
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Nonostante la cattiva sorpresa riservatami alla biglietteria dell'UciCinemas (Voucher 2x1 di Mymovies ritenuto non valido, ho scritto una mail alla redazione) ho visto questo film che mi ha subito rimesso di buon umore. Miniero dovrebbe telefonare a Pieraccioni e a Neri Parenti per spiegare come dovrebbe essere il film di Natale per famiglie, leggero e ricco di battute e gag divertenti ma anche capace di far riflettere e con un finale non scontato e soprattutto non necessariamente a lieto fine. E' veramente un peccato che sia uscito per l'Epifania, probabilmente molti lo apprezzeranno nei prossimi mesi quando andrà in giro ad arricchire i palinsesti delle pay tv. Ancora una volta il regista mette in campo il confronto nord-sud, esaltandone gli aspetti più ridicoli e stereotipati.
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Nonostante la cattiva sorpresa riservatami alla biglietteria dell'UciCinemas (Voucher 2x1 di Mymovies ritenuto non valido, ho scritto una mail alla redazione) ho visto questo film che mi ha subito rimesso di buon umore. Miniero dovrebbe telefonare a Pieraccioni e a Neri Parenti per spiegare come dovrebbe essere il film di Natale per famiglie, leggero e ricco di battute e gag divertenti ma anche capace di far riflettere e con un finale non scontato e soprattutto non necessariamente a lieto fine. E' veramente un peccato che sia uscito per l'Epifania, probabilmente molti lo apprezzeranno nei prossimi mesi quando andrà in giro ad arricchire i palinsesti delle pay tv. Ancora una volta il regista mette in campo il confronto nord-sud, esaltandone gli aspetti più ridicoli e stereotipati. Il quadro è quello di una tipica famiglia dell’estremo nord, apparentemente perfetta e basata sull’ambizione (tipico marchio della voglia di riscatto della donna “meridionale”) della “mater familias” Cristina/Carmela (ottimamente interpretata da Paola Cortellesi, vera star del film) che guida e si impone sul marito belloccio e infantile e di scarsa personalità tanto da avere come cognome “Coso”, ben recitato da Luca Argentero, e sui suoi figli, affinché questi siano “una famiglia per bene” che possa puntare con forza e talvolta “a forza” nell’alta società, fregandosene di come la superficialità e l'apparenza della loro esistenza possa portare al ridicolo o peggio alla distruzione la propria stessa identità. Il quadro viene sconvolto dallo zio Ciro spacciato da tutti i giornali come “camorrista” (Rocco Papaleo), che porta “giù al nord” tutta la sua sincera espressività partenopea costringendo la bolzanina “Cristina” a fare i conti con il proprio passato nascosto e con la sua personalità da “Carmela”. Lentamente lo zio si addentrerà nella vita perfettina della sorella, dapprima come assoluto incomodo, tenendole testa e riportando la famiglia intera alla realtà, fino a riuscire a farle riemergere la voglia di ricordare le proprie origini e a ricucire quel rapporto che si era distrutto, e infine “salvando” i due stessi figli della famiglia che rischiavano di farsi travolgere dal vortice dell’infelicità di certe imposizioni sempre frutto della superficialità dei loro genitori. I due veri “nemici” saranno invece i due coniugi datori di lavoro del marito, tipici rappresentanti della "Kasta" e veri fautori di un “rollercoaster” che porterà la famiglia Coso dalla polvere all’altare fino al colpo di scena finale. Una volta ingranata la marcia, il film (soprattutto nei primi 60 minuti) è un susseguirsi di battute e gag, alcune godibilissime (esempio: la cena con i datori di lavoro), grazie anche all’impegno degli attori che ce la mettono davvero tutta. L’unico leggermente “fuori ruolo” è Papaleo, non è napoletano D.O.C. e si sente, ma compensa la carenza linguistica con tutta l’espressività possibile. Il finale, come detto, non è pienamente a lieto fine, ma è altamente significativo, con la morale: è il volersi bene a fare grande una famiglia anche di fronte alle avversità e non l’apparenza o il merito o la posizione sociale occupata. Nota finale: rispetto agli altri film di Natale (mediocri) di quest’anno, il “product placement” è decisamente più moderato, a parte un 30 secondi di markettone evidente alla Fiat (pubblicità di un modello Alfa Romeo) non mi pare ci siano altri prodotti in mostra. Anche questo fa la differenza.
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flyanto
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venerdì 10 gennaio 2014
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quando ci si vergogna enormemente delle proprie or
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Film in cui si narra di una donna, interpretata da Paola Cortellesi, che si trova costretta ad ospitare per un breve periodo nella sua casa e con la sua famiglia il fratello (Rocco Papaleo) appena uscito dal carcere ed in attesa di un processo che lo potrebbe o meno condannare definitivamente od addirittura scagionare dalle svariate accuse. La donna, nel frattempo, si è "ricostruita" un'esistenza tutta nuova in una cittadina dell'estremo Nord d'Italia, con una famiglia a cui non ha mai rivelato di avere un fratello presunto camorrista e con una smodata voglia di affermarsi tra gli ambienti sociali più elevati della città, dimenticando in ogni maniera le proprie umili origini napoletane di cui prova una profonda vergogna (si fa infatti chiamare Cristina anzichè col vero nome Carmela).
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Film in cui si narra di una donna, interpretata da Paola Cortellesi, che si trova costretta ad ospitare per un breve periodo nella sua casa e con la sua famiglia il fratello (Rocco Papaleo) appena uscito dal carcere ed in attesa di un processo che lo potrebbe o meno condannare definitivamente od addirittura scagionare dalle svariate accuse. La donna, nel frattempo, si è "ricostruita" un'esistenza tutta nuova in una cittadina dell'estremo Nord d'Italia, con una famiglia a cui non ha mai rivelato di avere un fratello presunto camorrista e con una smodata voglia di affermarsi tra gli ambienti sociali più elevati della città, dimenticando in ogni maniera le proprie umili origini napoletane di cui prova una profonda vergogna (si fa infatti chiamare Cristina anzichè col vero nome Carmela). Nel corso della convivenza molto difficile che ella deve sostenere forzatamente col fratello, un fratello dai principi morali ed abitudini comportamentali molto differenti dalle sue, dovrà affrontare numerose vicissitudini a mano a mano che la verità sul fratello e sulla sua imbarazzante presenza verrà scoperta. Ma col tempo Cristina/Carmela comincerà a conoscere più a fondo il proprio fratello arrivando a comprenderlo maggiormente e soprattutto riscoprendo l'affetto familiare e sincero che la lega a lui, superando così l'iniziale imbarazzo e distacco.
Questa pellicola costituisce l'ultima opera del regista Luca Miniero, già noto ed apprezzato per i suoi precedenti films "Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord". Ancora una volta egli qui presenta, prendendole in giro bonariamente, le caratteristiche più particolari delle regioni del Nord e del Sud Italia che dividono il paese praticamente in due aree ben distinte. Ma, si ripete e si sottolinea, Miniero lo fa in un'evidente maniera simpatica e mai cattiva od addirittura volgare, che fa sorridere lo spettatore che in più occasioni si riconosce in quei segni di distinzione, ovviamente a seconda dell'area italiana in cui egli vive, così particolari ed unici.
Nel suo complesso il film è ben strutturato, con una sceneggiatura molto brillante e mai grossolana e con una trama, forse, un pò poco realistica, ma accettabile nell'insieme. Ma quello che contribuisce alla riuscita dell'opera è dovuto anche, se non soprattutto, alla presenza di svariati attori che sono appartenenti alla contemporanea commedia italiana e che si sono già più volte ampiamente cimentati in questo genere. Pertanto, non si possono che apprezzare Paola Cortellesi e Rocco Papaleo che svolgono i ruoli principali, appunto, di sorella e fratello, Angela Finocchiaro nel ruolo di una signora ricca e snob e del comico Ale (del duo con Franz) in quello del marito inetto, ed infine Luca Argentero, sempre aitante e ben rispondente alla sua parte di contorno come marito della Cortellesi. Ma, ad essere giusti sino in fondo, occorre rivolgere un encomio particolare alla recitazione di Paola Cortellesi che si erge in maniera spiccata su tutti gli altri, dando, come sempre e, forse, in quest' occasione addirittura un poco più, una prova delle proprie qualità di attrice estremamente versatile, che qui si evince dal suo continuo passare in maniera del tutto spontanea a parlare dal dialetto veneto a quello napoletano.
Insomma, per concludere, un film altamente consigliabile al fine di trascorrere due ore di puro e semplice svago, ma in modo intelligente.
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simiperla
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sabato 11 gennaio 2014
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penoso
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L'esperienza cinematografica più deludente degli ultimi anni. Un concentrato di banalità, luoghi comuni e trovate demenziali assolutamente superate. Ottimi attori che purtroppo in questa performance hanno potuto esprimere solo il peggio di se stessi. Spesso con piena consapevolezza, ma si sa, il Panettone di Natale fa gola anche a loro.
Ciò che colpisce e fa venir voglia di correre in biglietteria a chiedere indietro i soldi del biglietto, già dopo i primi 20 minuti, e' la totale assenza di una sceneggiatura che si possa definire tale, I personaggi viaggiano slegati fra di loro senza entrare mai nel giusto ritmo comico della commedia all'italiana e nonostante uno sforzo interpretativo che assume miseramente una veste di pura disperazione, tutto ciò è Drammaticamente inutile.
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