L'aria salata |
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Un film di Alessandro Angelini.
Con Giorgio Pasotti, Giorgio Colangeli, Michela Cescon, Katy Louise Saunders, Sergio Solli.
continua»
Drammatico,
durata 85 min.
- Italia 2006.
- 01 Distribution
uscita venerdì 5 gennaio 2007.
MYMONETRO
L'aria salata
valutazione media:
3,81
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la rappresntazione dell'epilessia nei filmdi oriano mecarelliFeedback: 0 |
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domenica 4 febbraio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo commento è diretto ad Alessandro Angelini, con cui vorrei davvero avere un contatto. Premetto: il film mi è piaciuto moltissimo soprattutto per l’intensità delle emozioni che ha suscitato in me. Credo che si sia trattato di un esordio veramente notevole ed indimenticabile. Non ho potuto però fare a meno di guardarlo anche da un punto di vista professionale: sono un neurologo universitario e mi occupo di epilessia. L’Epilessia è una malattia molto diffusa (colpisce una persona su cento) e purtroppo è tuttora fonte di gravi discrimazioni sociali, per una disinformazione globale e per gravi retaggi del passato. Invece è una malattia come le altre, che origina dal cervello ma non dalla mente (è una malattia neurologica, non psichiatrica!), che si cura e da cui si guarisce nella maggior parte dei casi. Il cinema si è sempre interessato dell’epilessia , basti pensare a “I Pugni in tasca”, “Novecento”, “Il grande cocomero”, etc, ma per lo più lo ha fatto male, contribuendo a generare paura e mistero nei confronti della malattia, spingendo sempre di più chi la vive sulla propria pelle a vergognarsene… Nel caso specifico le ambiguità e le scorrettezze sono numerose, dal “ tu non sei epilettico, sei pazzo” (che rafforza la credenza che gli epilettici possano essere in qualche modo vicini alla malattia mentale) all’intervento scorretto di fronte alla crisi (mettere un fazzoletto in bocca durante un attacco è l’unica cosa che non si deve mai fare!) alla disquisizione un po’ assurda sull’ematoma subdurale (che dal punto di vista medico non sta ne in cielo ne in terra). Credo insomma che un soggetto con epilessia che ha assistito a questo film bellissimo, ripeto, sia uscito dalla sala piuttosto sconvolto, e così pure i suoi familiari e gli amici. Chi invece l’epilessia non la conosce avrà rafforzato i propri pregiudizi e disinformazioni. E allora mi chiedo: - perché lo sceneggiatore ha scelto come malattia proprio l’epilessia (e non il parkinson, la sclerosi multipla, l’emicrania, il diabete, etc)? – perché l’autore ed il regista non ha chiesto consigli a specialisti veri su come affrontare le tematiche specifiche? Il cinema è diretto alla gente , anche a chi di certe malattie rappresentate soffre davvero! E’ talmente importante per noi medici che quotidianamente ci occupiamo di epilessia far passare messaggi corretti riguardo questa patologia attraverso i mass-media che insieme alla Scuola Nazionale di Cinematografia stiamo proprio organizzando un Concorso destinato alla produzione di spot e cortometraggi “corretti” sull’Epilessia , che poi saranno diffusi attraverso TV, cinema, internet, etc. Spero che il regista non consideri questo mio messaggio un rimprovero noioso ma solo un tentativo di aprire un dialogo costruttivo. Ancora complimenti per il film ed in bocca al lupo per il futuro!
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