The Hateful Eight |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demián Bichir.
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Titolo originale The Hateful Eight.
Western,
Ratings: Kids+16,
durata 167 min.
- USA 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 4 febbraio 2016.
MYMONETRO
The Hateful Eight
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Nuovo cinema Tarantino.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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domenica 14 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nuovo western per Tarantino, ma se si temeva il rischio di un Bastardi Senza Gloria 3 (o Django 2), questo viene spazzato via da un'impostazione diversa dal solito. Sospeso tra il cinema di frontiera e il Dollaro D'Onore, il regista qui appare più contemplativo e meno sfrenato. La cifra stilistica di Tarantino si ammira nella ultra caratterizzazione dei personaggi, impegnati in dialoghi estenuanti che ne descrivono i tratti e presentano la visione che il regista ha della controversa storia americana. E anche nelle citazioni e nelle autocitazioni, vizietto che Tarantino ama coltivare in ogni suo lavoro. Tutto ciò si ammira nella prima metà del film. Poi, dopo il quarto d'ora di pausa che Tarantino stesso ha voluto come fosse parte integrante della sua opera, la pellicola sorprende lo spettatore trasformandosi in un giallo di stampo classico, con tanto di narratore esterno e assassino misterioso. Fino a scivolare nella mattanza, quando il gusto dell'eccesso tipico di Tarantino prende il sopravvento. Un film strano quindi, persino coraggioso nel suo tentativo di rompere un po' i canoni classici del cinema tarantiniano. Ed interpretato da una schiera di attori sopraffini. Il regista americano è solito chiedere molto ai suoi interpreti e anche qui non fa eccezione, dando il volante della storia in mano a Jackson, riuscendo comunque a coinvolgere tutti quasi allo stesso modo. La menzione d'onore va, ovviamente direi, a Leigh, capace di interpretare un ruolo molto poco abituale per una donna. Nel suo duetto con Kurt Russel, infatti, Leigh si trasforma quasi in una spalla comica di tipo fisico, subendo e dando colpi come Stanlio senza mai perdere per un minuto la credibilità del personaggio: una pazza un po' infantile pericolosissima che funziona in modo perfetto. Poi ci sono le musiche di Morricone, che si adattano come un guanto all'atmosfera del film, riuscendo persino a trarre in inganno, giocando con la tensione dello spettatore, fino quasi a prenderlo in giro. Geniale, in questo senso, il momento in cui, nel pieno della tormenta, due personaggi devono segnare la strada accompagnati da un crescendo musicale carico di anticipazione. Senza stare a fare classifiche, questa è probabilmente una delle opere migliori e più ispirate nella cartucciera del regista americano. Per lunghi tratti meno fumettosa rispetto al solito, caratteristica che comunque non le impedisce di lasciarsi andare quando Tarantino ne sente il bisogno. Un film completo davvero. Bravo Quentin.
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