The Hateful Eight |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demián Bichir.
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Titolo originale The Hateful Eight.
Western,
Ratings: Kids+16,
durata 167 min.
- USA 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 4 febbraio 2016.
MYMONETRO
The Hateful Eight
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quel Wyoming sanguinolentodi ThatFilm!Feedback: 100 |
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venerdì 5 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il bianco candore delle montagne del Wyoming. La potenza della natura e la grandezza del paesaggio. Poi, il mondo si restringe, tutto si compressa. Prima in una diligenza in viaggio per Red Rock. Poi in una baita in mezzo al nulla, in cui i rapporti tra gli otto personaggi si intrecciano e si crea la premessa per la conclusione, piena e grottesca, come tutto il film, d'altronde. Questo è l'ottavo film di Tarantino. Una pièce teatrale travestita da western. Tutto si muove lentamente per creare la fitta trama di rapporti ben tenuta insieme dalla sceneggiatura solida. Ogni inquadratura da più di una prospettiva della storia. La prima, aperta, lunga e incredibilmente alla Leone, dà subito l'idea di che film sarà. E poi tutto inizia, i dialoghi si fanno subito "tarantiniani" ed ogni azione, ogni sguardo, viene seguito in maniera spasmodica per creare la psiche del personaggio principale (interpretato da un ottimo Samuel L. Jackson), facendola comunque rimanere nascosta, almeno in parte, fino alla fine, fino alla chiusura. Ed è questa la forza del film: tutto è allungato, ogni gesto è studiato nei minimi dettagli, ma rimane qualcosa di non detto, qualcosa che viene nascosto volutamente dai dialoghi compulsivi e dal maniacale odio che infesta ogni scena. Insomma un film intimo e che non ti aspetti da un regista così votato alla costruzione sfrenata e all'azione spettacolare (che rimane, ma mitigata) come lo è Quentin Tarantino. Altro punto a favore la già citata vena grottesca che scorre in tutto il film, la violenza è, se non ridicolizzata, portata all'estremo (più estremo del solito per Tarantino) e viene "schiaffata" in faccia allo spettatore a gocce spezzando i dialoghi e la storia per qualche istante (ottima scelta per un film di quasi tre ore), riprendendo il filo della matassa trasformata ogni volta. Fino alla conclusione, sintesi del gusto del macabro, dell'odio fittissimo e della bellezza di ogni inquadratura presenti in tutto l'ottavo film di Quentin Tarantino.
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