Cristo si è fermato a Eboli |
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Un film di Francesco Rosi.
Con Gian Maria Volonté, Irene Papas, Lea Massari, Alain Cuny, Paolo Bonacelli.
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Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 150 min.
- Italia 1979.
MYMONETRO
Cristo si è fermato a Eboli
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Grande storia, grande fatica.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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domenica 18 ottobre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tratto dal romanzo autobiografico di Carlo Levi, questo film narra l'esperienza dello scrittore al confino presso un piccolo paese dell'Italia meridionale in piena epoca fascista. Rosi ricostruisce la capacità dell'uomo di empatizzare con la popolazione locale, dimenticata da tutti, fino a diventare un riferimento per la piccola comunità povera e contadina. Cristo Si E' fermato a Eboli è un'opera che è stata costruita per essere un capolavoro. La scelta del soggetto, la decisione di affidare l'operazione a uno dei grandi registi del cinema di denuncia, il cast che ha per protagonista Volontè e il grosso budget messo a disposizione dalla produzione italo-francese, stanno a dimostrare questo. Rosi ripaga la fiducia regalando scene difficili da dimenticare, grazie alle quali restituisce allo spettatore il senso di smarrimento della popolazione alle prese con i problemi di una terra scontrosa, mentre, dagli altoparlanti del podestà, Mussolini annuncia la conquista del famigerato posto al sole. Sono tematiche importanti e potenti, che Rosi mette sul piatto con la giusta tempistica, aiutato dal solito Volontè in formato gigante che regala recitazione. Ma voler costruire un film ambizioso prima ancora di mettere mano alla telecamera ha le sue contro indicazioni. Ogni inquadratura dev'essere un quadro, i dialoghi devono essere spessi, più letterari o filosofici che cinematografici, il minutaggio deve essere considerevole. A fare le spese di queste scelte stilistiche è la scorrevolezza del racconto, che procede a piccoli passi, spesso rallentando molto durante il suo srotolamento. E' il classico dilemma: quanto conta il fattore intrattenimento in un film? Tutto? Tanto? Poco? Niente? Quale che sia la risposta a questa domanda, rimane il fatto che questa è una pellicola ostica da affrontare, che chiede molto al suo spettatore e che lo ripaga solo in parte con la sua magnifica grandezza stilistica. Sicuramente un'opera importante, ma da affrontare con lo spirito giusto, ben consapevoli che la visione potrebbe costare fatica.
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