The Wolf of Wall Street |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+16,
durata 180 min.
- USA 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 23 gennaio 2014.
- VM 14 -
MYMONETRO
The Wolf of Wall Street
valutazione media:
4,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'eccesso che annoiadi Peer GyntFeedback: 23479 | altri commenti e recensioni di Peer Gynt |
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martedì 3 giugno 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Esasperazione isterico-nevrotica del mito americano del self-made man, il film di Scorsese mostra, adottando il punto di vista del protagonista, un insieme di animali da giungla fatti di soli istinti compulsivi e del tutto privi di razionalità: fare soldi, fare sesso, drogarsi sono attività per nulla diversificate, perché tutto è e dev'essere sballo, perdita del controllo, vita urlata nell'ottundimento di qualsiasi facoltà razionale. Il nero protagonista di questa storia non vive di perfide strategie, di sottili macchinazioni, di crudele spirito di vendetta. Vive solo di sballo, continuo, privo di qualsiasi finalità, autoreferenziale. Si è detto che Scorsese non giudica. Non è del tutto vero. Il giudizio sul personaggio è assolutamente impietoso. Icona della dipendenza, Jordan Belfort è un drogato di successo e di denaro. Sa che arriverà all'autodistruzione, ma continua anche quando potrebbe fermarsi. È un'umanità penosa e pericolosa quella che ci mostra Scorsese, che lascia che il protagonista ci investa con il suo fiume di parole, perché è il modo migliore per mostrarne la demenziale subumanita'. A questo punto risulta naturale, alla fine di un simile racconto, chiedersi perché dovremmo dedicare tre ore a seguire le vicende di questo animale autodistruttivo. Tecnicamente ineccepibile, con recitazione e sceneggiatura sicuramente ottime, il film alla lunga annoia. Forse perché manca qualche personaggio normale che si contrapponga a questi onanisti del successo, forse proprio perché un film così potrebbe andare avanti in eterno, sempre uguale a se stesso, sempre parossistico, sempre eccessivo: ma di un eccesso quotidiano, mi si passi l'ossimoro, che alla fine sembra quasi la normalità. La normalità di un genere umano che punta a cancellarsi dalla faccia della terra. E se questa fetta di genere umano riuscisse ad autodistruggersi, chi resta vivrebbe meglio!
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