The Wolf of Wall Street |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+16,
durata 180 min.
- USA 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 23 gennaio 2014.
- VM 14 -
MYMONETRO
The Wolf of Wall Street
valutazione media:
4,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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lupi ed adrenalinadi pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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mercoledì 29 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Prima regola: non ci sono regole (se non le sue). Seconda: l’illegalità non è un ostacolo, è una sfida. Terza: tutti i coadiuvanti utili alla massimizzazione dell’obiettivo, anche se non consentiti, sono a disposizione. Quarta: i costi umani sono irrilevanti. Quinta: ogni limite è solo un punto di partenza per andare oltre. Questo è il crudo decalogo che guida le gesta di Jordan, giovane ariete deciso a fare sfracelli nel giro vorticoso della finanza invisibile, quella che guizza a velocità incontrollabile nei diverticoli di una rete proteiforme, quella di cui si percepiscono solo gli esiti ai terminali umani, successo, ricchezza, insaziabilità oppure disperazione, rovina, impoverimento. In questo gioco Jordan si butta al massacro (degli altri), non concependo alcuna alternativa all’accumulo infinito di denaro, quello non frusciante, il Re invisibile ma demiurgo dei destini di tanti giocatori, rapaci imbonitori o vittime ingenue o plagiabili o forse solo imprudenti. Dopo la breve ma intensa seduta di formazione dell’ormai lanciato ed allucinato Mark, e dopo un fallito attacco diretto al fortino di Wall Street, J. decide di fare da sé e lancia la rete dei suoi primi accoliti, uomini presi dalla strada o dalla mediocrità, più malleabili a sua immagine e inclini al culto della sua personalità. Cieca obbedienza contro promessa di introiti senza fine, ma ciascuno deve “saper vendere una penna” e non attaccare mai il telefono prima che l’interlocutore dica il fatidico “sì”. Il cono del proselitismo (perché di settarismo si tratta) si allarga, gli spazi delle contrattazioni si estendono, nella giungla di voci e telefoni le prede non hanno scampo, il tabellone visualizza la mutevolezza del fato, la tensione sale e resta oltre i confini normalmente umani, condizione essenziale per non mollare e rendere al massimo. Nasce la Stratton Oakmont, versione presentabile e in doppio petto di una congrega di gente senza scrupoli e senza limiti, in perpetua sintonia con il capo le cui performance teatrali trascinano gli adepti in un’ipnosi collettiva dove venerazione, esaltazione, sovraeccitazione e aggressività fanno massa unica. Il sistema funziona, ma per alimentarsi gli attori principali non possono fare a meno dei coadiuvanti della terza regola: cocaina, crak ed affini punteggiano i momenti clou della giornata, un banchiere accondiscendente ad operazioni spericolate viene associato alla troupe, caterve di donne nude e sempre disponibili servono a scaricare il surplus dei sensi. Sono necessariamente puttane, perché non circolano sentimenti nel clan; le mogli sono solo un segno di rispettabilità sociale, come nella mafia, l’amore non si concilia con una vita da tsunami che non ammette pause o deroghe e quindi il rischio di ridimensionare il flusso di adrenalina (e di denaro). Ma la sfida (seconda regola), che esalta proprio perché non assicura l’esito voluto, assume una direzione sfavorevole quando qualcuno si muove con la forza dell’Autorità per ostacolare l’attività del gruppo, la cui potenza di fuoco sembra inarrestabile. In quel turbo-baraccone rutilante i tappeti morbidi lasciano trapassare i primi vetri taglienti, lo tsunami comincia ad invertire la marcia investendo i suoi generatori, e la bolla tra varie traversie si sgonfia, perché nella filosofia del guru e del gruppo la quinta regola è la più flebile; prima o poi c’è un limite che dice basta, che non sopporta di essere superato e mette in moto forze distruttrici. Jordan, come un boomerang, torna solo e disarmato al punto di partenza e, davanti a ben altra platea, ricomincia dalla fatidica penna.
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