Sicuramente si poteva fare di meglio e di più e onestamente devo ammettere che il film mi ha delusa , non tanto per l’idea che era buona e poteva essere trattata con una forma più fluida, quanto per l’eccessiva lunghezza e una noiosa quanto prolissa messa in scena e se in “Gomorra” i sottotitoli erano d’obbligo, qui francamente li avrei evitati, situazioni al limite dell’assurdo come in questo caso si possono riscontrare ovunque, non solo nel napoletano. Siamo consapevoli che la febbre dei reality può far andare fuori di testa tanto da confondere le idee e non distinguere più la finzione con la realtà, ma qui la storia è dilatata allo spasimo, si finisce in overdose di sovraesposizione a una napoletanità che diventa irritante e urticante, nonché indigesta, si pensi alla scena in chiesa tra Luciano e l’anziana signora che finge di non aver ricevuto il robottino, tra un intercalare di litanie e discussioni. Non capisco come si possa definire capolavoro un film di questo genere, forse non sono riuscita a calarmi nel racconto fino in fondo ( ma come avrei potuto, i miei vicini di poltrona dormivano, e non sto scherzando), forse di Grandi fratelli e affini se ne hanno le scatole piene, anche per chi non li ha mai guardati e trova sconvolgente e incomprensibile il dilagare di questo fenomeno. Capisco l’intento del regista, avrei preferito una maggiore onestà, invece si perde in un surrealismo esagerato e grottesco, insistente, rincorre Fellini ma senza possederne l’anima, l’illusione, il sogno, l’effimera speranza di una vita sotto i riflettori, il desiderio di cambiare la propria esistenza tuffandosi in una spirale di vuoto e follia, Garrone arriva in ritardo, impiega troppo tempo, non si accorge che il sipario è calato e forse gli Italiani hanno altri problemi in questo momento.
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nipporampante
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lunedì 20 maggio 2013
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Devo dire che il film ha deluso anche me, ma non sarei affatto così negativo: il lavoro fatto con gli attori non professionisti è straordinario, e la regia non scende mai al di otto degli standard del regista. Forse Garrone semplicemente non è a proprio agio con una commedia.
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beppe baiocchi
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domenica 23 giugno 2013
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mmmm
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Non riesco a vederla come te. E' vero che Garrone non è a suo agio nella commedia, ma semplicemente nel senso che io non vedo questo film come una commedia. E' un film difficile da spiegare, perchè analizza l'ossessione di questo "italiano medio" nella sua trasformazione, da uomo comune a pazzo che confonde la realtà con la finzione, l'essere con l'apparire. Quello del Grande Fratello è una metafora, della degenerazione della società che intera affronta lo stesso problema, non tanto come fenomeno televisivo (il grande fratello in se), ma come fenomeno culturale, chiaramente portato all'esasperazione. Basti pensare di tutta la gente sui vari social che fanno di tutto per ricevere like, o che si fanno le foto solo per pubblicarle e far vedere cosa si sta facendo e non per tenere un ricordo personale.
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Non riesco a vederla come te. E' vero che Garrone non è a suo agio nella commedia, ma semplicemente nel senso che io non vedo questo film come una commedia. E' un film difficile da spiegare, perchè analizza l'ossessione di questo "italiano medio" nella sua trasformazione, da uomo comune a pazzo che confonde la realtà con la finzione, l'essere con l'apparire. Quello del Grande Fratello è una metafora, della degenerazione della società che intera affronta lo stesso problema, non tanto come fenomeno televisivo (il grande fratello in se), ma come fenomeno culturale, chiaramente portato all'esasperazione. Basti pensare di tutta la gente sui vari social che fanno di tutto per ricevere like, o che si fanno le foto solo per pubblicarle e far vedere cosa si sta facendo e non per tenere un ricordo personale.Un tema quanto mai complicato, profondo che secondo me Garrone ha reso perfettamente. Poi gli attori sono stati bravissimi, la regia e la fotografia curatissima, le musiche pure. Ripeto io non vedo punti dolenti per questo film, ripeto forse il pensiero che sei andata al cinema per vedere una commedia ti ha fatto giustamente storcere il naso.
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mercoledì 28 febbraio 2024
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non e'' un superfilm.
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Condivisa lei. Anche con attori bravissimi, tutti napoletani, il film mi pare una rimasticatura del Pasolini dei sottoproletari, soltanto che cambia il teatro, la citta'' di Napoli e la competizione per apparire nella rubrica televisiva alla moda. Come Ninetto Davoli appunto rimane impresso il volto del protagonista, che rischia di perder la testa per la rubrica televisiva. Forse pero'' l''aggettivo "noioso" per un regista come M. Garrone e'' un po'' eccessivo.
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