Che - L'argentino |
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Un film di Steven Soderbergh.
Con Benicio Del Toro, Demián Bichir, Santiago Cabrera, Elvira Mínguez, Jorge Perugorría.
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Titolo originale Che: Part One.
Biografico,
durata 126 min.
- USA, Francia, Spagna 2008.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 10 aprile 2009.
MYMONETRO
Che - L'argentino
valutazione media:
3,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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un'emozione duraturadi agatheFeedback: 0 |
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giovedì 7 maggio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
il film va visto nella sua interezza, possibilmente la stessa sera. Solo così si capirà la forza e il valore artistico dell'opera. La prima parte racconta il momento più felice del Che la costruzione, le azioni, i pensieri che hanno portato alla vittoria di un'ideale; il secondo il momento più disperato, il fallimento e la morte. Senza alcuna retorica, con uno stile asciutto che non concede nulla e non gioca con che le emozioni dello spettatore; con un taglio quasi documentaristico in entrambi, seppur in modo diverso: nel primo più formalmente, nel secondo più nella scelta della materia del racconto. Ne esce una tesi politica che è stata anche di Guevara ma che lui stesso pare aver dimenticato nella sua scelta della Bolivia: la rivoluzione non è esportabile. Una rivoluzione probabilmente ha bisogno di grandi uomini ma può aver successo solo quando il terreno è maturo, se il popolo ti seguirà, se condivide la tua storia. In Bolivia non fu così. La seconda parte del film costruisce una tensione incredibile, poche parole (quelle dei diari del Che), fedeltà ai fatti, un girovagare nella selva senza speranza, con un Benicio Del Toro bravissimo nell'interpreatre la consapevolezza della fine che si disegna sul volto del rivoluzionario, la consapevolezza degli errori commessi, e, nello stesso tempo, la grandezza enorme di quest'uomo nel credere nell'uomo. Lo spettatore sa come finisce la storia eppure la tensione è quasi insostenibile, si vivono il dolore, la sofferenza, le continue disfatte, i tradimenti 'da dentro': l'assenza di musica, i rumori della natura, il realismo del film, la scarsità dei dialoghi, l'aderena degli attori con il contesto, inducono chi guarda a riflettere, a pensare, e questo pensiero si fa pensiero del protagonista finchè lo spettatore diventa Ernesto, Fernando, Ramon nel momento più tragico della loro esistenza. Pochi film lasciano un'emozione così duratura. E un pensiero: questa è la storia di un uomo grande perchè credeva nell'uomo.
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