The Wrestler |
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Un film di Darren Aronofsky.
Con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Mark Margolis, Todd Barry.
continua»
Drammatico,
durata 109 min.
- USA, Francia 2008.
- Lucky Red
uscita venerdì 6 marzo 2009.
MYMONETRO
The Wrestler
valutazione media:
3,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La ballata di Randy Robinsondi des_demonaFeedback: 0 |
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domenica 15 marzo 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Avete mai visto un uomo con una gamba sola provare a danzare per sentirsi libero? La poesia di Bruce Springsteen e quella di Darren Aronofsky si coadiuvano a vicenda per narrare una sola, struggente ballata: la storia dell’alba e del tramonto di Randy Robinson, l’ariete del wrestling anni ’80. La mazzata - quella reale - arriva dopo un incontro ai limiti del sopportabile: il vecchio Randy, affaticato dal pessimo tenore di vita e dagli estrogeni, finisce quasi per farsi esplodere il cuore. Ed è a quel punto, quando gli vengono tolti l’amore e il sudore della folla acclamante, che decide di riconquistare se stesso, il Randy soppiantato da “The Ram”. Ma qualcosa non va come dovrebbe: nonostante l’aiuto di Pam (Marisa Tomei), una stripper sua amica che accusa inevitabilmente l’avanzare del tempo, e la riconciliazione con la figlia Stephanie (Evan Rachel Wood), l’ariete ricasca nel baratro; una fogna alla quale sembra essersi abituato e, forse, anche affezionato. Un salto nel buio che Aronofsky descrive senza fronzoli o patetismi - fatta eccezione per l’unica, immensa figura patetica, il wrestler di Micky Rourke -, in uno stile insolito per lui, distaccato, asciutto, cinicamente documentaristico. La macchina da presa invade l’intimità di ciò che osserva, si incolla letteralmente alla schiena curva e sanguinante del lottatore, nell’apparente indecisione fra il mostrare i disgustosi segni del combattimento oppure il volto stanco e deforme di uomo che si è lasciato pestare dalla vita senza controbattere. Non è solo Micky Rourke che recita se stesso - come si è detto fino alla noia: è la trama comune della vita di tanti uomini e tante donne, come Randy, come Pam, che non accettano di dover scendere dal ring per salvare l’ultima briciola di sincerità rimastagli. “Sono un pezzo di carne maciullata, e sono solo. Ma me lo merito”, dice il gigante alla bambina, ma è troppo tardi, perché l’assuefazione è tale da impedirgli di smettere. La sua unica fede sono le ossa rotte e i lividi; e, del resto, non c’è molta differenza fra un taglio sul braccio e uno dritto al cuore. Tanto vale tornare a combattere, a far sorridere la gente con il sangue che scorre, saltando un ultima volta nell’oscurità, senza verità ma con un residuo di coraggiosa coerenza pronto a perdersi nei titoli di coda.
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