Un altro pianeta |
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Un film di Stefano Tummolini.
Con Antonio Merone, Lucia Mascino, Chiara Francini, Tiziana Avarista, Francesco Grifoni.
continua»
Drammatico,
durata 81 min.
- Italia 2008.
- Ripley's Film
uscita venerdì 7 novembre 2008.
MYMONETRO
Un altro pianeta
valutazione media:
2,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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persone vere, conflitti non esagitatidi ciccio capozziFeedback: 0 |
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mercoledì 19 novembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“UN ALTRO PIANETA” di STEFANO TUMMOLINI; ITA, 08. Capocotta, spiagga del litorale romano, a giugno, mattina. Un ragazzo gay e un gruppo di ragazze tra incontri e confronti passano la giornata a mare. Questo film è un vero e proprio miracolo. Girato in digitale, e nemmeno di qualità, tutto in esterni, con attori e tecnici che saranno pagati dagli eventuali utili, è costato la “spaventosa” cifra di 970 euri: però funziona. Si fa vedere, e mostra una reale tensione narrativa. E’ chiaro che è un prodotto di nicchia: ma va segnalato per questo. Perché, senza alcuno sbattimento narcisistico, anche se con una non estemporanea consapevolezza culturale, il regista-sceneggiatore ha descritto delle persone vere, alle prese con conflitti di una drammaticità non esagitata. Essa non è portata ad alcuna forzatura: benché questa dimensione sia presente, essa è calata, con molta intelligenza narrativa e verisimglianza, in un andamento che ha le apparenze della normalità, se non della banalità. Il protagonista, Salvatore, il ragazzo gay, si vive con un atteggiamento sospeso tra la passività esistenziale, e un dolore di una perdita affettiva che l’ha profondamente segnato, pur a distanza di tempo. L’attore, Antonio Merone, che proviene da solide esperienze teatrali, nonché coautore della sceneggiatura, gli ha dato un mix di spudoratezza fisica pasoliniana, di fragilità e curiosità sentimentali, ma anche di rassicurante umanità di fondo. Tutte caratteristiche evidenziate al meglio da una forte presenza scenica. A lui fa da contraltare la presenza della ragazza, Daniela, che sembra del tutto fuori posto. Anch’essa caratterizzata in modo svelto e felice, appare incerta nel come porsi: ma questo è il frutto di un riuscito gioco di sponda con l’altra, Stella, che, al contrario è ciarliera, onnipresente e desiderosa di conoscere; o l’altra amica, che vive sospesa nei suoi ricordi. La sceneggiatura riesce intelligentemente a dare spazio a sfondi animati umani collettivi: anche se di gruppi di pochi personaggi, sono continuamente compresenti, interagiscono e si danno continuamente il giusto ritmo nel raccontarsi e scoprirsi. Però il loro è un fare, non un dire teatrale. Essi sono accompagnati da una riuscita ambientazione scenografica naturale, metafora di un rapporto più intenso con se stessi, le memorie, le loro fantasie: aiuta a farli uscire dal limbo del non-vivere, dà il coraggio di assumere delle scelte che appaiono diverse dalle premesse che abbiamo viste poste: scelte che risultano ancora più intense e sentite; come quella d’amore di Daniela e Salvatore, molto tenera, che pare preludere ad un futuro aperto, in grado di spezzare le ossessioni in cui sembravano serrati nel loro “pianeta”.
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