WALL•E |
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Un film di Andrew Stanton.
Con Ben Burtt, Elissa Knight, Jeff Garlin, Sigourney Weaver, Fred Willard, John Ratzenberger.
continua»
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 97 min.
- USA 2008.
- Walt Disney
uscita venerdì 17 ottobre 2008.
MYMONETRO
WALL•E
valutazione media:
4,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Wall-e: eroe senza tempodi teoFeedback: 0 |
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lunedì 27 ottobre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un ammasso di ferraglia che si aggira per una città in cui i grattacieli di spazzatura hanno superato in altezza quelli costruiti dall’uomo. E’ questa la prima, desolante immagine di Wall-e, ottavo capolavoro Pixar, intriso di educazione visiva e di un inevitabile (e giustificato) pessimismo di fondo. Wall-e è una figura che non si dimentica facilmente, sia per la fisicità goffa e spassosissima (geniali gli occhi a forma di binocolo) che per la personalità estremamente commovente e malinconica. Wall-e è un eroe, ma non ha la consapevolezza di esserlo; in un mondo che l’uomo, fuggendo codardamente dalle sue responsabilità, ha abbandonato, il robottino continua imperterrito la sua attività, conservando intatte curiosità e intraprendenza. Le scene, costruite come se fossero riprese da una telecamera (volutamente inseriti, perciò, certi fuori fuoco o movimenti poco fluidi), sono realistiche e coinvolgenti. Intriso di uno splendido e suggestivo cromatismo visivo, il film rappresenta uno straordinario atto d’amore verso il cinema, un prodigio di stampo ecologista che pone in primo piano un’aspra e inevitabile denuncia della perdita dei valori situati alla base degli uomini. L’immagine della loro “metamorfosi” nella seconda parte del film colpisce gli occhi e il cuore dello spettatore: obesi, pigri, viziati dalla tecnologia di cui sono stati loro stessi gli artefici, ma soprattutto perduti nel loro mondo di aberranti abitudini e meccaniche routine e, conseguentemente, incapaci di avere veri rapporti con i loro simili. Ciò che turba di più, però, è il fatto che non siano a conoscenza dell’esistenza del pianeta (la Terra, of course) da cui tutto ha avuto inizio. Il riferimento a “2001: Odissea nello spazio” è inevitabile: l’uomo, prigioniero inconsapevole dell’alienante mondo a cui ha dato vita, diventa, infine, schiavo della sua stessa creatura. Wall-e, in questo tragico e apocalittico quadro, è l’unico in grado di riportarlo alle sue origini, l’unico in grado di riconnetterlo a se stesso e, soprattutto, al suo prossimo. Tutto questo attraverso una esile piantina, simbolo speranzoso di un mondo (il nostro) che con spirito d’intraprendenza e forza di volontà può essere riconquistato in qualunque momento. Tutto ciò che conta è l’amore, l’unica, vera forza in grado di radicare gli animi alla radice, l’unica in grado di riportarci in un mondo migliore. In quest’atmosfera vibrante e suggestiva, resta, tuttavia, un dubbio impellente: per quale motivo gli esseri umani sulla navicella spaziale hanno caratteristiche animate, al contrario dell’ultimo presidente degli U.S.A, che compare in alcuni spezzoni con caratteri fisici propriamente realistici? Metaforica stilizzazione dell’uomo che, a causa della perdita dei suoi valori, si riduce simbolicamente a un disegno animato o pura e inaspettata distrazione degli animatori Pixar? Ai posteri l’ardua sentenza.
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