Truman Capote: a sangue freddo |
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Un film di Bennett Miller.
Con Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Clifton Collins Jr., Chris Cooper, Bruce Greenwood.
continua»
Titolo originale Capote.
Biografico,
durata 98 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 17 febbraio 2006.
MYMONETRO
Truman Capote: a sangue freddo
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Problemi di regia..di DodoFeedback: 0 |
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martedì 21 marzo 2006 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Truman Capote narra le vicende realmente accadute di due omosessuali che furono protagonisti dello sterminio di una famiglia del midwest, composta da quattro persone. Il caso attirò subito l’attenzione dell’ambiguo scrittore Truman Capote, il quale accompagnato da una sua assistente, si recò in Kansas per fare luce sulla questione. La svolta avviene allorché vengono arrestati i due colpevoli, qui Truman Capote lega particolarmente con uno dei due killer, e contemporaneamente inizia la stesura di un romanzo dal titolo “A sangue freddo”. Il libro descrive proprio le vicende che hanno portato al massacro della famiglia e si concentra sul profilo degli imputati ed in particolare sulla figura di Perry Smith, di cui Capote sembrava innamorato e col quale si identificava per i comuni trascorsi di vita. Truman Capote però mantiene un atteggiamento confuso nel suo rapporto con Smith, sfruttandolo ai fini del suo romanzo ed addirittura abbandonandolo nelle fasi finali, disinteressandosi di aiutarlo al fine di evitare la pena capitale. Difatti la verità che emerge dal film è che la pena capitale sarebbe stata funzionale al fine di un’adeguata conclusione del romanzo. Questa storia accadde realmente nel 1960, nel 1966 uscì il libro di Truman Capote dopo la morte dei due assassini e l’anno dopo il film diretto da Brooks, che si dice sia molto riuscito. Se il film diretto da Brooks fosse molto riuscito lo stesso non si può dire per questo film, candidato comunque a cinque oscar, tra i quali : miglior film, regia, attori protagonisti e non protagonisti. Uno dei cinque oscar (quello meritato) è stato messo in saccoccia dal protagonista interprete di Truman Capote ovvero : Philip Seymour Hoffman. Il quale è dovuto dimagrire di molti kg, ma soprattutto ha dovuto emulare la lamentosa ed esile voce dello scrittore, le sue pose, il suo atteggiamento molto ambiguo ed originale. Per il resto, una storia sicuramente interessante, che tra l’altro ebbe grande impatto nell’America di qegli anni, è sminuita dall’ottusità di un regista improvvisato, il quale fino a poco tempo fa era fortunatamente impegnato a girare solo documentari e spot pubblicitari. Infatti l’effetto a volte troppo documentaristico nuoce ad un film, che tra l’altro risulta troppo lungo : due ore e mezza circa. L’eccessiva lunghezza, il continuo spezzettamento del film, composto da troppo scene inutili e noiose, destabilizzano lo spettatore, che corre il rischio di addormentarsi in sala e di risvegliarsi, forse, alla fine della proiezione. A nostro parere un formato più ridotto, ma soprattutto una maggiore attenzione ad alcune scene e la soppressione di tante altre inutili e superficiali avrebbe aiutato molto. Se probabilmente il protagonista scrittore è reso molto bene e in modo fedele da un punto di vista comportamentale, nulla sappiamo del suo conflitto interiore, del disagio che lo porta a solidarizzare, seppur in modo confuso, con un protagonista del massacro, ed anche quest’ultimo rimane celato in un ombra, in un vuoto narrativo causato dalla superficialità del regista. Sconcerta la superficialità dei dialoghi, i quali non colgono mai quel pathos necessario ai fini di una sana comprensione della dimensione emotiva interiore dei protagonisti. L’idea che rimane è quella di un film compiuto a metà, che fatica a farsi seguire, e che lascia l’amaro in bocca per un potenziale non interamente trasformatosi in atto.
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