La terra |
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Un film di Sergio Rubini.
Con Fabrizio Bentivoglio, Paolo Briguglia, Emilio Solfrizzi, Massimo Venturiello.
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Thriller,
durata 112 min.
- Italia 2006.
uscita venerdì 24 febbraio 2006.
MYMONETRO
La terra
valutazione media:
2,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un po' folkloristico ma molto toccantedi Andrea LadeFeedback: 0 |
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martedì 28 febbraio 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un uomo allontanato per cause di forza maggiore dalla famiglia natia,torna dopo anni nel suo paese di origine e trova una situazione drammatica che riuscirà parzialmente a risolvere,ma non prima di essere entrato in contatto con il suo vero io lasciato sopire per anni dalla conformità di una nuova vita nel settentrione: innumerevoli sono gli spunti per godere di un film che già dalle prime scene mostra la sua vena giallistica che da molte recensioni gli ha valso il titolo di thiller.Lascio ad altri più competenti la denominazione del genere,ma vi dico che la tensione c'è e soprattutto per chi come me ha vissuto situazioni molto ambigue con personaggi di malaffare,molte scene sono particolarmente realistiche ai limiti dell'angosciante. Concordo con la tesi sostenuta da alcuni che il tutto appare un po' troppo folkloristico,ma ricordiamoci che gran parte dei film rispondono purtroppo ad una logica di mercato:la spiaggetta cristallina,il paesaggio messapico,il paesetto dai vicoletti bianchi concorre a rendere un'immagine molto seducente e che strizza l'occhio ad eventuali turisti,ma questa è solamente la cornice. Il quadro è molto ben fatto,con un ottimo cast in forma,fotografia coinvolgente che si avvale di soggettive sui personaggi dalle espressioni forti:i caratteri ne escono fuori molto ben definiti e credibili nonostante anche qui a volte si sfiori lo stereotipo dell'uomo del sud pugliese.Stereotipo però appena accennato e non disturbante. La matassa si crea e si snoda in modo classico ,rispettando le regole del giallo all'italiana e ci lascia una soluzione impunita,una soluzione che vede trionfare ogni uomo che decide di lasciare l'eredità consacrandola agli affetti ,ma soprattutto alla libertà di vivere senza l'orpello della materia. Una soluzione che lungi dall'essere una lezione morale per lo spettatore ,è un finale scelto per mostrare un'intelligente via di fuga da lesionistici intrecci familiari. A me è piaciuto veramente molto e non sono stato affatto distratto dagli ammiccamenti del regista per rendere il tutto una piacevole attrazione esteriore.I sentimenti ci sono,vengono molto ben interpretati e fuoriescono dallo schermo in modo tangibile. Giudizio molto positivo.
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