Via col vento |
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Un film di Victor Fleming, George Cukor, Sam Wood.
Con Clark Gable, Vivien Leigh, Leslie Howard, Hattie McDaniel, Olivia De Havilland.
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Titolo originale Gone with the Wind.
Drammatico,
durata 222 min.
- USA 1939.
MYMONETRO
Via col vento
valutazione media:
4,80
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Vai con il capolavoro di ogni tempo!!!!!di aldo peparoniFeedback: 0 |
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lunedì 7 maggio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' il film di tutti i tempi reso immortale da un cast insuperabile che ha la sua punta di diamante nella Rossella O'Hara di Vivien Leigh. Unico punto debole di un film perfetto l'Ashley Wilkes di Leslie Howard un po' troppo in su con gli anni per un personaggio che dovrebbe avere meno di trenta anni e decisamente bruttino: non si riesce a capire, infatti, come Rossella per ben 222 minuti insista caparbiamente nel circuire il "povero" Ashley, ormai avviato al malinconico tramonto quando attorno a lei si aggira il Rhett Butler di Gable, la più simpatica canaglia di tutta la storia del cinema hollywoodiano. Tendenzialmente magniloquente nel creare un'atmosfera che, forse, nella contea di Clayton in Georgia non è mai esistita, il film rimane il prodotto di una Hollywood ormai scomparsa, ma che per tanti anni ci ha fatto sognare a occhi aperti grazie ad attrici, attori e registi che davano il "tu" alla cinepresa e si imponevano con il peso della loro personalità e in Via col vento di queste personalità ve ne sono parecchie: la De Havilland, sensazionale Melania, la MacDaniel, la Mammy di colore ricca di umanità e di simpatia, la Munsun nel ruolo di Bella, Thomas Mithchell, il focoso Geraldo O'Hara fino ad arrivare alla Prissy petulante e piagnucolosa di Butterfly Macqueen. La regia di Fleming, subentrato a Cukor, è sempre efficace: poco indulge al melò per dare spazio all'intensa drammaticità di alcune scene che vengono interpretate dagli interpreti principali in modo sempre efficace e credibile. Ma è su Vivien Leigh che vorrei tornare. Atrrice inglese nata in India, ma cabarbia e volitiva come il personaggio che fu chiamata a interpretare: la capricciosa, egoista, egocentrica Rossella che lu fruttò il suo primo Oscar; l'altro verrà qualche anno dopo per il ruolo di Blanche Du Bois in un Tram chiamato Desiderio accanto a Marlon Brando. Orbene questa Rossella domina il film dalle prime battute fino al fatidico "Tomorrow is an other day" per nulla vinta, ma anzi pronta a dare battaglia ancora per riconquistare l'uomo che finalmente si è accorta di amare. Era impossibile che fra Rossella e Rhett l'amore non dovesse nascere: troppo simili, troppo mascalzoni entrambi, troppo avventurieri ma con una differenza di non poco conto: Rhett è l'avventuriero dal cuore d'oro, Rossella è l'avventuriera che, se mai ha posseduto un cuore - cosa di cui dubitare - l'ha seppellito alla fine del primo tempo quando giura che i nordisti non la batteranno e che lei e la sua famiglia non soffriranno mai più fame e miseria a costo di rubare, mentire, tradire e uccidere. Melò allo stato puro in questi momenti reso ancor più melò da una colonna sonora unica al mondo che fonde insieme i sentimenti dei protagonosti con la storia di una società travolta dal vento della guerra. A questo caledoscopio di sentimenti bisogna aggiungere lo splendore di un technicolor curato da Natalie Kalmus, la "maga" del colore, a cui si devono buona parte dei film in technicolor di quelli anni fra cui Sangue e Arena di Robert Mounulion e i Tre Moschettieri di Sidney, solo per citarne alcuni. Insomma nove Oscar tutti meritati perché hanno consentito agli spettatori di tante generazioni di sognare, di piangere, di immedesimarsi in quei ruoli e di uscire dal cinema con la convinzione di avere assistito al "più grande spettacolo del mondo". Grazie Vivien, grazie Clark, grazie Victor e soprattutto grazie David: è alla tua caparbia follia che possiamo ancora godere di un capolavoro.
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