Blow-up |
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Un film di Michelangelo Antonioni.
Con David Hemmings, Sarah Miles, Vanessa Redgrave, Jane Birkin.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 108 min.
- Gran Bretagna, Italia 1966.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 2 ottobre 2017.
MYMONETRO
Blow-up
valutazione media:
4,08
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il ritratto di una Londra che non c'è piùdi giulio andreettaFeedback: 10776 | altri commenti e recensioni di giulio andreetta |
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martedì 10 dicembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un grande ritratto di una Londra che non c'è più. Una città affascinata dal fenomeno del rock, che in quegli anni faceva definitivamente breccia sui giovani, da sempre attenti alla manifestazione, o all'ostentazione, di una protesta nei confronti dei simulacri borghesi del passato. Una realtà descritta minuziosamente, nella quale si inserisce senza soluzione di continuità la vicenda di un fotografo che diventa l'involontario spettatore di un delitto. Il mistero che di solito è associato, nel genere giallo, all'identità dell'assassino, in questo caso ha poca o nessuna importanza, diventa mero espediente narrativo, che permette, ancora una volta in Antonioni, di mostrare l'incomunicabilità, la totale mancanza di speranza in una possibile conciliazione tra l'io individuale e gli altri. Una solitudine ancora più amara, perché presente soprattutto nel momento del contatto con l'altro da sé: Una relazione che può essere solo materiale, fisica, ma mai spirituale. L'incapacità di trovare dati oggettivi che possano corrobare l'ipotesi del delitto diventa la manifestazione del relativismo odierno, nel quale tutto è vero e tutto è falso, e conta solamente l'apparenza. Il senso di spaesamento del protagonista è il senso di spaesamento dell'uomo moderno, ormai orfano di tutti i valori. Un film amaro, disturbante a tratti, anche perché trememendamente complesso, e che rischia persino di annoiare uno spettatore non abituato alla poetica di questo grande regista. Si tratta di cogliere i segni, le sfumature, gli sguardi, il non-detto, piuttosto che il significato letterale dei dialoghi e dei concetti. Un film difficile che non concede nulla allo spettatore, e che manifesta il disagio del protagonista in modo velato, ad esempio attraverso la sua passione per oggetti inutili (l'elica di legno) che diventano l'emblema dell'inutilità dell'arte, ma anche della sua straordinaria forza comunicativa. CI troviamo sicuramente di fronte ad un capolavoro.
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