gianni b.
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lunedì 1 febbraio 2010
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un film che non si può dimenticare!
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Quando si commenta un film di oltre 50 anni fa, si rischia di dire cose già dette e di esporre concetti già espressi, ma “Fronte del Porto” è davvero un capolavoro assoluto per cui viene naturale descrivere le proprie sensazioni di spettatore che lo vede per la prima volta. La storia raccontata non è particolarmente originale, ma lo diventa essendo narrata dal punto di vista dal “cattivo” del film, il giovane Malloy/Brando. Il godimento da parte dello spettatore sta tutto nella immedesimazione, Malloy è un perdente e si vorrebbe per lui un destino migliore. E’ noto che Kazan era un anticomunista, ed è facile leggere questo film in tale chiave: la classe operaia qui è descritta certo non teneramente… facce livide, teste vuote, modi bruschi, istinti primordiali, nessuna prospettiva di elevarsi dalla miseria, insomma un destino segnato, che sa di antichi popoli e di antiche schiavitù.
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Quando si commenta un film di oltre 50 anni fa, si rischia di dire cose già dette e di esporre concetti già espressi, ma “Fronte del Porto” è davvero un capolavoro assoluto per cui viene naturale descrivere le proprie sensazioni di spettatore che lo vede per la prima volta. La storia raccontata non è particolarmente originale, ma lo diventa essendo narrata dal punto di vista dal “cattivo” del film, il giovane Malloy/Brando. Il godimento da parte dello spettatore sta tutto nella immedesimazione, Malloy è un perdente e si vorrebbe per lui un destino migliore. E’ noto che Kazan era un anticomunista, ed è facile leggere questo film in tale chiave: la classe operaia qui è descritta certo non teneramente… facce livide, teste vuote, modi bruschi, istinti primordiali, nessuna prospettiva di elevarsi dalla miseria, insomma un destino segnato, che sa di antichi popoli e di antiche schiavitù. Eppure io preferisco pensare che il regista, in fondo, abbia voluto dare una speranza, un messaggio di amore, di fiducia, di dignità… se il male viene sconfitto, se la giustizia trionfa, se persino l’ottuso ed inetto Malloy si ribella alla sua condizione di schiavo post-moderno, allora tutto è possibile. Certo, questo risultato non si ottiene dal nulla, serve l’azione contemporanea e congiunta di 3 forze potentissime, quindi l’Amore, la Famiglia e la Fede, e bisogna lavorarlo al fianco, e duramente, il Male, senza stancarsi, ma l’affrancamento dalla disperazione e dalle brutture umane non è impossibile, anzi. A me questo film è piaciuto moltissimo, credo che Marlon Brando sia stato un attore eccezionale, anche Karl Malden (nei panni del prete) è superlativo quando in fondo alla stiva, di fronte al cadavere dell’operaio ucciso perché non denunciasse i gangsters, improvvisa una predica che inchioderebbe alla poltrona persino Al Capone! Le musiche di Leonard Bernstein sono meravigliose coinvolgenti, commentano e accompagnano la trama in modo perfetto, e questo è un particolare da non sottovalutare: in alcuni punti sembrano anticipare le famose melodie di West Side Story, di pochi anni successivo. Il bianco e nero non pesa, anzi … vedere recitare attori di questo calibro ti fa dimenticare persino di esistere.
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mariabetta
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sabato 20 marzo 2010
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un duro dal cuore di panna
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La dura legge del lavoro al porto è fatta di sfruttamento, caporalato, asservimento alla mafia che umilia e affama una piccola moltitudine di operai giornalieri.
Terry cresce alla scuola della violenza e del malaffare.
Pugile venduto e poi pupillo del boss.
Quando si rende involontario complice dell’eliminazione di un amico, però, qualcosa, dentro di lui, s’incrina.
Presenze candide (un prete coraggioso e la virginale sorellina del compagno ucciso) contribuiscono al risveglio dell’uomo che, non si sa come, sta diventando.
Un uomo onesto, pulito, che esce come farfalla dalla sudicia crisalide del delinquentello dei docks.
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La dura legge del lavoro al porto è fatta di sfruttamento, caporalato, asservimento alla mafia che umilia e affama una piccola moltitudine di operai giornalieri.
Terry cresce alla scuola della violenza e del malaffare.
Pugile venduto e poi pupillo del boss.
Quando si rende involontario complice dell’eliminazione di un amico, però, qualcosa, dentro di lui, s’incrina.
Presenze candide (un prete coraggioso e la virginale sorellina del compagno ucciso) contribuiscono al risveglio dell’uomo che, non si sa come, sta diventando.
Un uomo onesto, pulito, che esce come farfalla dalla sudicia crisalide del delinquentello dei docks.
1954.Mentre Hollywood sfavilla di megaprodotti in technicolor, Elia Kazan gira
“On the waterfront” in un bianco e nero crudele, tagliente, indispensabile a documentare la resa dei conti tra la coscienza del giovane eroe e la subdola tentazione del guadagno facile, figlio del mercato dell’umana dignità.
Lo fa spingendo su tutti i tasti dell’emozione vera che il cinema gli mette a disposizione: la fotografia sublime e contrastatissima; la sceneggiatura scabra; il sagace ricorso all’allegoria; l’uso passionale (non spettacolare) delle scene di massa; l’accento grave messo sulle scene di dialogo, in cui asperità e fragilità dei personaggi si contrastano e si confondono ad un tempo.
C’è, in molte delle storie di Kazan, una sorta di memoria biblica.
Se ne “La valle dell’Eden” essa si traduce in un’esplicita rilettura in chiave moderna del racconto di Caino ed Abele, in “Fronte del porto” aleggia come elegiaco binomio di perdizione e resurrezione, di abiezione e di salvezza. con un Terry Malloy “novello Mosè”, che vince la sua battaglia da solo e da solo riscatta l’onore delle masse, mutilate, incoscienti, supine fino a quando l’uomo del cielo non si mette alla loro testa.
La presenza scenica di Marlon Brando (non “bello come un dio greco” bensì archetipo di un ideale maschile ambiguo e, insieme, rassicurante), la sua recitazione superlativa, e quindi meritoria dell’assoluta centralità di cui il regista lo investe, fanno sì che questo film sia diventato, a ragione, l’icona stessa di una delle favole più care a Hollywood: quella del duro dal cuore di panna.
Il cast superbo che lo circonda (da James Coburn a Eva Marie Sanit, da Rod Steiger a Karl Malden) fa risaltare la differenza che corre tra ottimi attori e un interprete superbo, insostituibile.
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paolp78
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domenica 28 dicembre 2014
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grande brando
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Pellicola di denuncia e impegno sociale.
Il ruolo complesso e difficile del picchiatore fallito che vive una crisi di coscienza, regala al grandissimo Marlon Brando un meritato oscar e a tutti i cinefili una interpretazione indimenticabile, piena di pathos ed intensità espressiva. Straordinario il modo con cui viene reso il complicato e tormentato rapporto col fratello, interpretato da un bravissimo Rod Steiger, come anche la relazione con l'innocente sorella di un operaio rimasto ucciso, interpretata da Eva Marie Saint (grande performance anche la sua), che porterà il protagonista a redimersi.
La forza del film risiede in effetti nell'interpretazione degli attori.
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Pellicola di denuncia e impegno sociale.
Il ruolo complesso e difficile del picchiatore fallito che vive una crisi di coscienza, regala al grandissimo Marlon Brando un meritato oscar e a tutti i cinefili una interpretazione indimenticabile, piena di pathos ed intensità espressiva. Straordinario il modo con cui viene reso il complicato e tormentato rapporto col fratello, interpretato da un bravissimo Rod Steiger, come anche la relazione con l'innocente sorella di un operaio rimasto ucciso, interpretata da Eva Marie Saint (grande performance anche la sua), che porterà il protagonista a redimersi.
La forza del film risiede in effetti nell'interpretazione degli attori. Il cast di altissimo livello conta anche su Karl Malden e Lee J. Cobb, quest'ultimo capace di offrire una prova d'attore vibrante, perfettamente nella parte. Meritano infine di essere citati gli attori nei ruoli minori, su tutti quello che interpreta il padre del giovane ucciso.
I rimpianti, i rimorsi, i pentimenti, le frustrazioni, le prevaricazioni sono rese splendidamente da attori impareggiabili; come anche il processo di ribellione innescato dal protagonista che porterà i portuali ad unirsi contro la "malavitosa" organizzazione sindacale.
Un film capace di emozionare!
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great steven
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giovedì 10 aprile 2014
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uno dei capolavori del cinema mondiale.
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FRONTE DEL PORTO (USA, 1954) diretto da ELIA KAZAN. Interpretato da MARLON BRANDO – EVA MARIE SAINT – ROD STEIGER – KARL MALDEN – LEE J. COBB – PAT HENNING – LEIF ERICKSON § Terry Malloy è uno scaricatore di porto che aveva una promettente carriera di pugile puntualmente rovinata da una scommessa finita male, dietro alla quale c’è suo fratello Charlie, braccio destro di un bieco malavitoso che gestisce con metodi banditeschi i lavori portuali e tiene in pugno tutti i lavoratori, nessuno escluso. Il rapporto di Terry con la giovane studentessa in convento Edie Doyle e con l’audace e determinato sacerdote Barry lo porteranno a riscattarsi dall’abisso di inettitudine dentro il quale era precipitato, cadendo davvero in basso, e a mettersi alla testa del movimento lavorativo contro il potente sfruttatore dopo una coraggiosa deposizione in tribunale, a gran voce richiestagli dagli agenti di polizia del posto.
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FRONTE DEL PORTO (USA, 1954) diretto da ELIA KAZAN. Interpretato da MARLON BRANDO – EVA MARIE SAINT – ROD STEIGER – KARL MALDEN – LEE J. COBB – PAT HENNING – LEIF ERICKSON § Terry Malloy è uno scaricatore di porto che aveva una promettente carriera di pugile puntualmente rovinata da una scommessa finita male, dietro alla quale c’è suo fratello Charlie, braccio destro di un bieco malavitoso che gestisce con metodi banditeschi i lavori portuali e tiene in pugno tutti i lavoratori, nessuno escluso. Il rapporto di Terry con la giovane studentessa in convento Edie Doyle e con l’audace e determinato sacerdote Barry lo porteranno a riscattarsi dall’abisso di inettitudine dentro il quale era precipitato, cadendo davvero in basso, e a mettersi alla testa del movimento lavorativo contro il potente sfruttatore dopo una coraggiosa deposizione in tribunale, a gran voce richiestagli dagli agenti di polizia del posto. Le cose non proseguiranno nel migliore dei modi, contando anche tre morti (di cui l’ultima colpirà direttamente Charlie, ucciso direttamente dai suoi collaboratori nel cantiere navale), ma alla fine la riscossa energica e inaspettata del deciso protagonista avrà il successo tanto agognato, e il boss risulterà irreversibilmente sconfitto. Emblematica, a questo proposito, la scena finale, con M. Brando che avanza malconcio e calpesto verso il portone con la saracinesca alzata seguito da tutti i colleghi del porto. L’Oscar conferitogli come miglior attore testimonia il suo grande impegno per un ottimo film di denuncia sociale che analizza alla radice i motivi che portano a compiere scelte delle quali poi ci si pente in favore di una successiva redenzione che purifica l’animo e trasforma il suo fautore in paladino della giustizia ed eroe morale. Splendida fotografia (Boris Kaufman) in bianco e nero che bacia letteralmente e abbraccia sensibilmente i luoghi talora squallidi talora poetici nei quali i personaggi, sia di bassa estrazione sociale che di alto rango, si muovono, e ne mette in evidenza la povertà che a tratti sfiora la sublimità del semplice e del frugale. Eccellente anche la scenografia, firmata da Richard Day, che va a braccetto con un montaggio (Gene Milford) attento e per nulla distratto, che ritrae la vita lavorativa e non perde un colpo nel riprendere le poche ma decisive scene d’azione che coronano la meraviglia particolare incorniciata nelle sequenze intense, vive e potenti di Fronte del porto, da molti critici unanimemente ritenuto uno dei migliori film della storia del cinema, tanto per le interpretazioni (meritatissimo anche l’Oscar ad Eva Marie Saint: delicata, a briglia stretta, eppure incantevole e godibilissima nel suo senso di giustizia fanciullesco e nella sua immacolata innocenza), quanto per i contributi tecnici indubbiamente di qualità eccelsa, che furono anch’essi premiati con le statuette. I temi della delazione e del tradimento vi svolgono un ruolo centrale, in funzione anche delle vicende personali del regista E. Kazan – che lo dirige con incontrovertibile maestria come farebbe un capitano esperto e navigato con un’imbarcazione enorme eppur rapida che egli ben conosce – il quale aveva accusato davanti alla Commissione delle attività antiamericane di militanza comunista undici artisti cinematografici, fra cui Jules Dassin e Kim Hunter, per poi tornare alle origini con questa eccezionale pellicola di stampo testimoniante e soggettivo con cui la critica non poté far a meno di ricorrere a giudicare i recenti avvenimenti che ne precedettero la realizzazione. Un rapporto intimo e ravvicinato degli episodi del film con l’esperienza di Kazan lo si nota in alcuni momenti della parte conclusiva del film, quando Terry, dopo l’intervento dal giudice in tribunale, deve confrontarsi con l’astio e l’indifferenza dei suoi vecchi amici. Girato in 36 giorni prevalentemente nel porto di Hoboken (New Jersey). Splendido e commovente il rapporto che lega Brando e Steiger, che tocca il suo apice nella celebre scena nel taxi, quando il loro dialogo affronta i temi del riscatto, delle occasioni perdute, dei momenti cruciali nella vita di ogni buon sportivo e dell’amicizia che non arretra neanche dinanzi alle differenze caratteriali e alle scelte diverse che portano gli amici (e nondimeno i fratelli) a prendere strade diametralmente opposte. E la relazione di Brando con la Saint fa ben sperare in una prosecuzione futura, forse a base amorosa e sentimentale. Uscito nelle sale il 29 luglio 1954.
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renato c.
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sabato 27 febbraio 2016
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capolavoro hollywoodiano
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Ogni tanto è bello andare a ripescare qualche bel filmone hollywoodiano che vuole insegnare qualche cosa! Io sono un appassionato dei grandi spettacoli hollywoodiani (vedi.: "I 10 Comandamenti", "Ben-Hur", "Via col vento", ecc.) ma certo non disdegno bei films come questo! Ottima trama, ottimi attori (in particolar modo il premio Oscar Marlon Brando!) e non annoia mai, ma è di interesse continuo!! Che a qui tempi in America i sindacati fossero in mano alle "gang" non è un mistero per nessuno! A tutti è nota la lotta di Bob Kennedy contro il sindacalista gangster Jimmy Hoffa (forse mandante dell'assassinio del senatore ed a sua volta assasinato con il corpo buttato in pilastro di cemento!) E, come altre volt
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Ogni tanto è bello andare a ripescare qualche bel filmone hollywoodiano che vuole insegnare qualche cosa! Io sono un appassionato dei grandi spettacoli hollywoodiani (vedi.: "I 10 Comandamenti", "Ben-Hur", "Via col vento", ecc.) ma certo non disdegno bei films come questo! Ottima trama, ottimi attori (in particolar modo il premio Oscar Marlon Brando!) e non annoia mai, ma è di interesse continuo!! Che a qui tempi in America i sindacati fossero in mano alle "gang" non è un mistero per nessuno! A tutti è nota la lotta di Bob Kennedy contro il sindacalista gangster Jimmy Hoffa (forse mandante dell'assassinio del senatore ed a sua volta assasinato con il corpo buttato in pilastro di cemento!) E, come altre volte, la parte del ribelle Marlon Brando la interpreta meravigliosamente! Questo giovane, che pur avendo il fratello tra i capi mafiosi, quando vede troppi delitti dice "basta" ed a quasi certezza di rischiare la vita si mette contro di loro! Belle anche la figura di padre Barry, ben interpretata da Karl Malden, che si ribella alle ingiustizie e sfida le gangs asuo rischio e pericolo! Esordio di Eva Marie Saint, la protagonista innamorata di Brando e sorella di un portuale ucciso dai gangster con la inconsapevole complicità di Brando! Sarà poi la favolosa protagonista di "Intrigo internazionale" di Alfred Hitckock e di "Grand Prix"!
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samanta
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mercoledì 23 settembre 2020
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il fronte della violenza
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Il film del 1954 ha la regia di Elia Kazan, già lanciato come regista di successo (Oscar per Barriera invisibile, Un tram che si chiama desiderio) e che, con questa pellicola conseguì ben 7 Oscar tra cui quello per la regia proseguendo la carriera con tanti film (La valle dell'Eden, Baby Doll).
L'ambiente è il porto di New York controllato dal sindacato degli scaricatori, una delle sezioni è diretta da Johnny Friendly (Lee J. Cobb: La parola ai giurati, Il giorno della civetta, L'esorcista), la sua sezione ha 2000 iscritti che oltre a pagare la quota associativa annuale (70.000 $ di allora), quelli che ogni giorno sono scelti giornalmente dal sindacato per lavorare, devono dare parte della paga giornaliera agli scagnozzi di Johnny, l'incasso giornaliero in nero è di migliaia di dollari.
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Il film del 1954 ha la regia di Elia Kazan, già lanciato come regista di successo (Oscar per Barriera invisibile, Un tram che si chiama desiderio) e che, con questa pellicola conseguì ben 7 Oscar tra cui quello per la regia proseguendo la carriera con tanti film (La valle dell'Eden, Baby Doll).
L'ambiente è il porto di New York controllato dal sindacato degli scaricatori, una delle sezioni è diretta da Johnny Friendly (Lee J. Cobb: La parola ai giurati, Il giorno della civetta, L'esorcista), la sua sezione ha 2000 iscritti che oltre a pagare la quota associativa annuale (70.000 $ di allora), quelli che ogni giorno sono scelti giornalmente dal sindacato per lavorare, devono dare parte della paga giornaliera agli scagnozzi di Johnny, l'incasso giornaliero in nero è di migliaia di dollari. Johnny è un boss mafioso criminale che gestisce un gruppo di fidasti scherani per usare violenza, intimidazione e se del caso l'omicidio.Tutti nel quartiere del porto sanno ma l'omertà è totale.
Proprio all'inizio si vede l'uccisione di un portuale che contestava la situazione, omicidio a cui indirettamente ha partecipato Terry (Marlon Brando), il suo migliore amico, che aveva consistito solo alla richiesta del fratello Charley (Rod Steiger, braccio destro del boss) di mandarlo con uno scusa nella terrazza di casa, ma l'uomo arrivato lì aveva trovato 2 scherani che lo avevano buttato giù dala terrazza uccidendolo. Di fronte a questo crimine c'è l'omertà di tutti, ma un prete cattolico Padre Barry (Karl Malden) si batte perché cessi ogni violenza e la gente chieda giustizia, dalla sua parte si schiera la sorella del morto Edie (Eve Marie Saint: esordiente e già Oscar come migliore attrice n.p.) figlia di un portuale e che inizia una relazione con Terry. Viene ucciso un altro portuale che aveva deciso di testimoniare in Tribunale avanti ad una commisione d'indagine sul porto, allora Terry decide di testimoniare, Johnny ordina a suo fratello di convincerlo a desistere, altrimenti ucciderlo. Ma Charley non se la sente e racconta al fratelo la verità e viene ucciso, Terry vorrebbe vendicarlo, ma il P. Barry lo convince a rinunciare alla violenza e invece chiedere giustizia e così avviene con la testimonianaza che inchioda Johnny. Friendly in attesa di vendicarsi, lo estromette dal lavoro, ma Terry si ribella davanti a tutti e viene pestato a sangue, ma allora i portuali si ribellano Friendly viene ridicolizzato e buttato in acqua, Edie che lo aveva lasciato perché disgustata dalla partecipazione all'omicidio del fratello, ritorna da lui.
Il film è molto bello: una vicenda tragica ma con elementi positivi: P.Barry una bella figura di prete cattolico che non abbandona mai la veste ecclesiatica anche quando arringa al porto i portuali, Edie una donna che affronta con coraggio il dolore e la violenza e cerca la giustiza; lo stesso Terry una figura complessa che aveva voluto abbandonare il pugilato perchè mentre stava vincendo in un incontro decisivo aveva dovuto farsi sconfiggere per far vincere una scommessa di Friendly, su richiesta del fratello che in cambio gli aveva dato un modesto lavoro al porto. L'interpreta molto bene Marlon Brando: un uomo che all'inizio poco alla volta da un comportamento rassegnato e quasi abulico riacquista la consapevolezza che cosa in realtà stia succedendo e riacquista la sua dignità abbandonando un cinismo di fondo, questo grazie all'amore per una donna e alle parole di P. Barry: ricordatevi che anche qui in porto Cristo viene crocefisso. Brando riceverà meritatamente l'Oscar 1955 come migliore attore (come premio aggiuntivo pare che passò in albergo la notte degli Oscar con Grace Kelly, anche lei vincitrice dell'Oscar).
Kazan ha diretto molto bene il film come tempi, battute, con recitazioni appropriate, abbandonando quella cupezza drammatica finale che è presente in altri suoi film.
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dado1987
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lunedì 21 marzo 2011
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oscar onesti
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Fronte del porto si porta i suoi quasi 50 anni ottimamente, al contrario di altri film che all'epoca ebbero successo, ma che a rivederli adesso fanno venire un latte alle ginocchia talmente fermentato da poterci fare un saporito roquetfort.
Tornando al nostro film, che racconta la storia di uno scaricatore del porto di New York, il quale stufo dei soprusi da parte del sindacato su tutti i portuali, decide di denunciare i mafiosetti a capo dell'organizzazione; in cambio riceverà l'omicidio del fratello, un' esclusione tipicamente mobbistica dal lavoro ed infine un fracco di botte, ma come Lazzaro, dopo una quasi morte, riesce a rialzarsi ed a fronteggiare i cattivi di turno a viso aperto, risultando alla fine del film, vincitore.
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Fronte del porto si porta i suoi quasi 50 anni ottimamente, al contrario di altri film che all'epoca ebbero successo, ma che a rivederli adesso fanno venire un latte alle ginocchia talmente fermentato da poterci fare un saporito roquetfort.
Tornando al nostro film, che racconta la storia di uno scaricatore del porto di New York, il quale stufo dei soprusi da parte del sindacato su tutti i portuali, decide di denunciare i mafiosetti a capo dell'organizzazione; in cambio riceverà l'omicidio del fratello, un' esclusione tipicamente mobbistica dal lavoro ed infine un fracco di botte, ma come Lazzaro, dopo una quasi morte, riesce a rialzarsi ed a fronteggiare i cattivi di turno a viso aperto, risultando alla fine del film, vincitore.
Una cosa che non mi ha convinto troppo di questo film, è la troppa retorica religiosa, troppi riferimenti: dal piccione, a Cristo tra noi, a Terry che viene trattato come se fosse crocifisso e da solo spezza le catene ecc.
Comunque la regia è molto buona e Marlon Brando ci regala un'altra perla dovuta alla sua splendida recitazione, specialmente in lingua originale, dato che la voce del doppiatore in italiano non c'entra assolutamente niente con il personaggio di un ragazzo giovanissimo.
Voto 7.
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