ennio
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martedì 6 novembre 2018
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michael moore il partigiano dell'utopia
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Come dice giustamente Steve Bannon, si può avere una pessima opinione di Michael Moore, ma è uno che sa come si fanno i documentari, e i suoi film, spesso indisponenti e partigiani, attraggono sempre l'attenzione.
"Fahrenheit 11/9" a mio avviso non è un film eccelso, ma vale senz'altro la pena di vederlo nonostante alcune pecche. La lunga divagazione sulla vicenda dell'acqua inquinata di Flint, Michigan è eccessiva e fuori tema, e annoia lo spettatore. L'analisi del pre e post-elezioni 2016 è lucida e tagliente, così come è interessante fare conoscenza di alcuni personaggi della nuova politica americana.
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maramaldo
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giovedì 1 novembre 2018
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profeti e profezie
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Gentile Marianna, al tuo posto avrei sollevato una vertenza sindacale o, quanto meno, una questione di prestigio. Come? utilizzare una firma come la tua per analizzare un film che in tutta l'Italia esce in una - dicesi una - saletta di periferia e, per giunta, in v.o., figurarsi la folla. Qualcosa non quadra. Avrei capito, trattarsi del solito lavoro balordo, sostanzialmente scorretto. Per fortuna, delle decine che fanno all'estero, sui nostri schermi ne arrivano uno o due, magari l'anno dopo. Invece, abbiamo a che fare con l'opera attesa e temuta, pregnante ed esplosiva, di un mostro sacro, Michael Moore. Roma, Festa del Cinema, la meglio critica lo vezzeggia e lo osanna. Un battage che avrebbe fatto felice il Botteghino e il "Bottegaio".
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Gentile Marianna, al tuo posto avrei sollevato una vertenza sindacale o, quanto meno, una questione di prestigio. Come? utilizzare una firma come la tua per analizzare un film che in tutta l'Italia esce in una - dicesi una - saletta di periferia e, per giunta, in v.o., figurarsi la folla. Qualcosa non quadra. Avrei capito, trattarsi del solito lavoro balordo, sostanzialmente scorretto. Per fortuna, delle decine che fanno all'estero, sui nostri schermi ne arrivano uno o due, magari l'anno dopo. Invece, abbiamo a che fare con l'opera attesa e temuta, pregnante ed esplosiva, di un mostro sacro, Michael Moore. Roma, Festa del Cinema, la meglio critica lo vezzeggia e lo osanna. Un battage che avrebbe fatto felice il Botteghino e il "Bottegaio". Il Grande Fratello della Distribuzione, perchè ha rinunciato ad una così succulenta opportunità? Mi spiace, per qualche verso mi sento vicino a Moore, stesse doti profetiche. Mi spiego. Ce l'hai presente Snowden di Oliver Stone (altro intemerato fustigatore), girato e uscito (in Russia, chissà perchè) mesi prima delle Presidenziali del novembre 2016. Peraltro, passato al tuo vaglio. Divagando oziosamente (parlo per me, si capisce), così concludevo il mio commento:"In un pur blando svergognamento nel film compaiono facce e si fanno nomi frequenti nei TG di questi ultimi mesi (proprio come in Fahrenheit 11/9). C'è pure un barbaglio di...pel di carota. Contateci: ne sentirete sulle nefandezze che andrà a combinare il new entry. Moore, Spielberg & Co già scaldano i motori." Sentiamo oggi Michael: Fahenheit 11/9 sarà "the real beginning of the end for Donald J Trump". Nostradamus, come lui non esplicita tempi e modi. Però fa un discorso serio che, forse , spiega censura ed oscuramento di questo docufilm ben godibile comunque lo si voglia prendere. Si mostra come l'ascesa del Hitler di Pennsylvania ave. sia dovuta a errori, omissioni, noncuranze di quanti stavano al potere prima di lui. Discorso che si fa anche da noi. Non proprio lusinghiero (e di osservanza democratica) per tutta quella gente cui si negano maturità di pensiero e retta coscienza politica nel fare le sue scelte. Gente che, se va al cinema, si chiama Pubblico. Non spiegando perchè gli si è impedito di fruire del "buon esempio", di attendere alla "lezione di educazione civica", siamo sicuri di essere "dalla sua parte"?
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