Due vite in gioco

 A volte i così detti remake, ovvero i rifacimenti di vecchi film, non sono perfettamente aderenti all’originale ma vi si discostano, presentando delle differenze in alcuni elementi quali ad esempio la trama o l’ambientazione. Questa pellicola datata 1984 e diretta da Taylor Hackford si differenzia così pesantemente da quella originale, risalente a quasi quaranta anni prima, che quest’ultima funge quasi solo da ispirazione di quella più recente, riguardo alla quale sembra persino forzato parlare di remake.
Il film più vecchio, diretto da Jacques Tourneur, viene pesantemente rivisitato da una sceneggiatura molto ben scritta che propone una trama estremamente articolata ed avvincente. [+]

 A volte i così detti remake, ovvero i rifacimenti di vecchi film, non sono perfettamente aderenti all’originale ma vi si discostano, presentando delle differenze in alcuni elementi quali ad esempio la trama o l’ambientazione. Questa pellicola datata 1984 e diretta da Taylor Hackford si differenzia così pesantemente da quella originale, risalente a quasi quaranta anni prima, che quest’ultima funge quasi solo da ispirazione di quella più recente, riguardo alla quale sembra persino forzato parlare di remake.
Il film più vecchio, diretto da Jacques Tourneur, viene pesantemente rivisitato da una sceneggiatura molto ben scritta che propone una trama estremamente articolata ed avvincente. Cambia anche l’ambientazione che è contemporanea all’epoca di uscita di entrambe le pellicole e rappresenta un altro punto di forza del film di Hackford, bravissimo nel creare le giuste atmosfere.
L’opera in sé convince molto, soprattutto grazie al ritmo serrato ed all’ottimo incastro di sentimenti, passioni, affari e azione che caratterizzavano anche la pellicola di Tourneur; tuttavia deve dirsi che nell’inevitabile paragone questa più recente perde nettamente, finendo un po’ ridimensionata.
Come detto la sceneggiatura viene stravolta con l’introduzione di nuovi personaggi e risvolti complicati, ma al contempo viene anche perso il tratto distintivo della protagonista femminile che nella pellicola del 1947 era una dark lady intrigante e canaglia, interpretata da Jane Greer che, quasi per renderle omaggio, viene utilizzata anche da Hackford, ovviamente in un altro ruolo. La modifica del personaggio della Greer, che caratterizzava la prima opera, porta inevitabilmente anche alla perdita dell’altro personaggio femminile che si ricorda nel film di Tourneur, quello dell’amante onesta, che sebbene di secondo piano, aveva comunque un ruolo significativo nella scena conclusiva. Infine viene meno il finale semplicemente straordinario ed indimenticabile dell’opera originale, sostituito da Hackford con uno molto più banale e trascurabile.
Tornando alla pellicola più recente, la coppia di amanti protagonisti è interpretata da Jeff Bridges e Rachel Ward, con quest’ultima più sensuale che brava, mentre la parte dell’antagonista che completa il triangolo amoroso è affidata a James Woods. Nel resto del cast, oltre alla già citata Jane Greer, si ricorda un’altra vecchia gloria come Richard Widmark; ci sono infine ottimi caratteristi come Saul Rubinek, Swoosie Kurtz, Dorian Harewood e l’ex giocatore di football americano Alex Karras.
Sensuali e molto ben girate e le scene d’amore tra i due protagonisti.
Ottima colonna sonora in cui spicca il celebre brano “Against All Odds” di Phil Collins, che reca lo stesso titolo del film nella versione originale. [-]