sincity
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mercoledė 19 gennaio 2011
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ottimo kim!
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Dopo" Romanzo Criminale", Placido torna a dirigere un film Gangster-Biografico,e lo fa in maniere più che discreta, ma la vera chicca del film è l'interpretazione degli attori, in particolare quella di Kim Rossi Stuart (Vallanzasca) e Francesco Scianna (Turatello).
La sceneggiatura (resa in forma perfetta anche da Rossi Stuart) convince, e viene arricchita dalle numerose "frasi d'impatto" che vengono dette dai personaggi durante lo svolgimento del film, una fra tante:-Io non sono cattivo, ho soltanto il lato oscuro un po' pronunciato- detta proprio da Renato Vallanzasca (Stuart), in questa frase credo si possa assolutamente racchiudere la personalità del "Criminale Gentiluomo" che è Vallanzasca, o per lo meno, dell'immagine che Placido ci ha voluto dare di chi ha messo in ginocchio Milano in quelli che furono gli anni '70 e gli anni '80.
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Dopo" Romanzo Criminale", Placido torna a dirigere un film Gangster-Biografico,e lo fa in maniere più che discreta, ma la vera chicca del film è l'interpretazione degli attori, in particolare quella di Kim Rossi Stuart (Vallanzasca) e Francesco Scianna (Turatello).
La sceneggiatura (resa in forma perfetta anche da Rossi Stuart) convince, e viene arricchita dalle numerose "frasi d'impatto" che vengono dette dai personaggi durante lo svolgimento del film, una fra tante:-Io non sono cattivo, ho soltanto il lato oscuro un po' pronunciato- detta proprio da Renato Vallanzasca (Stuart), in questa frase credo si possa assolutamente racchiudere la personalità del "Criminale Gentiluomo" che è Vallanzasca, o per lo meno, dell'immagine che Placido ci ha voluto dare di chi ha messo in ginocchio Milano in quelli che furono gli anni '70 e gli anni '80.
Un'altra delle altre cose del film meritevole di lode, è la pronuncia perfetta del Milanese da parte di Rossi Stuart, che non oso immaginare quanto avrà studiato per arrivare a ciò, mentre Francesco Scianna è davvero come il vino, "più invecchia è più diventa buono", e se vogliamo dirla tutta, anche a livello d'importanza criminale è cresciuto parecchio, infatti solo tre anni fa' interpretava il ruolo di Bagarella nella fiction andata in onda su canale 5 "Il capo dei capi", ora invece interpreta un personaggio di gran lunga di maggior rilievo.
Vorrei, ora, invece concentrarmi sulla regia di Placido: essa di certo non è come quella di "Romanzo criminale" infatti, (soprattutto in alcune scene in cui non compare Vallanzasca) mostra alcuni errori piuttosto evidenti, e ciò fa perdere al film un sapore ancora più bello che lo avrebbe potuto rendere un capolavoro.
Uscito dalla sala, l'ultima domanda che resta è: Placido è ancora quello di prima, oppure sta cominciando a perdere qualche colpo? . . .
P.s= Nonostante non sia quì per giudicare i moralisti e i moralizzatori, ma, infine una critica deve andare per forza a chi ha influenzato gli spettatori con le proprie critiche(corrette??) che hanno parlato di un film che promuoveva la violenza e Vallanzasca stesso...in realtà il film promuove (solo e soltanto) il grande cinema ITALIANO!
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intothewild4ever
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lunedė 24 gennaio 2011
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una goduria!!!
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Era da tempo ormai che non si vedeva un film Italiano così pieno d'azione e così ben girato e recitato...forse dai tempi di Romanzo Criminale dello stesso Placido.
C'è poco da dire, se non che "Vallanzasca - Gli Angeli del Male" è un film da andare a vedere assolutamente. Girato magnificamente, ti sbatte sulla poltrona dal primo minuto e ti tiene lì inchiodato fino all'ultimo secondo. Un Kim Rossi Stuart in stato di grazia, ci accompagna per tutte le oltre due di film, narrandoci la storia di colui che è stato forse il più grande, o meglio, il peggior criminale degli anni di piombo Italiani: Renato Vallanzasca.
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Era da tempo ormai che non si vedeva un film Italiano così pieno d'azione e così ben girato e recitato...forse dai tempi di Romanzo Criminale dello stesso Placido.
C'è poco da dire, se non che "Vallanzasca - Gli Angeli del Male" è un film da andare a vedere assolutamente. Girato magnificamente, ti sbatte sulla poltrona dal primo minuto e ti tiene lì inchiodato fino all'ultimo secondo. Un Kim Rossi Stuart in stato di grazia, ci accompagna per tutte le oltre due di film, narrandoci la storia di colui che è stato forse il più grande, o meglio, il peggior criminale degli anni di piombo Italiani: Renato Vallanzasca.
Il film è serrato, preciso, senza alcuna sbavatura. Gli attori sono fenomenali, e come sempre Placido ha trasferito loro tutta la carica che lo contraddistingue come attore e come uomo, rendendo la giusta dimensione ad attori affermatissimi come Stuart e meno conosciuti come Scianna.
Meno introspettivo rispetto al magnifico "Romanzo Criminale" forse, ma con la stessa carica emotiva, "Vallanzasca" ci illustra dei personaggi sconosciuti o quasi ai più giovani, rendendoli forse troppo "simpatici" o "affascinanti" chissà, ma, nonostante tutto, riconoscibili come reali o comunque possibili e per questo molto "dis-umani".
Qualcuno ha già accusato e molti ancora accuseranno Placido di "apologia di un assassino", ma queste stesse accuse furono rivolte a suo tempo a un certo Francis Ford Coppola per il suo "Il Padrino" e successivamente a un certo Martin Scorsese per metà dei suoi film, tipo, per citarne uno, "Quei bravi ragazzi". Io credo che questa dietrologia lasci il tempo che trovi, visto che i film appena citati fanno ormai parte del patrimonio mondiale del cinema e se li ricordano tutti, mentre delle critiche ricevute a loro tempo non se ne ricorda già più nessuno.
Placido continui pure così... se tanto mi da tanto è sulla buona strada, anzi...sull'ottima strada direi!
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simone dato
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martedė 28 settembre 2010
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non tradisce
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la storia del bandito Vallanzasca, rivista e raccontata da Michele Placido nel film omonimo, convince.
Convince grazie ad una sceneggiatura incalzante, un gran ritmo, una regia pulita e funzionale, ed un'azzeccatissima scelta della colonna sonora, con le musiche che accompagnano magistralmente il susseguirsi dell'azione.
Altri giudizi, di tipo morale o moralistico, li lasciamo a chi pių bravo in tali ambiti.
Non č nč la prima, nč sara l'ultima volta, in cui un regista racconta la storia di un personaggio discutibile, o passato alla storia per azioni poco lusinghiere, nč, se vogliamo, spetta al regista o allo sceneggiatore la sentenza di assoluzione o condanna.
Quello che importa, agli appassionati di cinema, č godere di un prodotto di valore, e in questo il film di Placido non delude.
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la storia del bandito Vallanzasca, rivista e raccontata da Michele Placido nel film omonimo, convince.
Convince grazie ad una sceneggiatura incalzante, un gran ritmo, una regia pulita e funzionale, ed un'azzeccatissima scelta della colonna sonora, con le musiche che accompagnano magistralmente il susseguirsi dell'azione.
Altri giudizi, di tipo morale o moralistico, li lasciamo a chi pių bravo in tali ambiti.
Non č nč la prima, nč sara l'ultima volta, in cui un regista racconta la storia di un personaggio discutibile, o passato alla storia per azioni poco lusinghiere, nč, se vogliamo, spetta al regista o allo sceneggiatore la sentenza di assoluzione o condanna.
Quello che importa, agli appassionati di cinema, č godere di un prodotto di valore, e in questo il film di Placido non delude.
Ottima l'interpretazione di Kin Rossi Stuart, che dā anima e spessore al protagonista.
Ben tratteggiati anche i comprimari, sullo sfondo dell'Italia degli anni '70.
Per certi aspetti, il film di placido ricorda Public enemies di Michael mann, su vita e morte di John Dillinger.
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joker 91
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domenica 23 gennaio 2011
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alziamo la media
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un film non banale,con un finale non banale. un michele placido bravissimo sotto ogni aspetto nel caratterizzare questi personaggi,stuart è bravissimo come il resto del cast veramente in parte. Questo dismostra che quando il conema italiano vuole sa far meglio di tanti altri,superiore anche a moltissimi film americani su argomenti simili. Da vedere
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(di malauss?)
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gerba701
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martedė 1 maggio 2012
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film da oscar! un grandissimo valla!
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Meraviglioso film su un grande uomo, un bandito con etica, un uomo che non speculava sulle sue imprese ma che affrontava l'ignoto armi in pugno.
Un uomo che, forse unico, ha scontato una vita. Un eroe su una strada sbagliata, assolutamente da evitare, ma che seppe contemperare umanità/bontà/consapevolezza con un percorso troppo
dignitoso e auto distruttivo. In pochi mesi creò un baratro intorno a lui. credette nella vitaa da gangster e ne fu ingoiato, vedendosi ristretta quella realtà di lusso ed efficienza criminale tanto agognata.
Renato fu ed è un uomo di spessore, stile, simpatia, rispetto, leggerezza, eleganza. Questo gli costò la libertà, l'eterno guascone, oggi un giovane 62, che visse dietro le sbarre.
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Meraviglioso film su un grande uomo, un bandito con etica, un uomo che non speculava sulle sue imprese ma che affrontava l'ignoto armi in pugno.
Un uomo che, forse unico, ha scontato una vita. Un eroe su una strada sbagliata, assolutamente da evitare, ma che seppe contemperare umanità/bontà/consapevolezza con un percorso troppo
dignitoso e auto distruttivo. In pochi mesi creò un baratro intorno a lui. credette nella vitaa da gangster e ne fu ingoiato, vedendosi ristretta quella realtà di lusso ed efficienza criminale tanto agognata.
Renato fu ed è un uomo di spessore, stile, simpatia, rispetto, leggerezza, eleganza. Questo gli costò la libertà, l'eterno guascone, oggi un giovane 62, che visse dietro le sbarre.
Un uomo di grande carisma, un mito per i giovani che, guardando le sue gesta ed il vissuto, potranno capire quanto sia importante la vita, la libertà, il rigar dritto
e quanto, nella nostra breve vita, sia importante convogliare la propria creatività, al limite, verso una fuga da una nazione che non ti soddisfa, seppur in mezzo a difficoltà,
piuttosto che cercar di evadewre dal carcere, impresa dolorosa e non risolutiva.
Bravo Placido, eccezionali gli attori. Good.
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benmovie
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mercoledė 26 gennaio 2011
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due ore e non sentirle!
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Poco più di due ore, questa la durata del film e non sentirle, grazie al ritmo incessante e alla azione di un a banda che ha dominato la Milano degli anni 70!
La storia di uno dei banditi Italiani, Renato Vallanzasca inscenato ottimamente dal Cast con un super Kim Rossi Stuart e altrettanto bene diretti da Michele Placido.
Il film ripercorre le tappe maggiormente significative della vita da criminale di Vallanzasca alternandoli a momenti di riflessione sulla psicologia dello stesso.
La sensazione che si ha alla fine è quasi quella di desiderare che il film non finisca.. ..il regista ci porta dentro il personaggio e ci riesce bene.
A tratti cruento la visione è consigliata comunque a tutti (bambini accompagnati).
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Poco più di due ore, questa la durata del film e non sentirle, grazie al ritmo incessante e alla azione di un a banda che ha dominato la Milano degli anni 70!
La storia di uno dei banditi Italiani, Renato Vallanzasca inscenato ottimamente dal Cast con un super Kim Rossi Stuart e altrettanto bene diretti da Michele Placido.
Il film ripercorre le tappe maggiormente significative della vita da criminale di Vallanzasca alternandoli a momenti di riflessione sulla psicologia dello stesso.
La sensazione che si ha alla fine è quasi quella di desiderare che il film non finisca.. ..il regista ci porta dentro il personaggio e ci riesce bene.
A tratti cruento la visione è consigliata comunque a tutti (bambini accompagnati).
L'esordio ai botteghini non è stato dei migliori, spero possa rifarsi nelle settimane che seguono.
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nino pell.
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venerdė 21 gennaio 2011
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ottima interpretazione, storia avvincente
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Il regista Michele Placido sulla scia ispirativa del film "Romanzo criminale", dirige con classe ed esperienza questa sua nuova prova avente come trama la malavita degli anni di piombo. C'č da precisare perō che questa sua attuale pellicola non rischia di essere considerata come una copia, un sequel del precedente film citato. C'č infatti da sottolineare, da un lato, la bravura interpretativa del cast ed ovviamente Kim Rossi Stuart nella parte del protagonista principale e, dall'altra, una storia avvincente e dalle tinte forti che mi ha coinvolto nella visione dall'inizio alla fine. Il momento del film che mi ha particolarmente impressionato? Sicuramente la scena in cui Renato Vallanzasca si trova all'interno della sua cella a quattr'occhi con l'amico traditore Enzo.
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Il regista Michele Placido sulla scia ispirativa del film "Romanzo criminale", dirige con classe ed esperienza questa sua nuova prova avente come trama la malavita degli anni di piombo. C'č da precisare perō che questa sua attuale pellicola non rischia di essere considerata come una copia, un sequel del precedente film citato. C'č infatti da sottolineare, da un lato, la bravura interpretativa del cast ed ovviamente Kim Rossi Stuart nella parte del protagonista principale e, dall'altra, una storia avvincente e dalle tinte forti che mi ha coinvolto nella visione dall'inizio alla fine. Il momento del film che mi ha particolarmente impressionato? Sicuramente la scena in cui Renato Vallanzasca si trova all'interno della sua cella a quattr'occhi con l'amico traditore Enzo. Senza dubbio uno dei momenti nel quale ho avvertito un vero e proprio pugno nello stomaco che solo il grande Placido ha avuto la capacitā di offrire con classe e crudezza per l'ottima riuscita di questo film. Tra tutte le pellicole che ho visto in questa attuale stagione cinematografica, "Vallanzasca-gli angeli del male" resta sicuramente tra le migliori.
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marv89
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domenica 23 gennaio 2011
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il public enemies all'italiana
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Dopo anni e anni di tira e molla tra i piani alti del cinema italiano e non, ecco che la storia criminale di uno dei più grandi esponenti del mestiere viene messa in pellicola: quella di renato Vallanzasca. Il peso del film viene preso da Placido uno che in quanto a polveroni alzati per i suoi lavori non è nuovo dopo il poco riuscito,dal mio punto di vista,romanzo criminale (le motivazioni di tale affermazioni le troverete nel forum del rispettivo film). Chi è Renato Vallanzasca? è una domanda che i giovani italiani poco informati si pongono in questi giorni e alla luce di queste lacune storiche, perchè di storia si parla, ecco che viene in nostro soccorso la pellicola in questione e il maestro placido.
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Dopo anni e anni di tira e molla tra i piani alti del cinema italiano e non, ecco che la storia criminale di uno dei più grandi esponenti del mestiere viene messa in pellicola: quella di renato Vallanzasca. Il peso del film viene preso da Placido uno che in quanto a polveroni alzati per i suoi lavori non è nuovo dopo il poco riuscito,dal mio punto di vista,romanzo criminale (le motivazioni di tale affermazioni le troverete nel forum del rispettivo film). Chi è Renato Vallanzasca? è una domanda che i giovani italiani poco informati si pongono in questi giorni e alla luce di queste lacune storiche, perchè di storia si parla, ecco che viene in nostro soccorso la pellicola in questione e il maestro placido. Sarà un cattivo maestro come molti lo hanno delineato? Userà i suoi giochetti per denigrare figure o ideologie varie? La risposta è nel film e nella storia del personaggio. In primis Placido non poteva allontanarsi piu di tanto dalla storia poichè Vallanzasca è stato un uomo lontano da ideologie politiche di partito e dalla politica stessa quindi tolti questi interessi non poteva fare altro che descrivercelo così come la storia ce lo ha consegnato. La rappresentazione è ottima, Kim Rossi è un attore eccellente (raro diamante in italia) che con la sua professionalità e accuratezza nello studio del personaggio ci mette di fronte alla sua miglior interpretazione, il resto del cast è pieno di alti e bassi con alcune scene in cui si nota carenza interpretativa. La fotografia non è eccelsa limitata da un budget non hollywoodiano anche se resta buona; per intenderci la milano anni ottanta non arriva allo spettatore poichè ci si è limitati al vestiario e automobili, ma ripeto è un limite monetario. E' palese quindi che il film nasce già conoscendo i suoi limiti che a mio avviso lo hanno ridotto a ottimo film; a rafforzare la mia tesi è lo stesso vallanzasca che dice in un intervista: «È un bel film, poteva essere un capolavoro. Non mi pare dia un senso esatto di quello che sono. Ho visto solo pezzi e letto la sceneggiatura, ma una volta ho detto a Michele: mi sembra di essere un matto scatenato che non va a letto se non ha fatto disastri e non si alza se non è stato almeno con tre donne. Questo non sono io»
Vorrei soffermarmi su queste dichiarazioni: poteva essere un capolavoro... ebbene si, la storia del bel renè ha poco da invidiare a quella di Jacques Mesrine o dei componenti della banda della magliana o a quella di altri criminali pseudo-reali come tony montana e charlie il brigante, è uno spezzato di storia d'italia scuro ma pur sempre reale e cinematograficamente eccelso che poteva essere riportato meglio in pellicola, è qui che mi riaggancio al discorso dei limiti del cinema italiano che non consente oggi come oggi di sfruttare tutto il potenziale. Per quanto riguarda il carattere del Vallanzasca è evidente una non corrispondenza con il reale, lui era un uomo composto freddo molto riflessivo viene definito detenuto modello nei carceri dove è stato rinchiuso lontano dal personaggio impulsivo quasi folle che viene delineato dal film. Un discorso a parte sono le critiche piovute sul regista accusato di aver quasi divinizzato il personaggio, pregiudizi verso la persona poichè è lo stesso cinema che per definizione crea idoli anche negativi facendo apparire il criminale di turno un uomo che prova emozioni che ha valori, ma sta poi allo spettatore cogliere dal film solo ciò che è costruttivo per lui. OTTIMO FILM, il migliore di Placido
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(di enrico lo vecchio)
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lucinda
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domenica 23 gennaio 2011
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ottimo film d'azione, come si diceva una volta
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Placido è sempre assai bravo nel raccontare storie di bande e di crimini,l'azione è serrata per tutto il film e non annoia mai. Il ritmo è sostenuto, buoni i dialoghi e non banali, il che non è facile quando le azioni si ripetono come accade per le rapine ; d'accordo, forse Vallanzasca appare fin troppo simpatico, ma io, che ho più o meno la sua stessa età, ricordo che era veramente così,una specie di affascinante avventuriero in grado di incantare molta gente, specie le donne. La chiave di tutto sta forse in una frase che il bel Renèè dice ad una radio milanese : " Io non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un pò pronunciato" In ogni caso forse il quadro sociale è poco sviluppato, però si capisce bene la differenza della criminalità fra ieri e oggi,le rapine a mano armata appaiono pura archeologia rispetto ai modi certo non più plateali e violenti, ma non per questo meno efferati e crudeli dei moderni delinquenti.
[+] d'accordo, film coerente col precedente .
(di valvestino)
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spike
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sabato 22 gennaio 2011
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buon film, grandi attori
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Soggetto delicato da maneggiare, ne esce un film appassionante e discutibile solo a tratti. Non conoscendo approfonditamente la storia del personaggio è impossibile esprimere un giudizio sui contenuti, per chi accusa il film di essere un apologo di Vallanzasca mi è sembrato vero solo in parte: ovvio che la scelta di farlo interpretare a Kim Rossi Stuart (attore "simpatico" al pubblico) non allontana i pregiudizi, le scene con i genitori e la scena finale (non so se vera) ci fa uscire dalla sala con la speranza che in fondo anche i criminali che fanno e hanno fatto tanto male hanno un cuore. Interpretazione memorabile per Rossi Stuart, si attendono premi a profusione, ottima la regia, la sceneggiatura e la colonna sonora.
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Soggetto delicato da maneggiare, ne esce un film appassionante e discutibile solo a tratti. Non conoscendo approfonditamente la storia del personaggio è impossibile esprimere un giudizio sui contenuti, per chi accusa il film di essere un apologo di Vallanzasca mi è sembrato vero solo in parte: ovvio che la scelta di farlo interpretare a Kim Rossi Stuart (attore "simpatico" al pubblico) non allontana i pregiudizi, le scene con i genitori e la scena finale (non so se vera) ci fa uscire dalla sala con la speranza che in fondo anche i criminali che fanno e hanno fatto tanto male hanno un cuore. Interpretazione memorabile per Rossi Stuart, si attendono premi a profusione, ottima la regia, la sceneggiatura e la colonna sonora. Pensando ai film di Venezia rimpiango che Placido non abbia partecipato al Festival, a Tarantino sarebbe piaciuto.
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