arvin
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mercoledì 28 novembre 2007
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i colori della vita
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Spelberg ci regala co offre un film intriso di emozioni e sentimenti che colpiscono lo spettatore fin dalle prime scene. Ma è importante considerare che non è il razzismo, inteso nel senso più classico del termine, il tema dominante del film. I razzisti sono i maschi "negri" che mettono le loro mogli, le loro amanti e le loro figli in condizioni terribili e strazianti. E' la storia di una giovane donna, Celie, che fin da bambina è costretta a dover subire gli abusi del padre, la separazione dai suoi figli, e poi gli abusi del marito e dei figliarti di quest'ultimo, e la separazione dalla sua amata sorella. L'unica cosa che le permette di andare avanti, oltre al suo senso di rassegnazione, è la sua forte fede e la consapevolezza che da qualche parte sua sorella e i suoi sono vivi.
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Spelberg ci regala co offre un film intriso di emozioni e sentimenti che colpiscono lo spettatore fin dalle prime scene. Ma è importante considerare che non è il razzismo, inteso nel senso più classico del termine, il tema dominante del film. I razzisti sono i maschi "negri" che mettono le loro mogli, le loro amanti e le loro figli in condizioni terribili e strazianti. E' la storia di una giovane donna, Celie, che fin da bambina è costretta a dover subire gli abusi del padre, la separazione dai suoi figli, e poi gli abusi del marito e dei figliarti di quest'ultimo, e la separazione dalla sua amata sorella. L'unica cosa che le permette di andare avanti, oltre al suo senso di rassegnazione, è la sua forte fede e la consapevolezza che da qualche parte sua sorella e i suoi sono vivi. Si intrecciano poi le vicende di altre donne che hanno subito e subiscono i medesimi sopprusi subiti da Celie, ma che hanno diversi modi di approcciarsi alla vita. Queste donne solidarizzano fra loro, si danno forza, coraggio, si amano e in qualche modo facendosi scudo fra loro riescono a superare le avversità della vita. Queste donne rappresentano una generazione che vive a cavallo di un epoca in cui le donne da sottomesse cercano di migliorare la loro condizione sociale ( ricordano molto le donne mussulmane di oggi in um certo senso ). Film davvero intensoc e denso di emozioni. Assolutamente da vedere
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_melindo__
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lunedì 12 dicembre 2011
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immenso
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Non esistono altre parole per descrivere un film del genere: un film veramente immenso. A parte il reparto tecnico incredibilmente sfruttato, sia per quanto riguarda la fotografia, la scenografia, i costumi e la sceneggiatura, la straordinaria passione degli attori lascia ancora a quasi 30 anni di distanza sbalorditi: straordinari a dir poco. E' una parabola sull'amore, sull'amicizia, sul dolore e sulla separazione, che riesce a commuovere senza sentimentalismi sdolcinati come altri kolossal moderni. Sono 2 ore e 20 di emozioni diverse una dietro l'altra, amalgamate perfettamente in un film incredibile e straordinario. Ma Il Colore Viola non è un semplice dramma di una potenza ancora immensa, non è una storia sulla separazione di due sorelle: è una poesia, di quelle che ogni volta che le "leggi" ti commuovi, e che ti fanno capire perchè ami il cinema.
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Non esistono altre parole per descrivere un film del genere: un film veramente immenso. A parte il reparto tecnico incredibilmente sfruttato, sia per quanto riguarda la fotografia, la scenografia, i costumi e la sceneggiatura, la straordinaria passione degli attori lascia ancora a quasi 30 anni di distanza sbalorditi: straordinari a dir poco. E' una parabola sull'amore, sull'amicizia, sul dolore e sulla separazione, che riesce a commuovere senza sentimentalismi sdolcinati come altri kolossal moderni. Sono 2 ore e 20 di emozioni diverse una dietro l'altra, amalgamate perfettamente in un film incredibile e straordinario. Ma Il Colore Viola non è un semplice dramma di una potenza ancora immensa, non è una storia sulla separazione di due sorelle: è una poesia, di quelle che ogni volta che le "leggi" ti commuovi, e che ti fanno capire perchè ami il cinema... In poche parole: immenso e immortale.
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gwynplaine
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mercoledì 8 giugno 2011
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il colore viola
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Niente è più tragico che assistere allo spezzarsi di un'anima.E niente è più bello di assistere alla sua nascita.
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audreyandgeorge
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domenica 23 gennaio 2011
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da vedere e rivedere...
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Il Colore viola è un film che riconcilia con la Vita. Parla di coraggio, di voglia di amare e di essere amati. Del piacere che si nasconde dietro la capacità di meravigliarsi di ciò che ci circonda. Dell'amicizia e della famiglia. Di tutto il male che possono farsi gli uomini. Dell'importanza di riuscire a trovare un motivo per andare avanti: basta osservare una farfalla, un campo di viole.
'Dio vuole godersi le cose belle con noi. Io credo che Dio si incazza se tu di fronte al colore viola di un campo di fiori, neanche te ne accorgi.
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Il Colore viola è un film che riconcilia con la Vita. Parla di coraggio, di voglia di amare e di essere amati. Del piacere che si nasconde dietro la capacità di meravigliarsi di ciò che ci circonda. Dell'amicizia e della famiglia. Di tutto il male che possono farsi gli uomini. Dell'importanza di riuscire a trovare un motivo per andare avanti: basta osservare una farfalla, un campo di viole.
'Dio vuole godersi le cose belle con noi. Io credo che Dio si incazza se tu di fronte al colore viola di un campo di fiori, neanche te ne accorgi. Ogni cosa vuole essere amata.
Noi cantiamo, balliamo, crediamo, per cercare di farci amare.
Per il suo esordio nel genere drammatico, Steven Spielberg sceglie un adattamento del romanzo di Alice Walker dal forte impianto femminista, che narra le vicende di una ragazza di colore in una comunità dell'America del Sud agli inizi del novecento alle prese con il razzismo e con l'impianto patriarcale della sua famiglia. Intorno a lei gravitano altre piccole grandi eroine, che affrontano in modo diverso le ingiustizie a cui la vita le ha condannate. lI romanzo ha avuto un grande successo tanto da vincere il Premio Pulitzer per la narrativa ed essere rappresentato in un famosissimo Musical. Il film ne rappresenta una versione 'edulcorata', e sorprende per la sua coralità e per la bravura degli attori (Whoopi Goldberg in primis, con la sua capacità di illuminare con un sorriso la taciturna Celie). Purtroppo Il Colore Viola - candidato a ben 11 oscar - non ne ha vinto neanche uno .. giudicate voi!
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cineofilo92
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sabato 29 luglio 2006
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tre stelle meritate fino in fondo
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Questo film, considerato un classico, si distacca nettamente sui soliti film sul razzismo. Innanzitutto è al femminile, e i maschi negri ricoprono il ruolo dell'uomo bianco: si credono superiori. Le donne in generale hanno un affetto reciproco tra di loro, quasi amore (senza sprofondare in argomenti quali omosessualità), e soprattutto la protagonista, interpretata da una magistrale Whoopi, è quella più educata e più disposta. Il film è poi un intreccio intricato di vicende che si sbrogliano solo alla fine. Spielberg ci mette passione, e ci regala alcune scene commoventi e altre molto forti e prova anche a farci ridere. La seconda parte del film, ricca di paesaggi africani, è nettamente diversa dalla prima.
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Questo film, considerato un classico, si distacca nettamente sui soliti film sul razzismo. Innanzitutto è al femminile, e i maschi negri ricoprono il ruolo dell'uomo bianco: si credono superiori. Le donne in generale hanno un affetto reciproco tra di loro, quasi amore (senza sprofondare in argomenti quali omosessualità), e soprattutto la protagonista, interpretata da una magistrale Whoopi, è quella più educata e più disposta. Il film è poi un intreccio intricato di vicende che si sbrogliano solo alla fine. Spielberg ci mette passione, e ci regala alcune scene commoventi e altre molto forti e prova anche a farci ridere. La seconda parte del film, ricca di paesaggi africani, è nettamente diversa dalla prima. C'è un errore, perdonabile, nel finale, che è trascinato e sembra che non debba finire mai. E il titolo, Il Colore Viola, forse sta a significare la cerchia di donne protagoniste del film che sta contro i maschi negri?
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great steven
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mercoledì 27 aprile 2016
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battaglia personale di una guerriera sentimentale.
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IL COLORE VIOLA (USA, 1985) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da WHOOPI GOLDBERG, DANNY GLOVER, MARGARET AVERY, OPRAH WINFREY, WILLARD E. PUGH, LAURENCE FISHBURNE, AKOSUA BUSIA, DESRETA JACKSON, ADOLPH CAESAR
Sud degli Stati Uniti, primi del Novecento: Celie e Nettie Harris sono due sorelle che vengono separate da un padre violento che ha abusato sessualmente della prima, facendole mettere al mondo due figli. Nettie è l’unica persona al mondo dalla quale Celie, ragazza ingenua ma comunque indipendente e battagliera, si sente amata, tant’è vero che la sorella le insegna a leggere e scrivere. Come già accennato, è un destino crudele a dividerle: Celie va in sposa a un uomo molto più anziano di lei, lo spietato Albert, che allontana Nettie dalla sua terra e impedendo a Celie di ricevere le lettere che lei le scrive assiduamente.
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IL COLORE VIOLA (USA, 1985) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da WHOOPI GOLDBERG, DANNY GLOVER, MARGARET AVERY, OPRAH WINFREY, WILLARD E. PUGH, LAURENCE FISHBURNE, AKOSUA BUSIA, DESRETA JACKSON, ADOLPH CAESAR
Sud degli Stati Uniti, primi del Novecento: Celie e Nettie Harris sono due sorelle che vengono separate da un padre violento che ha abusato sessualmente della prima, facendole mettere al mondo due figli. Nettie è l’unica persona al mondo dalla quale Celie, ragazza ingenua ma comunque indipendente e battagliera, si sente amata, tant’è vero che la sorella le insegna a leggere e scrivere. Come già accennato, è un destino crudele a dividerle: Celie va in sposa a un uomo molto più anziano di lei, lo spietato Albert, che allontana Nettie dalla sua terra e impedendo a Celie di ricevere le lettere che lei le scrive assiduamente. Una volta divenuta adulta, Celie intreccia le sue vicende con quelle di Harpo, il figlio un po’ imbranato di Albert, e di sua moglie Sofia, donna prepotente che riesce a farsi sposare dall’uomo proprio in virtù del suo carattere forte. La lotta di Celie per ottenere il rispetto dei suoi diritti e per difendere la sua dignità di donna che cerca la libertà non è minimamente turbata dall’apparizione di Shug Avery, cantante e ballerina nonché ex fiamma di Albert. Sofia, per aver aggredito il sindaco del paese, istigata da Miss Millie, la di lui moglie altezzosa e vuota, finisce in prigione per otto anni, con l’unico risultato di diventare poi, una volta scarcerata, la cameriera di Miss Millie. Durante una cena alla presenza di Sofia, Harpo, Shug e il di lei marito benestante, Albert e suo padre, Celie, di fronte all’ennesimo tentativo del coniuge di trattenerla, lo maledice, rivelandogli di appoggiare la decisione di Shug di partire per Memphis portandosi con lei la donna, ormai conscia di essere sulla giusta strada per rendersi autonoma e capace di inseguire i suoi sogni di libertà. Rimasto solo, Albert vede la casa che va in rovina, ma inizia a provare un sincero pentimento per le cattiverie usate nei confronti di Celie: sceglie dunque di farle pervenire le lettere che le aveva precluse in passato, consentendole pertanto di incontrare i figli venuti appositamente dall’Africa. Celie scopre inoltre che il suo vero padre era il proprietario del terreno e della casa dove abitava e che li ha ereditati. Con Albert che osserva da lontano, Celie si ricongiunge con la sua famiglia. Soggetto liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Alice Walker. Incentrato sui temi del razzismo, degli abusi sessuali e del coraggio di donne stuprate, rivela la sua natura di edificante racconto di formazione imperniando il discorso sull’importanza necessaria della libertà, sulla crescita interiore dei personaggi (non soltanto femminili, per quanto l’attenzione rimanga preponderante su di esse), sul rifiuto della demagogia nella descrizione di un ambiente mai troppo politicizzato e sull’adozione di un registro espressivo che privilegia i dialoghi e l’utilità della parola. Spielberg non esiterà poi, in futuro, a rimettere mano alle battaglie civiliste dei neri per la rivalsa conquistatrice di diritti troppo a lungo negati, ad esempio in film come Amistad (1997)e Lincoln (2013), i quali, come appunto The Color Purple, mettono in piedi un abbinamento fra recitazione straordinaria e immagini suggestive per mostrare, senza la ricerca ossessiva dell’ottimismo o di un finale consolatorio, come non sia mai troppo tardi per imparare dagli errori e rifarsi delle violenze, fisiche e psicologiche, subite nel corso di un’esistenza dalla quale rimane comunque ancora molto materiale significativo da estrarre. La carta vincente è la stupefacente W. Goldberg, al suo debutto cinematografico, che trasforma un’apparente performance monocorde in un’impresa meravigliosa, ritratto efficace non solo di una combattente incapace di arrendersi, ma anche di due macro-elementi (epoca ed epopea) sviscerati profondamente dal cinema dei bianchi e che non basteranno mai per compensare l’immenso apporto di una (come chiamarla?) "classe" di esseri umani la cui eguaglianza morale è sempre stata negata e avversata. Ottime interpretazioni anche da parte del repertorio maschile, soprattutto per merito di D. Glover e di W. E. Pugh, mentre dal lato opposto brillano fortemente le prove di O. Winfrey (un piglio e una decisione notevoli, candidata all’Oscar) e di A. Busia (affetto allo stato puro ed altruismo di una magnifica genuinità). Un titolo magari non azzeccato al massimo, ma comunque funzionale per agganciarsi al tema onirico di un ricordo d’infanzia: i campi di viole nei quali Celie e Nettie corrono e si divertono, ignare delle sofferenze che cominceranno a patire di lì a poco, ma pronte, presto o tardi, a far fronte ad avversità che tuttavia non saranno sufficienti per un abbandono definitivo. Chi lo accusa di discendere troppe volte nel mélo baroccheggiante, presta eccessiva attenzione al suo sfrenato anti-maschilismo piccolo-borghese, e non considera il tocco eccezionale di poesia sociale e umanitaria che si nasconde dietro l’aleatoria nuvola di razzismo, e anche al di là del perbenismo moralistico rappresentato dai personaggi negativi della pellicola: il suo significato abbraccia i confini stessi della socializzazione, insieme alla fede cristiana (testimoniata in particolar modo dal diario che Celie tiene con regolare quotidianità, rivolgendosi direttamente a Dio) e al paradigma dell’ambiente circostante che modella e plasma gli individui che lo abitano (Celie rinuncia a vendicarsi brutalmente delle angherie subite perché sa che una rivincita indolore per gli altri e avvantaggiante per lei le servirebbe molto di più per agguantare le speranze tanto agognate e affermare una volontà di abnegazione ed emancipazione). Goldberg vincitrice del Golden Globe, alla cerimonia del 1986, come miglior attrice in un film drammatico. 98 milioni di dollari d’incasso negli USA. Girato fra il giugno e l’agosto 1985.
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dandy
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venerdì 8 gennaio 2021
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sempre viva.
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Dall'ominimo romanzo di Alice Walker,il primo film impegnato per Spielberg,cui ne seguiranno molti altri("L'impero del sole",Schindler's List","Amistad","Salvate il soldato Ryan",ecc..).Il regista dimostra di essere competente anche laddove non è semplice cinema commerciale:Woopy Goldberg(praticamente debuttante)è ottima (ma anche il resto del cast a partire da un deprecabile Glover,di lì a poco tenente Murtaugh)e i temi dell'antirazzismo,della volontà insopprimibile di sentirsi viva e felice e della speranza che non muore mai sono esplorati con misurata competenza.Ed è notevole l'abiltà di suscitare commozione(l'incontro finale tra Celie e Nettie) e rabbia mettendo sempre la crudezza al giusto livello(gli abusi fisici di Celie,l'ignobile destino riservato a Sofia colpevole di essere troppo spavalda)nè troppo edulcorata nè troppo esibita.
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Dall'ominimo romanzo di Alice Walker,il primo film impegnato per Spielberg,cui ne seguiranno molti altri("L'impero del sole",Schindler's List","Amistad","Salvate il soldato Ryan",ecc..).Il regista dimostra di essere competente anche laddove non è semplice cinema commerciale:Woopy Goldberg(praticamente debuttante)è ottima (ma anche il resto del cast a partire da un deprecabile Glover,di lì a poco tenente Murtaugh)e i temi dell'antirazzismo,della volontà insopprimibile di sentirsi viva e felice e della speranza che non muore mai sono esplorati con misurata competenza.Ed è notevole l'abiltà di suscitare commozione(l'incontro finale tra Celie e Nettie) e rabbia mettendo sempre la crudezza al giusto livello(gli abusi fisici di Celie,l'ignobile destino riservato a Sofia colpevole di essere troppo spavalda)nè troppo edulcorata nè troppo esibita.Ma talvolta si rischia l'eccesso,specie nell'ultima parte(con tanto di cattivo che si scopre una briciola d'umanità)e la durata non è del tutto giustificata.Un inno all'ottimismo innegabilmente coinvolgente.Gran successo,ma emmeno un Oscar(su ben 11 nominations,e pare che a Hollywood furono in molti a rallegrarsene,visto l'astio nei confronti di un regista che aveva ottenuto troppo successo in brevissimo tempo).Il regista co-produce con Kathleen Kennedy e Frank Marshall.Lawrence Fishburne interpreta Swain.
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shiningeyes
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lunedì 16 dicembre 2013
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il primo spielberg drammatico
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Steven Spielberg si cimenta la prima volta con il genere drammatico con “Il Colore Viola”, tratto dall’omonimo romanzo di Alice Walker che parla del delicato tema del maschilismo all’interno della comunità nera del sud degli Stati Uniti. Il prodotto di Spielberg si presenta fin da subito con un alto concentrato di drammaticità, ben raccontato nelle vicende delle sorelle Cellie e Nettie, di cui la prima verrà abusata dal padre e data in moglie ad un uomo prepotente e misogino, la cui sorellina è l’unica a volerle bene, che però verrà separata dal marito, rea di averlo rifiutato. Cellie passerà anni e anni soggiogata dal marito e sola, ad eccezione della rude moglie del figliastro, Sofia e l’amante del marito Shug, la quale soffre per l’allontanamento del padre per il suo stile di vita dissoluto e promiscuo.
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Steven Spielberg si cimenta la prima volta con il genere drammatico con “Il Colore Viola”, tratto dall’omonimo romanzo di Alice Walker che parla del delicato tema del maschilismo all’interno della comunità nera del sud degli Stati Uniti. Il prodotto di Spielberg si presenta fin da subito con un alto concentrato di drammaticità, ben raccontato nelle vicende delle sorelle Cellie e Nettie, di cui la prima verrà abusata dal padre e data in moglie ad un uomo prepotente e misogino, la cui sorellina è l’unica a volerle bene, che però verrà separata dal marito, rea di averlo rifiutato. Cellie passerà anni e anni soggiogata dal marito e sola, ad eccezione della rude moglie del figliastro, Sofia e l’amante del marito Shug, la quale soffre per l’allontanamento del padre per il suo stile di vita dissoluto e promiscuo.
L’affresco dei personaggi, colori e paesaggi che ci mette Spielberg è grazioso e curatissimo su ogni dettaglio, non a caso, scenografia, fotografia e la bravissima Whoopi Goldberg furono nominati agli Oscar, ma non poterono competere con la bellezza suggestiva di “La mia Africa”; La Goldberg si rifece comunque ai Golden Globe, conquistandolo per la miglior interpretazione. L’unica cosa a cui si potrebbe puntare il dito è una eccessiva zuccherosità di molte scene, che ci ricordano ancora il Spielberg di E.T e che in un contesto così duro e triste un po’ stonano. C’è da dire che però, “Il Colore Viola” è un gran film di mestiere ed è un avvicinamento positivo sul migliore Spielberg della fase drammatica , che culminerà con il capolavoro “Schindler’s List”, e non scordiamoci che fu artefice della scoperta di un talento come Whoopi Goldberg.
“Il Colore Viola” non è un capolavoro, ma un poco ci si avvicina, e le scene che ho criticato sono pur sempre un grande esempio di resa registica, anche se ribadisco che, una drammatizzazione in più, avrebbe giovato al valore della pellicola.
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