claudio
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mercoledì 23 aprile 2008
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la seconda volta... meglio della prima!!
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Non ci si aspettava di certo un capolavoro, un confronto con Troisi è a mio parere inadeguato, ma si deve ammettere che la commedia di Siani riesce a far sorridere non risultando mai volgare. Una commedia leggera senza pretese, una storia senza colpi di scena, ma del resto quante americanate del genere andiamo a vedere al cinema? A questo punto viva le "americanate nostrane"!!;un buon cast che è un mix di bravi caratteristi e di ambiziosi esordienti. La Canalis cerca di scrollarsi l'icona di velina e sembra in parte riuscirci nell'improbabile veste di avvocatessa tutto famiglia e lavoro. Siani che torna sul grande schermo dopo il primo " Ti Lascio Perchè Ti Amo Troppo" supera la prova con sufficienza mostrando a mio avviso anche qualche passo in aveanti rispetto alla sua prima opera.
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Non ci si aspettava di certo un capolavoro, un confronto con Troisi è a mio parere inadeguato, ma si deve ammettere che la commedia di Siani riesce a far sorridere non risultando mai volgare. Una commedia leggera senza pretese, una storia senza colpi di scena, ma del resto quante americanate del genere andiamo a vedere al cinema? A questo punto viva le "americanate nostrane"!!;un buon cast che è un mix di bravi caratteristi e di ambiziosi esordienti. La Canalis cerca di scrollarsi l'icona di velina e sembra in parte riuscirci nell'improbabile veste di avvocatessa tutto famiglia e lavoro. Siani che torna sul grande schermo dopo il primo " Ti Lascio Perchè Ti Amo Troppo" supera la prova con sufficienza mostrando a mio avviso anche qualche passo in aveanti rispetto alla sua prima opera.
Da tampo non vedevo una commedia così divertente tutta nostrana!! Viva il cinema Italiano!
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angela cinicolo
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giovedì 17 aprile 2008
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piccoli mattatori crescono
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Un’allegra ma non troppo rimpatriata di classe costringe Giulio (Alessandro Siani) a trascorrere una serata tra karaoke strillati tra quattro mura e deleterie rievocazioni di gioventù. A sollevarlo dall’insofferenza al cameratismo indotto non sarà il tentato suicidio di Mario (Francesco Albanese), sull’orlo di una crisi di nervi predivorzio ma l’incontro con Ilaria (Elisabetta Canalis), sorella di un ex compagno di scuola. “Per ognuno ci sta la seconda volta”, dice Giulio, quando il colpo di fulmine è già scoccato e i presupposti per una love story con happy end ci sarebbero tutti se non fosse che la Cenerentola di turno andrà via con la macchina di un altro principe.
Una commedia senza equivoci, questa: lui è innamorato di lei, lei ha una relazione con un altro (Enzo Decaro) del quale però non è innamorata, lei è innamorata di lui.
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Un’allegra ma non troppo rimpatriata di classe costringe Giulio (Alessandro Siani) a trascorrere una serata tra karaoke strillati tra quattro mura e deleterie rievocazioni di gioventù. A sollevarlo dall’insofferenza al cameratismo indotto non sarà il tentato suicidio di Mario (Francesco Albanese), sull’orlo di una crisi di nervi predivorzio ma l’incontro con Ilaria (Elisabetta Canalis), sorella di un ex compagno di scuola. “Per ognuno ci sta la seconda volta”, dice Giulio, quando il colpo di fulmine è già scoccato e i presupposti per una love story con happy end ci sarebbero tutti se non fosse che la Cenerentola di turno andrà via con la macchina di un altro principe.
Una commedia senza equivoci, questa: lui è innamorato di lei, lei ha una relazione con un altro (Enzo Decaro) del quale però non è innamorata, lei è innamorata di lui. “La vita è fatta di momenti” (Siani riprende il leit motiv che aveva annacquato il primo film
Ti lascio perché ti amo troppo) e così Giulio, come il Pieraccioni disincantato de Il ciclone, rincorre la sua idea dell’amore, anche se di mezzo ci sono una bambina, nata da una relazione precedente, e una carriera, ancorata alle maniche della toga dell’attuale compagno. Tra tenere immagini circensi ricreate con l’ingenuità e lo scatto del primo Soldini e gag spontanee della comicità mai sguaiata dei fidi compari Albanese e Musella, il film inanella la cronaca di un amore annunciato trascinando nella sua fotografia una Napoli da cartolina, rievocata con dolcezza dalla musica inconfondibile di Pino Daniele. Nulla da rimproverare se non l’incappare in una tendenza del cinema italiano: la messinscena, nonostante gli osannati “toni pacati”, del malessere della middle class, dello sgretolamento della santità familiare a causa d’imprevedibilissimi adulteri e tradimenti (del “papino” Sergio Solli e della madre Fiorenza Marchegiani). Ci troviamo di fronte comunque ad una commedia ben riuscita che forse avrebbe potuto focalizzarsi maggiormente sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi principali. Provaci ancora, Siani perché “l’ammore nun se po’ spiegà” (come canta Daniele), eppure tu ci sei riuscito. La seconda volta.
Angela Cinicolo,
da Acchiappafilm Anno 3 Numero 9
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