cri_cri23
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sabato 28 luglio 2007
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viaggio tra sogno e realtà per ryan murphy
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Ryan Murphy, gìà creatore della serie tv Nip/tuck si lancia in avventura cinematografica senza perdere il suo stile dissacrante e grottesco.
Augusten vive con la madre (Annette Bening), poetessa di seconda scelta in cerca di applausi, e con il padre, alcolizzato e indifferente.
Sarà la conscenza del terapista della madre e della sua famiglia che porterà Augusten in un mondo fantastico, dominato da paure inconscie e da labirinti mentali.
Film che parla un po' di tutto: di malattie, di famiglia, di genialità che confina nella pazzia ma soprattutto che parla (in modo molto sottile) di sogni:
i sogni che a volte possono distruggere la mente di una persona e che la portano a perdere ogni valore e ogni aderenza alla realtà, i sogni che diventano realtà ma che si rivelano deludenti e i sogni ancora da realizzare che possono portare alla felicità o trascinare nella più completa depressione.
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Ryan Murphy, gìà creatore della serie tv Nip/tuck si lancia in avventura cinematografica senza perdere il suo stile dissacrante e grottesco.
Augusten vive con la madre (Annette Bening), poetessa di seconda scelta in cerca di applausi, e con il padre, alcolizzato e indifferente.
Sarà la conscenza del terapista della madre e della sua famiglia che porterà Augusten in un mondo fantastico, dominato da paure inconscie e da labirinti mentali.
Film che parla un po' di tutto: di malattie, di famiglia, di genialità che confina nella pazzia ma soprattutto che parla (in modo molto sottile) di sogni:
i sogni che a volte possono distruggere la mente di una persona e che la portano a perdere ogni valore e ogni aderenza alla realtà, i sogni che diventano realtà ma che si rivelano deludenti e i sogni ancora da realizzare che possono portare alla felicità o trascinare nella più completa depressione.
La mamma di Augusten, pur di realizzare il suo sogno inconsciamente abbandona la sua famiglia e si perde nei meandri della sua poesia; la moglie del terapista, il cui sogno era quello di una famiglia e che alla fine si rivela un sogno distorto, venuto male come una torta non lievitata.
Pellicola molto interessante che può essere analizzata e compresa in mille modi, in base allo stato d'animo.
Ottime le interpretazioni di Annette Bening e della giovane attrice Evan Rachel Wood, ottima la colonna sonora cos' come i ccostumi che rendono perfettamente la personalità dei personnaggi che, così al limite del reale, ci ricordano quelli grotteschi de "I Tenenbaum".
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fabio piozzi
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lunedì 12 marzo 2007
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esordio al cinema per ryan murphy
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Il creatore dell’ottima serie tv NipTuck debutta al cinema con una pellicola tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Augusten Burroughs, occupandosi oltre che della regia anche della sceneggiatura.
Il film si denota come un dramedy, appunto misto di commedia e dramma, inserendosi in un genere già battuto da opere come American Beauty, Happiness e (più alla lontana) I Tenenbaum.
Ryan Murphy si trova a suo agio trattando di personaggi bizzarri inseriti in un contesto familiare problematico, come già ci aveva in qualche misura dato da intendere nel serial della TroyMcNamara, e confeziona un film gradevole dosando nela giusta misura note comiche e note più serie, supportato da un buon cast nella quale spicca Anette Bening (candidata all’Oscar per il suo ruolo, simile a quello nel film di S.
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Il creatore dell’ottima serie tv NipTuck debutta al cinema con una pellicola tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Augusten Burroughs, occupandosi oltre che della regia anche della sceneggiatura.
Il film si denota come un dramedy, appunto misto di commedia e dramma, inserendosi in un genere già battuto da opere come American Beauty, Happiness e (più alla lontana) I Tenenbaum.
Ryan Murphy si trova a suo agio trattando di personaggi bizzarri inseriti in un contesto familiare problematico, come già ci aveva in qualche misura dato da intendere nel serial della TroyMcNamara, e confeziona un film gradevole dosando nela giusta misura note comiche e note più serie, supportato da un buon cast nella quale spicca Anette Bening (candidata all’Oscar per il suo ruolo, simile a quello nel film di S. Mendes) nelle vesti di una madre-poetessa in crisi depressiva. Senza dimenticare il buon vecchio Alec Baldwin, già comparso anche alla fine della seconda stagione di NipTuck, oltre che il meritevole esordiente Joseph Cross nei panni di Augusten.
Le maestrie di sceneggiatura alle quali ci aveva abituato qui latitano un po’ e del resto Correndo con le forbici in mano non aggiunge né toglie nulla al genere di appartenenza, rivelandosi essere una degna opera prima in attesa di progetti futuri più personali. Ryan Murphy, tuttora impegnato sia sul fronte ciname che sul fronte tv, ci sa fare con la penna in mano e sicuramente renderebbe di più con un film completamente ideato da lui stesso.
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giuseppeponticello
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sabato 16 aprile 2011
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i figli di freud corrono con le forbici in mano
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Tutti figli di Freud in una pellicola biografica tratto dall'omonimo romanzo di Augusten Burroughs. Il protagonista vive la sua vita come una lunga corsa ad ostacoli dove tutti coloro che lo circondano, famiglia, amici, famiglia adottiva e uomo schizzofrenico, non lo aiutano a saltare gli ostacoli ma ad analizzarli uno per uno. Se qualche spettatore vuol togliersi il capriccio di induviduare quale tra i protagonisti incarni la normalità ne uscirà deluso dalla battaglia. Ryam Murphy con il suo cast vuol fare un elogio all'irrazionalità dello strano, della psiche, dell'incoscio umano e ci riesce non annoiando mai lo spettatore. Nell'America degli 50 la madre vuole diventare una scrittice famosa, il padre è un professore di matematica ubriaco e la famiglia dello psichiatra da cui viene adottato ha un gatto di nome Freud, l'essere più normale tra loro.
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Tutti figli di Freud in una pellicola biografica tratto dall'omonimo romanzo di Augusten Burroughs. Il protagonista vive la sua vita come una lunga corsa ad ostacoli dove tutti coloro che lo circondano, famiglia, amici, famiglia adottiva e uomo schizzofrenico, non lo aiutano a saltare gli ostacoli ma ad analizzarli uno per uno. Se qualche spettatore vuol togliersi il capriccio di induviduare quale tra i protagonisti incarni la normalità ne uscirà deluso dalla battaglia. Ryam Murphy con il suo cast vuol fare un elogio all'irrazionalità dello strano, della psiche, dell'incoscio umano e ci riesce non annoiando mai lo spettatore. Nell'America degli 50 la madre vuole diventare una scrittice famosa, il padre è un professore di matematica ubriaco e la famiglia dello psichiatra da cui viene adottato ha un gatto di nome Freud, l'essere più normale tra loro. La sceneggiatura ricalcato dal romanzo e con la collaborazione dello scrittore protagonista funziona molto bene; la regia è ben impostata aiutata da una fotografia vivace e bella. Il cast è ben selezionato funziona benissimo, Annette Bening nel ruolo della madre è perfetto mostranda psicologicamente e anche fisicamente il declina della donna che a tutti i costi insegue il sogno che non è stato fatto apposta per lei ma per il figlio. La Paltrow con la sua a volte insistente inespressività a mio parere qui casca a pennello; Vedere Jill Clayburgh sgranocchiare croccantini per gatti e vivere assentemente la sua famiglia e qualcosa di sublime, senza nessun sorriso da parte sua illumina la vita del giovane che ancora ha una sola speranza per conoscere la normalità: fuggire a New York. il resto lo fa tutto Brian Cox, ascolta, guarda, osserva e analizza ciò che tanto vorrebbe che non sia, s'innamora con un uomo vent'anni più grande di lui e che è ossessionato dalle voci, vive per correre ai ripari di chi dovrebbe cercare un riparo per lui e scrive tutto sul suo diario, invidia della madre. Ottima scelte per le musiche adatte all'epoche in cui si ambienta il film. Un bel film per i figli di Freud.
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marco
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giovedì 24 maggio 2007
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una frittata mal riuscita
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L'autobiografia di Augusten Burroughs, figlio di una madre aspirante poetessa ma che non
ha fortuna con il lavoro, e di un padre alcolizzato e assente; disilluso e privo di
qualsiasi interesse per la propria consorte. Consorte che ama ed è amata dal proprio
figlio (insinuando qua e là anche il tema dell'incesto) ma lo sacrifica per cercare di
dare una svolta alla propria carriera e per trovare sè stessa, affidandolo al proprio
psichiatra. Psichiatra che a sua volta ha una famiglia che è un compendio di casi clinici
di tutti i tipi, oltre ad essere lui stesso in realtà padre-padrone che nasconde il suo
atteggiamento autoritario dietro una maschera da bonaccione. Una spolverata di omossesualità
repressa e di disagio giovanile è la frittata è servita.
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L'autobiografia di Augusten Burroughs, figlio di una madre aspirante poetessa ma che non
ha fortuna con il lavoro, e di un padre alcolizzato e assente; disilluso e privo di
qualsiasi interesse per la propria consorte. Consorte che ama ed è amata dal proprio
figlio (insinuando qua e là anche il tema dell'incesto) ma lo sacrifica per cercare di
dare una svolta alla propria carriera e per trovare sè stessa, affidandolo al proprio
psichiatra. Psichiatra che a sua volta ha una famiglia che è un compendio di casi clinici
di tutti i tipi, oltre ad essere lui stesso in realtà padre-padrone che nasconde il suo
atteggiamento autoritario dietro una maschera da bonaccione. Una spolverata di omossesualità
repressa e di disagio giovanile è la frittata è servita. Si perchè tutto il film è di
una confusione pazzesca, ricco di stereotipi irritanti, noiosissimo, scritto malissimo,
recitato e diretto peggio. E' un'accozzaglia di personaggi esagitati, strepitanti,
macchiettistici fino all'inverosimile. E qualunque sia il messaggio nascosto dietro
questo film (probabilmente nessuno) viene obnubilato da questo grande calderone che non
sa bene dove andare a parare, si adagia su uno stile televisivo piatto e svogliato e cerca
di risollevarsi grazie ad una colonna sonora discreta. Ma è l'unica nota positiva. Il
resto è dimenticabilissimo e irritante. Sorprende che attori come la Bening, Cox e Baldwin
si siano prestati ad un'operazione del genere.
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