osteriacinematografo
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martedì 3 gennaio 2012
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apocalisse onirica
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In “Brazil” s’ammira un futuro remoto dominato dalla dittatura di un Ministero dell’Informazione/Moloch. Un futuro oppressivo, in cui le vite e i comportamenti sono omologati, gli uffici claustrofobici, gli spazi ristretti.
Un sistema chiuso e stupido all’occorrenza. E così un Insetto-Cronenberg spappolato sulla Macchina-Per-Scrivere-Insetto-Del-Pasto-Nudo-Di-Borroughs è sufficiente per cambiare Tuttle in Buttle, innocente agnello sacrificale, atteso poi invano da una bambina smarrita ai margini dell’apocalisse. E così un guasto a un tubo scoperchia le viscere di una casa tubo che diviene foresta di condutture e gelo.
Sam Lawry è il protagonista di questa pellicola delirante ma non troppo.
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In “Brazil” s’ammira un futuro remoto dominato dalla dittatura di un Ministero dell’Informazione/Moloch. Un futuro oppressivo, in cui le vite e i comportamenti sono omologati, gli uffici claustrofobici, gli spazi ristretti.
Un sistema chiuso e stupido all’occorrenza. E così un Insetto-Cronenberg spappolato sulla Macchina-Per-Scrivere-Insetto-Del-Pasto-Nudo-Di-Borroughs è sufficiente per cambiare Tuttle in Buttle, innocente agnello sacrificale, atteso poi invano da una bambina smarrita ai margini dell’apocalisse. E così un guasto a un tubo scoperchia le viscere di una casa tubo che diviene foresta di condutture e gelo.
Sam Lawry è il protagonista di questa pellicola delirante ma non troppo. Sam è un idealista che si accontenta di lavorare agli archivi, nonostante una madre di plastica gli procuri promozioni per il suo stesso lustro. Lawry non ha le ambizioni che la collettività detta, è una scheggia impazzita in un contesto altrettanto folle.
I riferimenti ad Orwell, a 1984 sono evidenti, e molte sono le similitudini anche con il 1984 di Michael Radford: in particolare, monitor d’ogni tipo dominano la scena, s’affacciano ovunque come malefici controllori, come finestre spalancate sulla mente di chi guarda; in entrambi i film la tortura è il metodo di quotidiano azzeramento dei trasgressori, o dei presunti tali.
Gli attentati avvengono con disinvoltura in ogni contesto. I vivi e i morti si sovrappongono sulla scena senza distinzione alcuna, dato che né i vivi né i morti hanno alcuna importanza. Essenziale è invece che lo Sato/Informazione/Moloch proceda nella sua disumana ottusità. Ida Lawry e la sua amica discutono di chirurgia plastica e di insensate facezie nella totale indifferenza del fuoco e della morte e dei corpi straziati tutto intorno.
Sam Lawry sogna lungo tutto il percorso pellicolare. Sogna d’essere un paladino alato, sogna una donna che non riesce mai a raggiungere, sogna ostacoli che abbatte uno dopo l’altro, ma inutilmente. E i suoi sogni collimano poi con un finale illusorio. La lobotomia è la realtà di una mente torturata e perduta per sempre, che sogna una liberazione avventurosa, la sua donna ritrovata, lo scioglimento dai vincoli di una cupa realtà.
Sam Lawry sognatore in un mondo senza sogni, un mondo di emozioni vacue e standardizzate, cui la realtà attuale inizia a somigliare pericolosamente, forse per quella forma di autolesionismo in versione ludica in base a cui -sovente- la realtà medesima tende ad emulare le peggiori fantasie umane.
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[+] gran bella recensione!
(di stef792000)
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fabio81
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domenica 12 febbraio 2006
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un capolavoro
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Brazil merita di diritto di entrare nei film più belli di sempre.
La storia è ispirata in parte dal romanzo di Orwell 1984 (il film è uscito proprio nel 1984 forse non per caso), è ambientato in una società immaginaria (in nessuna scena del film ci viene detto in che anno si svolge) dove tutto è regolato da uno strano sistema computerizzato. Il film si apre con un errore banale fatto da questo sistema dove il nome di Harry Tuttle viene scambiato con quello di un innocente Harry Buttle (che verrà arrestato e ucciso).
Sam (Johnathan Pryce) è un impiegato che lavora in questo archivio ma si capisce da subito che non accetta questo sistema di controllo, nel frattempo la vita quotidiana della città viene sconvolta da attentati che lasciano però la popolazione indifferente mentre la radio diffonde il buon umore sulle note della canzone Brazil (da qui il titolo).
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Brazil merita di diritto di entrare nei film più belli di sempre.
La storia è ispirata in parte dal romanzo di Orwell 1984 (il film è uscito proprio nel 1984 forse non per caso), è ambientato in una società immaginaria (in nessuna scena del film ci viene detto in che anno si svolge) dove tutto è regolato da uno strano sistema computerizzato. Il film si apre con un errore banale fatto da questo sistema dove il nome di Harry Tuttle viene scambiato con quello di un innocente Harry Buttle (che verrà arrestato e ucciso).
Sam (Johnathan Pryce) è un impiegato che lavora in questo archivio ma si capisce da subito che non accetta questo sistema di controllo, nel frattempo la vita quotidiana della città viene sconvolta da attentati che lasciano però la popolazione indifferente mentre la radio diffonde il buon umore sulle note della canzone Brazil (da qui il titolo). Nell'impossibile e silenziosa lotta di Sam contro il potere c'è un idraulico:Harry Tuttle (Robert De Niro), mentre vediamo spesso Sam che sogna di volare nel cielo con una ragazza alata.
Il film è un capolavoro, spesso da un senso di angoscia, ma è impossibile non rimanere incollati e va visto almeno due volte per capirlo bene; il suo scopo è quello di denunciare il potere, un potere che se esercitato in maniera folle riesce a rendere le persone ormai incapaci di pensare e di ragionare, indifferenti anche alla morte come vediamo nelle scene degli attentati al ristorante dove tutti continuano come nulla fosse successo...
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[+] bello!
(di gabberz)
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jacques
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lunedì 4 ottobre 2004
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folle
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E' una ltro dei pilastri della fantascienza anni '80, qui non c'è azione, nè alieni cattivi, nè cyborg o replicanti , c'è solo una società in cui la libertà individuale è ridotta aiminimi termini, in cui un capillare apparato burocratico sovrintende ad ogni cosa, ma basta un moscerino per metterla in crisi e sconvolgere la vita del buffo protagonista, vittima di una madre possessiva e di una personalità priva di ambizione.
Dopo Blade Runner era difficile creare un film di fantacsienza che se ne discostasse sia a livello visivo sia contenutistico, ma il geniale (e sicuramente dispersivo) Gilliam riesce nell'intento creando una città dal sapore retrò popolata da strani personaggi (De Niro, Hoskins, Holm e altri) in cui il protagonista insegue il proprio sogno d'amore tentando d'infrangere tutte le regole comunemente accettate.
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E' una ltro dei pilastri della fantascienza anni '80, qui non c'è azione, nè alieni cattivi, nè cyborg o replicanti , c'è solo una società in cui la libertà individuale è ridotta aiminimi termini, in cui un capillare apparato burocratico sovrintende ad ogni cosa, ma basta un moscerino per metterla in crisi e sconvolgere la vita del buffo protagonista, vittima di una madre possessiva e di una personalità priva di ambizione.
Dopo Blade Runner era difficile creare un film di fantacsienza che se ne discostasse sia a livello visivo sia contenutistico, ma il geniale (e sicuramente dispersivo) Gilliam riesce nell'intento creando una città dal sapore retrò popolata da strani personaggi (De Niro, Hoskins, Holm e altri) in cui il protagonista insegue il proprio sogno d'amore tentando d'infrangere tutte le regole comunemente accettate.
La carne al fuoco è sicuramente molta e il film è un pò troppo lungo e straripante ma ci regala momenti splendidi, visionari e ironici ( De Niro che viene avvolto dai giornali fino a scomparire, le sequenze oniriche, la marcia degli impiegati nel piano dell'ufficio di Sam, la comparsa stesso di De Niro); non è importante capire tutto quanto ma lasciare che le folli suggestioni proposte da Gilliam sedimentino nella nostra mente e acquistino nuovi significati ogni volta che ci ripensiamo.
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weach
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mercoledì 1 febbraio 2012
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distopico e surreale
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La filmografia va collocata nel genere distopico , che prospettano una società indesiderabile , oscura sotto tutti i punti di vista.
Appartengono sicuramente al genere Metropolis il capolavori di Fritz Lang,la vita futura di Willem Cameron Menzies; Nel duemila non sorgerà il sole di Michael Anderson che fu la prima trasposizione del romanzo 1984 di di George Orwell;
Orwell 1984 tratto anch'esso dall'omonimo romanz0dal citato romanzo;l'uomo che visse nel futuro di George Pal;La macchina del tempo di H.
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La filmografia va collocata nel genere distopico , che prospettano una società indesiderabile , oscura sotto tutti i punti di vista.
Appartengono sicuramente al genere Metropolis il capolavori di Fritz Lang,la vita futura di Willem Cameron Menzies; Nel duemila non sorgerà il sole di Michael Anderson che fu la prima trasposizione del romanzo 1984 di di George Orwell;
Orwell 1984 tratto anch'esso dall'omonimo romanz0dal citato romanzo;l'uomo che visse nel futuro di George Pal;La macchina del tempo di H.G Wells;fahrenheit 451 splendido di Francois Truffaut ; l'ultimo uomo sulla terra di Sidney Salkow tratto dal romanzo Io sono leggenda di Richard Matherson ;Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner tratto dall'omonimo romanzo ; gli occhi bianchi sul pianeta terra di Boris Sagal; l'uomo che fuggì dal futuro di George Lucas ; Arancia meccanica di Stanley Kubrick ;
Blade Runnerdi Ridley Scott ;1997 fuga da New York; L'esercito delle 12 scimmie , stupendo film Terry Gilliam ;Gattaca la porta dell'universodi Andrew Niccol ; Matrixdei fratello Wachowschi ;Equlibriumdi kurt Wimmer ;
V per vendettadi James Mc Teigue; il futuro ha inizio di karim Kusama ; The island di Michael Bay ; Io sono leggenda di Francis Lowrence
Mi fermo qui dovendo ,per questiono di spazio e d esigenza di sintesi , dimenticare qualche altra pellicola comunque attinente.
Gilliam, regista del film Brazil del 1985, trae ispirazione per il suo lavoro del romanzo di George Orwell del 1949;
é film quasi in concomitanza con quello inglese Orwell 1984.
Due film completamente diversi; In Brazil l'impostazione immaginaria e scenica prende il sopravvento sul messaggio critico verso una società dittatoriale prossima ventura ; (questo è un caso di forma che supera la sostanza diviene lei sostanza ).
Orwell 1984 non gioca con il fuoco e con senso introspettivo, comprende il dramma del rischio dittatura dando vita ad un film affascinate per profondità, durezza , fermezza ed umanità .
Con franchezza problemi concrete ed attuali come il pericolo derivante dalla gestione del potere meritano un linguaggio appropriato che è quello del rispetto.
Rischia Terry Gilliam di mettere in dubbio il suo convincimento circa la realtà di un pericolo di prossima o imminente di una svolta autoritaria del sistema sociale.
Brazil lascia perplessi per il suo linguaggio improprio, dispersivo , fuorviante , quasiin mala fede:è farsa di una verità in atto e ciò ci addolora.
Poi riflettendo e pensando a Gilliam ch è un grande creativo giocoliere , non possiamo che perdonarlo .
Brazil va visto quanto meno per le immagini suggestive e creative che ci vengono proposte!!!!!!!!!!!!!!
Ma non è capolavoro, come qualcuno vorrebe farci credere,Terry Gilliam ha fatto di meglio .
buona visone
weach illuminati
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filippo catani
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domenica 13 maggio 2012
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splendida satira sulla burocrazia e il potere
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In un terrificante stato dominato dalla burocrazia l'uccisione di uno scarafaggio fa involontariamente premere a un responsabile un tasto sbagliato e una persona innocente finirà ingiustamente arrestata e uccisa. Finirà a occuparsi del caso uno stralunato funzionario alla disperata ricerca della donna dei suoi sogni e in fuga dall'invadente madre.
Una bellissima pellicola che definirei tragicomica. Intanto troviamo la critica ad un potere sempre più burocratico e quindi di conseguenza bieco e senza scrupoli o sentimenti (gli errori non sono contemplati e viene addirittura lasciata la ricevuta della ricevuta). Tutto è rigidamente controllato e burocratizzato quindi ad esempio per le riparazioni si può fare riferimento ad un'unica ditta (splendida la coppia che parla facendosi da pappagallo a vicenda).
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In un terrificante stato dominato dalla burocrazia l'uccisione di uno scarafaggio fa involontariamente premere a un responsabile un tasto sbagliato e una persona innocente finirà ingiustamente arrestata e uccisa. Finirà a occuparsi del caso uno stralunato funzionario alla disperata ricerca della donna dei suoi sogni e in fuga dall'invadente madre.
Una bellissima pellicola che definirei tragicomica. Intanto troviamo la critica ad un potere sempre più burocratico e quindi di conseguenza bieco e senza scrupoli o sentimenti (gli errori non sono contemplati e viene addirittura lasciata la ricevuta della ricevuta). Tutto è rigidamente controllato e burocratizzato quindi ad esempio per le riparazioni si può fare riferimento ad un'unica ditta (splendida la coppia che parla facendosi da pappagallo a vicenda). Il terribile terrorista a cui lo stato sta dando la caccia è nient'altro se non un sovversivo elettricista che ripara le cose senza far parte della società addetta. Naturalmente chi non vuole fare parte di questa società è emarginato oppure arrestato e ucciso. Poi ci sono parti a dir poco spassose specie quando in scena ci sono la mamma del protagonista e la sua amica che sono sempre alla ricerca di nuovi dottori che possano loro somministrare trattamenti di bellezza per rimanere sempre giovani ma non sempre queste cure si rivelano efficaci con effetti a dir poco esilaranti. Insomma un mondo tragicomicamente terrificante dove il singolo è schiacciato sotto la macchina dello stato e dei suoi burocrati (il capo del protagonista ne è perfettamente e di nuovo tragicomicamente l'emblema). Insomma un film per chi vuole riflettere e anche sorridere allo stesso tempo su una vicenda che viaggia inesorabilmente verso un tragico epilogo.
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edoardo mazzaferro
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giovedì 6 settembre 2007
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destrutturante e spettrale storia d'amore.
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Una destrutturante e spettrale storia d'amore anzitutto. Una perentoria presa di posizione contro ogni forma di regime poi. Simile concettualmente e per significanza al capolavoro di F. Lang "Metropolis" e con uno stile che in più occasioni pare sorridere all'indietro verso l'esperienza "Monty Python", Brazil rappresenta, metaforizzandolo e fin dal tema musicale, il sogno di ciascun uomo che pare proprio essere la pace. La penultima scena infatti mostra il protagonista ormai libero da se stesso e dal genere umano in se, vivere col suo amore Jil in una roulotte in aperta campagna. Contrapposto vi è solo il caos. La burocrazia. L'eccedenza. Lo spreco. L'inutilità. "Metropolis" era città del lavoro, della manovalanza quasi fine a se stessa.
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Una destrutturante e spettrale storia d'amore anzitutto. Una perentoria presa di posizione contro ogni forma di regime poi. Simile concettualmente e per significanza al capolavoro di F. Lang "Metropolis" e con uno stile che in più occasioni pare sorridere all'indietro verso l'esperienza "Monty Python", Brazil rappresenta, metaforizzandolo e fin dal tema musicale, il sogno di ciascun uomo che pare proprio essere la pace. La penultima scena infatti mostra il protagonista ormai libero da se stesso e dal genere umano in se, vivere col suo amore Jil in una roulotte in aperta campagna. Contrapposto vi è solo il caos. La burocrazia. L'eccedenza. Lo spreco. L'inutilità. "Metropolis" era città del lavoro, della manovalanza quasi fine a se stessa. "Brazil" mostra una città disincantata e cinica. La città burocratica di una burocrazia, ancora, quasi fine a se stessa. Dopo 60 anni cambia l'immagine della città mostro, ma resta il mostro. Un mostro insito nella natura umana da cui il protagonista per la durata dell'intero film e di una vita tenta di scappare. Ma è una fuga da se stessi (il mostro fronteggiato ha la stessa sua faccia sotto la maschera), è crescita, è consapevolezza mirante a smascherare le menzogne dell'uomo all'uomo. A se. Tra citazioni colte (riproposta la scena dei soldati che scendono fucili alla mano una gradinata come in "La corazzata Potemkin") ed improvvise gemme da film d'azione il film porta avanti se stesso per 140 minuti senza pesare affatto. Disilluso, rende il proprio peso in una scenetta in secondo piano in cui un babbo natale qualunque chiede ad una fanciulla: "Cosa vuoi per Natale?".... "Una carta di credito". Il resto è simbolo.
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[+] amo terry gilliam non questo film........
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tony montana
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domenica 17 ottobre 2010
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uno dei film di fantascienza più belli
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«Un luogo qualunque del XX secolo». Un piccolo impiegato fugge dal regime totalitario in cui vive sognando di essere un Eroe alato che vive una storia d’amore con una bellissima donna dalla forma angelica, salvandola da un enorme e cattivissimo mostro. Nel mondo reale uno scarafaggio – un bug – manda in corto i computer…
Sulla scia di 1984 e con l’opera di Kafka bene in mente, l’ex Monty Pyton Terry Gilliam realizza un film carico di humour nero e sorprendente nella struttura drammaturgica come in quella visuale. Ricca di citazioni cinefile ma soprattutto di riuscitissime trovate comiche e di pungenti spunti satirici, Brazil è un’opera complessa e originale, a tratti confusa ma spesso geniale.
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«Un luogo qualunque del XX secolo». Un piccolo impiegato fugge dal regime totalitario in cui vive sognando di essere un Eroe alato che vive una storia d’amore con una bellissima donna dalla forma angelica, salvandola da un enorme e cattivissimo mostro. Nel mondo reale uno scarafaggio – un bug – manda in corto i computer…
Sulla scia di 1984 e con l’opera di Kafka bene in mente, l’ex Monty Pyton Terry Gilliam realizza un film carico di humour nero e sorprendente nella struttura drammaturgica come in quella visuale. Ricca di citazioni cinefile ma soprattutto di riuscitissime trovate comiche e di pungenti spunti satirici, Brazil è un’opera complessa e originale, a tratti confusa ma spesso geniale. La capacità di Gilliam di costruire lo spazio scenico e riprenderlo nel modo più efficace possibile è a tutt’oggi insuperata, e la sua idea di presentarci il film come fosse un’opera della cultura psichedelica degli anni Sessanta è ciò che permette alla pellicola di avere il fascino che ha, quello della fantasia sconfinata del suo regista. Ma è anche ciò che ha convinto gli executive della Universal a tenerla a lungo nel cassetto, distribuendola poi in versione tagliata negli Stati Uniti. Jonathan Pryce offre quella che è probabilmente la migliore interpretazione della sua carriera e Robert De Niro, in un ruolo totalmente inedito, fa poco più di un cameo, riuscendo comunque a disegnare il proprio personaggio come l’unico vero Eroe del film, ben più importante del Sam onirico. L’interpretazione dell’attore italoamericano, quella dell’idraulico Tuttle, fu accettata da critica e pubblico grazie al tocco di preziosa originalità, come nella sequenza in cui si lancia da un grattacielo con una corda come un piccolo supereroe da videogame. Nomination all’Oscar per sceneggiatura originale (di Gilliam, Tom Stoppard e Charles McKeown) e scenografie (Norman Garwood), oltre che per musica, suono e canzone. Steven Soderbergh usò il nome del protagonista di questo film, Sam Lowry, come pseudonimo del suo lavoro di sceneggiatore di Schizopolis, film che allo sperimentalismo narrativo di Brazil deve certamente qualcosa. Allucinante, psichedelico, grottesco, divertente, tragico, romantico, il capolavoro di Terry Gilliam, una visione da incubo di un futuro perfetto. Pianeta Terra post-atomico dove regna la burocrazia. La cosa più inquietante è che ci stiamo avvicinando a questo dispotico futuro glaciale e allucinante.
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flatout
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mercoledì 21 ottobre 2015
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da qualche parte nel 20° secolo
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Liberamente tratto dal romanzo di Orwell '1984' il film è una caricatura di un mondo 'perfetto' in cui l'essere umano punta ad una perfezione sia fisica che lavorativa e strutturale attraverso un sistema solo all'apparenza funzionale. Come si vede ad inizio film vediamo che questa politica di controllo e bidimensionalizzazione dell'essere umano è in realtà molto flebile: basta uno scarafaggio per far saltare tutta la logica perfezionista. Una perfezione che non permette sbagli. L'uomo di 'Brazil' viene satirizzato come 'stupido' (i due addetti ai tubi del gas) e cattivo, senza un sostanziale animo (l'amico torturatore del protagonista). Si scoprirà invece che questa società è corruttibilissima non solo dal lato formale ma anche dal lato morale: la fantasia umana e i loro sentimenti non si possono manipolare a proprio piacimento, come si noterà dagli attacchi terroristici, molta gente si ribellerà al sistema, in un modo o nell'altro (vedi anche il personaggio di DeNiro, spirito libero, incorruttibile dalle leggi del partito, e che, non a caso 'riempirà di merda il partito per sberleffo), cosa che a Sam non sfuggirà e che aiuta a scoprire un lato di se sconosciuto, un potere da ribelle e, soprattutto, un corpo materiale, a differenza della madre, o, più in particolare dell'amica che si disfa e si distrugge per l'eccessiva chirurgia plastica, come l'autodistruzione a cui va incontro l'umanità.
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Liberamente tratto dal romanzo di Orwell '1984' il film è una caricatura di un mondo 'perfetto' in cui l'essere umano punta ad una perfezione sia fisica che lavorativa e strutturale attraverso un sistema solo all'apparenza funzionale. Come si vede ad inizio film vediamo che questa politica di controllo e bidimensionalizzazione dell'essere umano è in realtà molto flebile: basta uno scarafaggio per far saltare tutta la logica perfezionista. Una perfezione che non permette sbagli. L'uomo di 'Brazil' viene satirizzato come 'stupido' (i due addetti ai tubi del gas) e cattivo, senza un sostanziale animo (l'amico torturatore del protagonista). Si scoprirà invece che questa società è corruttibilissima non solo dal lato formale ma anche dal lato morale: la fantasia umana e i loro sentimenti non si possono manipolare a proprio piacimento, come si noterà dagli attacchi terroristici, molta gente si ribellerà al sistema, in un modo o nell'altro (vedi anche il personaggio di DeNiro, spirito libero, incorruttibile dalle leggi del partito, e che, non a caso 'riempirà di merda il partito per sberleffo), cosa che a Sam non sfuggirà e che aiuta a scoprire un lato di se sconosciuto, un potere da ribelle e, soprattutto, un corpo materiale, a differenza della madre, o, più in particolare dell'amica che si disfa e si distrugge per l'eccessiva chirurgia plastica, come l'autodistruzione a cui va incontro l'umanità. Sam è in continuo contrasto con la politica, ma, come la sua fidanzata, non riesce mai a ribellarsi davvero, ma si nota il particolare sogno di libertà che è fondamentale per vivere (cosa che tra l'altro si denota in ogni singolo individuo, con la visione del film senza capo a controllare, un capo sempre dedito al lavoro ma incapace. Anche la natura è una finzione: una strada tra pannelli che ne creano una riproduzione, cosa quanto mai vera.
Ce ne sarebbero ancora di cose da dire, ma al momento mi fermo qui, svisceratelo ancora un pò voi.
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wow
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giovedì 27 gennaio 2005
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orwell & gilliam
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Un "DUETTO" davvero inquietante, ma comunque genuino made-in-UK, quello dello scrittore tra i più perspicaci sociologi dello scorso secolo e del regista tra i più dissacranti e ironici degli ultimi 30 anni... Chi non comprende a fondo la genialità dei due signori in questione probabilmente non ha mai neanche letto il libro, 1984, da cui Brazil è liberamente ispirato... La storia non è identica ma l'intento è il medesimo, cercare di combattere la spersonalizzazione totale che il genere umano ha subito da parte di un governo, un sistema fagocitante, burocrate, programmatico, all'interno del quale basta un ingranaggio inceppato a creare il panico, la mancanza di CONTROLLO. L'apoteosi surreale della dittatura, descritta sia nel libro che nella scenografia magnificente del film serva da monito alle generazioni future: questo è il pericolo.
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Un "DUETTO" davvero inquietante, ma comunque genuino made-in-UK, quello dello scrittore tra i più perspicaci sociologi dello scorso secolo e del regista tra i più dissacranti e ironici degli ultimi 30 anni... Chi non comprende a fondo la genialità dei due signori in questione probabilmente non ha mai neanche letto il libro, 1984, da cui Brazil è liberamente ispirato... La storia non è identica ma l'intento è il medesimo, cercare di combattere la spersonalizzazione totale che il genere umano ha subito da parte di un governo, un sistema fagocitante, burocrate, programmatico, all'interno del quale basta un ingranaggio inceppato a creare il panico, la mancanza di CONTROLLO. L'apoteosi surreale della dittatura, descritta sia nel libro che nella scenografia magnificente del film serva da monito alle generazioni future: questo è il pericolo... Ignoranza, imposizione, controllo.
Se Gilliam si è lasciato andare a qualche strascico privo di pregnanza, possiamo perdonarlo, anche perchè le sue inquadrature valgono parecchio, al pari della scelta del cast.
Geniale il titolo e la colonna sonora, la si odierà per tutta la vita, dopo.
Quindi, che tutti lo vedano!
P.S. me ne innamorai a sedici anni, l'ho rivisto a 28... e mi piacque ugualmente.
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veritas
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mercoledì 15 aprile 2009
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quel gran tipo di terry gilliam...
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Onirico. Surreale. Ironico. Fatasmagorico e confusionale. Ci sono altre parole per definirlo? Secondo me il film migliore di Terry Gilliam, che comunque rimane un grande. Ho sentito che l'idea per questo film gli è venuta mentre stava ascoltando, su una spiaggia inquinata e sudicia, Aquarela do Brazil, la canzone da cui prende anche il titolo e che è sempre ricorrente.
[+] bah, che dire...
(di tommy)
[ - ] bah, che dire...
[+] toc toc ciao sono weach
(di weach)
[ - ] toc toc ciao sono weach
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