Un"French Connection Number Two"comunque molto "mosso", dove John Frankenheimer, subentrato a WIlliam Friedkin, autore del primo film, sa cogliere anch'egli(in modo semplificato, certo, alcuni "umori marsigliesi"come anche le difficoltà comunicative tra polizia "gringa"e francese, entrambe parecchio violente(come vuole il titolo italiano)ma con modalità caratteriologiche certamente diverse;idem per la strada, in particolare per la descrizione dei quartieri"dangereux". Un film"fenomenologico", ma anche "psicologico", con le lunghe sequenze della"disintossicazione"/"riabilitazione"(inutile ribadire come sia estremamente arbitrario e limitativo esprimersi in questi termini)di Doyle, dove si ritiene, credo non a torto, che il cinema debba curare entrambe le componenti, pena la ricaduta in certo psicologismo(per es.
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Un"French Connection Number Two"comunque molto "mosso", dove John Frankenheimer, subentrato a WIlliam Friedkin, autore del primo film, sa cogliere anch'egli(in modo semplificato, certo, alcuni "umori marsigliesi"come anche le difficoltà comunicative tra polizia "gringa"e francese, entrambe parecchio violente(come vuole il titolo italiano)ma con modalità caratteriologiche certamente diverse;idem per la strada, in particolare per la descrizione dei quartieri"dangereux". Un film"fenomenologico", ma anche "psicologico", con le lunghe sequenze della"disintossicazione"/"riabilitazione"(inutile ribadire come sia estremamente arbitrario e limitativo esprimersi in questi termini)di Doyle, dove si ritiene, credo non a torto, che il cinema debba curare entrambe le componenti, pena la ricaduta in certo psicologismo(per es.in alcuni film di Bergman, pur con tutto il rispetto e le scuse dovute...), o invece in un "documentarismo"che spesso risulterebbe pseudo-tale. Anche sul versante della schisi tra bene e male, tra giusto e ingiusto, credo che il film si mantenga abbastanza equilibrato, marcando comunque nettamente i confini: DOyle, pur se"violento", come peraltro l'ispettore Barthelemy, è comunque, e lo si capisce dalla parte della"ragione", del"giusto", contro Charnier, il"vilain"più che distruttivo... Montaggio alternato molto efficace, musiche e loro scelta(più che"soundtrack"tout court)di notevole efficacia, per non dire di un Gene Hackam ancora una volta eccelso, di un Fernando Rey ottimamente ambiguo nel ruolo di Charnier, di un Bernard Fresson di notevole spessore, quale ispettore marsigliese. Il resto, se vogliamo, è"contorno". El Gato
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