bomber89
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venerdì 30 ottobre 2015
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la travagliata genesi dell'opera ultima di capote
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Una vicenda di cronaca che diventa un ossessione, è ciò che succede allo scrittore Truman Capote, partito per documentare con un articolo l'omicidio di un'intera famiglia in un peasino del Kansas, e ben presto convinto di scriverci un libro. In un film fatto di tanti dialoghi ruba la scena Philip Seyomour Hoffman che interpreta il protagonista, vera e propria attrazione di ogni dialogo: espressioni facciali, gestualità e tono di voce rubano la scena e a tratti mettono in secondo piano il contenuto stesso del discorso. L'atmosfera è quasi crepuscolare e ciò sembra adattarsi bene con lo stato d'animo dello scrittore che è completamente immerso nella vicenda che vuole trasformare in libro; talmente immedesimato che si spinge oltre le facoltà di un uomo esterno alla vicenda, aiuta i due assassini (con uno dei quali ha un fitto e duraturo dialogo) e di fatto permette di far rinviare continuamente la loro esecuzione, perché vuole sentire dalla bocca dell'assassino il racconto della notte di sangue.
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Una vicenda di cronaca che diventa un ossessione, è ciò che succede allo scrittore Truman Capote, partito per documentare con un articolo l'omicidio di un'intera famiglia in un peasino del Kansas, e ben presto convinto di scriverci un libro. In un film fatto di tanti dialoghi ruba la scena Philip Seyomour Hoffman che interpreta il protagonista, vera e propria attrazione di ogni dialogo: espressioni facciali, gestualità e tono di voce rubano la scena e a tratti mettono in secondo piano il contenuto stesso del discorso. L'atmosfera è quasi crepuscolare e ciò sembra adattarsi bene con lo stato d'animo dello scrittore che è completamente immerso nella vicenda che vuole trasformare in libro; talmente immedesimato che si spinge oltre le facoltà di un uomo esterno alla vicenda, aiuta i due assassini (con uno dei quali ha un fitto e duraturo dialogo) e di fatto permette di far rinviare continuamente la loro esecuzione, perché vuole sentire dalla bocca dell'assassino il racconto della notte di sangue. In Truman convivono affetto-attrazione verso uno dei due assassini e sadismo nel dargli vane speranze di salvezza solo per finire la sua opera. L'ossessione per "il suo libro", per la sua "opera ultima" è lampante e l'umanità verso una vicenda talmente drammatica è sacrificata sull'altare del successo!
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sabato 18 marzo 2006
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scavando nel passato..
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Quando Truman decide di indagare l'assassinio non è ancora consapevole di quello che gli capiterà. E' solo alla ricerca di un fatto che gli possa dare lustro, per soddisfare il suo forte desiderio di revanchismo nei confronti di una società che non riconosce il suo genio ma lo emargina per i suoi difetti. Quando incontra l'assassino riesce a capirlo molto bene, ci si specchia, si innamora, si innamora del lato scuro di sè, quello che pensava di aver sepolto.Decide allora di cavalcarlo con freddo opportunismo riesce a far parlare l'assassino perchè è come interrogare se stessi. Poi quando lo vede morire si sente in colpa, si sente in colpa perchè è lui ad averlo portato al successo e sentendosi debitore vuole fuggire alla macabra scena.
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Quando Truman decide di indagare l'assassinio non è ancora consapevole di quello che gli capiterà. E' solo alla ricerca di un fatto che gli possa dare lustro, per soddisfare il suo forte desiderio di revanchismo nei confronti di una società che non riconosce il suo genio ma lo emargina per i suoi difetti. Quando incontra l'assassino riesce a capirlo molto bene, ci si specchia, si innamora, si innamora del lato scuro di sè, quello che pensava di aver sepolto.Decide allora di cavalcarlo con freddo opportunismo riesce a far parlare l'assassino perchè è come interrogare se stessi. Poi quando lo vede morire si sente in colpa, si sente in colpa perchè è lui ad averlo portato al successo e sentendosi debitore vuole fuggire alla macabra scena.
Penso che il filo conduttore sia la difficile infanzia dei personaggi, per entrambi sfociata in qualcosa di forte, provocatoria, fredda e assurda. Bellissimo film
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annalisa
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sabato 13 gennaio 2007
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dare misura allo smisurato: grande film!
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Scrivo questa recensione "a sangue caldo" dopo aver visto il dvd, e (cosa che non faccio quasi mai) anche tutti gli extras.
Bellissimo film!
E dire che ero una spettatrice esigente e un po' prevenuta, amando molto Capote come scrittore (e temendo la caricaturizzazione di un personaggio già "caricaturale" di suo...).
Invece regista e sceneggiatore sono riusciti in una grande impresa: rendere con la dovuta misura una storia "vera" con tanti aspetti debordanti, eccessivi. Sono riusciti (grazie anche all'ottima fotografia e alla scelta azzeccatissima dei colori) a raffreddare il materiale incandescente con cui avevano a che fare, senza spegnerlo... Dall'efferatezza del crimine raccontato, all'unicità umana e artistica di Truman Capote, evitando la trappola della retorica, che in questi casi è sempre in agguato, e cogliendo tutte, o quasi tutte, le sfumature.
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Scrivo questa recensione "a sangue caldo" dopo aver visto il dvd, e (cosa che non faccio quasi mai) anche tutti gli extras.
Bellissimo film!
E dire che ero una spettatrice esigente e un po' prevenuta, amando molto Capote come scrittore (e temendo la caricaturizzazione di un personaggio già "caricaturale" di suo...).
Invece regista e sceneggiatore sono riusciti in una grande impresa: rendere con la dovuta misura una storia "vera" con tanti aspetti debordanti, eccessivi. Sono riusciti (grazie anche all'ottima fotografia e alla scelta azzeccatissima dei colori) a raffreddare il materiale incandescente con cui avevano a che fare, senza spegnerlo... Dall'efferatezza del crimine raccontato, all'unicità umana e artistica di Truman Capote, evitando la trappola della retorica, che in questi casi è sempre in agguato, e cogliendo tutte, o quasi tutte, le sfumature.
Davvero sbalorditiva per essere l'opera prima di due debuttanti (Bennet Miller e Dan Futterman).
CHAPEAU!
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beefheart
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venerdì 9 febbraio 2007
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apprezzabile
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Sembrerebbe che il bravo Philip Seymour Hoffman non si sia risparmiato nell'imitare alla perfezione atteggiamenti, movenze e parlata per ridare vita al defunto Truman Capote. Questo, ovviamente, giova e conferisce ulteriore valore ad un film di per se molto ben curato anche nella fotografia e nella ricostruzione storica dei fatti. La narrazione biografica è limitata ai 4 o 5 anni impiegati dal protagonista per la stesura del suo romanzo più famoso, ma è comunque sufficiente a delineare i tratti salienti di Truman e di ciò che lo circonda. Nel complesso un buon film, apprezzabile da tutti e sotto ogni punto di vista.
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turkish
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martedì 29 marzo 2011
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un ulteriore conferma del talento di p.s hoffman
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Un Film che mischia insieme il genere autobiografico,con il genere Thriller (l'uccisione di un intera famiglia).Non c'è il prevalere di un genere rispetto all'altro proprio perchè sono complementari tra loro.Il film è chiaramente tutto impostato sulla figura complessa e tormentata di Truman Capote che viene impersonificata da uno splendido P.S.Hoffman.Egli riesce a presentare tutte le sfumature del personaggio senza eccedere o strabordare ma anzi riuscendo a calarsi nella perfezione in un personaggio così complesso qual era Truman Capote.La trama non ha niente di articolato, è semplice e immediata,ma riesca ad essere comunque drammatica e penetrante.Una sorta di Storia (il film) che finisce in un altrettanta storia (il libro di Truman):non a caso ciò il nocciolo centrale del film è la nascita e gli sviluppi del libro di Truman Capote e le ripercussioni (crisi,sconforto,coinvolgimento emotivo) che genera sullo scrittore.
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Un Film che mischia insieme il genere autobiografico,con il genere Thriller (l'uccisione di un intera famiglia).Non c'è il prevalere di un genere rispetto all'altro proprio perchè sono complementari tra loro.Il film è chiaramente tutto impostato sulla figura complessa e tormentata di Truman Capote che viene impersonificata da uno splendido P.S.Hoffman.Egli riesce a presentare tutte le sfumature del personaggio senza eccedere o strabordare ma anzi riuscendo a calarsi nella perfezione in un personaggio così complesso qual era Truman Capote.La trama non ha niente di articolato, è semplice e immediata,ma riesca ad essere comunque drammatica e penetrante.Una sorta di Storia (il film) che finisce in un altrettanta storia (il libro di Truman):non a caso ciò il nocciolo centrale del film è la nascita e gli sviluppi del libro di Truman Capote e le ripercussioni (crisi,sconforto,coinvolgimento emotivo) che genera sullo scrittore.Il fine si conclude con una sorta di parallelismo della vita dell'omicida con quella di Truman, facendo capire come spesso uno esce dalla porta principale (Truman uscendo dalla porta destinante alla fortuna e fama ) e l'altro dalla porta secondaria(l'omicida che esce dalla porta spedente alla morte).
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gioia
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giovedì 30 agosto 2007
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discreto
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Discreto film. Meritatissimi oscar e golden globe per l'eccezionale protagonista, ottima prova di recitazione. Nonostante la piattezza della trama, non ci si annoia nel seguire il film, incantati dall'ammaliante parlantina di T.Capote. Interessante assistere alla vicenda del principale assassino per il quale, nonostante la consapevolezza fin dall'inizio che sia colpevole, non si può che provare pena e rabbrividire durante la sua esecuzione nel finale.
Da vedere.
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blackredblues
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mercoledì 14 settembre 2011
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come parassitare le emozioni.
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Sullo sfondo di un'indagine circa un massacro finalizzata alla scrittura di un romanzo-verità, viene tratteggiata la complessità dell'uomo Capote. Perennemente in balia di un forte narcisismo e quindi in costante ricerca del consenso altrui emerge con forza la lettura psicoanalitica piuttosto superata che vuole nella ricerca della triangolazione narcisismo-autocentramento-omosessualità la sua ragion d'essere. Lo scrittore non esita ad entrare in confidenza con uno degli assassini, dimostrandosi se necessario, piuttosto falso (prima di tutto con sè stesso) e manipolatore pur di ottenere la linfa utile alla costruzione del suo successo letterario.
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Sullo sfondo di un'indagine circa un massacro finalizzata alla scrittura di un romanzo-verità, viene tratteggiata la complessità dell'uomo Capote. Perennemente in balia di un forte narcisismo e quindi in costante ricerca del consenso altrui emerge con forza la lettura psicoanalitica piuttosto superata che vuole nella ricerca della triangolazione narcisismo-autocentramento-omosessualità la sua ragion d'essere. Lo scrittore non esita ad entrare in confidenza con uno degli assassini, dimostrandosi se necessario, piuttosto falso (prima di tutto con sè stesso) e manipolatore pur di ottenere la linfa utile alla costruzione del suo successo letterario. Pagherà, sempre secondo l'ottica proposta dalla pellicola, tutto ciò non riprendendosi mai più completmente implodendo in qualche modo in se stesso. Stilisticamente il film è ineccepibile, la recitazione di Philip Seymour Hoffman vince contro qualsiasi altra possibile remora nel vedere la pellicola.
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anita intra
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mercoledì 31 ottobre 2012
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una personalita' in conflitto con se stessa
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Truman Capote : a sangue freddo di Bennet Miller e' dunque la storia di come lo scrittore scrisse il suo libro piu' anomalo e fortunato; ed e' nello stesso tempo il ritratto di lui, di due assassini, di una piccola citta' rurale americana all'inizio degli anni Sessanta. Interessante il modomin cui e' presentata la personalita' direi sconcertante del protagonista, in conflitto con se stessa tra la cinica ricerca del successo e la consapevolezza umana di una giustizia senza riscatto.
Questo e' il bellissimo ritratto di Truman Capote, suggestiva la sceneggiatura nella quale si alternano magnifici paesaggi sconfinati , interni di case isolate che sembrano destinate a qualsiasi azione delittuosa, mondanita' e isolamento in cui solo la legalizzazione della morte libera la coscienza della societa'.
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Truman Capote : a sangue freddo di Bennet Miller e' dunque la storia di come lo scrittore scrisse il suo libro piu' anomalo e fortunato; ed e' nello stesso tempo il ritratto di lui, di due assassini, di una piccola citta' rurale americana all'inizio degli anni Sessanta. Interessante il modomin cui e' presentata la personalita' direi sconcertante del protagonista, in conflitto con se stessa tra la cinica ricerca del successo e la consapevolezza umana di una giustizia senza riscatto.
Questo e' il bellissimo ritratto di Truman Capote, suggestiva la sceneggiatura nella quale si alternano magnifici paesaggi sconfinati , interni di case isolate che sembrano destinate a qualsiasi azione delittuosa, mondanita' e isolamento in cui solo la legalizzazione della morte libera la coscienza della societa'. Un film intenso, in cui e' evidente l'ambiguita' dei personaggi, soprattutto quella dello scrittore, che a un certo punto sceglie se stesso e non aiuta fino in fondo l'amico che ama . Bellissima la fotografia, originale la recitazione del protagonista.
ANITA INTRA
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luigi chierico
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domenica 17 luglio 2016
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unico
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Unico l’atroce crimine della famiglia Clutter : il sig. Herbert, sua moglie Bonnie, il loro figlio Kenyon e la loro figlia Nancy, compiuto il 14 novembre del 1959 nel tranquillo e ridente villaggio Holcomb nel Kansas dove, come si legge nel testo,”A ogni aprile stormi di pappagalli volano in alto,rossi e verdi,verdi e arancio….,cantano recando la primavera d’aprile…”.
Unico il romanzo frutto di una lunga indagine-inchiesta condotta dal giornalista scrittore,drammaturgo e sceneggiatore Truman Capote, lo stesso autore di “Il buio oltre la siepe” e “Colazione da Tiffany” ed da cui sono stati tratti altrettanti ottimi film. Unico questo film perfetta trasposizione della storia di questo romanzo, un film condotto scrupolosamente con rigore ed attenzione dal regista Bennett Miller, candidato all’Oscar.
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Unico l’atroce crimine della famiglia Clutter : il sig. Herbert, sua moglie Bonnie, il loro figlio Kenyon e la loro figlia Nancy, compiuto il 14 novembre del 1959 nel tranquillo e ridente villaggio Holcomb nel Kansas dove, come si legge nel testo,”A ogni aprile stormi di pappagalli volano in alto,rossi e verdi,verdi e arancio….,cantano recando la primavera d’aprile…”.
Unico il romanzo frutto di una lunga indagine-inchiesta condotta dal giornalista scrittore,drammaturgo e sceneggiatore Truman Capote, lo stesso autore di “Il buio oltre la siepe” e “Colazione da Tiffany” ed da cui sono stati tratti altrettanti ottimi film. Unico questo film perfetta trasposizione della storia di questo romanzo, un film condotto scrupolosamente con rigore ed attenzione dal regista Bennett Miller, candidato all’Oscar. Unico, soprattutto unico,il contributo dato dall’ottimo ed indimenticabile attore Philip Seymour Hoffman nella parte di Trunan Capote, tanto da ottenere l’Oscar quale migliore attore. Non si può raccontare un film del genere, va solo visto ed apprezzato in ogni sua parte, il dialogo, l’ambientazione, la musica, la vicenda,la ricostruzione storica dei luoghi e dei fatti, e per finire, ancora una volta soprattutto, per l’interpretazione fatta di Truman Capote. Una storia in una storia, un dramma in una tragedia, un crimine ed un’analisi profonda delle sue cause. Uno scrittore apprezzato giornalista i cui risvolti umani gli fanno dire: "Quando qualcuno ha un'idea su di te è impossibile riuscire a fargliela cambiare. Fin da quand'ero piccolo la gente pensava di avermi etichettato, per via di quello che sono, cioè per come parlo, e si sono sempre sbagliati. Capisci quello che voglio dire?". Sembra che sia Philip Seymour Hoffman a dirlo, non posso dimenticare la sua parte nei film: “Il dubbio”, “The master” e “Onora il padre e la madre”. Un attore completo,così diverso dagli altri , dotato di una personalità non comune, non ha il fascino del divo holliwoodiano ma la tempra del grande attore di teatro. A ben vedere è così che recita nei suoi film e non solo in quelli che ho voluto ricordare. In pochi anni ha raccolto tanti consensi e premi, peccato ci abbia lasciato a soli 46 anni con ben pochi film che la tv fa rivedere. L’impegno profuso dal corrispondente del giornale di New York “ New Yorker “ per conoscere a fondo le psicologie dei due assassini il trentunenne Perry Edward Smith (Clifton Collins jr.) e il ventottenne Richard Hickock (Mark Pellegrino) pare aver tanto preso l’interprete che tutto il film assume le caratteristiche di un film verità,quasi documentaristico. Pfilip e Truman sono la stessa persona, hanno lo stesso impegno a tentare di andare oltre quel che si vede ed è stato. Occorre penetrare nell’animo umano dei due feroci assassini, conoscere il loro passato,le tendenze, i loro affetti, le loro famiglie e condizioni sociali per poter capire e cercare nel profondo di ciascuno quel seme di pietas che è mancato, per poter far chiedere perdono.”Sarebbe senza senso chiedere perdono di quel che ho fatto. E’ fuori luogo. Ma lo faccio. Chiedo perdono” pronuncia Perry prima di salire “gli scalini, di chiudere gli occhi e sentire il colpo che indica un collo spezzato dalla corda” come conclude il cronista per voce del grande Philip Seymour Hoffman, raccolto in un momento di mestizia, giustizia è fatta ma i fatti restano. Non è un film per tutti per cui pur essendo eccezionale non posso enumeralo tra i capolavori.chibar22@libero.it
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[+] un piccolo lapsus
(di mencio)
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filippo catani
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giovedì 14 luglio 2011
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seymour hoffan sbalorditivo
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Il film narra la gestazione del capolavoro A sangue freddo di Truman Capote. Il giornalista, scrittore e sceneggiatore va ad indagare su un brutale plurimo omicidio avvenuto in una fattoria di un tranquillo paese di campagna. La stesura dell'opera finirà per diventare un ossessione per lo scrittore che nel frattempo inizierà ad intrattenere rapporti con uno dei due killers.
Il film nel suo impianto e nel suo svolgimento rende perfettamente conto del travaglio interiore del già affermato Capote (già autore di Colazione da Tiffany). La ciliegina sulla torta la mette Philip Seymour Hoffman che nella parte di Capote supera se stesso dando vita ad una interpretazione straordinaria.
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Il film narra la gestazione del capolavoro A sangue freddo di Truman Capote. Il giornalista, scrittore e sceneggiatore va ad indagare su un brutale plurimo omicidio avvenuto in una fattoria di un tranquillo paese di campagna. La stesura dell'opera finirà per diventare un ossessione per lo scrittore che nel frattempo inizierà ad intrattenere rapporti con uno dei due killers.
Il film nel suo impianto e nel suo svolgimento rende perfettamente conto del travaglio interiore del già affermato Capote (già autore di Colazione da Tiffany). La ciliegina sulla torta la mette Philip Seymour Hoffman che nella parte di Capote supera se stesso dando vita ad una interpretazione straordinaria. In sostanza da solo riesce a reggere l'intera architettura della pellicola. Un viaggio all'inferno e ritorno per un dramma inspiegabile come tanti che purtroppo vediamo passarci sotto gli occhi con tremenda regolarità.
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