hop-frog
|
venerdì 9 novembre 2007
|
la fantasia come unico antidoto per la realtà.
|
|
|
|
Ci sono autori che con il passare del tempo si raddolciscono, moderano i propri termini e le proprie convinzioni. Terry Gilliam non è mai invecchiato, anzi oggi più che mai sembra diretto verso un cinema sfrontato e di grande carica eversiva, normalmente appannaggio perlopiù di giovani registi infervorati.
"Tideland" matura durante la frustrante esperienza con i fratelli Weinstein sul set de "I Fratelli Grimm". Inacidito e stanco di non poter dare al suo film l'impronta cupa e pessimista che desidera, Gilliam lascia a metà il montaggio dei Grimm e se ne parte in Canada a girare questa incubotica discesa di una moderna Alice in un Paese delle Meraviglie tenebroso e macabro. Un film piccolo, indipendente, personale, in cui la poesia finalmente non è bandita per contratto.
[+]
Ci sono autori che con il passare del tempo si raddolciscono, moderano i propri termini e le proprie convinzioni. Terry Gilliam non è mai invecchiato, anzi oggi più che mai sembra diretto verso un cinema sfrontato e di grande carica eversiva, normalmente appannaggio perlopiù di giovani registi infervorati.
"Tideland" matura durante la frustrante esperienza con i fratelli Weinstein sul set de "I Fratelli Grimm". Inacidito e stanco di non poter dare al suo film l'impronta cupa e pessimista che desidera, Gilliam lascia a metà il montaggio dei Grimm e se ne parte in Canada a girare questa incubotica discesa di una moderna Alice in un Paese delle Meraviglie tenebroso e macabro. Un film piccolo, indipendente, personale, in cui la poesia finalmente non è bandita per contratto.
"Tideland" ha diversi punti in comune con molti altri film del regista, e non solo per le fantasmagorie allucinatorie: si tratta dell'ennesima fuga da una realtà troppo angosciante e troppo squallida da sopportare. Jeliza Rose, la bambina protagonista della vicenda, nel giro di pochi giorni si trova a dover fare i conti con gli aspetti più terribili dell'esistenza. A salvarla saranno soltanto la fantasia, il sogno e la capacità di reinventare il mondo attraverso il gioco.
Il messaggio di "Tideland" è chiaro: i bambini sono più forti di noi nell'affrontare i problemi. Il nostro guaio è che abbiamo perso la capacità di immaginare e di giocare veramente; se sapessimo guardare il mondo con gli occhi splendidi e inquietanti di Jeliza Rose, tutte quelle cose che ci terrorizzano (la morte, il corpo, il sesso, argomenti tabù affrontati di petto nel film) si muterebbero in oggetti di incanto e di stupore.
Può sembrare un teorema un po' alla "Piccolo Principe", tutto sommato banale e già sentito. Eppure "Tideland" riesce nell'intento complesso di sdoppiare il nostro stesso sguardo: da una parte, i nostri occhi adulti possono cogliere tutto l'orrore reale di ciò che sta succedendo; dall'altra, la nostra parte infantile mai rimossa riesce a commuoversi di fronte alla poesia e alla forza terapeutica e magica della fantasia.
Il film si avvale delle strepitose performance di Jodelle Ferland, Jeff Bridges, Janet McTeer e Brendan Fletcher, quest'ultimo in particolare alle prese con un personaggio difficile da affrontare senza oltrepassare mai il limite. Ma come sempre il vero protagonista è il talento visivo di Gilliam, che in "Tideland" si esprime ad un livello di libertà raramente concessa al regista. L'impeccabile fotografia di Nicola Pecorini (con le sue tipiche steady "fuori bolla") completa alla perfezione questo piccolo, indimenticabile gioiello.
Un film senza compromessi, allo stesso tempo crudele e tenero, poetico e scandaloso, maturo ed infantile, che affronta temi profondi con la leggerezza di una favola.
Un'avventura emozionante ed unica, un viaggio alla scoperta di un modo di guardare che credevamo d'avere dimenticato per sempre.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a hop-frog »
[ - ] lascia un commento a hop-frog »
|
|
d'accordo? |
|
giuseppe marino
|
martedì 13 novembre 2007
|
allucinazione nera senza compromessi
|
|
|
|
Se è vero,come è vero,che la storia contemporanea è condensata nel grumo di vomito sui baffi di Benicio Del Toro,in Paura e Delirio a Las Vegas,allora l’opera dell’ex Monty Phyton Terry Gilliam ha un’importanza specifica più vicina a quella accordata da selezionate schiere di fans,che a quella negata da critici scettici. La sua precedente opera,I Fratelli Grimm,pur dotata di tocchi autoriali riconoscibili ed apprezzabili,era certamente più pacificata,con inedite strizzatine d’occhio al mercato ed alla noia.Da qui la sorpresa d’aver assistito,con Tideland,alla performance più anticonformista dell’autore.Un rifiuto radicale delle canonizzate leggi hollywoodiane,a favore di un’espressione del fantastico nera, spesso marcia e disturbante,una strutturazione dell’intreccio che, nella costruzione di una favola,riesce a concedere poco o nulla alla realizzazione delle aspettative del pubblico.
[+]
Se è vero,come è vero,che la storia contemporanea è condensata nel grumo di vomito sui baffi di Benicio Del Toro,in Paura e Delirio a Las Vegas,allora l’opera dell’ex Monty Phyton Terry Gilliam ha un’importanza specifica più vicina a quella accordata da selezionate schiere di fans,che a quella negata da critici scettici. La sua precedente opera,I Fratelli Grimm,pur dotata di tocchi autoriali riconoscibili ed apprezzabili,era certamente più pacificata,con inedite strizzatine d’occhio al mercato ed alla noia.Da qui la sorpresa d’aver assistito,con Tideland,alla performance più anticonformista dell’autore.Un rifiuto radicale delle canonizzate leggi hollywoodiane,a favore di un’espressione del fantastico nera, spesso marcia e disturbante,una strutturazione dell’intreccio che, nella costruzione di una favola,riesce a concedere poco o nulla alla realizzazione delle aspettative del pubblico.Il tutto in una messa in scena spoglia di effetti speciali, che lascia il compito del coinvolgimento e della sorpresa a scelte registiche puramente espressioniste.La storia è quella di una bambina, novella Alice, persa nella “terra delle maree” assieme al padre tossicodipendente, Jeff Bridges, che regala una sorta di Drugo lebowskiano andato a male. All'anteprima di Bologna è seguito l'incontro con Gilliam, all'oratorio San Filippo Neri. All’inevitabile domanda su Brazil, ha risposto che gli si è “attaccato alle scarpe come una merda di cane”, pur ammettendo, poco dopo, come veda in Tideland l’opera più simile al suo lavoro più conosciuto. Eppure, parlando della sua concezione del lavoro di regista, pone come irrinunciabile la tendenza al cambiamento, fino a pensare, rivedendo i suoi vecchi film “il regista non lo conosco, non sono io”. Gilliam trova una metafora architettonioca di quella che dovrebbe essere l’opera registica: mattoni rossi da un lato, stucchi barocchi dall’altro, ed il soffitto incompleto con lo scheletro di legno a vista. Un accostamento ed un sovrapporsi, spesso caotico, di elementi eterogenei. In Tideland si esalta l'aspetto gotico, e su questo campo il confronto con Tim Burton è automatico ed opportuno. Burton vanta una popolarità certamente superiore a quella di Gilliam, ed il suo nome è con una certa facilità accompagnato alla parola “genio”. In realtà quello di Burton sembra un nero tinto ad arte e piuttosto smaltato, dove personaggi bizzarri e più o meno mostruosi sono spesso al servizio di una storia classica e lineare, riducendosi il tutto ad una cifra estetica. Gilliam, al contrario, non ha paura di mostrare l’aspetto più profondamente contraddittorio e disturbante delle favole, quelle vere e cattive, compiendo l’operazione inversa: riveste di un’atmosfera falsamente lieve dei temi estremamente forti, ottenendo per contrasto un effetto spiazzante.Allo stesso modo i due registi hanno affrontato un tema comune, quello della narrazione orale, Burton in Big Fish e Gilliam in Tideland. Il primo, in quello che è uno dei suoi film migliori, ha costruito un percorso affascinante e colorato, rilanciando comunque l’idea della fascinazione del racconto che valorizza l’epos personale.Il secondo costringe la piccola narratrice a crearsi un mondo che trova anch’esso radici nel suo vissuto, ma che non ha niente di consolatorio, mentre esalta i disagi e le vere e proprie dissociazioni della protagonista, costretta a cercare conforto in se stessa,uno degli elementi di un mondo fatto di persone danneggiate, disperate, isolate.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giuseppe marino »
[ - ] lascia un commento a giuseppe marino »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
venerdì 20 dicembre 2013
|
anticonvenzionale ma lezioso
|
|
|
|
Jeliza-Rose, fanciulla orfana di genitori tossicodipendenti, rimasta sola dopo la morte del padre, in una casa in aperta campagna rovinosa e isolata dal mondo, inventa un "mondo capovolto", fatto di individui bizzarri e situazioni paradossali, in cui poter crescere trovando rifugio dalla realtà.
Opera assolutamente singolare, dallo stile narrativo che commistiona fiabesco, tragico e grottesco. Il nucleo fondante è il dramma di una bambina rimasta priva di riferimenti e che si ritrova costretta a crescere anzi tempo: si trucca, si atteggia da vera donna, nega a se stessa la morte del padre, in un crescente patetismo portato al culmine nelle scene di affettuosità verso il genitore morto.
[+]
Jeliza-Rose, fanciulla orfana di genitori tossicodipendenti, rimasta sola dopo la morte del padre, in una casa in aperta campagna rovinosa e isolata dal mondo, inventa un "mondo capovolto", fatto di individui bizzarri e situazioni paradossali, in cui poter crescere trovando rifugio dalla realtà.
Opera assolutamente singolare, dallo stile narrativo che commistiona fiabesco, tragico e grottesco. Il nucleo fondante è il dramma di una bambina rimasta priva di riferimenti e che si ritrova costretta a crescere anzi tempo: si trucca, si atteggia da vera donna, nega a se stessa la morte del padre, in un crescente patetismo portato al culmine nelle scene di affettuosità verso il genitore morto. Il dramma è tutto visto dai suoi occhi, occhi al tempo stesso di genuina innocenza e di una consapevolezza sconcertante. Ma la trama si sviluppa, e la protagonista è resa dinamica, da situazioni paradossali e personaggi grotteschi, presentati in un'atmosfera rarefatta e fiabesca.
L'incontro di Jeliza-Rose con un ragazzo "diverso" molto più grande, esperienza dal sapore dolceamaro che concentra in sè avventura fiabesca e scoperta della sessualità, è una vera e propria fusione tra perversità estrema e delicata purezza. Interessanti anche le bambole, veri e propri feticci dei genitori (disastrate quanto loro) emblema di un infantilismo snaturato dalla sua serenità e rappresentazione delle istanze comportamentali della bimba (vanità e timidezza, frivolezza e serietà, innocenza e malizia).
Il film è animato dalla ricerca di tematiche bizzarre, inquietanti o straniate, ma tanto parossistiche da non reggersi fino alla fine; il risultato è una creatività che non trova la giusta espressione, restando aggrovigliata e poco coerente. La sceneggiatura è pachidermica, in equilibrio tra monologhi ridondanti fino allo strazio e scene in cui non succede davvero nulla. I ritratti dei personaggi sono esasperati tanto da risultare di maniera (la nostra strega poi non è fin troppo ispirata a quella di Big Fish?). La tematica surrealistica è condita con un pizzico di fine a se stesso, piuttosto che condotta con consapevolezza, più per un compiacimento verso l'astrusità e la disarmonia, che per una più profonda indagine esistenziale. Salvo qualche elemento interessante, sopra citato, si resta in superficie.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
franco cesario
|
giovedì 21 luglio 2011
|
il perchè del copovolgimento del mondo
|
|
|
|
Terry Gilliam rende speciale qualsiasi cosa tocchi anche una storia apparentemente semplice come quella di Tideland.
Nel suo solito ed inconfondibile stile volutamente confusionario e visionario, che rappresenta un marchio di fabbrica più che un infinito ripetersi, ci racconta una favola moderna con gli occhi di una bambina (l’attrice in erba canadese a dir poco fantastica Jodelle Ferland) cresciuta prima del tempo a causa della sciagurata famiglia che si ritrova.
I personaggi di Gilliam sono sempre doppi se non tripli, nascondono al loro interno sia lo Yin che lo Yang (un po’ come tutti noi d’altronde) spesso folli, reietti e sui generis, come questo pazzo mondo che ci circonda e che non decide di darsi una regolata.
[+]
Terry Gilliam rende speciale qualsiasi cosa tocchi anche una storia apparentemente semplice come quella di Tideland.
Nel suo solito ed inconfondibile stile volutamente confusionario e visionario, che rappresenta un marchio di fabbrica più che un infinito ripetersi, ci racconta una favola moderna con gli occhi di una bambina (l’attrice in erba canadese a dir poco fantastica Jodelle Ferland) cresciuta prima del tempo a causa della sciagurata famiglia che si ritrova.
I personaggi di Gilliam sono sempre doppi se non tripli, nascondono al loro interno sia lo Yin che lo Yang (un po’ come tutti noi d’altronde) spesso folli, reietti e sui generis, come questo pazzo mondo che ci circonda e che non decide di darsi una regolata.
È questo un cinema che non annoia mai, sorprendente, che fa sognare, ridere e commuovere nel giro di poche scene.
Si sprecano le allegorie, il ritmo, i saliscendi da giostra filmica, le emozioni.
Sublime a tratti soprattutto nei monologhi della piccola protagonista sola ed immersa nel suo mondo obbligatoriamente fantastico ma anche concreto perché le permette la sopravvivenza in una società crudele e individualista.
Tanto che forse la stessa società potrebbe cambiarla come lascia intendere il finale.
Un’esperienza cinematografica notevole per gli amanti del genere che rappresenta uno spot ed un incentivo per guardarsi tutta la filmografia del regista naturalizzato inglese che non disdegna la vita nella provincia italiana.
Franco Cesario sinonimomacontrario.splinder.com
[-]
|
|
[+] lascia un commento a franco cesario »
[ - ] lascia un commento a franco cesario »
|
|
d'accordo? |
|
andrea levorato
|
sabato 22 ottobre 2011
|
il più delirante tra i film di terry gilliam
|
|
|
|
Tideland – Il mondo capovolto ****1/2
Produzione: Canada 2005
Genere: Grottesco, Drammatico, Fantastico, Commedia
Attori principali:
Regia: Terry Gilliam, Jeff Bridges, Janet Mc Teer, Brendan Fletcher
Trama:
Jeliza-Rose (Ferland) ha perso la mamma morta di overdose. Va a vivere col papà (Bridges), anche lui tossicodipendente, in campagna, ma la tragedia è in agguato.
Mini recensione:
“Tideland” è una delle esperienze cinematografiche più sensazionali di tutti i tempi. È il più dolce tra gli incubi e il più spaventoso tra i sogni, un saggio fatto di decadenza, quasi putrefazione (come Bridges).
[+]
Tideland – Il mondo capovolto ****1/2
Produzione: Canada 2005
Genere: Grottesco, Drammatico, Fantastico, Commedia
Attori principali:
Regia: Terry Gilliam, Jeff Bridges, Janet Mc Teer, Brendan Fletcher
Trama:
Jeliza-Rose (Ferland) ha perso la mamma morta di overdose. Va a vivere col papà (Bridges), anche lui tossicodipendente, in campagna, ma la tragedia è in agguato.
Mini recensione:
“Tideland” è una delle esperienze cinematografiche più sensazionali di tutti i tempi. È il più dolce tra gli incubi e il più spaventoso tra i sogni, un saggio fatto di decadenza, quasi putrefazione (come Bridges). Non manca nulla a questa perla per farsi odiare dalla gran parte della critica: tossicodipendenza, lobotomia, pedofilia (o in generale violenza su di una minorenne), bombe “atomiche”…
Jeliza-Rose è una spettatrice che manipola il mondo a suo piacere subendo ciò che è il male inconsapevole (il bacio col matto ha sollevato non poche polemiche) , disturbando il pubblico, quasi punzecchiandolo, costringendolo a riflettere sulla realtà dell’infanzia.
Tra gli interpreti Bridges è capace di regalare alcuni siparietti divertenti, ma in poco tempo ci si immerge nell’atmosfera del film dove le risate non possono che strizzarsi in gola.
Indimenticabile la protagonista; Jodelle Ferland mostra un talento da far diventare verde da capo a piedi Dakota Fanning, e la sua interpretazione è forse la migliore interpretazione giovanile dai tempi della Tatum O’Neal di “Paper Moon” (1973).
Un film ricco di personalità e fantasia, ma che deve molto ad alcuni modelli quali “Alice nel paese delle meraviglie” (ovvio no?), “Lo spirito dell’alveare”, “Crìa Cuervos” e “I Goonies”.
Interpretazioni:
Jodella Ferland *****
Jeff Bridges ***
Janet Mc Teer ***
Brendan Fletcher ***
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea levorato »
[ - ] lascia un commento a andrea levorato »
|
|
d'accordo? |
|
stefano pariani
|
venerdì 14 gennaio 2011
|
un mondo capovolto di folli meraviglie
|
|
|
|
Jeliza Rose (Jodelle Ferland) è una bambina di dieci anni figlia di due tossicodipendenti, che, in seguito alla morte della madre, intraprende col papà Noah, ex rockstar sul viale del tramonto (Jeff Bridges), un viaggio verso una fatiscente e disabitata casa sperduta in mezzo alla campagna. Rimasta orfana anche del padre, passato a miglior vita per overdose, la piccola Jeliza si ritrova completamente sola e dà sfogo a tutta la sua fervida fantasia, trasfigurando la realtà che la circonda in un mondo agrodolce e tutto suo. Ecco quindi che lo schermo si popola teste mozze di bambola che improvvisamente si animano e prendono a parlare, scoiattoli che si comportano come impertinenti grilli parlanti e sconfinati oceani dorati di grano abitati da fantomatici squali.
[+]
Jeliza Rose (Jodelle Ferland) è una bambina di dieci anni figlia di due tossicodipendenti, che, in seguito alla morte della madre, intraprende col papà Noah, ex rockstar sul viale del tramonto (Jeff Bridges), un viaggio verso una fatiscente e disabitata casa sperduta in mezzo alla campagna. Rimasta orfana anche del padre, passato a miglior vita per overdose, la piccola Jeliza si ritrova completamente sola e dà sfogo a tutta la sua fervida fantasia, trasfigurando la realtà che la circonda in un mondo agrodolce e tutto suo. Ecco quindi che lo schermo si popola teste mozze di bambola che improvvisamente si animano e prendono a parlare, scoiattoli che si comportano come impertinenti grilli parlanti e sconfinati oceani dorati di grano abitati da fantomatici squali. Non tarderanno a presentarsi, in questa fiaba moderna, personaggi eccentrici e spaventosi: un'esperta apicoltrice con un occhio solo nonchè imbalsamatrice di cadaveri (Janet McTeer) e un ritardato mentale con la mania della dinamite (Brendan Fletcher), con il quale Jeliza stringe una tenera amicizia. L'aspra realtà viene trasfigurata in piacevoli scoperte dallo sguardo innocente della bambina; la morte non fa più paura e la diversità viene accolta con dolcezza. Ma il rischio di precipitare in un buco nero senza fine è dietro l'angolo: sarà, ancora una volta, una sciagura a riportare bruscamente alla realtà Jeliza, con un lieto fine che si profila solo come speranza, perchè non sappiamo esattamente che ne sarà della piccola. Di certo continuerà a guardare il mondo col suo sguardo carico d'inquietudini, ma anche pieno di risorse pronte a cogliere le inattese gioie della vita. In bilico tra realtà e sogno, Terry Gilliam, citando a piene mani "Alice" di Lewis Carroll e richiamando "Psyco", firma un'opera bella e struggente, una riflessione acuta e sensibile sul mondo dell'infanzia che ogni adulto dovrebbe vedere per comprendere le infinite e misteriose risorse dei piccoli che ci stanno accanto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano pariani »
[ - ] lascia un commento a stefano pariani »
|
|
d'accordo? |
|
vjarkiv
|
domenica 1 dicembre 2013
|
il film più disturbante di gilliam...
|
|
|
|
Il film più disturbante di Gilliam, al punto che lo stesso regista ha deciso di mettere una sua presentazione per la versione home video.
La scena iniziale in cui la piccola Jeliza-Rose (una straordinaria Jodelle Ferland) prepara la dose per il padre tossico, è la premessa per far capire allo spettatore a cosa andrà incontro proseguendo nella visione. L'invito è a tuffarsi in un "mondo capovolto" liberato dalle stratificazioni pregiudiziali. Pur riconoscendo al regista una sincerità di intendi, e caparbietà nel portare avanti progetti che possono naufragare (vedi il Don Chisciotte), ci troviamo di fronte ad un'opera forse non del tutto riuscita, ma sicuramente con forti connotazioni dolenti che certamente non lascia indifferenti.
[+]
Il film più disturbante di Gilliam, al punto che lo stesso regista ha deciso di mettere una sua presentazione per la versione home video.
La scena iniziale in cui la piccola Jeliza-Rose (una straordinaria Jodelle Ferland) prepara la dose per il padre tossico, è la premessa per far capire allo spettatore a cosa andrà incontro proseguendo nella visione. L'invito è a tuffarsi in un "mondo capovolto" liberato dalle stratificazioni pregiudiziali. Pur riconoscendo al regista una sincerità di intendi, e caparbietà nel portare avanti progetti che possono naufragare (vedi il Don Chisciotte), ci troviamo di fronte ad un'opera forse non del tutto riuscita, ma sicuramente con forti connotazioni dolenti che certamente non lascia indifferenti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vjarkiv »
[ - ] lascia un commento a vjarkiv »
|
|
d'accordo? |
|
emanuelemarchetto
|
sabato 18 marzo 2017
|
imperfetto, ma libero!
|
|
|
|
Tratto dal romanzo omonimo di Mitch Cullin.
Da cosa si riconosce un regista geniale? Verrebbe da dire dai suoi capolavori; ma è più interessante valutarne i lavori meno riusciti. Si perché un grande regista è incapace di fare film davvero pessimi.
Questo è il caso di Terry Gilliam, regista di capolavori come "Brazil", e di film di culto come "Paura e delirio a Las Vegas".
[+]
Tratto dal romanzo omonimo di Mitch Cullin.
Da cosa si riconosce un regista geniale? Verrebbe da dire dai suoi capolavori; ma è più interessante valutarne i lavori meno riusciti. Si perché un grande regista è incapace di fare film davvero pessimi.
Questo è il caso di Terry Gilliam, regista di capolavori come "Brazil", e di film di culto come "Paura e delirio a Las Vegas".
"Tideland" invece fa parte dell'ultima dell'ultima fase della sua carriera, quella più sfortunata, fatta di numerosi progetti abortiti e di altri mal distribuiti.
Il film infatti è ben lontano dagli standard del regista: è un film discontinuo, con sequenze oniriche più fiacche del solito. Ma nonostante questo non è affatto brutto: la narrazione è imprevedibile e l'ambientazione suggestiva. Gli interpreti, recitano sopra le righe, dando un carattere caricaturale ai personaggi che ben si amalgama col mondo che Gillian delinea; un mondo crudele e disgustoso, che viene però trasfigurato dagli occhi della piccola protagonista.
Insomma, nel bene e nel male, "Tideland" risulta un prodotto interessante e anarchico, che vale più di una visione.
(Consiglio caldamente anche il libro).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a emanuelemarchetto »
[ - ] lascia un commento a emanuelemarchetto »
|
|
d'accordo? |
|
fidelioavs
|
lunedì 18 gennaio 2021
|
suggestivo
|
|
|
|
TideLand o la terra della marea è un film molto criptico di Terry Gilliam, su soggetto di Mitch Cullin. Il contesto è piuttosto macabro, interpretato da figure sia grottesche che fiabesche, esse si muovono in uno scenario surreale. Ciò che regge questa realtà distorta, fatta di episodi di vita devastanti, sono gli occhi onirici della protagonista. I sogni ad occhi aperti di Jeliza Rose percorrono il linguaggio tipico degli archetipi, frutto dell'inconscio. Per comprendere l'intenzione del regista, bisognerebbe riferirsi anche alla cinematografia di Peter Wire, che è un'altro maestro e contemporaneo della sua epoca, mi riferisco in particolare all'Ultima Onda (The Last Wave).
[+]
TideLand o la terra della marea è un film molto criptico di Terry Gilliam, su soggetto di Mitch Cullin. Il contesto è piuttosto macabro, interpretato da figure sia grottesche che fiabesche, esse si muovono in uno scenario surreale. Ciò che regge questa realtà distorta, fatta di episodi di vita devastanti, sono gli occhi onirici della protagonista. I sogni ad occhi aperti di Jeliza Rose percorrono il linguaggio tipico degli archetipi, frutto dell'inconscio. Per comprendere l'intenzione del regista, bisognerebbe riferirsi anche alla cinematografia di Peter Wire, che è un'altro maestro e contemporaneo della sua epoca, mi riferisco in particolare all'Ultima Onda (The Last Wave). Tideland tocca punti espressivi notevolissimi dal punto di vista della regia e della fotografia. La sceneggiatura si sbriciola un pò nell'ultimo quarto d'ora prima dell'epilogo finale. Non si tratta certo di una favola, qualcuno ha confuso il tema del film, con Alice nel paese delle meraviglie. Anche qui Gilliam con molte trovate sceniche, omaggia Kubrick di Shining, ma non solo. Tidelend lascia allo spettatore molti punti di riflessione sulla condizione umana. Jeliza lancia un monito alle future generazioni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fidelioavs »
[ - ] lascia un commento a fidelioavs »
|
|
d'accordo? |
|
fidelioavs
|
lunedì 18 gennaio 2021
|
scioccante
|
|
|
|
TideLand o la terra della marea, è un film piuttosto criptico di Terry Gilliam, su soggetto di Mitch Cullin. Il contesto è piuttosto macabro, interpretato da figure sia grottesche che fiabesche, esse si muovono in uno scenario surreale. Ciò che regge questa realtà distorta, fatta di episodi di vita devastanti, sono gli occhi onirici della protagonista. I sogni ad occhi aperti di Jeliza Rose percorrono il linguaggio tipico degli archetipi, frutto dell'inconscio. Per comprendere l'intenzione del regista, bisognerebbe riferirsi anche alla cinematografia di Peter Weir, che è un maestro e contemporaneo della sua epoca, mi riferisco in particolare all'Ultima Onda (The Last Wave).
[+]
TideLand o la terra della marea, è un film piuttosto criptico di Terry Gilliam, su soggetto di Mitch Cullin. Il contesto è piuttosto macabro, interpretato da figure sia grottesche che fiabesche, esse si muovono in uno scenario surreale. Ciò che regge questa realtà distorta, fatta di episodi di vita devastanti, sono gli occhi onirici della protagonista. I sogni ad occhi aperti di Jeliza Rose percorrono il linguaggio tipico degli archetipi, frutto dell'inconscio. Per comprendere l'intenzione del regista, bisognerebbe riferirsi anche alla cinematografia di Peter Weir, che è un maestro e contemporaneo della sua epoca, mi riferisco in particolare all'Ultima Onda (The Last Wave). Tideland tocca punti espressivi notevolissimi dal punto di vista della regia e della fotografia. La sceneggiatura si sbriciola un pò nell'ultimo quarto d'ora prima dell'epilogo finale. Non è proprio una favola, qualcuno ha confuso il tema del film, con Alice nel paese delle meraviglie. Anche qui Gilliam con molte trovate sceniche, omaggia Kubrick di Shining, ma non solo. Tidelend lascia allo spettatore molti spunti di riflessione sulla condizione umana. Jeliza lancia un monito alle future generazioni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fidelioavs »
[ - ] lascia un commento a fidelioavs »
|
|
d'accordo? |
|
|