alessandro fiorencis
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lunedì 9 dicembre 2002
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sta nascendo un autore
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Tutto qui? Sono d'accordo con il riassunto(del resto chiunque avesse visto il film lo sarebbe), con il giudizio su Al Pacino(comunque molto meno sopra le righe del solito) e su Robin Williams. Ma neanche una parola sulla straordinaria Hilary Swank e sul grandissimo regista Christopher Nolan???(si era già fatto vedere con Memento)
La Swank ha accettato un ruolo che la mette addirittura in terzo piano nello svolgimento della vicenda, eppure dimostra di trovarsi a proprio agio anche così, nei panni di una inesperta ed insicura detective che si trova a lavorare con il più grande (e da lei più stimato) detective d'America, ma alla fine, mossa dal suo senso di giustizia, riesce quasi ad accusare quest'uomo tanto idolatrato di omicidio.
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Tutto qui? Sono d'accordo con il riassunto(del resto chiunque avesse visto il film lo sarebbe), con il giudizio su Al Pacino(comunque molto meno sopra le righe del solito) e su Robin Williams. Ma neanche una parola sulla straordinaria Hilary Swank e sul grandissimo regista Christopher Nolan???(si era già fatto vedere con Memento)
La Swank ha accettato un ruolo che la mette addirittura in terzo piano nello svolgimento della vicenda, eppure dimostra di trovarsi a proprio agio anche così, nei panni di una inesperta ed insicura detective che si trova a lavorare con il più grande (e da lei più stimato) detective d'America, ma alla fine, mossa dal suo senso di giustizia, riesce quasi ad accusare quest'uomo tanto idolatrato di omicidio. Quasi, ma poi ci ripensa. Ed è lui che in punto di morte la convince che invece era quella la cosa giusta da farsi. Così salva una delle poche persone veramente oneste che restavano in circolazione dalla corruzione. Una corruzione lenta ed inesorabile, che aveva colpito anche lui poco prima dell'inizio della storia, e che a poco a poco lo aveva ridotto nello stato in cui si trova alla fine del film.
L'insonnia è solo l'estrinsecazione di quel male che aveva dentro, che gli rodeva la coscienza, che lo spinge a legarsi (non tanto involontariamente) al killer, che ancora una volta non è una persona cattiva, aveva solo fatto un passo falso nella sua vita. Come Dormer. E come avrebbe fatto la giovane detective.
Mi ero spesso chiesto se il giovane Nolan sarebbe riuscito a ripetersi ai livelli di Memento. Ero scettico sul fatto che potesse produrre ancora una volta un film di così alto livello. Ed invece c'è riuscito. Certo, non è un film che colpisce come Memento. Insomnia lavora di più sulla coscienza dello spettatore, come nel film l'insonnia lavora su quella del personaggio principale. La fotografia bianco neve ci offusca la mente, la nebbia offusca la vista di Dormer. Si ritrova intrappolato in una situazione dalla quale non può uscire, come una mosca nel miele, e più si sforza di uscire più si sente frustrato e spossato, e c'è sempre una spina che lo punge nel fianco. Bellissima in questo senso la sequenza in cui cade sotto i tronchi sul fiume.
E poi la luce. La luce non era mai troppa. Lui ne vedeva troppa. Luce che schiariva, metteva in mostra, toccava tutto. E sempre. E lui aveva bisogno di buio. Anche solo per un momento. Un attimo di tregua. Ma la tregua non arrivava mai.
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[+] buona la confezione.....
(di gianpaolo)
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davide di finizio
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lunedì 28 dicembre 2009
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adrenalinico e allucinato
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Un thriller adrenalinico e "allucinato" che trova i suoi punti di forza nella solida sceneggiatura e nell'ottimo cast di attori. Remake di un film norvegese del 1997, Insomnia sembra inizialmente la solita storia del poliziotto che dà la caccia all'assassino. Ma ben presto il banale gioco di guardie e ladri si trasforma in un tormentoso baratro in cui Bene e Male sembrano confondersi, in cui i tradizionali ruoli di persecutore e perseguitato finiscono per rovesciarsi, sino al finale salomonico, ma necessario. Il tema del "doppio", che aprirà la strada a The prestige, si materializza qui nell'incontro-scontro tra il tortuoso agente Dormer(un sublime Al Pacino),diviso tra la coscienza morale dello sbirro e le ombre dell'uomo, e il meno interessante giallista Finch, che pur reggendo il gioco non è che il classico psicopatico da thriller.
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Un thriller adrenalinico e "allucinato" che trova i suoi punti di forza nella solida sceneggiatura e nell'ottimo cast di attori. Remake di un film norvegese del 1997, Insomnia sembra inizialmente la solita storia del poliziotto che dà la caccia all'assassino. Ma ben presto il banale gioco di guardie e ladri si trasforma in un tormentoso baratro in cui Bene e Male sembrano confondersi, in cui i tradizionali ruoli di persecutore e perseguitato finiscono per rovesciarsi, sino al finale salomonico, ma necessario. Il tema del "doppio", che aprirà la strada a The prestige, si materializza qui nell'incontro-scontro tra il tortuoso agente Dormer(un sublime Al Pacino),diviso tra la coscienza morale dello sbirro e le ombre dell'uomo, e il meno interessante giallista Finch, che pur reggendo il gioco non è che il classico psicopatico da thriller. Sullo sfondo di questo intricato scontro tra titani, l'incantevole agente Burr, cui spetta la risoluzione del caso e la scoperta dell'amara verità.
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argan
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domenica 9 gennaio 2011
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insomnia
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Christopher Nolan si conferma un buon regista anche in questo film, carico di tensione, ottimo finale, e ancora una volta ottima interpretazione di Al Pacino che si conferma ancora una volta, uno dei migliori attori viventi
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marcosayid
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giovedì 28 luglio 2011
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quando sei libero di andare a dormire?
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Christopher Nolan due anni dopo la regia di "Memento", film in cui a mio parere esprime al meglio il suo stile, si addentra nel mondo di "Insomnia" thriller fuori dagli schemi ordinari del cinema conosciuto.
Complici della sua impresa due attori di primissimo livello, Al Pacino nella parte del detective a cui non sfugge nulla e Robin Williams nell' insolito ruolo di "cattivo".
Da sottolinere l'interpretazione di Pacino che pare soffrire ed essere realmente esausto insieme al suo personaggio senza dimenticare quella di Williams esemplare nel rendere terrificante l'inquietante calma del suo personaggio.
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Christopher Nolan due anni dopo la regia di "Memento", film in cui a mio parere esprime al meglio il suo stile, si addentra nel mondo di "Insomnia" thriller fuori dagli schemi ordinari del cinema conosciuto.
Complici della sua impresa due attori di primissimo livello, Al Pacino nella parte del detective a cui non sfugge nulla e Robin Williams nell' insolito ruolo di "cattivo".
Da sottolinere l'interpretazione di Pacino che pare soffrire ed essere realmente esausto insieme al suo personaggio senza dimenticare quella di Williams esemplare nel rendere terrificante l'inquietante calma del suo personaggio. Proprio le capacità degli attori permettono a Nolan di raggiungere quello che pare essere il suo scopo principale ovvero donare al pubblico personaggi ben definiti nel ruolo e nella psicologia che li spinge ad agire in un modo o nell'altro.
Attraverso questo connubio tra attori e regista nasce un film che vale la pena guardare lasciandosi ancora una volta immischiare nell'atmosfera appannata e inquietante del film. Così da cogliere percezioni, emozioni e sentimenti provati dai personaggi. Fino a dedurre che nella stanza dei pensieri e dei rimorsi non si può spegnere la luce a proprio piacimento...
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germon
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lunedì 11 febbraio 2013
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insomnia: l'apparenza inganna
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Gerardo Monizza
Quanti errori si possono fare ad occhi aperti, anzi spalancati. Più si vede e meno si capisce e, quando non si afferra il vero significato delle cose, si possono commettere errori insanabili. “Insomnia” (di Christopher Nolan) è un film allucinato e doloroso. Il racconto procede senza uno spiraglio di speranza e gli occhi aperti (incapaci di chiudersi al sonno e alla realtà) non danno al protagonista Will Dormer (Al Pacino in una grande interpretazione) un attimo di sollievo. Insomnia è un film sulla verità, sempre ricercata e sempre evitata, addirittura nascosta. La verità che il detective Dormer sembra lentamente ritrovare (chi avrà ucciso la giovane studentessa: il giovane compagno? il maturo scrittore? un maniaco?) ne nasconde un’altra che si presenta evidentissima e crudissima.
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Gerardo Monizza
Quanti errori si possono fare ad occhi aperti, anzi spalancati. Più si vede e meno si capisce e, quando non si afferra il vero significato delle cose, si possono commettere errori insanabili. “Insomnia” (di Christopher Nolan) è un film allucinato e doloroso. Il racconto procede senza uno spiraglio di speranza e gli occhi aperti (incapaci di chiudersi al sonno e alla realtà) non danno al protagonista Will Dormer (Al Pacino in una grande interpretazione) un attimo di sollievo. Insomnia è un film sulla verità, sempre ricercata e sempre evitata, addirittura nascosta. La verità che il detective Dormer sembra lentamente ritrovare (chi avrà ucciso la giovane studentessa: il giovane compagno? il maturo scrittore? un maniaco?) ne nasconde un’altra che si presenta evidentissima e crudissima. La verità è una sorta di sistema di scatole cinesi e, l’una dentro l’altra, portano inesorabilmente a coinvolgere chi la cerca, scoprendo la sua anima.
Nella gelida e sempre luminescente Alaska un delitto atroce sconvolge la piccola comunità; lo sceriffo locale chiama in aiuto il detective Dormer che si accompagna al socio e amico detective Eckart (Martin Donovan). Partono le indagini e, durante una battuta di caccia all’uomo, un incidente mortale coinvolge i due investigatori. Dormer spara nella nebbia e colpisce l’amico: vero o falso? Si è trattato di un caso o della volontaria eliminazione di un testimone di altre indagini (condotte in maniera non corretta)?
Troppe sono le domande che si mischiano, sovrapponendosi, ingarbugliando una vecchia storia (sulla quale la polizia centrale “i maledetti affari interni” di Los Angeles sta indagando) con l’omicidio della ragazza. L’uomo braccato (presunto omicida e forse maniaco Walter Finch, interpretato da Robin Williams) è sfuggito alla cattura ma ha visto e capito. Non importa se sia o no il vero colpevole; importa che abbia visto un detective cadere sotto il fuoco del compagno. Scatta il ricatto e la storia viaggia sempre più al bagliore eccitante e fastidioso del giorno eterno. Mai una pausa al buio, mai potersi nascondere. Tutto alla luce del (pallido) sole.
Insomnia è un film sulle apparenze e mostra che le cose (pur illuminate) si mostrano sempre diverse da come sono (o, almeno, così noi crediamo). Noi siamo diversi, il detective Dormer è diverso, la vittima, l’omicida tutti diversi da come si sforzano d’apparire e la morte non fa altro che rivelare la nuda e cruda verità.
Tenere gli occhi aperti non basta. Forse, per vivere secondo coscienza bisogna avere una morale forte e solo allora le cose si ricompongono nel modo giusto. Come per il protagonista che, distrutto dall’insonnia, trova alla fine (nonostante meriti, successi professionali, indagini compiute, rispetto dei colleghi) la possibilità di rivelarsi (confidandosi alla giovane detective e allieva Ellie – Hilary Swank, chiudendo gli occhi) quello che non era mai stato: un uomo corretto.
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ultimoboyscout
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domenica 7 giugno 2015
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verità, false prove e colpi di scena.
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Due poliziotti esperti e di grande affidabilità, Dormer e Hap, vengono inviati da Los Angeles in una piccola cittadina dell'Alaska per collaborare alle indagini sull'uccisione di una ragazzina. Durante un servizio di rastrellamento, l'agente losangelino Dormer uccide il suo compagno, non si sa se per caso o meno, le indagini proseguono comunque e i sospetti si concentrano su uno strano scrittore del posto, ma i sensi di colpa, la mancanza di sonno e le reazioni dello scrittore minano lo stato psicofisico di Dormer in maniera profonda. Nolan confeziona il remake dell'omonimo film norvegese del '97 di Erik Skjoldbjaerg che diventa da subito una pietra miliare del crime movie.
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Due poliziotti esperti e di grande affidabilità, Dormer e Hap, vengono inviati da Los Angeles in una piccola cittadina dell'Alaska per collaborare alle indagini sull'uccisione di una ragazzina. Durante un servizio di rastrellamento, l'agente losangelino Dormer uccide il suo compagno, non si sa se per caso o meno, le indagini proseguono comunque e i sospetti si concentrano su uno strano scrittore del posto, ma i sensi di colpa, la mancanza di sonno e le reazioni dello scrittore minano lo stato psicofisico di Dormer in maniera profonda. Nolan confeziona il remake dell'omonimo film norvegese del '97 di Erik Skjoldbjaerg che diventa da subito una pietra miliare del crime movie. Il regista e il bravissimo Al Pacino riescono a trovare una simbiosi pazzesca in un thriller tesissimo, più che nevrotico, incalzante e sempre fluido, con scene d'azione di ottimo livello e di grande credibilità. E la luce, in un posto dove il sole non tramonta mai (almeno in quella stagione), diventa assoluta protagonista, fotografata dal fidatissimo Wally Pfister. I personaggi sono tratteggiati fino all'inverosimile, tutti hanno un forte contorno psicologico per meglio comprenderne le azioni e persino il poliziotto Dormer, coi suoi difetti, le sue ombre e i suoi limiti, e nonostante i suoi errori, riesce alla lunga ad apparire umano e simpatico, degno comunque di redenzione. Pacino aderisce come un guanto al suo personaggio, magnifico nel suo disfacimento e si incastra perfettamente all'ambiente e alle situazione create ad hoc da Nolan, Williams invece ancora una volta non convince e appare più che sopravvalutato. Ma è l'insonnia a farla da padrona.
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dandy
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mercoledì 13 aprile 2011
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discreto remake del film omonimo del '97.
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Un buon poliziesco ,che si premura di dare più motivazioni alle azioni dei personaggi rispetto al film norvegese.Il gioco tra gatto e topo acquista uno spessore maggiore,e tocca temi impegnativi(il trapporto tra il fine e i mezzi,il rimorso).Rispetto al protagonista dell'altro film,il detective Dormer(un nome una garanzia?)è decisamente più umano e simpatico(sebbene tutt'altro che onesto).Cosicchè la redenzione alla fine sia quasi assicurata.Suggestiva l'ambientazione col sole di mezzanotte.Pacino,sempre doppiato dall'ottimo Giancarlo Giannini,regala la sua ultima interpretazione davvero degna di nota(almeno per me).Williams è un pò difficile da prendere sul serio.
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Un buon poliziesco ,che si premura di dare più motivazioni alle azioni dei personaggi rispetto al film norvegese.Il gioco tra gatto e topo acquista uno spessore maggiore,e tocca temi impegnativi(il trapporto tra il fine e i mezzi,il rimorso).Rispetto al protagonista dell'altro film,il detective Dormer(un nome una garanzia?)è decisamente più umano e simpatico(sebbene tutt'altro che onesto).Cosicchè la redenzione alla fine sia quasi assicurata.Suggestiva l'ambientazione col sole di mezzanotte.Pacino,sempre doppiato dall'ottimo Giancarlo Giannini,regala la sua ultima interpretazione davvero degna di nota(almeno per me).Williams è un pò difficile da prendere sul serio.Da Nolan tuttavia ci si poteva aspettare qualcosa di più personale.Un lavoro professionale non particolarmente eccelso,specie se paragonato a "Memento".
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marzaghetti
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lunedì 24 giugno 2013
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scontro psico-poliziesco fra due insonni nemici
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Buon thriller di Nolan, che fra i bellissimi e selvaggi scenari di una gelida Alaska, racconta, senza memorabili spunti ma con buon ritmo e crescente tensione, lo scontro psico-poliziesco fra due malati di insonnia che combattono, ognuno per sé, ai lati opposti della legge. Pacino è tanto più efficace quanto più è stropicciato e sfatto, e regala una ottima interpretazione. Williams, pur credibile, è un po' sottotono, mentre è bravuccia la Swank, che però ha un ruolo facile. Nolan, al secondo film, limita la sua creatività, dandoci “solo” una splendida sequenza d'inizio e qualche flashback rivelatore.
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stefano pesaresi
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domenica 26 aprile 2020
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non perdere la strada
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La trama del film dell'omonimo film di Skjoldbjaerg offre a Nolan l'occasione per un ottimo poliziesco a due livelli. Le indagini portano Il detective Dorner (splendidamente interpretato da Al Pacino)a scoprire l'assassino già a metà del film, ma da quel momento inizia il percorso inverso: l'assassino mette in trappola il detective che ha erroneamente ucciso il compagno di lavoro durante un agguato mal riuscito e non ha voluto confessare. Entrambi si riconoscono assassini senza premeditazione ma cominciano a fuggire dalla verità.
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La trama del film dell'omonimo film di Skjoldbjaerg offre a Nolan l'occasione per un ottimo poliziesco a due livelli. Le indagini portano Il detective Dorner (splendidamente interpretato da Al Pacino)a scoprire l'assassino già a metà del film, ma da quel momento inizia il percorso inverso: l'assassino mette in trappola il detective che ha erroneamente ucciso il compagno di lavoro durante un agguato mal riuscito e non ha voluto confessare. Entrambi si riconoscono assassini senza premeditazione ma cominciano a fuggire dalla verità. Il te.a della ricerca della verità sotto l'apparenza è un tema cardine del cinema di Nolan che in Prestige e Inception raggiunge vertici maggiori. Ma qui più che altrove il gioco di ruoli si arricchisce della malinconia della morte che sta per sopraggiungere, resa più credibile grazie alla interpretazione a tratti struggente di Al Pacino.
La luce perenne costringe Dorner a non dormire ma via via offusca la sua percezione della realtà intanto che la verità nascosta si fa più chiara nella sua mente.
Dorner ha voluto creare artificialmente le prove per condannare un pedofilo che aveva fatto precedemente arrestare. Dorner ha solo colpito accidentalmente il compagno di lavoro. Ma per non bruciare la sua reputazione che avrebbe messo in dubbio la verità anche deo suoi casi più celebri, offrendo una possibilità di rivalsa agli assassini fatti da lui condannare, Dorner nasconde la verità.
Ma il sole sembra inseguirlo per ricordargli che tutto è sotto la sua luce e presto sarà evidente. Comincia l'insonnia e con essa le allucinazioni. Una di queste lo salverà da un probabile incidente stradale. Poco dopo muore nel conflitto a fuoco con l'assassinio ma prima ha tempo di confessare il suo omicidio alla brava e giovane polizziotta sua ammiratrice, che aveva seguito l'indagine e aveva scoperto nel frattempo la sua bugia, proprio utilizzando i metodi d'indagine che le aveva insegnato.
Ma mentre lei è disposta per lui a cancellare le prove lui le da un ultimo consiglio: di' sempre la verità, non perdere la strada. Anche a costo di perdere la reputazione
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elgatoloco
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domenica 25 luglio 2021
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notevole thriller, sul disagio esistenziale
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"iNSOMNIA"(cHRISTOPHER Nolan, remake di un fim de 1997 di Erik Skjoldbjoerg, sceneggiatura di Christopher Seitz, 2002), INviato in Alaska per districare un caso di omicidio difficile, relativo a una ragazza diciassettenne, l'investigatore Will Donner, insieme a un collega, lo uccide accidentalmente, dato che la nebbia molto fitta impediva una chiara visuale. Decisamente in crisi per questo e per altri motivi(in parte non precisati, ma comunque relativi, sembra alla sua peraltro molto brillante carriera investigativa, viene disrutbato da telefonate anche in orario notturno, dovendo sobbarbarsi notti difficili, tormaentate dall'insonnia e da incubi relativamente frequenti.
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"iNSOMNIA"(cHRISTOPHER Nolan, remake di un fim de 1997 di Erik Skjoldbjoerg, sceneggiatura di Christopher Seitz, 2002), INviato in Alaska per districare un caso di omicidio difficile, relativo a una ragazza diciassettenne, l'investigatore Will Donner, insieme a un collega, lo uccide accidentalmente, dato che la nebbia molto fitta impediva una chiara visuale. Decisamente in crisi per questo e per altri motivi(in parte non precisati, ma comunque relativi, sembra alla sua peraltro molto brillante carriera investigativa, viene disrutbato da telefonate anche in orario notturno, dovendo sobbarbarsi notti difficili, tormaentate dall'insonnia e da incubi relativamente frequenti. Incontrarà uno strano scrittore(non a caso di gialli)che si rivelerà essere l'autore di molte delle telefonate che il detective riceveva. Ma gli sviluippi successivi sono oltremodo drammatici. Non potendo comparare il fim USA del 2002 con il suo"archetipo"norvegese, il giudizio può essere solo relativo al film in sé, senza considerare analogie o differenze notevoli: certo che si tratta di un'opera che, vaorizzando anche le particoalrità naturalistiche e climatiche locali, decisamente diverse dalla realtà di Los ANgeles o di altre metropoli, sa tesaurizzare il tema dell'insonnia(che , come la psicologia insegna, non è mai un fatto fortuito, ma deriva dal disturbo post-traumatico da stress, come in questo caso e in altri, ma anche da altre motivazioni)resa splendidamente da un Al Pacino in una delle sue migliori interpretazioni, dove Robin Williams fa da"contrappeso".o meglio antagonista, dando vita a un personaggio insinuante, ambiguo, freddamente cinico in apparenza quanto in realtà tormnetato e anche la principale interprete femminile, Hilary Swank è comunque una comprimaria di alto livello, fugando interpretazioni limitative e limitate-limitanti alle sole stars. Complessivamente un'opera di altro livello, che si distingue rispetto alla congenrie di film che trattano temi analoghi in modo complessivamente "meccanico", rozzo, ispirare a modelli e canoni prevedibili. Decisamente Nolan fa parte di quegli autori che, pur servendosi delle majors, sa creare opere di notevole spessore. El Gato
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