La trama è molto semplice: in una famiglia di fieri napoletani "da cinque generazioni", all'inizio degli anni '20, nasce Assuntina, una bambina milanese. A raccontarlo è lei stessa, che ormai ottantenne ripercorre la sua storia, mostrando la sua vita di bambina e di giovane donna, mentre gli altri personaggi raccontano il loro punto di vista in stile di intervista, mentre si cimentano in ruoli caricaturali.
Tutto è raccontato con estrema intelligenza e delicatezza, senza mai cadere in facili luoghi comuni, in banali stereotipi, e senza conflittualità tra nord e sud. Alla fine non ci sono bilanci tra chi è meglio e chi è peggio. Il film ha l'intelligenza di non avvalersi di una napoletanità strafottente che vuole essere simpatica a tutti i costi, o una milanesità altezzosa.
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La trama è molto semplice: in una famiglia di fieri napoletani "da cinque generazioni", all'inizio degli anni '20, nasce Assuntina, una bambina milanese. A raccontarlo è lei stessa, che ormai ottantenne ripercorre la sua storia, mostrando la sua vita di bambina e di giovane donna, mentre gli altri personaggi raccontano il loro punto di vista in stile di intervista, mentre si cimentano in ruoli caricaturali.
Tutto è raccontato con estrema intelligenza e delicatezza, senza mai cadere in facili luoghi comuni, in banali stereotipi, e senza conflittualità tra nord e sud. Alla fine non ci sono bilanci tra chi è meglio e chi è peggio. Il film ha l'intelligenza di non avvalersi di una napoletanità strafottente che vuole essere simpatica a tutti i costi, o una milanesità altezzosa. Credo che la scelta della contrapposizione Napoli-Milano sia dovuta semplicemente al fatto che nell'immaginario collettivo queste includano due tipologie di comportamento completamente diverse tra loro.
Assunta è una diversa, e come tale subisce una finta compassione infastidita. Si comporta da milanese, parla in milanese, ha gusti da milanese, ha ambizioni da milanese in un ambiente che non può e non vuole capirla.
Straordinaria la figura della madre, che per non opporsi al marito accetta che la figlia venga allontanata da casa, rappresentando così un dolore lacerante e rassegnato, che raggiunge il suo apice nel suo monologo con Gesù.
E' una commedia sottile, ironica, a volte esilarante, che ha il dono di far riflettere, di far capire cosa significhi vedersi trattare da diversi ed essere allontanati senza averne colpa. Lo dicono gli occhi di Assuntina bambina, che non capisce il perché di tutto ciò. Mentre si ride esce anche qualche lacrima di tenerezza, è un film educativo per tutti, non c'è che dire.
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