vooodoo
|
lunedì 25 marzo 2013
|
parenti serpenti
|
|
|
|
Il soggetto racconta e mette a nudo le contraddizioni e il bigottismo della società contemporanea, dipingendo il ritratto di una famiglia della medio-alta borghesia del New Jersey e di altri personaggi che casualmente vi vengono a contatto. Attraverso i molti caratteri vengono analizzate le diverse crisi generazionali, dal bambino undicenne che muore dalla voglia di crescere al sessantacinquenne che, sano suo malgrado, non trova più stimoli in nessun aspetto della vita. Affianco a questo si pone il problema della perversione, piaga nascosta e scomoda, e dell’anti-manicheismo dell’essere umano: l’uomo non è fatto per essere vittima o carnefice, è necessariamente entrambe le cose a seconda dei ruoli e delle situazioni che gli si presentano; come il mostro non è mai mostro fino in fondo, l’essere padre di famiglia non è sufficiente come garanzia di affidabilità.
[+]
Il soggetto racconta e mette a nudo le contraddizioni e il bigottismo della società contemporanea, dipingendo il ritratto di una famiglia della medio-alta borghesia del New Jersey e di altri personaggi che casualmente vi vengono a contatto. Attraverso i molti caratteri vengono analizzate le diverse crisi generazionali, dal bambino undicenne che muore dalla voglia di crescere al sessantacinquenne che, sano suo malgrado, non trova più stimoli in nessun aspetto della vita. Affianco a questo si pone il problema della perversione, piaga nascosta e scomoda, e dell’anti-manicheismo dell’essere umano: l’uomo non è fatto per essere vittima o carnefice, è necessariamente entrambe le cose a seconda dei ruoli e delle situazioni che gli si presentano; come il mostro non è mai mostro fino in fondo, l’essere padre di famiglia non è sufficiente come garanzia di affidabilità. E, in ultimo, come sfogo di ogni pulsione, ossessione o nevrosi, il sesso, catalizzatore del malessere della società. Autore scomodo e mal distribuito nel nostro paese, l'americano Todd Solondz si distingue per il suo sguardo cinico e spietato sulle contraddizioni ed il bigottismo della piccola borghesia americana fin dalla sua opera prima Fuga dalla scuola media, premiata al Sundance Film Festival.
Happiness racchiude tutti i suoi temi principali, sviluppati con equilibrio e approfonditi con una maturità maggiore.
Film forte, che mette a dura prova lo spettatore, in cui l’autore tratteggia con grande perspicacia i meandri nascosti della psiche dei protagonisti. Sotto questa forma di film ‘leggero’ si nascondono temi sporchi e dolorosi, che squarciano la sensibilità dello spettatore e lo costringono a fare i conti con ciò che sta sotto la superficie. Film impegnato, socialmente e umanamente, che dipinge caratteri e situazioni con grande intelligenza, sottolineando che negli uomini l’assoluto non esiste, che niente è bianco o nero, ma è tutto composto da varie sfumature di grigio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vooodoo »
[ - ] lascia un commento a vooodoo »
|
|
d'accordo? |
|
sinkro
|
mercoledì 29 dicembre 2010
|
politicamente non corretto
|
|
|
|
Bello che ogni tanto qualcuno guardi la società e la riesca ad osservare senza le fette di salame sugli occhi.
Film sgradevole da vedere, e, per la sua "cattiveria", piace.
Poche volte ho visto operazioni simili. Mi vengono in mente "Festen" (Vintemberg) e "Il ladro, suo moglie, l'amente, il cuoco" (Greenaway) anche se quì c'è una vena ironica di sottofondo che rende tutto il film più sopra le righe. Insomma a vedere cosa fanno "gli altri" ci sentiamo un poco più normali noi. Intelligente anche nei silenzi e nel ribaltamento di quelle favolette che si avverano solo nei film.
[+]
Bello che ogni tanto qualcuno guardi la società e la riesca ad osservare senza le fette di salame sugli occhi.
Film sgradevole da vedere, e, per la sua "cattiveria", piace.
Poche volte ho visto operazioni simili. Mi vengono in mente "Festen" (Vintemberg) e "Il ladro, suo moglie, l'amente, il cuoco" (Greenaway) anche se quì c'è una vena ironica di sottofondo che rende tutto il film più sopra le righe. Insomma a vedere cosa fanno "gli altri" ci sentiamo un poco più normali noi. Intelligente anche nei silenzi e nel ribaltamento di quelle favolette che si avverano solo nei film. Negli Altri film.
Meno male che esistono dei tipi come Solondz e Bunuel capaci di guardare un poco più in là.
Un fantastico film Onestissimo, ironico e Pollitically Uncorrect
Ah, American Beauty a confronto è acquetta fresca.
PS: Bellissima la canzone finale "Happiness" dei REM
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sinkro »
[ - ] lascia un commento a sinkro »
|
|
d'accordo? |
|
anonimo
|
giovedì 16 giugno 2005
|
il linguaggio diretto
|
|
|
|
...finalmente un regista che si e' deciso a raccontare della putrida realta' medio americana adottando un linguaggio, sonoro e visivo, in assoluta assenza di mediazione.
...quando anni dopo ho visto an american beauty mi e' venuto da sorridere ed ho anche pensato che quest'ultimo film lo avessero realizzato con l'intento di aggiungere molta, molta acqua in un bicchiere di vino docg. Infatti per coloro i quali hanno avuto la fortuna di aver precedentemente visto happiness, la visione di an american...puo' paragonarsi ad un buon vino rosso, magari, D.O.C.G.allungato con tanta acqua.....conferma che al pubblico americano se non la addolcisci, la pillola e' difficile da far inghiottire...sul film poco da dire si "legge" da solo, l'acutezza di approfondimento trasuda dallo svolgersi delle stor
[+]
...finalmente un regista che si e' deciso a raccontare della putrida realta' medio americana adottando un linguaggio, sonoro e visivo, in assoluta assenza di mediazione.
...quando anni dopo ho visto an american beauty mi e' venuto da sorridere ed ho anche pensato che quest'ultimo film lo avessero realizzato con l'intento di aggiungere molta, molta acqua in un bicchiere di vino docg. Infatti per coloro i quali hanno avuto la fortuna di aver precedentemente visto happiness, la visione di an american...puo' paragonarsi ad un buon vino rosso, magari, D.O.C.G.allungato con tanta acqua.....conferma che al pubblico americano se non la addolcisci, la pillola e' difficile da far inghiottire...sul film poco da dire si "legge" da solo, l'acutezza di approfondimento trasuda dallo svolgersi delle storie, mi piace paradossalmente paragonarlo a ladri di biciclette, altra epoca, altra nazione, altre tematiche ma lo stile narrativo riguardo alla schiettezza della comunicazione me lo rammenta felicemente
[-]
|
|
[+] lascia un commento a anonimo »
[ - ] lascia un commento a anonimo »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
domenica 4 maggio 2014
|
happiness,happiness...were are you?
|
|
|
|
Al suo secondo film,Solondz(anche sceneggiatore)organizza un abile mosaico sullo stile di Robert Altman,e mostra gli orrori quotidiani di un gruppo di squallidi medio-borghesucci che tentano in tutti modi di dissimulare il proprio vuoto interiore o i propri scheletri nell'armadio nella finzione del quieto vivere.Un gruppo di "mostri" di tutti i giorni descritti con un humor nero e gelido,ma mai con disprezzo.Piuttosto con partecipazione e commozione nel cavarne fuori il patetismo e la consapevolezza di essere perdenti già in partenza.E ci spinge ad identificarci con loro,facendo i conti con quelli che sono anche i nostri piccoli orrori della normalità.Notevole la crudezza con cui è mostrata la confessione di Bill al figlioletto,riguardo gli abusi sui suoi compagni di scuola.
[+]
Al suo secondo film,Solondz(anche sceneggiatore)organizza un abile mosaico sullo stile di Robert Altman,e mostra gli orrori quotidiani di un gruppo di squallidi medio-borghesucci che tentano in tutti modi di dissimulare il proprio vuoto interiore o i propri scheletri nell'armadio nella finzione del quieto vivere.Un gruppo di "mostri" di tutti i giorni descritti con un humor nero e gelido,ma mai con disprezzo.Piuttosto con partecipazione e commozione nel cavarne fuori il patetismo e la consapevolezza di essere perdenti già in partenza.E ci spinge ad identificarci con loro,facendo i conti con quelli che sono anche i nostri piccoli orrori della normalità.Notevole la crudezza con cui è mostrata la confessione di Bill al figlioletto,riguardo gli abusi sui suoi compagni di scuola.Bella prova di tutto il cast.Prevedibile sequela di noie per gli argomenti trattati e le scene di eiaculazione:da noi per parecchio tempo ha circoalto una versione di appena '98,mentre su Sky ne era passata una di 116'.Ma adesso è reperibile finalmente la versione integrale.Solondz riprenderà queste vicende 10 anni dopo, in maniera un pò discutibile nel successivo"Perdona e dimentica".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
lunedì 24 ottobre 2016
|
capolavoro sottovalutato
|
|
|
|
Happiness secondo me è uno dei film più sottovalutati della storia del cinema, è un film tipo PVC-1, viene osannato dalla critica e poi viene buttato nel dimenticatoio, destinato a rimanere nell'underground e, al limite, essere rivalutato grazie a YouTube (un po' come "... E ora parliamo di Kevin"); come disse Andrea di ShivaProduzioni, "prendete American beauty e toglietegli la patina hollywoodiana" e, infatti somiglia molto al film di Mendes, casualmente sono usciti quasi contemporaneamente. Il film è diviso in episodi collegati, gli attori sono bravissimi e la storia è appassionante: nonostante la sua durata (2 ore e 15) non annoia un secondo! Il film ha anche uno humor nero a tratti adorabile e divertentissimo! Il fatto è che l'atmosfera sia serissima, proprio per questo quando ci sono questi sprazzi di commedia nera non riusciamo a trattenere le risate: questo film è lo Humor nero per eccellenza, in ogni scena non sai se ridere o no, e quando ridi ti senti un po' una me**a per aver riso! L'episodio più forte è sicuramente quello del padre di famiglia pedofilo, la scena della confessione al figlio.
[+]
Happiness secondo me è uno dei film più sottovalutati della storia del cinema, è un film tipo PVC-1, viene osannato dalla critica e poi viene buttato nel dimenticatoio, destinato a rimanere nell'underground e, al limite, essere rivalutato grazie a YouTube (un po' come "... E ora parliamo di Kevin"); come disse Andrea di ShivaProduzioni, "prendete American beauty e toglietegli la patina hollywoodiana" e, infatti somiglia molto al film di Mendes, casualmente sono usciti quasi contemporaneamente. Il film è diviso in episodi collegati, gli attori sono bravissimi e la storia è appassionante: nonostante la sua durata (2 ore e 15) non annoia un secondo! Il film ha anche uno humor nero a tratti adorabile e divertentissimo! Il fatto è che l'atmosfera sia serissima, proprio per questo quando ci sono questi sprazzi di commedia nera non riusciamo a trattenere le risate: questo film è lo Humor nero per eccellenza, in ogni scena non sai se ridere o no, e quando ridi ti senti un po' una me**a per aver riso! L'episodio più forte è sicuramente quello del padre di famiglia pedofilo, la scena della confessione al figlio... Dico solo che è bellissima e sconvolgente allo stesso tempo! Una di quelle scene che avrebbe dovuto restare nella storia del cinema per sempre ma... Si sa, film del genere sono destinati ad essere dimenticati, siamo troppo impegnati a far uscire Transformers 542 e Mission Impossible 1678, giusto?!
Il film è un piccolo capolavoro, il classico film "non per tutti" ma che tutti dovrebbero vedere! È bellissimo sotto ogni punto di vista! Visto che prima ho citato American Beauty... No, non lo considero migliore del film di Mendes, sono simili ma completamente diversi allo stesso tempo, sono bellissimi in modo diverso... Paradossalmente Beauty è più filosofico e divertente, anche il cast e le citazioni fanno molto;
Davvero, Happiness è un film da vedere assolutamente: divertente, shoccante... Molto realistico e "cattivo" in un certo senso: descrivere questo film è difficile, bisogna guardarlo e basta, il classico film che, se ti fai prendere, te lo porterai nel cuore per tutta la vita! Ripeto, la scena della confessione è fantastica, il bambino è stato bravissimo; doppiaggio stupendo, ottima colonna sonora... Non una regia e fotografia strabilianti ma in fondo è meglio così, è un film di concetto, non di apparenza o di estetica.
Voto: 8
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
stefano capasso
|
mercoledì 25 marzo 2015
|
il disagio di vivere
|
|
|
|
Le tre sorelle Jordan, la loro famiglia e le persone che ruotano attorno. Sono tutti alla ricerca di qualcosa di bello nella vita, alternando delusioni e speranze. Joy vorrebbe fare la musicista, colleziona insuccessi sentimentali e lavora ad un call center. Helen è una scrittrice di buon successo, ma che non è felice di raccontare storie che non le appartengono. Trish ha una famiglia con 3 figli, si sente realizzata e non sa che i marito, uno psicoterapeuta, è un pedofilo. Interessante commedia drammatica dai toni grotteschi di Todd Solonz che ha il pregio di mantenere un buon ritmo narrativo e di poggiarsi su una sceneggiatura articolata e ben riuscita. Tutti sono alla ricerca di qualcosa che possa soddisfarli almeno a livello fisico e in particolar modo il sesso che sembra prendere il posto di tutto quello che manca.
[+]
Le tre sorelle Jordan, la loro famiglia e le persone che ruotano attorno. Sono tutti alla ricerca di qualcosa di bello nella vita, alternando delusioni e speranze. Joy vorrebbe fare la musicista, colleziona insuccessi sentimentali e lavora ad un call center. Helen è una scrittrice di buon successo, ma che non è felice di raccontare storie che non le appartengono. Trish ha una famiglia con 3 figli, si sente realizzata e non sa che i marito, uno psicoterapeuta, è un pedofilo. Interessante commedia drammatica dai toni grotteschi di Todd Solonz che ha il pregio di mantenere un buon ritmo narrativo e di poggiarsi su una sceneggiatura articolata e ben riuscita. Tutti sono alla ricerca di qualcosa che possa soddisfarli almeno a livello fisico e in particolar modo il sesso che sembra prendere il posto di tutto quello che manca. Happiness sorprende e a volte disturba con scene piuttosto crude mostrando sempre personaggi estremi, molto sicuri di se o eccessivamente fragili.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano capasso »
[ - ] lascia un commento a stefano capasso »
|
|
d'accordo? |
|
alberto 86
|
venerdì 26 maggio 2006
|
1 grande hoffman x raccontare il travagl di 1 uomo
|
|
|
|
E'uno di quei film "Capote"che vale soprattutto per la vertiginosa e strabiliante interpretazione del grande Philip Seymur Hoffman,un volto che molti ricordano di aver già visto da qualche parte ma che nessuno o quasi ha mai scoperto del tutto.Hoffman è perfetto nel ruolo di una delle personalità più ambigue,fascinose ed estrose della letteratura mondiale. Il film mostra più che la difficile e non certo ordinaria vita di Capote la gestazione di "A sangue freddo",il romanzo che più di tutti lo renderà famoso e che diverrà il prototipo del romanzo-documento.Il lavoro per il quale Capote venderà la propria anima...il romanzo che cambierà radicalmente la sua vita fatta di feste modaiole,di champagne,di applausi,di risate e sberleffi.
[+]
E'uno di quei film "Capote"che vale soprattutto per la vertiginosa e strabiliante interpretazione del grande Philip Seymur Hoffman,un volto che molti ricordano di aver già visto da qualche parte ma che nessuno o quasi ha mai scoperto del tutto.Hoffman è perfetto nel ruolo di una delle personalità più ambigue,fascinose ed estrose della letteratura mondiale. Il film mostra più che la difficile e non certo ordinaria vita di Capote la gestazione di "A sangue freddo",il romanzo che più di tutti lo renderà famoso e che diverrà il prototipo del romanzo-documento.Il lavoro per il quale Capote venderà la propria anima...il romanzo che cambierà radicalmente la sua vita fatta di feste modaiole,di champagne,di applausi,di risate e sberleffi. La duplicità del personaggio di Capote è resa benissimo dal film di Miller,che mostra da una parte un uomo che si atteggia a dandy e a stravagante intellettuale nella festaiola New York,ove è adorato come una divinità,dall'altra un uomo fragile,sensibile e alieno alla realtà che lo circonda nel rustico Kansas. Capote costruisce il suo grande romanzo sul dolore altrui,sulle bugie,sull'amicizia fittizia...E'di certo un personaggio spregevole per questo,ma a chi verrebbe in mente di salire in cattedra nel momento in cui vediamo iniziare il duro travaglio esistenziale che lo accompagnerà fino alla morte e che gli lascerà un segno indelebile?Un travaglio che lo porterà contemporaneamente a desiderare la morte degli assassini del Kansas per terminare finalmente il suo lavoro,a sentirsi profonamente in colpa una volta smascherato da uno dei due,a piangere al momento dell'impiccagione e a sentirsi vuoto e privo di una parte di sè per tutto ciò che ha commesso. Capote è un uomo che vive per la sua arte,che vive per il riconoscimento altrui,per il successo,per la mondanità...ma questa è solo una facciata della sua complessa personalità.L'altra nasconde un uomo fragile ed insicuro,privo di veri affetti(a parte il suo compagno e la fidata amica scrittrice Nell Harper Lee)e dall'interiorità ambivalente e lacerata.Il film dunque vale per questo:per averci dato la possibilità di conoscere l'anima di un uomo e le sue contraddizioni e per averci regalato l'interpretazione meravigliosa di Hoffman,che regge con incredibile mimetismo tutto il film e giustamente premiato con l'Oscar.Un film che non vale tanto per la regia di Miller,che pur non avendo guizzi particolari non è affatto male,ma che di sicuro colpisce perchè la figura di Capote è difficile da dimenticare! 3 stelle.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alberto 86 »
[ - ] lascia un commento a alberto 86 »
|
|
d'accordo? |
|
|