luca scialò
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domenica 14 marzo 2010
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critica ironica al maschilismo imperante nella tv
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Michael Dorsey è un buon attore di Broadway, che però, per il suo carattere polemico, non riesce ad avere una parte da ormai due anni. L'agente gli sbatte in faccia l'amara realtà e così, preso dalla disperazione e dallo sconforto, decide di partecipare ad un'audizione a cui era interessata un'amica, meno brava e tenace di lui; con un particolare: si traveste da donna. Per il carattere temprato e femminista che dà al suo personaggio, Michael riesce ad essere credibile, facendo diventare il personaggio nato dal suo travestimento da donna, Dorothy Michaels detta Tootsie, non solo un'attrice molto amata dal pubblico, ma anche un simbolo per i diritti delle donne.
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Michael Dorsey è un buon attore di Broadway, che però, per il suo carattere polemico, non riesce ad avere una parte da ormai due anni. L'agente gli sbatte in faccia l'amara realtà e così, preso dalla disperazione e dallo sconforto, decide di partecipare ad un'audizione a cui era interessata un'amica, meno brava e tenace di lui; con un particolare: si traveste da donna. Per il carattere temprato e femminista che dà al suo personaggio, Michael riesce ad essere credibile, facendo diventare il personaggio nato dal suo travestimento da donna, Dorothy Michaels detta Tootsie, non solo un'attrice molto amata dal pubblico, ma anche un simbolo per i diritti delle donne.
Ma il gioco comincia a diventare troppo complicato...
Film ironico, a tratti divertente, sulle difficoltà di un attore nel trovare una parte, ma soprattutto, sul maschilismo imperante nella TV, che vede la donna come un'oca, ai margini della scena. D'altronde, siamo ad inizio anni '80 (anno di produzione del film è il 1982), e il tema della parità dei sessi cominciava a diventare una realtà, anche nel mondo dello spettacolo. Commedia riuscita.
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gianni lucini
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lunedì 24 ottobre 2011
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trame e sottotrame
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La sceneggiatura di Tootsie, ricca di articolazioni e con un uso abbondante di quelle che in gergo si chiamano “sottotrame” viene ancora oggi utilizzata come punto di riferimento nei corsi di scrittura per il cinema di tutto il mondo per la sua capacità di utilizzare in funzione delle esigenze sia la comicità cosiddetta “di situazione” basata soprattutto sulle immagini, sia quella “di parola” legata ai dialoghi. I due linguaggi non si sovrappongono quasi mai, ma vengono alternati in funzione delle esigenze nel caleidoscopico gioco delle “sottotrame” regalando al film una grande leggerezza e un ritmo incalzante che in alcuni momenti si fa indiavolato.
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La sceneggiatura di Tootsie, ricca di articolazioni e con un uso abbondante di quelle che in gergo si chiamano “sottotrame” viene ancora oggi utilizzata come punto di riferimento nei corsi di scrittura per il cinema di tutto il mondo per la sua capacità di utilizzare in funzione delle esigenze sia la comicità cosiddetta “di situazione” basata soprattutto sulle immagini, sia quella “di parola” legata ai dialoghi. I due linguaggi non si sovrappongono quasi mai, ma vengono alternati in funzione delle esigenze nel caleidoscopico gioco delle “sottotrame” regalando al film una grande leggerezza e un ritmo incalzante che in alcuni momenti si fa indiavolato. L’elemento centrale di Tootsie è lo sdoppiamento del protagonista in due personaggi distinti, uno maschile e l’altro femminile, derivato dal teatro e già portato sullo schermo in precedenza in varie occasione a partire dal famoso travestimento di Jack Lemmon e Tony Curtis in A qualcuno piace caldo di Billy Wilder. In questo film, però, la scelta non è soltanto il pretesto per una lunga serie di gag ed equivoci esilaranti ma serve anche a mettere a nudo il maschilismo che regna sovrano negli ambienti delle produzioni televisive, dove le donne vengono considerate poco più d’un abbellimento ai margini della scena. Proprio questa scelta suscita un aspro dibattito tra le riviste dei movimenti femministi dell’epoca con posizioni contrastanti, alcune lusinghieri e altri che invece accusano Tootsie di essere un “subdolo esempio di sessismo”. Polemiche a parte il film ottiene un grande successo di pubblico e di critica anche se non è fortunato nella notte degli Oscar. Partito con dieci candidature (nomination) (miglior film, migliore regia, migliore attore protagonista, migliore attrice non protagonista si per Teri Garr che per Jessica Lange, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior suono, miglior sceneggiatura originale e migliore canzone originale) ha la sfortuna di incocciare nel travolgente successo del film Gandhi di Richard Attenborough che porta a casa ben otto statuette lasciandogli solo quella per la miglior attrice non protagonista Jessica Lange. In ogni caso il film è ancora oggi considerato un capolavoro del suo genere tanto che l’American Film Institute lo ha inserito nell’elenco dei cento più grandi film della storia del cinema e lo ha collocato al secondo posto nella classifica delle cento più grandi commedie dopo A qualcuno piace caldo.
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shiningeyes
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martedì 20 agosto 2013
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bella commedia e hoffman splendido!
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Se mi chiedessero una commedia anni 80 che possa divertire, insegnare e far riflettere, io consiglierei indubbiamente “Tootsie”, un gioiello di commedia che mette ancor di più in mostra la versatilità e bravura di un immenso Dustin Hoffman, che insieme alla magnifica regia di Sydney Pollack fa si che, “Tootsie” rimanga nell'immaginario collettivo come il miglior film sul tema del travestimento da uomo e donna da “A Qualcuno piace caldo” in poi.
La storia imperversa anche sugli aspiranti attori disoccupati che sono costretti a fare umili mestieri per sopravvivere, aspettando una parte che non arrivi mai, e sul sempre più diffuso fenomeno femminista che richiede maggiori diritti paritari.
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Se mi chiedessero una commedia anni 80 che possa divertire, insegnare e far riflettere, io consiglierei indubbiamente “Tootsie”, un gioiello di commedia che mette ancor di più in mostra la versatilità e bravura di un immenso Dustin Hoffman, che insieme alla magnifica regia di Sydney Pollack fa si che, “Tootsie” rimanga nell'immaginario collettivo come il miglior film sul tema del travestimento da uomo e donna da “A Qualcuno piace caldo” in poi.
La storia imperversa anche sugli aspiranti attori disoccupati che sono costretti a fare umili mestieri per sopravvivere, aspettando una parte che non arrivi mai, e sul sempre più diffuso fenomeno femminista che richiede maggiori diritti paritari.
Poi c'è la commedia e le situazioni irresistibilmente divertenti che ne derivano: gli equivoci, le scuse e le avances di altri uomini che possono mettere decisamente in imbarazzo il protagonista (anche noi, sotto sotto). Oltre al già citato Hoffman, ci sono da segnalare le ottime prove di Jessica Lange nel ruolo della fragile Julie e la comicissima parte di Charles Durning; prove che illuminano questa commedia a tutto tondo.
Per non parlare poi dell'ottimo lavoro svolto sul trucco, il che ci rende un Dustin Hoffman completamente femminile e credibile.
“Tootsie” ha già vari riconoscimenti che ne attestano la sua validità. Non dovete fare altro che attestarla voi, se ancora non lo avete visto!
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michela papavassiliou
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domenica 6 gennaio 2013
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un dramma comico targato hoffman
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Tootsie e' Dorothy Michaels, intensa donna uomo interpretata da un grande Dustin Hoffman. Il protagonista Michael Dorsey trova, nei panni femminili, un riscatto ad una vita senza prospettive lavorative da attore. Innamorato della bella Jessica Lange, nei panni di Julie Nichols, che in questo ruolo vincera' l'Oscar, corteggiato dal padre di lei Les, Charles Durbing e dall'irriducibile Ron. Con Geena Davis, la collega April e Bil Murray, il fedele amico Jeff, questa pellicola Cult del 1982, per la regia di Sydney Pollack, sara' candidata a sei statuette. Mitiche gags tra dramma e commedia che incollano il pubblico allo schermo per 116 minuti. Memorabile la frase di Dustin reo confesso, mentre si leva finalmente la parrucca di testa: "Sono la donna che e' stata la parte migliore della mia mascolinita' ".
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Tootsie e' Dorothy Michaels, intensa donna uomo interpretata da un grande Dustin Hoffman. Il protagonista Michael Dorsey trova, nei panni femminili, un riscatto ad una vita senza prospettive lavorative da attore. Innamorato della bella Jessica Lange, nei panni di Julie Nichols, che in questo ruolo vincera' l'Oscar, corteggiato dal padre di lei Les, Charles Durbing e dall'irriducibile Ron. Con Geena Davis, la collega April e Bil Murray, il fedele amico Jeff, questa pellicola Cult del 1982, per la regia di Sydney Pollack, sara' candidata a sei statuette. Mitiche gags tra dramma e commedia che incollano il pubblico allo schermo per 116 minuti. Memorabile la frase di Dustin reo confesso, mentre si leva finalmente la parrucca di testa: "Sono la donna che e' stata la parte migliore della mia mascolinita' ". Un dramma comico targato Usa. Imperdibile. MP
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gianni lucini
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lunedì 24 ottobre 2011
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un'idea nata sul set dei kramer
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Secondo quanto raccontato da Dustin Hoffman, Tootsie nasce da un’idea che avrebbe preso vita per la prima volta durante le riprese di Kramer contro Kramer. L’attore spiega che il protagonista di quel film lo costringeva a lavorare sui caratteri in modo da essere contemporaneamente un padre e una madre. Lo sforzo di calarsi nella parte gli avrebbe dato l’idea di interpretare un ruolo femminile. Lui stesso avrebbe suggerito alcune soluzioni in fase di scrittura fino a fare del protagonista una sorta di trasposizione di se stesso visto che a detta di chi lo conosce bene, Michael Dorsey, si caratterizza per qualche eccesso di pignoleria e di perfezionismo come il vero Hoffman.
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Secondo quanto raccontato da Dustin Hoffman, Tootsie nasce da un’idea che avrebbe preso vita per la prima volta durante le riprese di Kramer contro Kramer. L’attore spiega che il protagonista di quel film lo costringeva a lavorare sui caratteri in modo da essere contemporaneamente un padre e una madre. Lo sforzo di calarsi nella parte gli avrebbe dato l’idea di interpretare un ruolo femminile. Lui stesso avrebbe suggerito alcune soluzioni in fase di scrittura fino a fare del protagonista una sorta di trasposizione di se stesso visto che a detta di chi lo conosce bene, Michael Dorsey, si caratterizza per qualche eccesso di pignoleria e di perfezionismo come il vero Hoffman. L’apporto dell’attore è decisivo anche in altri aspetti del film compresa la scelta di Bill Murray per interpretare il suo coinquilino Jeff. L’affiatamento tra i due è tale che Hoffman, notoriamente attento ai più piccoli particolari, lascia briglia sciolta al suo compagno le cui battute sono in gran parte improvvisate. Sempre a Hoffman viene attribuita la scelta di convincere il regista Sidney Pollack a calarsi nel ruolo dell’agente di Michael Dorsey. Lo stesso Pollack racconta che non era d’accordo e che avrebbe voluto affidare quella parte Dabney Coleman, l’interprete del regista donnaiolo della soap opera. L’attore lo convince inviandogli per giorni rose rosse accompagnate da un biglietto firmato “Dorothy”. Il famoso dialogo tra lui e Hoffman nello studio dell’agenzia (“Eri un pomodoro… un pomodoro non ha logica!”), sarebbe la trasposizione scherzosa dei costanti battibecchi tra il regista e l’attore.
Originariamente il film aveva un titolo diverso. Nella scheda di lavoro è intitolato Would I lie to you? (Ti mentirei mai?) e nella prima sceneggiatura il personaggio di Dorothy sembra non avesse alcun soprannome. Le battute nelle quali il regista Ron Carlisle comincia a chiamare Dorothy con il soprannome di “Tootsie” sarebbero state inserite successivamente prendendo in prestito il nomignolo con il quale veniva chiamato il cane della madre di Dustin Hoffman.
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great steven
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lunedì 9 febbraio 2015
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mutazione da uomo a donna per cercare il successo.
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TOOTSIE (USA, 1982) diretto da SYDNEY POLLACK. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, JESSICA LANGE, TERI GARR, DABNEY COLEMAN, CHARLES DURNING, BILL MURRAY, SYDNEY POLLACK, GEORGE GAYNES, GEENA DAVIS
Protagonista di questa irresistibile commedia è Michael Dorsey, attore di Broadway con un talento recitativo straordinario ma caduto nella trappola della disoccupazione per il suo comportamento costantemente arrogante. Egli conquista un successo personale e professionale senza precedenti quando si traveste da donna, interpretando il ruolo di Dorothy Michaels, poi soprannominata Tootsie, graziosa ma energica signora cinquantenne che diventa la star principale di una serie televisiva ambientata in un ospedale.
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TOOTSIE (USA, 1982) diretto da SYDNEY POLLACK. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, JESSICA LANGE, TERI GARR, DABNEY COLEMAN, CHARLES DURNING, BILL MURRAY, SYDNEY POLLACK, GEORGE GAYNES, GEENA DAVIS
Protagonista di questa irresistibile commedia è Michael Dorsey, attore di Broadway con un talento recitativo straordinario ma caduto nella trappola della disoccupazione per il suo comportamento costantemente arrogante. Egli conquista un successo personale e professionale senza precedenti quando si traveste da donna, interpretando il ruolo di Dorothy Michaels, poi soprannominata Tootsie, graziosa ma energica signora cinquantenne che diventa la star principale di una serie televisiva ambientata in un ospedale. I guai, però, per Michael, a causa della sua doppia identità e conseguentemente delle sue due vite, non tardano a sopraggiungere: l’attore vorrebbe corteggiare un’affascinante ragazza acqua e sapone con cui condivide la scena, ma non può rivelarsi; il padre della ragazza e un ottuagenario attore della fiction si innamorano di lui, credendolo ovviamente una donna, e il primo arriva addirittura a proporgli di sposarlo; la fidanzata di Michael, attricetta depressa e nevrastenica, minaccia di abbandonarlo; e per concludere un collega di Michael, Jeff, con cui il protagonista lavora part-time in un ristorante, è propenso ad escluderlo dall’attività supplementare. Braccato in tutte le direzioni, Michael finirà per smascherarsi in diretta televisiva suscitando lo sbigottimento di tutti gli amici e conoscenti. Comincia in farsa, si trasforma in un film comico di caratura nobiliare e finisce quasi come un dramma: lo schizofrenico trasformismo di questa eccellente pellicola costituisce uno dei suoi numerosi punti di forza, insieme a un elenco di dialoghi sprizzanti allegria e divertimento e a dei validissimi contributi tecnici che definiscono in modo mirabolante l’aspetto del sottofondo meno artistico dell’opera. Naturalmente si ha a che fare con una riflessione sul mestiere dell’attore: il film propone una descrizione critica, provvista anche di veleni satirici, dell’ambiente televisivo, contrapposto alla più rassicurante recitazione teatrale e parallelo alle produzioni cinematografiche. I personaggi appurano, poco a poco, quanto sia complesso e macchinoso l’esercizio di una professione che richiede l’impiego della finzione e impone a chi la pratica il recupero psicofisico di un’identità alternativa. Non a caso è la storia di un uomo che, obbligato a considerare la componente femminile della propria natura e a vivere in prima persona la condizione di una donna, migliora e cresce interiormente, senza finire troppo incastrato nel suo improbabile ma efficacissimo alter ego. Hoffman affronta lo sdoppiamento di un carattere animato tanto dal desiderio prepotente di affermazione quanto da sentimenti delicati e carezzevoli che ne attenuano la personalità dominante e presuntuosa valorizzando i suoi pregi. Tra gli attori di secondo piano, spiccano Murray per il suo piglio aggressivo e beffardo, Durning nella parte del vecchio, pacato e innamorato capofamiglia e la Garr come morosa afflitta e demoralizzata. E ovviamente merita una lode a anche l’interpretazione della Lange (vincitrice del suo primo Oscar, su sei candidature che il film totalizzò): la sua attrice dall’atteggiamento quieto e spiritoso rinfresca l’atmosfera del film e contribuisce a non farlo sembrare neanche lontanamente datato nonostante i trentatré anni dall’uscita nelle sale. Messo sotto come regista, S. Pollack s’è preso una piccola rivincita come attore. La sceneggiatura di Larry Gelbart e Murray Shigsal, supervisionata da Hoffman stesso, ottenne una nomination alla cerimonia degli Academy Award, senza tuttavia vincere il premio. Questa pellicola segnò l’esordio cinematografico di G. Davis (1957). Grande successo al botteghino.
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tmpsvita
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mercoledì 16 agosto 2017
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una frizzante commedia coronata da dustin hoffman
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Avrebbero potuto realizzare una semplice commedia per famiglie leggera e senza pretese, invece no, hanno preferito rischiare e hanno, così, realizzato un cult degli anni '80 che ha influenzato il genere "commedia" per molti anni e che ha dato al cinema una delle migliori interpretazioni di Dustin Hoffman.
L' aspetto più notevole del film è la sceneggiatura geniale ed esilarante, piena di dialoghi scritti in maniera intelligente e ispirata.
Inoltre il film affronta molti temi, anche seri, importanti e, purtroppo, molto attuali come la disoccupazione, il ruolo delle donne nel lavoro, la difficoltà di poter diventare un attore/attrice e molti altri, e ciò lo fa senza appesantire il tutto ma comunque in maniera incisiva e con tono agrodolce.
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Avrebbero potuto realizzare una semplice commedia per famiglie leggera e senza pretese, invece no, hanno preferito rischiare e hanno, così, realizzato un cult degli anni '80 che ha influenzato il genere "commedia" per molti anni e che ha dato al cinema una delle migliori interpretazioni di Dustin Hoffman.
L' aspetto più notevole del film è la sceneggiatura geniale ed esilarante, piena di dialoghi scritti in maniera intelligente e ispirata.
Inoltre il film affronta molti temi, anche seri, importanti e, purtroppo, molto attuali come la disoccupazione, il ruolo delle donne nel lavoro, la difficoltà di poter diventare un attore/attrice e molti altri, e ciò lo fa senza appesantire il tutto ma comunque in maniera incisiva e con tono agrodolce.
In generale, quindi, il film è molto divertente e leggero ma anche autoriale e riflessivo.
Un piccolo gioiello che gli amanti della commedia e del cinema in generale non devono perdere.
VOTO: 8+/10
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dandy
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venerdì 20 aprile 2018
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mrs.michaels.
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Pollack(che interpreta l'agente George Fields)dirige un'azzeccatissima commedia,controllata e burlesca,sul rapporto tra i sessi e l'imperversante maschilismo che caratterizzava il mondo della televisione seriale(e ancora oggi non è che la situazione sia cambiata poi molto).Non banale nel mettere in scena l'odissea del protagonista(che portando alla luce il proprio lato femminile finirà col maturare una nuova consapevolezza nei confronti dell'altro sesso)e ancora oggi fresca e godibilissima senza essere sguaita(esilaranti il primo colloquio di Dorothy,il bacio dell'incosapevole Van Horn,lo smascheramento finale).Hoffman(candidato all'Oscar,che però è stato vinto dalla Lange)è strepitoso,ancor di più nella versione originale.
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Pollack(che interpreta l'agente George Fields)dirige un'azzeccatissima commedia,controllata e burlesca,sul rapporto tra i sessi e l'imperversante maschilismo che caratterizzava il mondo della televisione seriale(e ancora oggi non è che la situazione sia cambiata poi molto).Non banale nel mettere in scena l'odissea del protagonista(che portando alla luce il proprio lato femminile finirà col maturare una nuova consapevolezza nei confronti dell'altro sesso)e ancora oggi fresca e godibilissima senza essere sguaita(esilaranti il primo colloquio di Dorothy,il bacio dell'incosapevole Van Horn,lo smascheramento finale).Hoffman(candidato all'Oscar,che però è stato vinto dalla Lange)è strepitoso,ancor di più nella versione originale.Murray,a due anni da "Ghostbusters",è in sordina ma si fa notare.Geena Davis debutta nel ruolo di April.Cammeo per Andy Wahrol,in posa con Dorothy in uno dei vari servizi fotografici.
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