danilodac
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martedì 23 marzo 2010
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il terzo uomo- welles e l'espressionismo
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Holly Martins (Joseph Cotten), uno scrittore di romanzi western, arriva a Vienna e riceve subito una terribile notizia: l’amico Harry Lime, che lo aveva chiamato a trascorrere un po’ di giorni nella città austriaca, è morto in un incidente stradale. Martins sente puzza di bruciato e pensa che Lime sia stato assassinato, così cerca di scoprire il mistero. Tutto porta alla necessità di conoscere l’identità di un “terzo uomo”, un testimone che potrebbe risolvere l’enigma. Chi è costui?
Scritto da Graham Green, è un thriller di taglio espressionistico incredibilmente suggestivo e affascinante, coadiuvato splendidamente dal bianconero di Robert Krasker e dall’accompagnamento musicale su cetra di Anton Karas.
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Holly Martins (Joseph Cotten), uno scrittore di romanzi western, arriva a Vienna e riceve subito una terribile notizia: l’amico Harry Lime, che lo aveva chiamato a trascorrere un po’ di giorni nella città austriaca, è morto in un incidente stradale. Martins sente puzza di bruciato e pensa che Lime sia stato assassinato, così cerca di scoprire il mistero. Tutto porta alla necessità di conoscere l’identità di un “terzo uomo”, un testimone che potrebbe risolvere l’enigma. Chi è costui?
Scritto da Graham Green, è un thriller di taglio espressionistico incredibilmente suggestivo e affascinante, coadiuvato splendidamente dal bianconero di Robert Krasker e dall’accompagnamento musicale su cetra di Anton Karas. Carol Reed è il regista, ma potrebbe essere considerato un film di Welles a tutti gli effetti. Vi è, infatti, tutta la sua concezione cinematografica, con un largo uso dei suoi ingredienti preferiti: inquadrature insolite, atmosfera inquietante, attori dalle facce giuste, narrazione in crescente evoluzione.
Nell’assistere ad un racconto dai tipici tratti da film giallo, si assiste al classico esempio di un film di genere che ne trascende i limiti per virtù di stile. Oltre all’evidente qualità figurativa, vi è da sottolineare la compattezza dei suoi elementi, tenuti insieme da una rete di componenti stilistiche non prive di una maestria narrativa che è insieme innovazione e saggezza cinematografica.
Nell’accoppiare felicemente spensierato romanticismo e cruda visione della realtà umana, Reed tiene d’occhio la psicologia dei personaggi e non trascura uno degli elementi più importanti del genere: la suspense.
Il personaggio di Harry Lime è il riassunto della crudeltà del nostro secolo, composta da menzogne e atrocità assurde, all’interno di una cornice (una Vienna caratterizzata da ombre e penombre) apparentemente linda e cristallina fuori, ma putrida e marcia dentro, dove il tarlo del peccato ha già mostrato la sua orrida presenza.
Assistito da un cinico umorismo, è un film magistrale sotto tutti i punti di vista, con una memorabile interpretazione di Welles e una battuta che divenne celebre: “Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent’anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù”.
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[+] un grande classico del cinema di spionaggio
(di antonio montefalcone)
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ziogiafo
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venerdì 14 settembre 2007
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il fascino… del noir d’epoca
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ziogiafo - Il Terzo Uomo - Gran Bretagna 1949 – E’ un momento magico per Alida Valli reduce da "Il caso Paradine" di Alfred Hitchcock di qualche anno prima, il suo fascino conquista ancora una volta con questo film il vasto pubblico degli amanti del noir. "Il Terzo Uomo" è ambientato in una grigia Vienna devastata dalla guerra, dove gli ambigui personaggi vengono collocati in un contesto enigmatico carico di tensione e d'interesse che porta lo spettatore a partecipare ad un'emozionante caccia all'uomo (il terzo) Harry Limes,che costituisce il fulcro della misteriosa storia. Uno straordinario Joseph Cotten nella parte di un brillante scrittore di romanzi vecchio amico di Harry Limes e per l'occasione tenace investigatore, che s'innamora della sensuale ex amante (Alida Valli) dell'amico.
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ziogiafo - Il Terzo Uomo - Gran Bretagna 1949 – E’ un momento magico per Alida Valli reduce da "Il caso Paradine" di Alfred Hitchcock di qualche anno prima, il suo fascino conquista ancora una volta con questo film il vasto pubblico degli amanti del noir. "Il Terzo Uomo" è ambientato in una grigia Vienna devastata dalla guerra, dove gli ambigui personaggi vengono collocati in un contesto enigmatico carico di tensione e d'interesse che porta lo spettatore a partecipare ad un'emozionante caccia all'uomo (il terzo) Harry Limes,che costituisce il fulcro della misteriosa storia. Uno straordinario Joseph Cotten nella parte di un brillante scrittore di romanzi vecchio amico di Harry Limes e per l'occasione tenace investigatore, che s'innamora della sensuale ex amante (Alida Valli) dell'amico. In questa plumbea atmosfera resa ancora più suggestiva dall'accurata regia e scenografia e ancora... dal bianco e nero dell'epoca, appare ad un tratto sotto i riflettori il viso inquietante di Orson Welles (Harry Limes), che cattura l'attenzione del pubblico e lo trascina in un vorticoso finale che è tutto da scoprire. La fotografia è spettacolare come pure le memorabili inquadrature dai magnifici primi piani che fanno di questo film uno storico cult movie da rivedere... per chi l'ha gia visto, e da vedere sicuramente per chi non l'ha fatto ancora. Il fascino… del noir d’epoca. Cordialmente ziogiafo.
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paolo bisi
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sabato 12 marzo 2011
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welles e le fogne di vienna
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Scrittore americano arriva a Vienna per trovare un amico, ma troppo tardi: ha giusto il tempo di recarsi al suo funerale. Tuttavia la circostanze della morte non lo convincono e lo spingono ad indagare a fondo sulla vicenda: secondo la testimonianza del portiere del palazzo erano stati tre uomini e non due a spostare il corpo dell'amico ormai in fin di vita. Chi era il terzo uomo? Carol Reed vuole mostrare al pubblico un film originale e ben fatto: vi riesce solo in parte. La trama non convince, mette in gioco molti elementi senza poi raccontarne in maniera adeguata lo sviluppo, concentrandosi nell'ultima parte solo sul personaggio di Welles. Lo stile risulta anch'esso notevolmente confuso, in alcune parti in linea con quello del regista, in altre sembra avvicinarsi troppo a quello delle opere di Welles e dell'espressionismo.
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Scrittore americano arriva a Vienna per trovare un amico, ma troppo tardi: ha giusto il tempo di recarsi al suo funerale. Tuttavia la circostanze della morte non lo convincono e lo spingono ad indagare a fondo sulla vicenda: secondo la testimonianza del portiere del palazzo erano stati tre uomini e non due a spostare il corpo dell'amico ormai in fin di vita. Chi era il terzo uomo? Carol Reed vuole mostrare al pubblico un film originale e ben fatto: vi riesce solo in parte. La trama non convince, mette in gioco molti elementi senza poi raccontarne in maniera adeguata lo sviluppo, concentrandosi nell'ultima parte solo sul personaggio di Welles. Lo stile risulta anch'esso notevolmente confuso, in alcune parti in linea con quello del regista, in altre sembra avvicinarsi troppo a quello delle opere di Welles e dell'espressionismo. Nonostante questo molte sono le cose da ricordare: la splendida fotografia, che dipinge tutta l'oscurità e la tristezza di Vienna; il personaggio di Welles (diventata celebre l'inquadratura in cui la luce lo illumina mostrandolo per la prima volta nel film); le buone prove degli altri attori, tra cui emerge, solido come sempre, Joseph Cotten. L'inseguimento finale nelle fogne della città è passato giustamente alla storia, grande fonte d'ispirazione per innumerevoli film e telefilm. Celebre anche il tema musicale.
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mario_platonov
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lunedì 22 novembre 2010
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due protagonisti: vienna e orson welles
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Ci sono due motivi per rimanere incantati da questo film: la splendida fotografia in bianco e nero e l’interpretazione di Orson Welles.
Chi si aspetta una trama particolarmente stimolante, un rompicapo da risolvere o clamorosi colpi di scena, rimarrà molto probabilmente deluso. La storia scorre abbastanza liscia e l’unico vero momento a sorpresa è ampiamente prevedibile.
Per fortuna il fascino irresistibile del film è altrove. E risiede essenzialmente in una Vienna in bianco e nero da antologia: disastrata, presidiata da forze di polizia internazionali e funestata dal crimine più o meno organizzato, la città mitteleuropea mostra il suo lato meno nobile, rivelando tutto il fascino di una città in bilico tra i mai sopiti fasti imperiali e i pericoli della “frontiera”.
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Ci sono due motivi per rimanere incantati da questo film: la splendida fotografia in bianco e nero e l’interpretazione di Orson Welles.
Chi si aspetta una trama particolarmente stimolante, un rompicapo da risolvere o clamorosi colpi di scena, rimarrà molto probabilmente deluso. La storia scorre abbastanza liscia e l’unico vero momento a sorpresa è ampiamente prevedibile.
Per fortuna il fascino irresistibile del film è altrove. E risiede essenzialmente in una Vienna in bianco e nero da antologia: disastrata, presidiata da forze di polizia internazionali e funestata dal crimine più o meno organizzato, la città mitteleuropea mostra il suo lato meno nobile, rivelando tutto il fascino di una città in bilico tra i mai sopiti fasti imperiali e i pericoli della “frontiera”. Determinanti per questo ritratto della capitale austriaca sono la bellissima fotografia e una regia che deve moltissimo al cinema tedesco della prima parte del Novecento e all’espressionismo (grandangolo, inquadrature oblique, giochi d’ombra): eccellenti, in particolare, le scene di fuga per le strade della città, tra piazze eleganti e macerie di guerra.
E per finire, il valore aggiunto di un immenso Orson Welles, che in pochi minuti ruba la scena a tutti gli altri.
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(di nicola1)
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samanta
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lunedì 4 novembre 2019
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l'amicizia, l'amore, il denaro, il crimine ...
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Il terzo uomo è un noir del 1949, regia di Carol Reed, la sceneggiatura di Graham Greene che lavorò altre volte (Il nostro agente all'Avana) con il regista che fu discontinuo nella qualità dei film diretti e che conquistò un Oscar nel 1969 con il musical Oliver, con questo film ha realizzato un capolavoro
Holly Martins (Joseph Cotten) scrittore senza soldi arriva a Vienna nel 1949, la città è divisa in 4 settori affidat ia USA, UK, Francia e URSS. Holly è stato invitato dal suo caro amico Harry Lime (Orson Welles) che non vede da 10 anni che gli darà un lavoro. Ma quando si reca a casa sua, scopre dal portinaio che è morto, investito da un'auto ed è in corso il funerale.
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Il terzo uomo è un noir del 1949, regia di Carol Reed, la sceneggiatura di Graham Greene che lavorò altre volte (Il nostro agente all'Avana) con il regista che fu discontinuo nella qualità dei film diretti e che conquistò un Oscar nel 1969 con il musical Oliver, con questo film ha realizzato un capolavoro
Holly Martins (Joseph Cotten) scrittore senza soldi arriva a Vienna nel 1949, la città è divisa in 4 settori affidat ia USA, UK, Francia e URSS. Holly è stato invitato dal suo caro amico Harry Lime (Orson Welles) che non vede da 10 anni che gli darà un lavoro. Ma quando si reca a casa sua, scopre dal portinaio che è morto, investito da un'auto ed è in corso il funerale. Va al cimitero assiste allle esequie e conosce il maggiore Calloway (Trevor Howard) della polizia inglese e vede una ragazza che più tardi conoscerà: Anna (Alida Valli) amante di Lime che gli ha procurato un passaporto falso. Holly interroga il portinaio e capisce che l'incidente è strano e cerca di indagare, Calloway gli rivela che Lime è un criminale, ma Holly non ci crede, ma vicino alla casa di Anna di cui si è innamorato lo vede ed è vivo. Informa Calloway che mostra le prove che Lime è un criminale che ha venduto penicillina contraffatta rubata all'Ospedale Militare da un infermiere e venduta a prezzo elevato alla borsa nera, per sua causa decine di persone sono morte compresi molti bambini colpiti da meningite. Si apre la tomba di Lime e si trova il cadavere dell'infermiere che era stato ammazzato nell'incidente. Il finale è tragico con la caccia a Lime che muore ucciso dall'amico che aiuta la polizia, in cambio di un passaporto per Anna che non era austriaca ma cecoslovacca e per questo ricercata dai sovietici.
Il film è ambientato in una Vienna semidistrutta dai bombardamenti e molte scene si svolgono tra le rovine, una città ostile, la gente ha un aspetto inquietante, impassibile, stravolto, quasi un atto d'accusa al mondo. Molte scene sono girate di notte, c'é un velo d'inquietudine rotto da qualche momento ironico come la conferenza letteraria di Holly, sullo sfondo la musica incalzante della cetra bavarese di Anton Karas. I personaggi sono descritti perfettamente: Holly scopre che in realtà Lime ha sempre approfittato della loro amicizia, Lime vede il male come forza propulsiva della storia e della creatività, Anna lo ama disperatamente pur sapendo i suoi crimini e ignorando che Lime l'ha denunciata ai comunisti per trovare rifugio nel settore sovietico. Molte scene memorabili: l'inseguimento di Lime braccato nelle fogne di Vienna, l'incontro tra Holly e Lime sulla ruota del Prater, il lungo finale in piano sequenza di Anna che cammina senza degnare di uno sguardo Holly che l'aspetta. Ottima la recitazione di tutti: in primis Orson Welles e poi Joseph Cotten e la bella e brava Alida Valli. Il film tratta dell'amicizia, dell'amore che nel caso di Anna è il classico amour fou, del denaro che costituisce per alcuni l'unico fine dell'esistenza, del male che c'é in tutti noi.
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turkish
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venerdì 12 febbraio 2010
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uno spionaggio costruito alla meraviglia
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Un film davvero completo con una sceneggiatura articolata e avvicente che non risparmia colpi di scena finali.Il film si può annoverare come uno dei chiari esempi di pellicole di "spionaggio" dove lo spettatore è sempre partecipe, incuriosito a risolvere il rebus iniziale con cui parte il film.Il contesto storico che fa da cornice alla trama è trattato esaurientemente e posto come mezzo interpretativo per capire e giustificare le azioni/i misteri del film.Carol Reed si relaziona spesso con lo spettatore porgendo input/output per la comprensione del mistero.Il finale è tutt altro che scontato e banale e anzi è un chiaro messaggio che Reed vuole mandare: a volte la moralità e l'onestà deve prevalere anche su un rapporto così forte come l'amicizia per il bene di tutti.
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Un film davvero completo con una sceneggiatura articolata e avvicente che non risparmia colpi di scena finali.Il film si può annoverare come uno dei chiari esempi di pellicole di "spionaggio" dove lo spettatore è sempre partecipe, incuriosito a risolvere il rebus iniziale con cui parte il film.Il contesto storico che fa da cornice alla trama è trattato esaurientemente e posto come mezzo interpretativo per capire e giustificare le azioni/i misteri del film.Carol Reed si relaziona spesso con lo spettatore porgendo input/output per la comprensione del mistero.Il finale è tutt altro che scontato e banale e anzi è un chiaro messaggio che Reed vuole mandare: a volte la moralità e l'onestà deve prevalere anche su un rapporto così forte come l'amicizia per il bene di tutti.Da "rivoluzionario" e solitario ( contro il sistema operativo della polizia ritenuto uno dei possibili artefici dell'uccisione-non vera- del suo amico Harry) , Holly passa a diventare reazionario, a collaborare con la polizia (schierandosi contro Anna) quando incontra Harry e scopre la sua vera identità.Un altro aspetto che Reed mette in mostra è l'appurare come spesso le persone più vicene a noi si conoscono solo apparentemente ma non realmente.Un applauso per la regia e per le sequenze narrative del film che sanno passare da dinamiche a riflessive.
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poggi
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lunedì 23 agosto 2010
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noir espressionista e geniale
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Nella sinistra cornice della Vienna postbellica, divisa in settori dalle quattro potenze vincitrici e attraversata dalle trame di occulti traffici, si svolge la storia del modesto scrittore Alga Martin, americano squattrinato che ha seguito l'invito del vecchio amico Harry Lime, il quale gli offre ospitalità e un non meglio precisato lavoro. Ma ad aspettarlo, lo scrittore troverà una sgradevole sorpresa: Harry è morto in un incidente e la polizia lo ricercava da tempo come un pericoloso criminale. Assieme all'ex amante dell'amico (una straordinaria Alida Valli), Alga si getta allora in una ricerca sul torbido passato di Harry per riabilitarne la memoria, ma le sorprese non mancheranno: Lime è morto davvero? E chi è il misterioso terzo uomo che un portiere afferma di aver visto sulla scena dell'incidente?
Straordinario noir sceneggiato da Graham Greene a partire da un suo romanzo e diretto da Carol Reed con abilità sorprendente.
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Nella sinistra cornice della Vienna postbellica, divisa in settori dalle quattro potenze vincitrici e attraversata dalle trame di occulti traffici, si svolge la storia del modesto scrittore Alga Martin, americano squattrinato che ha seguito l'invito del vecchio amico Harry Lime, il quale gli offre ospitalità e un non meglio precisato lavoro. Ma ad aspettarlo, lo scrittore troverà una sgradevole sorpresa: Harry è morto in un incidente e la polizia lo ricercava da tempo come un pericoloso criminale. Assieme all'ex amante dell'amico (una straordinaria Alida Valli), Alga si getta allora in una ricerca sul torbido passato di Harry per riabilitarne la memoria, ma le sorprese non mancheranno: Lime è morto davvero? E chi è il misterioso terzo uomo che un portiere afferma di aver visto sulla scena dell'incidente?
Straordinario noir sceneggiato da Graham Greene a partire da un suo romanzo e diretto da Carol Reed con abilità sorprendente. Visivamente eccezionale, con le celebri inquadrature storte e un ampio uso di grandangoli a dare un'impressione di precarietà e di sottile ostilità nell'ambiente. Un bianco e nero fortemente contrastato e una visione degli ambienti di matrice espressionista (debitrice anche del Welles di "Quarto potere") contribuiscono a creare un'atmosfera sinistra e impareggiabile, dove persino i primi piani hanno qualcosa di deviato o di mostruoso.
L'intreccio è ben congegnato, il cast pressochè perfetto (su tutti un Orson Welles che, nonostante la brevità della sua apparizione, giganteggia a partire dalla meravigliosa scena in cui compare come un fantasma illuminato dalla luce radente di una finestra). Molte le scene da antologia, come i due inseguimenti (quello nelle fogne ha fatto scuola), e il finale sul viale del camposanto. Leggenda vuole che Welles abbia contribuito a girare qualche scena, ma la voce è smentita da lui stesso; quel che è certo è che abbia improvvisato alcuni dialoghi, come quello sulla ruota panoramica, con la famosissima battuta sugli svizzeri.
Una menzione particolare merita infine il leit motiv che fa da dissonante contrappunto all'oscura vicenda, ormai entrato nella storia del cinema.
In sintesi, un classico da non perdere.
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reservoir dogs
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giovedì 23 dicembre 2010
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l'orologio a cucù
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Il terzo uomo è colui che insieme al Barone Kurtz e al polacco Popescu ha assistito alla morte di Harry Lime (Welles), amico di Holly Martins (Cotten) appena arrivato nella città di Vienna su invito di Lime.
Martins poco convinto sulla dinamica della morte dell'amico tenterà di far luce sul caso iniziando una sua personale indagine che lo porterà ad una verità imprevedibile e nascosta nel marcio delle fogne.
In una Vienna del 1946, dilaniata dalla guerra e divisa in quattro cantoni (francese-americano-russo-inglese), un gatto affezionato ad un unica persona ormai morta, aiuta le indagini più della stessa polizia.
Harry Lime incarna l'uomo del secolo; cinico è desideroso di potere che tenta di affermarsi nella società con qualsiasi mezzo con una morale ben precisa: la neutralità porta all'orologio a cucù mentre la presa di posizione porta all'arte.
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Il terzo uomo è colui che insieme al Barone Kurtz e al polacco Popescu ha assistito alla morte di Harry Lime (Welles), amico di Holly Martins (Cotten) appena arrivato nella città di Vienna su invito di Lime.
Martins poco convinto sulla dinamica della morte dell'amico tenterà di far luce sul caso iniziando una sua personale indagine che lo porterà ad una verità imprevedibile e nascosta nel marcio delle fogne.
In una Vienna del 1946, dilaniata dalla guerra e divisa in quattro cantoni (francese-americano-russo-inglese), un gatto affezionato ad un unica persona ormai morta, aiuta le indagini più della stessa polizia.
Harry Lime incarna l'uomo del secolo; cinico è desideroso di potere che tenta di affermarsi nella società con qualsiasi mezzo con una morale ben precisa: la neutralità porta all'orologio a cucù mentre la presa di posizione porta all'arte.
Carol Reed col suo cinema, firma così uno dei capolavori del cinema di spionaggio dimostrando di aver assorbito e ben digerito lo stile del suo attore Orson Welles, fatta di inquadrature caratterizzate da una linea distorta grazie all'inclinazione della cinepresa e dalla profondità di campo.
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mondolariano
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martedì 3 maggio 2011
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l'orologio a cucù...
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Innanzi tutto, la celebre frase di Orson Welles:
“In Italia vi furono guerre, omicidi e terrore, ma vennero fuori Michelangelo, Leonardo e il Rinascimento. In Svizzera non vi fu che amore fraterno, ma in 500 anni di quieto vivere che cosa è venuto fuori? L’orologio a cucù!”
Certo non basterebbe questa verità per giustificare la filosofia del protagonista. Welles appare solo a metà film ma la sua presenza è debordante fin dall’inizio (specie in cabina di regia, dove parecchie sono le inquadrature attribuibili al regista di “Quarto potere”). La povera Vienna dell’immediato dopoguerra emerge a tinte cupe, dense, illustrate magistralmente da un bianco-nero dai fortissimi contrasti e assunte a capolavoro nella scena delle fogne.
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Innanzi tutto, la celebre frase di Orson Welles:
“In Italia vi furono guerre, omicidi e terrore, ma vennero fuori Michelangelo, Leonardo e il Rinascimento. In Svizzera non vi fu che amore fraterno, ma in 500 anni di quieto vivere che cosa è venuto fuori? L’orologio a cucù!”
Certo non basterebbe questa verità per giustificare la filosofia del protagonista. Welles appare solo a metà film ma la sua presenza è debordante fin dall’inizio (specie in cabina di regia, dove parecchie sono le inquadrature attribuibili al regista di “Quarto potere”). La povera Vienna dell’immediato dopoguerra emerge a tinte cupe, dense, illustrate magistralmente da un bianco-nero dai fortissimi contrasti e assunte a capolavoro nella scena delle fogne. A fare le veci di Welles durante la sua assenza ci pensa Joseph Cotten, in forma perfetta e dall’aria trasognata come si addice all’immagine del perfetto illuso. Il suo amore impossibile si chiama Alida Valli, che gli passa davanti nella mitica camminata lungo il viale alberato ed esce di scena concludendo così la sua breve esperienza hollywoodiana. Nata nello scrigno di “Piccolo mondo antico”, la Valli sarebbe dovuta diventare la “Ingrid Bergman italiana”, secondo l’idea del produttore Selznick che la chiamò ad interpretare “Il caso Paradine” e “Il terzo uomo”: un esperimento riuscito solo in parte.
Quattro stelle e mezzo.
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samuel langhorne
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venerdì 2 settembre 2016
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due amici , stessa strada vi diverse
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La storia prende piede in una Vienna in guerra dalle tonalità scure,due amici sono i protagonisti , e ad essere al centro dell'attenzione è Lime cioè il deceduto.Non appare ma è perennemente al centro della trama e a seconda dei punti di vistadei vari conoscenti appare gentile o inflessibile , generoso o egoista , la sua vera natura però , sale in superficie quando su una ruota panoramica Lime e Cotten , l'altro protagonista , giocano a osservare il mondo dall'alto.
E' qui a venire fuori la profonda differenza tra i due , l'uno affarista pragmatico lupo tra i lupi delle varie divisioni interne al paese , l'altro scrittore di romanzi, dai forti principi che premette i valori dello spirito a quelli materiali , disposto a sacrificarsi per amore di una donna , che non avrà la forza di innamorarsi nuovamente.
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La storia prende piede in una Vienna in guerra dalle tonalità scure,due amici sono i protagonisti , e ad essere al centro dell'attenzione è Lime cioè il deceduto.Non appare ma è perennemente al centro della trama e a seconda dei punti di vistadei vari conoscenti appare gentile o inflessibile , generoso o egoista , la sua vera natura però , sale in superficie quando su una ruota panoramica Lime e Cotten , l'altro protagonista , giocano a osservare il mondo dall'alto.
E' qui a venire fuori la profonda differenza tra i due , l'uno affarista pragmatico lupo tra i lupi delle varie divisioni interne al paese , l'altro scrittore di romanzi, dai forti principi che premette i valori dello spirito a quelli materiali , disposto a sacrificarsi per amore di una donna , che non avrà la forza di innamorarsi nuovamente.
Infatti alla fine la donna preferirà passare oltre non volendo legami , forse perchè troppo disillusa dall'amore.
Non dimeticandoci che con i colpi di scena e alcune grandi frasi questo grande film strizza l'occhio al trhiller un pò noir.
Il tema che racchiude il film è il continuo contrapporsi del cinismo , figlio della guerra e della sete di ricchezza , nel quale il fine della propria sopravvivenza giustica tutti i mezzi possibili leciti o meno.
E della bontà d'animo , dello spirito di sacrificio che nasce dalle stesse difficoltà ma le guarda con occhi consapevoli che insieme si può passare la tempesta.
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