nino & salvatore p.
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domenica 22 febbraio 2009
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verdone è sempre verdone
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Film analago al precednte in cui Verdone intepreta un personaggio dalla doppia personalita'.Infatti anche in tale interpretazione il protagonista della storia, un bidello laureato chiamato Rolando,si finge di essere un prete per poter migliorare la sua posizione lavorativa intraprendendo un impiego che potrebbe fruttargli molto.Attenzione perche è riduttivo considerare questa pellicola quasi una sorta di sequel di Borotalco in quanto la trama ha delle carateristiche proprie molto originali, ricca di situazioni e di varie battute ( all'apparenza magari non evidenti) nella quale primeggia l'inconfondibie bravura umoristica del mitico Verdone che puntualmente ci fa sorridere e ci emoziona sempre.
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taras bulba
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martedì 14 agosto 2007
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un'altro capolavoro di verdone
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Un'altro dei capolavori di comicità di Verdone, lo metto giusto un gradino sotto a "Un sacco bello", "Bianco, rosso e verdone" e "Borotalco",
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lucascialo
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domenica 7 ottobre 2018
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verdone gioca ancora sugli equivoci
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Dopo il buon successo di Borotalco, Carlo Verdone propone una nuova pellicola giocando sugli equivoci e sullo scambio di identità. Se in Borotalco il suo personaggio timido ed indeciso si appropria dei panni di un uomo di mondo casanova, in questo caso si veste di quelli di un prete per poter guadagnare un bel pò di soldi dando lezioni di inglese ad una ragazzina americana modella. Ma anche in questo caso non mancheranno problemi ed ostacoli. Peraltro, anche questa pellicola, come la precedente, si conclude con una canzone degli Stadio. Continuando sulla falsariga dell'immancabile confronto col film precedente, Verdone corregge il tiro e ci mette più verve tra gli ingredienti. Grazie anche all'aggiunta di un pò di pepe portata dalla sora Lela e da Fabrizio Bracconieri.
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Dopo il buon successo di Borotalco, Carlo Verdone propone una nuova pellicola giocando sugli equivoci e sullo scambio di identità. Se in Borotalco il suo personaggio timido ed indeciso si appropria dei panni di un uomo di mondo casanova, in questo caso si veste di quelli di un prete per poter guadagnare un bel pò di soldi dando lezioni di inglese ad una ragazzina americana modella. Ma anche in questo caso non mancheranno problemi ed ostacoli. Peraltro, anche questa pellicola, come la precedente, si conclude con una canzone degli Stadio. Continuando sulla falsariga dell'immancabile confronto col film precedente, Verdone corregge il tiro e ci mette più verve tra gli ingredienti. Grazie anche all'aggiunta di un pò di pepe portata dalla sora Lela e da Fabrizio Bracconieri. Romanacci doc, con le loro caratterizzazioni e battute. Il film segna anche l'esordio di Natasha Hovey, la quale però, dopo una decina di anni, deciderà anzitempo di mollare la carriera cinematografica.
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ultimoboyscout
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sabato 13 agosto 2011
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il prete e la bambina.
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Verdone passa alla commedia romantica a tinte rosa, con esito discutibile. Il film non è brutto, ma avrebbe potuto essere migliore. Sull'onda del precedente (e migliore) "Borotalco", il tema dello scambio di persona e del fingersi qualcun'altro a scopo di guadagno inizia a stufare. Dico che si sarebbe potuto far meglio perchè la parte, a Verdone, calza a pennello, la Hovey sta al gioco con stile ma la contrapposizione giovani/adulti appare fiacca, scontata e datata. In più, il regista azzecca (e non è una novità) i personaggi di contorno, in particolare quelli dell'invadente ed inopportuno Bracconeri e della stupenda Sora Lella. Tanto sentimento, il finale lascia interdetti, ma stavolta Verdone non si ripete sui livelli dei suoi film precedenti.
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Verdone passa alla commedia romantica a tinte rosa, con esito discutibile. Il film non è brutto, ma avrebbe potuto essere migliore. Sull'onda del precedente (e migliore) "Borotalco", il tema dello scambio di persona e del fingersi qualcun'altro a scopo di guadagno inizia a stufare. Dico che si sarebbe potuto far meglio perchè la parte, a Verdone, calza a pennello, la Hovey sta al gioco con stile ma la contrapposizione giovani/adulti appare fiacca, scontata e datata. In più, il regista azzecca (e non è una novità) i personaggi di contorno, in particolare quelli dell'invadente ed inopportuno Bracconeri e della stupenda Sora Lella. Tanto sentimento, il finale lascia interdetti, ma stavolta Verdone non si ripete sui livelli dei suoi film precedenti. Plauso a Florinda Bolkan, perfettamente credibile e calata nel ruolo.
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