goruz
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martedì 31 agosto 2010
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epico.
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Essere o non essere, Wyatt Earp e Doc Holliday, uno deciso a reagire contro l'omicidio del fratello, l'altro a scappare da una vita precedente e ad autodistruggersi. I tumulti dell'Amleto shakespeariano scissi in due figure epiche che si incontrano/scontrano nella città di Tombstone, due frammenti che si riuniscono e si oppongono al male incarnato nei Clanton; a congiungerli, catalizzatrice, la purezza della darling Clementine. in una sola parola, epico.
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il cinefilo
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giovedì 19 agosto 2010
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un altro trionfo di john ford
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TRAMA:Wyatt Earp(Henry Fonda)vuole vendicare il fratello ucciso dai ladri di bestiame,diventa sceriffo di Tombstone e farà la conoscenza di un dottore ubriaco(Victore Mature)che lo aiuterà nell'impresa...RECENSIONE:Questo grande regista americano aveva già dimostrato tutta la sua grandezza con il mitico capolavoro chiamato OMBRE ROSSE(comunque irraggiungibile qualitativamente)e con SFIDA INFERNALE(in inglese MY DARLING CLEMENTINE)conferma la sua bravura e potrebbe tranquillamente collocarlo come il più grande cineasta del cinema western americano mai esistito.
Il vero punto di forza di questo film(e della sua cinematografia in generale)si trova nella profonda e strepitosa descrizione delle varie caratterizzazioni psicologiche dei protagonisti e dei personaggi di contorno alla storia che permettono allo spettatore una maggiore"integrazione"con la vicenda che viene raccontata nonchè un maggiore divertimento(il sottofondo umoristico,a tratti,è evidente).
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TRAMA:Wyatt Earp(Henry Fonda)vuole vendicare il fratello ucciso dai ladri di bestiame,diventa sceriffo di Tombstone e farà la conoscenza di un dottore ubriaco(Victore Mature)che lo aiuterà nell'impresa...RECENSIONE:Questo grande regista americano aveva già dimostrato tutta la sua grandezza con il mitico capolavoro chiamato OMBRE ROSSE(comunque irraggiungibile qualitativamente)e con SFIDA INFERNALE(in inglese MY DARLING CLEMENTINE)conferma la sua bravura e potrebbe tranquillamente collocarlo come il più grande cineasta del cinema western americano mai esistito.
Il vero punto di forza di questo film(e della sua cinematografia in generale)si trova nella profonda e strepitosa descrizione delle varie caratterizzazioni psicologiche dei protagonisti e dei personaggi di contorno alla storia che permettono allo spettatore una maggiore"integrazione"con la vicenda che viene raccontata nonchè un maggiore divertimento(il sottofondo umoristico,a tratti,è evidente).
L'analisi dei personaggi che può dirsi riuscita in maniera eccellente,nella galassia del cinema,può vantare ben pochi registi che siano stati in grado di curarla nella maniera dovuta e tra questi non può che esserci inserito anche John Ford.
Questo film è un autentico elogio del mito della frontiera e di tutti coloro che ne fanno(e ne hanno fatto)parte(un omaggio che questo autore ripeterà nuovamente in SENTIERI SELVAGGI contaminandolo con una certa dose di razzismo contro la popolazione indiana)e può vantare anche una sequenza entrata di diritto nella leggenda della cinematografia western quale lo scontro finale all'O.K Corral tra Wyatt Earp e la famiglia dei fuorilegge.
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tomdoniphon
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giovedì 29 maggio 2014
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l'arte della digressione
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Lo sceriffo Wyatt Earp (un indimenticabile Henry Fonda), con l'aiuto dell'alcoclizzato e tisico Doc Holliday, si batte all'O.K. Corral con i Clanton, ladri di bestiame che gli hanno ucciso il fratello. Al centro di questo magnifico film, c'è un personaggio leggendario del genere western, che viene presentato da Ford come un uomo tranquillo, pacato, ma al tempo stesso assai determinato; come sempre nei film del regista, non importa quanto il personaggio intepretato da Fonda corrisponda al vero Wyatt Earp, avendo Ford sempre anteposto la leggenda alla storia ("qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda", per citare una famosa battuta di un altro capolavoro fordiano, "L'uomo che uccise Liberty Valance").
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Lo sceriffo Wyatt Earp (un indimenticabile Henry Fonda), con l'aiuto dell'alcoclizzato e tisico Doc Holliday, si batte all'O.K. Corral con i Clanton, ladri di bestiame che gli hanno ucciso il fratello. Al centro di questo magnifico film, c'è un personaggio leggendario del genere western, che viene presentato da Ford come un uomo tranquillo, pacato, ma al tempo stesso assai determinato; come sempre nei film del regista, non importa quanto il personaggio intepretato da Fonda corrisponda al vero Wyatt Earp, avendo Ford sempre anteposto la leggenda alla storia ("qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda", per citare una famosa battuta di un altro capolavoro fordiano, "L'uomo che uccise Liberty Valance"). Il film risulta essere uno dei più alti risultati del cinema classico americano, anche per il magistrale ricorso alla (tipicamente fordiana) digressione narrativa, che ci ha regalato alcune delle più famose e celebrate sequenze della Storia del Cinema. Pur non essendo possibile, per ovvie ragioni di spazio, citarle tutte, occorre quantomeno ricordare: la conversazione di Henry Fonda con il fratello morto; l'attore scespiriano che, ubriaco ed impaurito, recita il monologo dell'Amleto; e soprattutto la sequenza in cui Fonda danza con il mantello della sua dama poggiato sul braccio: prima impacciato, poi si lascia prendere dal ballo con squisita eleganza. I film di Ford sono così: si passa dall'azione violenta alla pausa lirica, dal comico al tragico. In "Sfida Infernale", tutto questo riesce alla perfezione.
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samanta
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lunedì 1 aprile 2019
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lo sa che clementina è un bel nome?
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Il film si basa su un fatto reale la sparatoria che il 26 ottobre 1981 a Tombstone in Arizona tra lo sceriffo Wyatt Earp (Henry Fonda) aiutato dai suoi 2 fratelli Virgil e Morgan (Ward Bond) anch'essi sceriffi nonché aiutato da Doc Holliday famoso pistolero (Victor Mature) che affrontò e distrusse una banda di fuorilegge capeggiati dal vecchio Clanton (Walter Brennan) e i suoi 4 figli dediti al furto del bestiame e che avevano ucciso 2 fratelli di Wyatt .
E' uno dei migliori western di Ford, anche se non assurge al rango di capolavoro come altri western dello stesso regista (in testa Sentieri selvaggi, e poi Ombre Rosse, L'uomo che uccise Liberty Valance ed altri ancora).
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Il film si basa su un fatto reale la sparatoria che il 26 ottobre 1981 a Tombstone in Arizona tra lo sceriffo Wyatt Earp (Henry Fonda) aiutato dai suoi 2 fratelli Virgil e Morgan (Ward Bond) anch'essi sceriffi nonché aiutato da Doc Holliday famoso pistolero (Victor Mature) che affrontò e distrusse una banda di fuorilegge capeggiati dal vecchio Clanton (Walter Brennan) e i suoi 4 figli dediti al furto del bestiame e che avevano ucciso 2 fratelli di Wyatt .
E' uno dei migliori western di Ford, anche se non assurge al rango di capolavoro come altri western dello stesso regista (in testa Sentieri selvaggi, e poi Ombre Rosse, L'uomo che uccise Liberty Valance ed altri ancora). Nella pellicola sono presenti i temi di Ford: l'uomo inflessibile che affronta il nemico per difendere la legge o combattere il cattivo impunito, i momenti ironici (il vecchio teatrante che recita ubriaco le bellissime strofe di Amleto, i momenti comici quando Wyatt appena andato dal barbiere e profumato di lavanda viene avvicinato da persone che dicono "che buon profumo di fiori nell'aria" e lui risponde impassibile "sono io sono andato dal barbiere" e tra le persone che sentono il profumo c'è Clementine (Cathy Downs una bella attrice che ebbe una breve carriera cinematografica) una brava ragazza che era stata abbandonato da doc Holliday e di cui lo sceriffo si inamora ricambiato, questa storia teneramente sentimentale è sottolineata dalla canzone My Darling Clementine ballata folcloristica americana che fa da sottofondoal film e dà il titolo originale allo stesso. La storia d'amore Wyatt e Clementine si intreccia con quella tragica di Doc Holliday e Chihuahua (Linda Darnell una bella e brava attrice che ebbe un discreto successo nel periodo dal dal 1944 al 1960 e che morì prematuramente a 41 anni).Il film al contrario del remake del 1957 si discosta dalla realtà ad esempio Doc Holliday non morì nella sparatoria e non era medico chirurgo (nel film opera la sua amante) ma era solo un dentista. L'ambientazione è quella preferita da Ford: la Monument Valley con i suoi panorami mozzafiato.
Ottima la recitazione di Henry Fonda asciutta ma convincente, l'attore aveva già lavorato con Ford in Furore e La croce di fuoco, lavorerà con lui ancora in un altro western capolavoro Il massacro di Fort Apache nel 1948 poi abbandonò il cinema per 7 anni recitando al teatro riprese poi nel 1955 con Ford ne La nave matta di Mister. Roberts, però a metà film litigò clamorosamente con il regista e ottenne la sua sostituzione con Mervyn LeRoy.
Nel film fa una recitazione sofferta ma convincente Victor Mature che era un bravo attore che fece molti film da commedie a noir, a film di guerra e thriller, ma che alcuni critici ingiustamente lo vollero ridurre capace di soli ruoli come i i Peplum in cui risaltavano le sue doti atletiche. A onor del vero nel remake Kirk Douglas nella stessa parte fa una recitazione di gran lunga superiore creando una figura indimenticabile nel panorama western. Riguardo agli altri interpreti non possono non essere citati Ward Bond e Walter Brennan qui nella parte insolita di un cattivo (lo ricordate nel vecchio petulante di Un Dollaro d'onore?).
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renato c.
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sabato 15 febbraio 2014
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un bel western b/n
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Come ho scritto anche in altre recensioni io sono uno che non amava troppo i western in bianco e nero (a parte quelli che mi dovevo sorbire in televisione quando non era ancora a colori e che magari al cinema li avevo visti a colori!) Di fronte, comunque, a capolavori come questo, "Mezzogiorno di fuoco", "Ombre rosse", ecc. Tanto di cappello! Di questa storia, realmente accaduta e con personaggi realmente esistiti è stato fatto come remake "Sfida all'OK Corral" di John Sturges con Burt Lancaster e Kirk Douglas e non saprei dire quale dei due è il migliore propendendo forse per questo bellissimo film di John Ford. Henry Fonda è perfetto come sceriffo gentiluomo e Victor Mature è un bravissimo Doc Holiday, ubriacone ma più bonario di quello interpretato da Kirk Douglas.
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Come ho scritto anche in altre recensioni io sono uno che non amava troppo i western in bianco e nero (a parte quelli che mi dovevo sorbire in televisione quando non era ancora a colori e che magari al cinema li avevo visti a colori!) Di fronte, comunque, a capolavori come questo, "Mezzogiorno di fuoco", "Ombre rosse", ecc. Tanto di cappello! Di questa storia, realmente accaduta e con personaggi realmente esistiti è stato fatto come remake "Sfida all'OK Corral" di John Sturges con Burt Lancaster e Kirk Douglas e non saprei dire quale dei due è il migliore propendendo forse per questo bellissimo film di John Ford. Henry Fonda è perfetto come sceriffo gentiluomo e Victor Mature è un bravissimo Doc Holiday, ubriacone ma più bonario di quello interpretato da Kirk Douglas. E penso che questo film sia anche più vicino ai personaggi reali in quanto Doc Holiday è stato veramente un dentista. Il personaggio del film che, come medico, non è riuscito a salvare la donna che amava, per cui sacrifica la vita per aiutare lo sceriffo nella sfida finale è veramente ottimo! Se vogliamo, a parte i personaggi principali e la sfida finale all'OK Corral, le trame dei due films sono un po' diverse ed entrambi meritano! Non dimentichiamo poi la colonna sonora "My darling Clementine" (che è anche il titolo originale del film!)che è diventato un clessico; tant'è che ci veniva anche fatta imparare a scuola durante le lezioni di Inglese!
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greatsteven
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mercoledì 19 luglio 2017
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rivive la storia di quel combattimento del 1882!
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SFIDA INFERNALE (USA, 1946) diretto da JOHN FORD. Interpretato da HENRY FONDA, VICTOR MATURE, LINDA DARNELL, WALTER BRENNAN, GRANT WINTERS, WARD BOND, TIM HOLT, CATHY DAWNS
Mentre il mandriano Wyatt Earp cerca, insieme ai fratelli Virgil e Morgan, un pascolo più erboso da sostituire con le terre aride e incolte su cui le sue vacche stanno brucando, i Clanton, famiglia di ladri di bestiame composta dal capostipite Oldman e dai suoi quattro figli Ike, Sam, Billy e Phin, gli uccidono il giovanissimo fratello James e gli rubano gli animali. Sepolto il ragazzo, Wyatt raggiunge Tombstone e, siccome è deciso a vendicarsi sia del furto che dell’omicidio subiti, accetta il ruolo di sceriffo della città (lavoro da egli già affrontato in passato) dopo aver sedato un indiano ubriaco al saloon, dando prova delle sue doti persuasive eccezionali.
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SFIDA INFERNALE (USA, 1946) diretto da JOHN FORD. Interpretato da HENRY FONDA, VICTOR MATURE, LINDA DARNELL, WALTER BRENNAN, GRANT WINTERS, WARD BOND, TIM HOLT, CATHY DAWNS
Mentre il mandriano Wyatt Earp cerca, insieme ai fratelli Virgil e Morgan, un pascolo più erboso da sostituire con le terre aride e incolte su cui le sue vacche stanno brucando, i Clanton, famiglia di ladri di bestiame composta dal capostipite Oldman e dai suoi quattro figli Ike, Sam, Billy e Phin, gli uccidono il giovanissimo fratello James e gli rubano gli animali. Sepolto il ragazzo, Wyatt raggiunge Tombstone e, siccome è deciso a vendicarsi sia del furto che dell’omicidio subiti, accetta il ruolo di sceriffo della città (lavoro da egli già affrontato in passato) dopo aver sedato un indiano ubriaco al saloon, dando prova delle sue doti persuasive eccezionali. Conosce la maestra elementare Clementine Carter e se ne innamora ricambiato, il che suscita l’iniziale inimicizia del dottor John Holliday, medico alcolizzato e ammalato di tubercolosi che a Tombstone mantiene l’abitudine di fare il bello e il cattivo tempo a suo piacimento, ma che poi diventa un inseparabile compagno d’avventure dello sceriffo, riconoscendone il saggio cameratismo di necessità. Chihuahua è invece una ballerina di avanspettacolo che ama in gran segreto Doc Holliday, e morirà durante un’operazione chirurgica da lui presieduta. I Clanton continuano a spadroneggiare intorno a Tombstone, e uccidono anche Virgil; col mandato di cattura emesso contro di loro, Wyatt si crea intorno un gruppo di pistoleri sostenitori per affrontarli e, all’O.K. Corral, il recinto del ranch in cui i fuorilegge tengono il bestiame trafugato, ha luogo una sfida all’ultimo sangue, nella quale perdono la vita il vecchio Clanton e tutti i suoi figli e Holliday. Nel finale, vediamo Morgan Earp che s’allontana verso il sentiero desertico col suo carro e Wyatt che saluta Clementine promettendole di ripassare per la città, dove adesso lei insegna in una scuola. Il più bel western di J. Ford dell’immediato dopoguerra. Rinnovata la collaborazione con Fonda dopo gli ottimi Alba di gloria (1939) e Furore (1940), il prolifico regista traccia una meravigliosa epopea della frontiera raccontando un fatto storico realmente accaduto col piglio del narratore di qualità e la sazietà d’immagini sobrie ma convincenti che popolano ogni singolo fotogramma, in un bianco e nero che effettua un ritratto della Monument Valley trasformandola nel regno della giustizia individuale, ma tutt’altro che sommaria, che anima il leitmotiv ricorrente del film. Pellicola di interpreti, in cui a brillare di luce propria è un cast di attori straordinari, fra cui spiccano un H. Fonda in formissima (doppiato da Emilio Cigoli) che si destreggia fra l’uso delle armi da fuoco e i balli con le graziose dame del paese; V. Mature (con la voce di Gualtiero De Angelis), avventuriero mondano che continua la sua vita dissoluta malgrado il malanno sanguigno che l’affligge, appassionato di drammi shakespeariani (indimenticabile la scena, patetica e soave insieme, in cui persegue le battute dell’attore britannico che recita Amleto) e affezionato alle persone che incontra con cui sa di poter trovare fruttuosi accordi; W. Brennan – completamente diverso rispetto allo Stumpy di Un dollaro d’onore (Howard Hawks, 1959) – nelle vesti antipatiche di Clanton padre, lestofante pronto ad ogni ribalderia pur di assecondare le proprie mire espansionistiche e arriviste; C. Dawns nel ruolo della delicata maestrina, che viene accolta al suo arrivo in carrozza e trattata con ogni riguardo da tutti i paesani che ne riconoscono la leggiadria innata; la Darnell, attrice allora più che mai in auge, che veste i panni di Chihuahua, dalla prima apparizione in cui mal consiglia lo sceriffo sul gioco del poker e viene per questo buttata in un acquaio, fino alla sua agonia sotto i ferri nel corso dell’intervento chirurgico che purtroppo non basterà a salvarle la vita; W. Bond, caratterista allora in voga e utilizzato in innumerevoli western, film drammatici e d’avventura, vista la sua vivace duttilità, che interpreta il fratello maggiore Morgan conferendogli dignità e audacia in pari quantità. L’ultimo quarto d’ora è ottimo, poiché si raggiunge l’apice della suspense rappresentando la sparatoria che culmina nel momento di maggior tensione, raccontato con la maestria inconfondibile del cineasta-asso dell’avventura western, che qui ha toccato uno dei punti più eccelsi di tutto il suo vastissimo repertorio cinematografico. Montaggio e fotografia di alta suggestione e una colonna sonora spensierata e potente insieme che rispolvera i vecchi classici della tradizione country d’oltreoceano, narrando la vicenda con una musica che si adatta magnificamente a tutti i suoi cambi di tono, seguendo il tracciato della trama coi suoi opportuni saliscendi di azione e omeostasi. Opera classica che conserva tuttora un fascino immutato, decisiva nell’approntare l’epoca aurea del western come lo si intendeva negli anni ’40: un genere che doveva assicurare al pubblico, come tutti gli altri dello star system hollywoodiano, o quantomeno del forno della Twentieth Century Fox (che ha prodotto il film in questione), fondamentalmente tre cose: integrazione, rassicurazione, divertimento. Li consegue tutti e tre, ma al di là di essi Sfida infernale fa valere i suoi diritti come storia di uomini che ottengono l’obiettivo della giusta vendetta facendosi strada con i pregi innegabili che sanno mettere in campo per pareggiare i conti con coloro che sono ancora rimasti impuniti. Il che, oltre a costituire un motivo assai ricorrente nelle avventure di frontiera occidentale, è un impianto di partenza oltremodo adeguato per edificarvi sopra un intreccio che sappia emozionare e tener incollato allo schermo lo spettatore più scettico fino all’ultimo secondo.
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eugenio98
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lunedì 17 agosto 2015
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wyatt earp, tra amore e vendetta
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Dopo l’omicidio del fratello minore, Wyatt Earp, insieme a Virgil e Morgan, si trasferirà a Tombstone sotto la carica di sceriffo per trovare gli assassini.
Film western che racconta il famoso episodio della sparatoria all’O K. Corral, Sfida infernale (1946) è la storia romanzata di fatti realmente accaduti e dell’instaurarsi dell’amore tra la ragazza di Doc Holliday, la giovane e graziosa Clementina Carter, e il freddo Wyatt Earp.
Nonostante il soggetto d’azione, John Ford focalizza l’attenzione sul rapporto tra i vari personaggi e il cambiamento di Wyatt, facendo diventare la comunità la vera protagonista; ciò è una costante dei film del regista il quale cerca di attrarre l’attenzione dello spettatore con eventi che non necessariamente riguardano il solo utilizzo delle armi da fuoco.
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Dopo l’omicidio del fratello minore, Wyatt Earp, insieme a Virgil e Morgan, si trasferirà a Tombstone sotto la carica di sceriffo per trovare gli assassini.
Film western che racconta il famoso episodio della sparatoria all’O K. Corral, Sfida infernale (1946) è la storia romanzata di fatti realmente accaduti e dell’instaurarsi dell’amore tra la ragazza di Doc Holliday, la giovane e graziosa Clementina Carter, e il freddo Wyatt Earp.
Nonostante il soggetto d’azione, John Ford focalizza l’attenzione sul rapporto tra i vari personaggi e il cambiamento di Wyatt, facendo diventare la comunità la vera protagonista; ciò è una costante dei film del regista il quale cerca di attrarre l’attenzione dello spettatore con eventi che non necessariamente riguardano il solo utilizzo delle armi da fuoco. Molto intensa è infatti la centrale scena del ballo in cui si vede il completo scioglimento dello sceriffo nei confronti della signorina Carter e l’abbraccio di una comunità sempre più partecipe. Tuttavia Wyatt non si distoglierà dalla sua vendetta, ciò rendendolo un personaggio glaciale nel dovere e sensibile nell’amore.
Molto bello, pur se inizialmente controverso, è il rapporto d’amicizia che si stabilirà tra l’uomo di legge e Doc Holliday, chiaro modello per quella che sarà l’ironica collaborazione tra Clint Eastwood e Lee Van Cleef in Per qualche dollaro in più di Sergio Leone. Mentre nel film predecessore, tra i due nemici-amici, ci saranno degli aspri confronti a parole e con la pistola, nel successivo i due protagonisti, prima di cooperare per sgominare il malvagio Indio, daranno luogo a simpatiche e spavalde schermaglie. È evidente che Doc Holliday (Victor Mature) e il colonnello Douglas Mortimer (Lee Van Clef) sono due personaggi tormentati e non originari del West; tuttavia, mentre il primo sacrificherà la propria vita, non trovando completamente la pace, il secondo sconfiggerà il nemico, intraprendendo così una via sicura e non più afflitta.
Maestosa, in Sfida infernale, è la sequenza che precede la sparatoria, nella quale “un silenzio caotico” accompagna Earp verso l’esito, preannunciando l’imminente bagno di sangue che inizierà dal semplice transito di una diligenza.
Il film di John Ford è una tenera storia d’amore e di efferata vendetta che, nonostante gli anni, esprime ancora uno stile grandioso e una malinconica bellezza
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paolp78
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sabato 4 settembre 2021
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western leggendario
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John Ford è sicuramente stato il più grande autore del cinema western classico, quindi non deve stupire che anche lui abbia portato sul grande schermo un classico intramontabile di questo filone cinematografico, ovvero la mitica sfida all’OK Corral di Tombstone che vide contrapposti il leggendario sceriffo Wyatt Earp ed i suoi fratelli, insieme al pistolero tubercoloso Doc Holliday, contro il clan Clanton.
A parere di chi scrive, delle tante versioni cinematografiche di questo mitico scontro, questa è indiscutibilmente la migliore.
Il film è un western puro che presenta tutte le caratteristiche della filmografia di Ford: dialoghi essenziali, uomini rudi, atmosfere cariche.
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John Ford è sicuramente stato il più grande autore del cinema western classico, quindi non deve stupire che anche lui abbia portato sul grande schermo un classico intramontabile di questo filone cinematografico, ovvero la mitica sfida all’OK Corral di Tombstone che vide contrapposti il leggendario sceriffo Wyatt Earp ed i suoi fratelli, insieme al pistolero tubercoloso Doc Holliday, contro il clan Clanton.
A parere di chi scrive, delle tante versioni cinematografiche di questo mitico scontro, questa è indiscutibilmente la migliore.
Il film è un western puro che presenta tutte le caratteristiche della filmografia di Ford: dialoghi essenziali, uomini rudi, atmosfere cariche. Come al solito c’è qualche momento di alleggerimento, ma in misura minore rispetto al solito.
La prova di Henry Fonda nella parte di Wyatt Earp è eccellente, tuttavia devo dire che è stato Walter Brennan, nella parte del vecchio Clanton, che mi ha emozionato particolarmente. Il grande attore solitamente utilizzato in ruoli di amico e braccio destro del protagonista, qui si cimenta invece nella parte meno consueta dell’antagonista, riuscendo a superarsi con una performance magistrale. Ogni volta che Brennan è in scena c’è una sequenza che resta impressa: tra le tante si deve citare quella memorabile in cui ad inizio film si imbatte in Wyatt Earp dopo l’assassinio del fratello di quest’ultimo; lo scambio di sguardi tra Fonda e Brennan è qualcosa di impagabile … da brividi!
Molto meno convincente Victor Mature nella parte di Doc Holliday, mentre Linda Darnell è perfetta nella ragazza esuberante e di facili costumi. Si cita infine nella parte di uno dei fratelli Earp il famoso caratterista Ward Bond, attore feticcio di Ford.
Belle musiche tra cui si ricorda la nota canzone “Oh my darling Clementine” che richiama in modo quasi identico il titolo originale della pellicola (“My darling Clementine”).
Strepitosa, come al solito la regia di Ford, che inizia la pellicola con delle bellissime riprese della Monument Valley … davvero un grande classico per il maestro americano.
Infine una curiosità: molti non sanno che John Ford conobbe realmente Wyatt Earp quando agli inizi della carriera girava film muti e il celebre sceriffo e pistolero era ormai vecchio. Nonostante la conoscenza diretta con Earp, che raccontò personalmente al grande regista innumerevoli episodi della sua vita, la pellicola presenta numerose incongruenze con la realtà storica, certamente volute da Ford che non aveva in mente di mettere in scena una ricostruzione fedele dei fatti. Tra le difformità più rilevanti sicuramente la partecipazione del vecchio Clanton allo scontro a fuoco all’OK Corral, a cui invece nella realtà non prese parte; la morte di Doc Holliday nello stesso scontro a fuoco, mentre invece morì anni dopo di tubercolosi; ed infine la stessa professione di Holliday che era quella di dentista e non invece di chirurgo, come nel film di Ford.
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