nicosonic_10
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domenica 27 novembre 2011
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non sono i beni materiali a dare la felicità
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Charlie Babbit è un venditore d'auto , giovane , bello e sfrontato , che ha dimenticato di essere una persona e di avere un cuore..la morte del padre non lo sconvolge più di tanto , ma a sconvolgerlo è il fatto che il padre nel testamento gli abbia lasciato solamente la sua collezione di rose e una macchina , anzi "la macchina"..quella macchina che è stata l'oggetto del litigio che li ha separati..la maggior parte dell'eredità , ovvero tre milioni di dollari , è stata lasciata a Raymond Babbit interpretato magistralmente da Dustin Hoffman..un ragazzo malato di autismo sapiente , un disturbo mentale importante..Raymond è il fratello di Charlie , solo che c'è voluta la morte del padre per farli conoscere.
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Charlie Babbit è un venditore d'auto , giovane , bello e sfrontato , che ha dimenticato di essere una persona e di avere un cuore..la morte del padre non lo sconvolge più di tanto , ma a sconvolgerlo è il fatto che il padre nel testamento gli abbia lasciato solamente la sua collezione di rose e una macchina , anzi "la macchina"..quella macchina che è stata l'oggetto del litigio che li ha separati..la maggior parte dell'eredità , ovvero tre milioni di dollari , è stata lasciata a Raymond Babbit interpretato magistralmente da Dustin Hoffman..un ragazzo malato di autismo sapiente , un disturbo mentale importante..Raymond è il fratello di Charlie , solo che c'è voluta la morte del padre per farli conoscere..Rymond infatti è rinchiuso in un istituto di cura , a WallBrook..Charlie Babbit dopo aver appreso di non essere figlio unico , decide di passare un po' di tempo con suo fratello , unico parente ormai rimasto in vita..così porta via il fratello dall'istituto per cercare di avere quantomeno la sua fetta di eredità , ma durante questo periodo di rapimento se si può dire , Charlie stringe un legame col fratello , o meglio scopre di averlo da sempre quel legame..sarà il tempo a tirare fuori dalla sabbia i ricordi e quella complicità che solo i fratelli possono avere..e non solo..Raymond è un essere speciale , dotato di una memoria eccezionale , ma per quello che è possibile immaginare , anche di un cuore e a differenza di quello che possano decidere i giudici , capace anche di discernere il bene dal male , come un fratello da un amico , o il migliore amico Charlie..il ragazzo sfrontato e avido di soldi di inizio film scoprirà che sono più importanti gli affetti dei beni materiali..un punto su cui tutti al giorno d'oggi dovremmo riflettere. Film capolavoro
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(di rudy_50)
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kobayashi
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martedì 15 luglio 2008
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charlie, charlie babbit, mio migliore amico
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"Charlie, Charlie Babbit, mio amico". Charles (Charile) Sanford Babbit (Tom Cruise) e Raymond Babbit sono fratelli, ma non lo scoprono fino a che non muore il padre di entrambi lasciando l'intero patrimonio in eredità a Raymond, un autistico ed eccezionale Dustin Hoffman. Charlie, venditore di auto, aveva infatti rotto con il padre a sedici anni per via di un auto, la Buick Roadmaster 8 cilindri che, nemmeno a dirlo, assieme ad un cespuglio di rose, è l'unica eredità che gli viene lasciata. Anni prima, quando Charlie era un bambino, Raymond era stato messo in un istituto di cura dai genitori in maniera che non potesse fargli del male, facendone perdere le tracce nella memoria del fratello.
I due si ritrovano quando Charlie, accecato dall'odio per l'eredità persa, sequestra da WallBrook (l'istituto di cura) il fratello chiedendo un riscatto.
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"Charlie, Charlie Babbit, mio amico". Charles (Charile) Sanford Babbit (Tom Cruise) e Raymond Babbit sono fratelli, ma non lo scoprono fino a che non muore il padre di entrambi lasciando l'intero patrimonio in eredità a Raymond, un autistico ed eccezionale Dustin Hoffman. Charlie, venditore di auto, aveva infatti rotto con il padre a sedici anni per via di un auto, la Buick Roadmaster 8 cilindri che, nemmeno a dirlo, assieme ad un cespuglio di rose, è l'unica eredità che gli viene lasciata. Anni prima, quando Charlie era un bambino, Raymond era stato messo in un istituto di cura dai genitori in maniera che non potesse fargli del male, facendone perdere le tracce nella memoria del fratello.
I due si ritrovano quando Charlie, accecato dall'odio per l'eredità persa, sequestra da WallBrook (l'istituto di cura) il fratello chiedendo un riscatto. L'epilogo sarà la nascita di un sentimento, fra i due e una conclusione "a lieto fine".
Molti sono i contenuti che danno spessore al film: Charlie che fugge dal padre padrone per via di un auto e diventa venditore di auto. Ma non solo. L'auto è centrale anche nel viaggio che porta i due ritrovati fratelli dall'Ohio alla California: quella Buick Roadmaster bianca decappottabile lasciata dal padre e scatenate la separazione di molti anni prima, che è anche il filo conduttore nel rapporto fra i due fratelli, costituendo l'unico grande ricordo comune della famiglia. La Buick, "Una rarità che richiede rispetto, non è per i ragazzini", diceva Sanford Babbit al figlio Chares, privandogliene l'uso, ma lasciandola poi guidare al figlio autistico Raymond ".. sul viale d'ingresso, la Buick si guida il sabato piano sul viale d'ingresso". Rain Man viene prima di Giorni di Tuono e di Top Gun, film culto per gli appassionati di Cruise, ma, come si suol dire, è tutta un'altra storia. E' un film che parla di separazioni, di frustrazione, di successi e fallimenti con una lente d'ingrandimento su due esistenze che prendono a scontrarsi dopo anni di separazione. Fantastico l'approfondimento del rapporto fra i fratelli, fantastica la simbologia che racchiude la pellicola, coinvolgenti le musiche anni '80, da scarletting of africa all'allora popolarissima iko,iko. Dustin Hoffman, lo ripeto, superbo nell'interpretazione del fratello autistico, che all'inizio è diffidente nei confronti del bel Charlie, ma alla fine gli si appoggia addosso senza rigidità, considerandolo un amico. Il migliore amico. "Charlie, Charlie Babbit, mio migliore amico".
Gioco d'azzardo, un coast to coast da brivido, psicologi, psichiatri, fanno da sfondo al rapporto fra i due fratelli, delineandolo e "costringendolo" sui binari dell'accordo e della comunanza. Non senza sofferenza. L'uomo di successo Charlie, che ha problemi di debiti e sta per fallire, mal tollera il fratello e si scontra con le sue manie da autistico e, all'inizio, è interessato solo ai soldi, che lo toglierebbero dai guai. Solo con lo scorrere del tempo, e del viaggio, il ragazzo si accorgerà della centralità del ruolo del fratello nella sua vita, rivalutandolo e, sinceramente, volendo occuparsene. Una piccola epopea familiare dai toni struggenti e dai contenuti veri. Bello.
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gianni lucini
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lunedì 17 ottobre 2011
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l'uomo che ha ispirato il personaggio
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Il personaggio di Raymond Babbit è ispirato a una persona realmente esistita e incontrata prima dall’autore e co-sceneggiatore Barry Morrow e poi anche dallo stesso Dustin Hoffman. Si chiama Kim Peek ed è nato a Salt Lake City l’11 novembre 1951. Fin dalla nascita è affetto da quella che comunemente viene definita “sindrome dell'idiota sapiente” con una straordinaria memoria eidetica (una variante della memoria fotografica o visiva che consente l’assimilazione immediata di un’immagine appena percepita) e una serie di disturbi dello sviluppo psicologico dovuti a una congenita deformazione del cervello. Peek riesce a leggere un libro in un'ora circa ed è in grado di ricordare immediatamente una percentuale pari al 98% di tutto ciò che legge.
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Il personaggio di Raymond Babbit è ispirato a una persona realmente esistita e incontrata prima dall’autore e co-sceneggiatore Barry Morrow e poi anche dallo stesso Dustin Hoffman. Si chiama Kim Peek ed è nato a Salt Lake City l’11 novembre 1951. Fin dalla nascita è affetto da quella che comunemente viene definita “sindrome dell'idiota sapiente” con una straordinaria memoria eidetica (una variante della memoria fotografica o visiva che consente l’assimilazione immediata di un’immagine appena percepita) e una serie di disturbi dello sviluppo psicologico dovuti a una congenita deformazione del cervello. Peek riesce a leggere un libro in un'ora circa ed è in grado di ricordare immediatamente una percentuale pari al 98% di tutto ciò che legge. Si calcola che nell’arco della sua vita abbia imparato a memoria circa 12.000 libri. Ha anche la possibilità di fare rapidamente calcoli complessi e per qualche anno lavora anche a stilare buste-paga. Nel 1984 ad Arlington, in Texas, incontra per la prima volta l’autore e sceneggiatore Barry Morrow. Da quell’incontro inizia a prendere corpo l’idea del film “Rain man – L’uomo della pioggia”. Quando il ruolo di Raymond Babbit, il personaggio ispirato a Peek, viene affidato a Dustin Hoffman, l’attore chiede e ottiene di incontrare lo stesso Peek e altre persone affetta dalla “sindrome dell'idiota sapiente” per comprendere meglio e più a fondo la loro natura e dare alla sua recitazione una maggiore aderenza. Dopo il successo Kim Peek viene invitato a partecipare a incontri, conferenze e iniziative varie in ogni parte degli Stati Uniti e anche all’estero. Barry Morrow gli consegna il proprio Oscar perché lo porti con sé. Quella statuetta viene soprannominata "l'Oscar più amato" perché si calcola che nella storia del cinema sia stato l’Oscar toccato, soppesato e accarezzato dal maggior numero di persone. Peek appare anche in televisione. Discovery Channel dedica alla sua vita uno speciale di un'ora intitolato “Inside the Rain Man” mentre uno spettacolo a lui dedicato, “The Real Rain Man” va in onda su Discovery Health il 26 novembre 2006. La vita di Kim Peek si interrompe il 19 dicembre 2009 quando a cinquantotto anni muore nella sua Salt Lake City per un attacco cardiaco
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gianni lucini
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lunedì 17 ottobre 2011
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un road movie coinvolgente e inusuale
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Il viaggio è la componente primaria di questo “road movie” coinvolgente e inusuale nel quale il centro della narrazione filmica non è costituito dalla strada e dalle sue suggestioni quanto dal rapporto che, in una situazione di costante movimento, nasce e matura tra due fratelli reciprocamente estranei. Si rivela così estremamente felice la scelta del regista di non puntare esclusivamente sulle parole ma di lasciare spazio all’espressività dei due protagonisti. Più che i dialoghi, pur importanti, sono il gioco dei ruoli, l’espressività corporale, i silenzi e gli sguardi che si scambiano Tom Cruise e Dustin Hoffman a diventare il perno della storia raccontata sullo schermo.
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Il viaggio è la componente primaria di questo “road movie” coinvolgente e inusuale nel quale il centro della narrazione filmica non è costituito dalla strada e dalle sue suggestioni quanto dal rapporto che, in una situazione di costante movimento, nasce e matura tra due fratelli reciprocamente estranei. Si rivela così estremamente felice la scelta del regista di non puntare esclusivamente sulle parole ma di lasciare spazio all’espressività dei due protagonisti. Più che i dialoghi, pur importanti, sono il gioco dei ruoli, l’espressività corporale, i silenzi e gli sguardi che si scambiano Tom Cruise e Dustin Hoffman a diventare il perno della storia raccontata sullo schermo. Nel confronto tra l’arrivista Charlie che pensa di sfruttare per i suoi miseri e immediati interessi la scoperta di un fratello autistico e il tenero Raymond in possesso di capacità mentali straordinarie e di un comportamento infantile, è quest’ultimo che vince e non soltanto per la simpatia. Man mano che la storia si dipana, la sua figura, contrapposta alla freddezza dei calcoli del fratello cessa di essere quella di una persona colpita dalla sfortuna di un destino crudele per assumere i tratti di un ironico, disincantato e intellettualmente libero osservatore della realtà. Non è prigioniero di alcuna convenzione e non nasconde mai i suoi pensieri, anzi li esterna appena può anche quando il suo parere non viene richiesto. Tenendosi ben distante dai rischi di scadere nella retorica tipica delle pellicole che affrontano argomenti di questo tipo, “Rain Man – L’uomo della pioggia” è un film essenziale, senza troppi fronzoli, ben sostenuto anche da una colonna sonora ricca di perle della scena pop degli anni Ottanta come Scarletting of Africa e, soprattutto, quella Iko Iko che all’epoca spopolava nelle discoteche. La scelta del modello narrativo “on the road” consente al regista di separare il rapporto dei due fratelli dalla realtà di tutti i giorni, nella quale Raymond si trova a disagio, per traslarlo in una sorta di “non luogo” in cui i soldi finiscono per perdere importanza di fronte ai sentimenti e alla progressiva integrazione emozionale dei due protagonisti. Non lo fa attingendo alle soluzioni “favolistiche” tipiche degli epigoni di Frak Capra, ma puntando l’attenzione su una realtà tutt’altro che rassicurante di due esistenze che si scontrano, più che incontrarsi, dopo essersi ignorate. A minacciare la delicata costruzione del rapporto tra Charlie e Raymond concorre anche il mondo che li circonda. Il loro viaggio, infatti, si muove in un modo popolato da diffidenza, resistenze, luoghi comuni, psicologi inadeguati e psichiatri prevenuti. Al successo del film concorre in modo decisivo la bravura degli attori, con un giovane e inappuntabile Tom Cruise capace di adattarsi perfettamente ai tempi dell’azione e alla invenzioni recitative di gigantesco Dustin Hoffman.
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riccardo-87
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venerdì 19 febbraio 2010
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i fratelli babbit alla conquista di hollywood
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Charlie Sanford Babbit (Tom Cruise), un venditore d’auto di lusso sull’orlo del fallimento, apprende un giorno che il padre miliardario è morto lasciando tutta l’eredità ad un misterioso “beneficiario”. Quando Charles sente dire dal notaio che la “sua parte” di eredità si limita ad una Buick decappottabile e a dei cespugli di rose, si mette alla ricerca del destinatario del patrimonio, venendo così a conoscenza dell’esistenza di un fratello autistico di nome Raymond Babbit (Dustin Hoffman); decide allora di portare con sé il fratello e di non renderlo all’istituto, ed in particolare al dottor Bruner - vecchio amico del defunto, con il quale aveva preso un “impegno morale” - a meno che non riceva metà del patrimonio incassato da Raymond.
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Charlie Sanford Babbit (Tom Cruise), un venditore d’auto di lusso sull’orlo del fallimento, apprende un giorno che il padre miliardario è morto lasciando tutta l’eredità ad un misterioso “beneficiario”. Quando Charles sente dire dal notaio che la “sua parte” di eredità si limita ad una Buick decappottabile e a dei cespugli di rose, si mette alla ricerca del destinatario del patrimonio, venendo così a conoscenza dell’esistenza di un fratello autistico di nome Raymond Babbit (Dustin Hoffman); decide allora di portare con sé il fratello e di non renderlo all’istituto, ed in particolare al dottor Bruner - vecchio amico del defunto, con il quale aveva preso un “impegno morale” - a meno che non riceva metà del patrimonio incassato da Raymond. Durante il tempo trascorso insieme però Charles si affeziona al fratello autistico, il quale inoltre mostra doti eccezionali in campo matematico e di memoria, come mostra la scena “degli stuzzicadenti” o la “scalata” dei fratelli Babbit alla conquista di Las Vegas. Il film, incentrato sul viaggio e sul crescente rapporto che nasce e matura tra i due, rivela una sensibilità degna di nota che si percepisce distintamente tanto nei dialoghi quanto, e forse soprattutto, negli sguardi che si scambiano Cruise e Hoffman. La parte finale commuove, lasciando però una apertura al futuro: i due sono obbligati a separarsi ma con la certezza che si rivedranno e che potranno passare tanto tempo assieme. Da notare è anche la critica che Charles rivolge a Bruner – “mio fratello ha fatto più progressi con me in una settimana di quanti non ne abbia fatti con lei in venti anni” – la quale mira a sottolineare il fatto che si può aiutare una persona più con l’affetto che non con lo studio, e che quindi è molto più adatto un parente che sta vicino con il cuore al malato che non medici i quali, avendo tanti pazienti, sono inevitabilmente più distaccati da loro – bellissima in tal senso è la frase rivolta da Tom Cruise al dottore perito del tribunale: “quello che vorrei farle capire è che quando ho conosciuto Raymond lui era mio fratello solo di nome.. e poi è accaduto che.. stamattina abbiamo mangiato le frittelle insieme”; così come è strepitoso poco dopo Raymond, il quale, solitamente abituato a non avere contatti, appoggia la testa su quella del fratello dopo aver detto “Charlie Babbit.. mio migliore amico”. Hoffman mostra qui una delle sue più grandi interpretazioni, coronata con un meritatissimo oscar, ma anche Tom Cruise e Valeria Golino sono ad ottimi livelli; il film si mostra scorrevole e le scene commoventi e profonde si alternano con altre divertenti, le quali traggono il loro humor dal modo d’essere di Raymond, il quale non nasconde i suoi pensieri, ma li esterna sempre a scapito, talvolta, delle convenzioni. In conclusione il film è completo, efficace sotto tutti gli aspetti e i punti di vista; un vero e proprio gioiello del cinema mondiale.
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great steven
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lunedì 14 maggio 2012
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dramma psicologico per un confronto attoriale
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RAIN MAN – L'UOMO DELLA PIOGGIA (USA, 1988) di BARRY LEVINSON con DUSTIN HOFFMAN – TOM CRUISE – VALERIA GOLINO – GERALD M. LOREN – MICHAEL D. ROBERTS § Alla morte del padre, un giovane e disinvolto concessionario d'automobili scopre che gli spettano solo una vecchia vettura e dei vasi di rose, mentre l'intero patrimonio familiare è stato devoluto a un "beneficiario", un uomo malato di autismo che scopre essere suo fratello maggiore. Rapendolo dalla clinica in cui è ricoverato, spera che gli venga attribuita dal notaio una metà del patrimonio se si fa nominare suo tutore. E invece un viaggio da Cincinnati a Los Angeles servirà ai due fratelli per conoscersi meglio e arrivare a volersi bene.
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RAIN MAN – L'UOMO DELLA PIOGGIA (USA, 1988) di BARRY LEVINSON con DUSTIN HOFFMAN – TOM CRUISE – VALERIA GOLINO – GERALD M. LOREN – MICHAEL D. ROBERTS § Alla morte del padre, un giovane e disinvolto concessionario d'automobili scopre che gli spettano solo una vecchia vettura e dei vasi di rose, mentre l'intero patrimonio familiare è stato devoluto a un "beneficiario", un uomo malato di autismo che scopre essere suo fratello maggiore. Rapendolo dalla clinica in cui è ricoverato, spera che gli venga attribuita dal notaio una metà del patrimonio se si fa nominare suo tutore. E invece un viaggio da Cincinnati a Los Angeles servirà ai due fratelli per conoscersi meglio e arrivare a volersi bene. Anche se l'accoppiata Hoffman-Cruise presenta svantaggi per il secondo per via di trovarsi a recitare accanto a un mostro sacro della commedia drammatica, il giovane divo di Hollywood compensa con la sua cinica arroganza la sofferta bontà del collega più anziano. E d'altro canto è complicato anche per un interprete bravo mostrare la fragilità, l'innocenza e il candore di un uomo che è reso diverso non tanto da gesti meccanici o frasi ripetitive, ma per quello che riesce o non riesce a fare? La risposta è, sorprendentemente, sì. Forse perciò il produttore Mark Johnson ha preferito affidare la parte a un professionista con alle spalle già un Academy Award e una quindicina di film tutti piuttosto apprezzabili. Impeccabile il discorso psicologico che si sviluppa interamente con le discussioni, le esplosioni emotive, i tiremmolla e gli imbarazzi tra i fratelli Babbitt. Inizialmente la regia era prevista per Steven Spielberg, ma poiché già impegnato con le riprese del 3° Indiana Jones rifiutò, declinando il compito a Levinson. Non male la prova della Golino, malgrado la voce ancora acerba e dunque un po' improponibile. Per prepararsi al proprio ruolo, Dustin frequentò un istituto di vere persone autistiche, e la sua magistrale interpretazione gli valse il premio Oscar 1989. Vinsero tre statuette anche il regista, la sceneggiatura originale e il film stesso.
Commedia drammatica; giudizio personale: ottimo (9)
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bella earl!
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martedì 19 luglio 2011
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rain man: il genio autistico.
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- 97X. BANG! Il futuro del Rock 'N' Roll -
Due fratelli si ritrovano dopo la morte del padre; uno è autistico e l'altro una testa calda. Impareranno a conoscersi e a volersi bene. Barry Levinson dirige uno dei migliori film di tutti i tempi con una regia intelligentissima e un senso della posizione per la telecamera da fare invidia. Da un taglio speciale ad ogni scena rendendo l'insieme uno spettacolo visivo. Tom Cruise da una delle sue interpretazioni più intelligenti e speciali nei panni del fratello testardo di Raymond dandone tante sfumature differenti e rendendo il personaggio unico. Per Dustin Hoffman, invece, è un'altra storia. Lui da l'interpretazione più convincete mai data per un autistico non rendendolo mai stancante e quel tanto che basta frustrante ma facendo tanta tenerezza.
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- 97X. BANG! Il futuro del Rock 'N' Roll -
Due fratelli si ritrovano dopo la morte del padre; uno è autistico e l'altro una testa calda. Impareranno a conoscersi e a volersi bene. Barry Levinson dirige uno dei migliori film di tutti i tempi con una regia intelligentissima e un senso della posizione per la telecamera da fare invidia. Da un taglio speciale ad ogni scena rendendo l'insieme uno spettacolo visivo. Tom Cruise da una delle sue interpretazioni più intelligenti e speciali nei panni del fratello testardo di Raymond dandone tante sfumature differenti e rendendo il personaggio unico. Per Dustin Hoffman, invece, è un'altra storia. Lui da l'interpretazione più convincete mai data per un autistico non rendendolo mai stancante e quel tanto che basta frustrante ma facendo tanta tenerezza. Raymond è un personaggio unico. Capolavoro del cinema e cardine della cinematografia moderna.
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filippo catani
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sabato 27 agosto 2011
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oltre la barriera delle differenze
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Alla morte del padre, un commerciante di auto si trova a fare alcune scoperte sconvolgenti: non solo non è l'unico erede ma la gran parte dell'eredità va a un fratello che lui nemmeno sapeva che esistesse. Partito alla ricerca del fratello scoprirà un ulteriore particolare: è autistico. Il commerciante d'auto decide di rapire il fratello per poter ricattare il curatore testamentario e avere più soldi ma avrà anche occasione di conoscere le straordinarie doti (e difficoltà) del fratello.
Un film delizioso e commovente retto da una coppia di attori (Cruise e Hoffman) che ci regalano una delle loro migliori interpretazioni. Quantomeno memorabili due aspetti del film: Hoffman che fatica a capire una battuta sul baseball ripetendola in continuazione ma allo stesso tempo è capace di contare le carte al casinò e l'altra meravigliosa scena quando Cruise insegna a ballare al fratello.
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Alla morte del padre, un commerciante di auto si trova a fare alcune scoperte sconvolgenti: non solo non è l'unico erede ma la gran parte dell'eredità va a un fratello che lui nemmeno sapeva che esistesse. Partito alla ricerca del fratello scoprirà un ulteriore particolare: è autistico. Il commerciante d'auto decide di rapire il fratello per poter ricattare il curatore testamentario e avere più soldi ma avrà anche occasione di conoscere le straordinarie doti (e difficoltà) del fratello.
Un film delizioso e commovente retto da una coppia di attori (Cruise e Hoffman) che ci regalano una delle loro migliori interpretazioni. Quantomeno memorabili due aspetti del film: Hoffman che fatica a capire una battuta sul baseball ripetendola in continuazione ma allo stesso tempo è capace di contare le carte al casinò e l'altra meravigliosa scena quando Cruise insegna a ballare al fratello. Un vero e proprio inno alla diversità e al fatto di non fermarsi davanti a barriere che paiono a prima vista insormontabili. Anzi spesso conoscere il diverso può portare a conoscere meglio noi stessi.
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aristoteles
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venerdì 19 agosto 2016
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come è stato ? "umido!!"
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Indubbiamente è uno dei film anni'90 più famosi,all'epoca fu un grande successo per almeno due motivi fondamentali,
Il primo fu il coraggio innovativo di proporre come protagonista un uomo diversamente abile,il secondo di rendere lo stesso il vero eroe positivo della storia.
Erano tempi in cui si preferiva,come racconta anche la sceneggiatura,affidare i ragazzicon diverse abilità, agli instituti piuttosto che farli crescere in famiglia o insieme alla famiglia,cosa che oggi è normalissima.
Dunque il buon Raymond,interpretato splendidamente dal mitico Hoffman,riuscì a penetrare nei cuori degli spettatori con relativa facilità.
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Indubbiamente è uno dei film anni'90 più famosi,all'epoca fu un grande successo per almeno due motivi fondamentali,
Il primo fu il coraggio innovativo di proporre come protagonista un uomo diversamente abile,il secondo di rendere lo stesso il vero eroe positivo della storia.
Erano tempi in cui si preferiva,come racconta anche la sceneggiatura,affidare i ragazzicon diverse abilità, agli instituti piuttosto che farli crescere in famiglia o insieme alla famiglia,cosa che oggi è normalissima.
Dunque il buon Raymond,interpretato splendidamente dal mitico Hoffman,riuscì a penetrare nei cuori degli spettatori con relativa facilità.
Tuttavia,nonostante i sopracitati meriti,ci sono diverse cose che proprio non vanno,su tutte Il personaggio di Cruise che, nonostante l'ottima interpretazione,è assolutamente sconclusionato nelle sue iniziative.
A parte che in pratica rapisce il fratello,ma sopratutto gli usa delle violenze psicologoche assurde,costringendolo,nonostante gli avvertimenti del dottore,a cambiare di prepotenza gran parte delle sue abitudini con l'altissimo rischio di farlo impazzire e senza assicurarsi nemmeno che prenda dei medicinali,cosa purtroppo ovvia in questi casi.
Insomma da denuncia penale.
In questo il film scade e non poco fino al tremendo sfruttamento delle potenzialità di Raymond al Casinò,insomma momenti di gusto veramente cattivi.
Il tutto poi si ridimensiona nel finale con la riscoperta improvvisa e piuttosto tardiva dell'amore fraterno.
Un film dunque meritevole e sentimentalmente coinvolgente ma non da Oscar,almeno per quanto mi riguarda.
Un ultimo appunto,ma è davvero possibile che nessuno della produzione si sia accorto che il doppiaggio della Golino è veramente tremebondo??
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lady libro
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martedì 23 agosto 2011
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l'uomo della pioggia
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Dopo la morte di suo padre Charlie Babbit scopre che tutta l'eredità del defunto genitore è destinata a Raymond Babbit, suo fratello maggiore con problemi di autismo, residente in un istituto. Per ottenere almeno una parte dell'immensa eredità, poichè la sua ditta che vende automobili è sull'orlo del fallimento, Charlie "rapisce" il fratello per portarlo a Los Angeles per dimostrare che egli è il suo tutore sperando che i soldi vengano dati a lui. Nel corso del loro lungo viaggio (in quanto Raymond ha paura degli aerei e delle autostrade) Charlie scopre che suo fratello, oltre ad essere un vero e proprio genio estremamente intelligente, ha una memoria formidabile.
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Dopo la morte di suo padre Charlie Babbit scopre che tutta l'eredità del defunto genitore è destinata a Raymond Babbit, suo fratello maggiore con problemi di autismo, residente in un istituto. Per ottenere almeno una parte dell'immensa eredità, poichè la sua ditta che vende automobili è sull'orlo del fallimento, Charlie "rapisce" il fratello per portarlo a Los Angeles per dimostrare che egli è il suo tutore sperando che i soldi vengano dati a lui. Nel corso del loro lungo viaggio (in quanto Raymond ha paura degli aerei e delle autostrade) Charlie scopre che suo fratello, oltre ad essere un vero e proprio genio estremamente intelligente, ha una memoria formidabile. Così a poco a poco il proposito egoista di Charlie svanisce trasformandosi in un forte affetto per quel fratello che non ha mai avuto...
Dolce, toccante, commovente e pieno di sentimento, questo è senza alcun dubbio uno dei migliori film che il cinema abbia mai conosciuto.
La difficile ma perfetta e favolosa interpretazione di Dustin Hoffman è una delle più belle e ben riuscite al mondo e anche l'affascinante Tom Cruise non è da meno.
La colonna sonora è sensazionale e adattissima ad un film come questo, e avrebbe senz'altro meritato l'Oscar anch'essa.
L'unica pecca del film è Valeria Golino: perchè scegliere un'attrice inespressiva, con una voce a dir poco orrenda e incapace di recitare come lei, anzichè una bravissima e capace attrice americana? In compenso non compare per tutto il film, quindi non lo rovina più di tanto.
Comunque sia è un film imperdibile e unico, assolutamente da vedere.
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