franco
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venerdì 6 marzo 2009
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lacrime
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Basta con queste ideologie! Questo film è un vero e proprio capolavoro, forse il miglior film di John Wayne che, va bene, sarà stato un mezzo fascista, patriottico fino allo sfinimento e un individualista conservatore, ma non gli si può negare il fatto di aver realizzato un film da oscar! Qui se lo meritava veramente, altro che "Il Grinta"!!! La carrellata iniziale di sparatorie tratte dai suoi film iniziali è un vero spettacolo per gli spettatori d'annata (io, ahimè, non lo sono) e permette anche a noi "giovincelli", di conoscerlo meglio. Vedere un uomo di trenta/quarant'anni trasformarsi in uno di settanta nel giro di un paio di fotogrammi colpisce notevolmente. Tutto il resto della storia è lineare, quasi prevedibile, colpisce addirittura per la sua semplicità, ma forse è questo il suo punto di forza! John abbandona le tamarrate alla "I cowboys" e "Torna il Grinta", ci regala una prova da attore con la A maiuscola, che troppo spesso gli è stata negata o non riconosciuta.
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Basta con queste ideologie! Questo film è un vero e proprio capolavoro, forse il miglior film di John Wayne che, va bene, sarà stato un mezzo fascista, patriottico fino allo sfinimento e un individualista conservatore, ma non gli si può negare il fatto di aver realizzato un film da oscar! Qui se lo meritava veramente, altro che "Il Grinta"!!! La carrellata iniziale di sparatorie tratte dai suoi film iniziali è un vero spettacolo per gli spettatori d'annata (io, ahimè, non lo sono) e permette anche a noi "giovincelli", di conoscerlo meglio. Vedere un uomo di trenta/quarant'anni trasformarsi in uno di settanta nel giro di un paio di fotogrammi colpisce notevolmente. Tutto il resto della storia è lineare, quasi prevedibile, colpisce addirittura per la sua semplicità, ma forse è questo il suo punto di forza! John abbandona le tamarrate alla "I cowboys" e "Torna il Grinta", ci regala una prova da attore con la A maiuscola, che troppo spesso gli è stata negata o non riconosciuta. Sapere poi che ha recitato il ruolo di un malato quando malato terminale lo era veramente, ti spezza il cuore. La sua uscita di scena è degna dei migliori Grandi dei nostri tempi! Piangete, signori, che siate di sinistra come me o di destra come non so chi: il western classico è morto e ha perso il suo interprete più grande.
John Wayne 1907-1979 R.I.P.
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dandy
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sabato 27 marzo 2021
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andarsene con stile.
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Dal romanzo di Glendon Swarthout,il testamento cinematografico di Wayne.Un western in cui Siegel riprende a suo modo certe tematiche alla Peckinpah(che una ventina d'anni prima aveva mosso i primi passi proprio sotto le sue ali)tra cui la riflessione sui vecchi uomini in via d'estinzione assieme allo stesso West che rappresentano(il discorso tra John e il dottor Hosteler)e un accenno al progresso che avanza,con Carson City attraversata dalle prime macchine e dal tram(con cui il protagonista si recherà alla resa dei conti in una delle scene più belle di sempre).E da Peckinpah sembra provenire anche la violenza,sanguinosa ma meno picaresca e più sgradevole,che spezza il tono prevalentemente intimista e pacato.
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Dal romanzo di Glendon Swarthout,il testamento cinematografico di Wayne.Un western in cui Siegel riprende a suo modo certe tematiche alla Peckinpah(che una ventina d'anni prima aveva mosso i primi passi proprio sotto le sue ali)tra cui la riflessione sui vecchi uomini in via d'estinzione assieme allo stesso West che rappresentano(il discorso tra John e il dottor Hosteler)e un accenno al progresso che avanza,con Carson City attraversata dalle prime macchine e dal tram(con cui il protagonista si recherà alla resa dei conti in una delle scene più belle di sempre).E da Peckinpah sembra provenire anche la violenza,sanguinosa ma meno picaresca e più sgradevole,che spezza il tono prevalentemente intimista e pacato.Ma a sorprendere è la messa in scena del declino del protagonista come dello stesso Wayne,ai tempi già gravemente malato(tant'è che lo si vede cavalcare solo all'inizio perchè gli costava troppa energia,ma volle fortemente il ruolo rimpiazzando George C Scott e facendo cambiare il finale).Nessuna epica o celebrazione magniloquente:se si escludono gli spezzoni iniziali con i vecchi film per mostrare il protagonista com'era una volta("Il fiume rosso","Hondo","Un dollaro d'onore",El Dorado")la sua morte incombente viene affrontata con stoicismo e disillusione,e con la cinica sgradevolezza di chi lo circonda(dallo sceriffo all'ex-moglie al giornalista il becchino e persino il barbiere)che aspetta di poterla sfruttare per soldi e fama,sovente augurandogli in faccia di spirare al più presto.Ma Wayne-Books non ci bada,e procede a testa alta fino in fondo,interpretando uno dei suoi ruoli migliori,come sempre tra rudezza e ironia,e senza celare i lati sgradevoli della sua condizione(beve laudano per lenire il dolore).Il 22enne Howard ,già protagonista di "Happy Days",è forse un pò banale nel ruolo del ragazzino che venera il leggendario sceriffo ma il finale in cui assapora la violenza e ne rimane disgustato decidendo di rinunciarvi potrebbe aver ispirato Eastwood per "Gli spietati".Uno dei migliori western mai girati,nonchè il doloroso addio a colui che ne era diventato la quintessenza.Alla versione nostrana erano state espunte diverse scene di dialoghi e un paio di momenti dolenti come quando John viene aiutato da Bond a uscire dalla vasca e riceve la lapide(dove si scopre che la sua età è di 58 anni).Queste scene sono state reintegrate,ma sarebbe comunque meglio vederlo in originale,poichè il doppiaggio stravolge trama e dialoghi creando un inesistente conto in sospeso tra Books e i tre avversari,mentre in realtà non li ha mai conosciuti.
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samanta
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domenica 27 marzo 2022
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l''addio del duca ...
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E' l'ultimo doglii oltre 200 film interpretati da John Wayne che è il protagonista de Il Pistolero uscito nel 1976 e girato a Carson City nel Nevada. Il regista è il versatile Don Siegel bravo e talentuoso artigiano di Hollywood, uno dei maestri di Clint Eastwood (L'invasione degli ultracorpi, L'uomo dalla cravatta di cuoio, L'ispettore Callaghan, Fuga da Alcatraz)..
Siamo nel 1901 J.B. Books (John Wayne) anziano pistolero e sceriffo leggenda del West, è malato va a Carson City per farsi visitare da un medico suo vecchio amico Hoesteller (James Stewart) che gli conferma la diagnosi di un tumore allo stadio terminale ha poche settimane di vita e gli da del laudano per calmare il dolore.
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E' l'ultimo doglii oltre 200 film interpretati da John Wayne che è il protagonista de Il Pistolero uscito nel 1976 e girato a Carson City nel Nevada. Il regista è il versatile Don Siegel bravo e talentuoso artigiano di Hollywood, uno dei maestri di Clint Eastwood (L'invasione degli ultracorpi, L'uomo dalla cravatta di cuoio, L'ispettore Callaghan, Fuga da Alcatraz)..
Siamo nel 1901 J.B. Books (John Wayne) anziano pistolero e sceriffo leggenda del West, è malato va a Carson City per farsi visitare da un medico suo vecchio amico Hoesteller (James Stewart) che gli conferma la diagnosi di un tumore allo stadio terminale ha poche settimane di vita e gli da del laudano per calmare il dolore. Books è venuto anche per regolare i conti 3 delinquenti che gli avevano commesso gravi torti e che per caso vivevano in quella città: Sweeney che ha un grande ranch rubato (Richard Boone bravo caratterista: I 300 di Fort Canby, La battaglia di Alamo, Il grande coltello), Pulford che ha una sala da gioco (Hugh O'Brian) e Cobb che una piccola impresa (Bill Mc Kinney: Bronco Bill, Rambo). Books viene ospitato da una vedova Bond Rogers (Laureen Bacall) derubata da Sweeney che gli ha pure ucciso il marito e che ha un giovane figlio Gillom (Ron Howard che da poco aveva cominciato la serie Happy Days interpretando Richie) il ragazzo ammira Books, invece la vedova prima è scontenta di ospitarlo, ma poi pur non condividendo le sue idee di giustizia lo aiuta in attesa dello scontro che avviene il 29 gennaio in una città in cui già girano le automobili e i tram a cavalli, piena di giornalisti venuti in attesa del duello. Books uccide i 3 delinquenti nella sala giochi ma viene ferito mortalmente a tradimento nella schiena dal barista a sua volta ucciso da Gillom che aveva visto la scena.
Un breve accenno al doppiaggio alcune scene di 7-8 minuti (non si comprende perché ma in questo modo la vicenda è massacrata) nel DVD sono state ripristinate con lingua originale. E' un film crepuscolare, l'addio di "The Duke" allo schermo, però bisogna sfatare la leggenda che all'epoca era malato terminale di cancro, Wayne era stato operato nel 1964 di cancro ai polmoni, all'inizio del 1979 si scoprì che aveva metastasi diffuse nell'intestino, mori nell'ottobre dello stesso anno. Certo l'attore era stanco aveva una certa età (68 anni) ma era ancora prestante e il suo carisma riempe lo schermo. Il film è preceduto da un prologo che ricostruisce la vita di Books con spezzoni di film interpretati da John Wayne nell'arco della sua vita (da Fiume rosso a un Dollaro d'onore) che illustra l'evolversi di un personaggio che "non tollera, ingiustizie, tradimenti" rude e brusco, ma sempre dalla parte giusta un Books che alla fine della sua vita sa chiedere scusa ed apprezzare cose semplici come un picnic con la vedova Rogers davanti a un lago. Una pellicola crepuscolare che presenta senza rallentamenti ed in modo scorrevole una vicenda esemplare con personaggi approfonditi psicologicamente come quello interpretato magistralmente da Laureen Bacall, una vedova severa ma retta con principi cristiani di pietà o il giovane Gillom interpretato da un giovane e bravo Ron Howard che fa già intravedere la stoffa di bravo attore (sarà poi anche un buon regista). I comprinari sono anch'essi bravi come Richard Boone, o il grande James Stewart. Un conclusione un ottimo film che senza sbavature sentimentali, presenta la fine di un epoca: quello del "selvaggio West" concludendosi con un duetto tecnicamente perfetto.
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paolp78
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domenica 5 maggio 2019
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la celebrazione dell'addio di un mito
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John Wayne è stato l'icona più amata e riconoscibile del grande cinema western classico americano: questa pellicola ne celebra l'uscita di scena in modo molto esplicito sin dall.inizio in cui viene riproposta una raccolta di brevi spezzoni tratti da alcuni film in cui Wayne aveva recitato. Nel proseguo la pellicola resta celebrativa, raccontando la storia di un vecchio pistolero ormai arrivato alla fine dei suoi giorni, pervia di un male incurabile, lo stesso male del quale era realmente afflitto il grande attore, che quindi si trova quasi a recitare se stesso.
Il film cerca di ricalcare il canovaccio di alcuni vecchi grandi capolavori, riproponendo l'archetipo dell'eroe del west.
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John Wayne è stato l'icona più amata e riconoscibile del grande cinema western classico americano: questa pellicola ne celebra l'uscita di scena in modo molto esplicito sin dall.inizio in cui viene riproposta una raccolta di brevi spezzoni tratti da alcuni film in cui Wayne aveva recitato. Nel proseguo la pellicola resta celebrativa, raccontando la storia di un vecchio pistolero ormai arrivato alla fine dei suoi giorni, pervia di un male incurabile, lo stesso male del quale era realmente afflitto il grande attore, che quindi si trova quasi a recitare se stesso.
Il film cerca di ricalcare il canovaccio di alcuni vecchi grandi capolavori, riproponendo l'archetipo dell'eroe del west.
Si gioca anche molto sulla nostalgia ... non per caso le parti che ho gredito maggiormente, oltre alla conclusione, sono quelle in cui John Wayne sta in scena con le "vecchie glorie" James Stewart e Lauren Bacall.
C'è anche un giovanissimo Ron Howard, già celebre al tempo per via della sua partecipazione al telefilm Happy Days; il futuro grande regista ha una parte di rilievo nella pellicola, ma onestamente non mi ha convinto appieno.
Il film vive tutto nell'attesa della resa dei conti finale, ampiamente annunciata: questa non delude affatto, è inevitabilmente la scena che resta nella memoria.
Grande conclusione, persino struggente.
Musiche ottimamente scelte.
Si resta con la bocca amara al pensiero che dopo questa pellicola non ce ne sono state altre con John Wayne, un mito vero del cinema.
Il grande cinema western classico, che già aveva accusato pesantemente il colpo della scomparsa del suo inventore, il leggendario John Ford, subisce il colpo di grazia con la morte del suo attore feticcio.
Agli appassionati non resta altro che andarsi a ricercare i vecchi capolavori ...
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