enzima
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mercoledì 6 aprile 2005
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il mitico onofrio del grillo
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Siamo alla fine del '700, in una Roma assediata dalle truppe di Napoleone.
Il Marchese Onofrio del Grillo (Alberto Sordi), è uno dei massimi esponenti della nobiltà romana, egli è, malgadro ammiri gli ideali moderni e liberali francesi, un difensore papale. Insieme al suo fedele servo si farà burla di tutti, dal Papa a sua madre, da l'ebreo Aronne a Gasperino il carbonaro, ma l'accusa più grave la farà al popolo romano, reso talmente povero, affamato ed ignorante da una chiesa goffa, corrotta e severa da essere incapace di ribellarsi. Finchè arriva il giorno che le truppe francesi ed i loro ideali entrano a Roma...
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joker 91
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domenica 23 gennaio 2011
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un cult
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trama forse un po banale per questo film ma l' intento del grAnde monicelli era senza ombra di dubbio quello di disegnare quel modo di vivere di un ricco nobile davanti al povero di tutti i giorni e di come il riccho se ne infischi dei guai del mondo,monicelli crea un personaggio su misura per alberto sordi che in un ruolo cosi non deve nemmeno recitare,lui è semplicemente perfetto ed questa comicità italiana difficilmente si recupererà se non si prenderanno questi film come esempio. La comicità italiana di oggi in confronto è vera immondizia per questo le 5 STELLE sono d'obbigo
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marco petrini
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giovedì 19 novembre 2015
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1 più 1
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Metti assieme uno dei più grandi registi italiani ed uno degli attori migliori che hanno calcato le nostre scene, mischi il tutto e non può che uscirne un capolavoro. Abituato a vedere i film ambientati sulla Roma papalina firmati da Magni, questo invece di Monicelli si pone non a fianco, ma ad un livello anche superiore, eppure Magni aveva fatto dei film bellissimi! Su Sordi, anche lui magnifico interprete dei film di Magni, non si può aggiungere nulla: solo che questo personaggio è da lui interpretato in maniera divina, anzi, Sordi è Il Marchese del Grillo!
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apropositodicinema
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domenica 29 novembre 2015
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attualissimo
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Un film la cui comicità non è mai fine a se stessa, ma, anzi, si pone sempre l'obiettivo di mandare un messaggio ben costruito attorno alle vicende paradossali che si susseguono per tutta la durata della pellicola.
La famosa frase "Ah, me dispiace. Ma io so' io e voi non siete un c***o!" risulta divertente, ma allo stesso tempo attualissima e a tratti terrificante se analizzata nel contesto in cui viene detta.
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Un film la cui comicità non è mai fine a se stessa, ma, anzi, si pone sempre l'obiettivo di mandare un messaggio ben costruito attorno alle vicende paradossali che si susseguono per tutta la durata della pellicola.
La famosa frase "Ah, me dispiace. Ma io so' io e voi non siete un c***o!" risulta divertente, ma allo stesso tempo attualissima e a tratti terrificante se analizzata nel contesto in cui viene detta.
Una commedia popolare che è una satira del potere che da sempre opprime i più deboli e, anche, un'analisi pirandelliana delle maschere della società.
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elgatoloco
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domenica 1 gennaio 2017
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grande monicelli, grande sordi
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La vena dissacrante e dissacratoria, "anarchica"(ma non in senso storico-politico...)di Mario Monicelli, in questo"Il Marchese del Grillo"appare in modo chiaro e "pre-potente": film storico collocato nel 1809, quando Napoleone mette brevemente"in mora"papa PIo VII°(interpretato in modo superbo da Paolo Stoppa, che nella vita era notoriamente massone ma anche ateo convinto e dichiarato, riuscendo però(o invece proprio per questo, visto il necessario distacco rispetto al ruolo, che non esclude la parziale identificazione-, dove però bisogna precisare che rispetto all'ambiguo papa in questione, le interpretazioni teatrali, TV e radiofoniche di Stoppa di personaggi di altra statura erano "altro") spesso a interpretare "personaggi religiosi"in modo esemplare), quando il "popolino"si scandalizza quando l'opera francese vede attrici-cantanti donne in scena al posto dei castrati-esemplare la parte relativa al teatro, alla messe in scena, con il castrato che"contrasta"la cantante, gli ortaggi tirati in scena contro"la francese"e altro.
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La vena dissacrante e dissacratoria, "anarchica"(ma non in senso storico-politico...)di Mario Monicelli, in questo"Il Marchese del Grillo"appare in modo chiaro e "pre-potente": film storico collocato nel 1809, quando Napoleone mette brevemente"in mora"papa PIo VII°(interpretato in modo superbo da Paolo Stoppa, che nella vita era notoriamente massone ma anche ateo convinto e dichiarato, riuscendo però(o invece proprio per questo, visto il necessario distacco rispetto al ruolo, che non esclude la parziale identificazione-, dove però bisogna precisare che rispetto all'ambiguo papa in questione, le interpretazioni teatrali, TV e radiofoniche di Stoppa di personaggi di altra statura erano "altro") spesso a interpretare "personaggi religiosi"in modo esemplare), quando il "popolino"si scandalizza quando l'opera francese vede attrici-cantanti donne in scena al posto dei castrati-esemplare la parte relativa al teatro, alla messe in scena, con il castrato che"contrasta"la cantante, gli ortaggi tirati in scena contro"la francese"e altro. Ancora, oltre al personaggio del bandito-ex prete con un Flavio Bucci in una delle sue migliori interpretazioni filmiche, sorta di "sanfedista anti-papista"-la grandezza di Albertone, nel doppio ruolo del marchese del grillo, cinico facitore di scherzi, ma poi anche generoso(quando finge di non voler pagare l'artigiano ebreo Aronne, arrivando a un processo ma poi risarcendolo ampiamente)e del suo sosia il carbonaro(carbonaio, ma"carbonaro"in romanesco, ossia chi trasporta il carbone, non l'affiliato al movimento segreto)Gasparino, vittima di uno scherzo a suo modo terribile(viene quasi giustiziato al posto del vero marchese del grillo). Altro che semplice"realismo"di Monicelli!Qui c'è il"sogno o son desto?", la radicale interrogazione sul senso della realtà di Shakespeare(The Tempest)e di Calderon de la Barca(La vida es sueno), ma anche di Descartes e poi di tanti altri...quando Gasparino si sveglia dalla sbornia e...non capisce più nulla... Grande Sordi, come sempre, grande Monicelli, in una sinergia perfetta, che in qualche modo segna lo scacco-e lo stacco, mi si consenta il gioco di parole-tra il cinema italiano anni Sessanta-Ottanta(comunque lo si definisca etichettandolo)e quello di oggi, diciamo da fine anni Novanta in poi, nel quale, a parte qualche tentativo lodevole, non c'è quasi più nulla di"interessante"da alcun punto di vista, né sul piano strettamente tecnico né su quello della produzione complessiva di senso. El Gato
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siper
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sabato 4 dicembre 2010
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il one man show del '700
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Nella Roma nobiliare di fine ‘700 il maestro Mario Monicelli, inserisce la figura del Marchese Onofrio Del Grillo. Quest’ultimo appartenente ad una famiglia vicina al papato, trascorre la sua oziosa vita nel burlarsi degli altri, in particolar modo della plebe. Ma riesce a prendersi gioco anche dello stesso Papa Pio VII, scampando da una pena capitale cui era stato condannato. La figura del suo sosia plebeo, Gasperino, dà, poi, il là a numerosi scherzi ed equivoci, cui ovviamente il marchese non si sottrae. Disegnato perfettamente addosso ad Alberto Sordi da Mario Monicelli, “Il marchese Del Grillo” è uno dei capisaldi della commedia italiana di quegli anni, anche se a differenza di pellicole come (per citare lo stesso regista) “I soliti ignoti” non c’è una trama ben delineata che viene seguita alla lettera.
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Nella Roma nobiliare di fine ‘700 il maestro Mario Monicelli, inserisce la figura del Marchese Onofrio Del Grillo. Quest’ultimo appartenente ad una famiglia vicina al papato, trascorre la sua oziosa vita nel burlarsi degli altri, in particolar modo della plebe. Ma riesce a prendersi gioco anche dello stesso Papa Pio VII, scampando da una pena capitale cui era stato condannato. La figura del suo sosia plebeo, Gasperino, dà, poi, il là a numerosi scherzi ed equivoci, cui ovviamente il marchese non si sottrae. Disegnato perfettamente addosso ad Alberto Sordi da Mario Monicelli, “Il marchese Del Grillo” è uno dei capisaldi della commedia italiana di quegli anni, anche se a differenza di pellicole come (per citare lo stesso regista) “I soliti ignoti” non c’è una trama ben delineata che viene seguita alla lettera. C’è piuttosto una raccolta di scherzi, aneddoti e burle che si uniscono in un corpo unico, rendendo ugualmente il film irresistibile. L’interpretazione di Sordi è perfetta, e la mancanza di altri attori di grido gli fa assumere una grandezza ulteriore, rendendo l’intero film una sorta di one man show del ‘700
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(di teofrasto)
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dandy
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sabato 22 ottobre 2011
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grande,ma non proprio impeccabile.
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La sordida Roma papalina ottocentesca raccontata da Monicelli in bilico tra medioevo e modernità,all'insegna della farsa irriverente e dissacrante,incarnata dal Marchese del Grillo.Personaggio arrogante nell'orgoglio del proprio status,aspirante parigino ma disinteressato a cambiare le cose,conscio di appartenere al passato e deciso più che mai a spassarsela a spese d'altri.Come per "L'armata Brancaleone",anche qui la corince storica è composta di aneddoti demistificanti e paradossi,nonchè richiami al presente.Ma il risultato è molto meno mirabolante,nell'insieme è piuttosto incorente,e eterogeneo nelle fonti(dal Boccaccio a Belli).
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La sordida Roma papalina ottocentesca raccontata da Monicelli in bilico tra medioevo e modernità,all'insegna della farsa irriverente e dissacrante,incarnata dal Marchese del Grillo.Personaggio arrogante nell'orgoglio del proprio status,aspirante parigino ma disinteressato a cambiare le cose,conscio di appartenere al passato e deciso più che mai a spassarsela a spese d'altri.Come per "L'armata Brancaleone",anche qui la corince storica è composta di aneddoti demistificanti e paradossi,nonchè richiami al presente.Ma il risultato è molto meno mirabolante,nell'insieme è piuttosto incorente,e eterogeneo nelle fonti(dal Boccaccio a Belli).Inoltre,malgrado gli scherzi del Marchese richiamino inequivocabilmente alle zingarate di"Amici miei",il ritmo è blando e si ride molto meno di quanto ci si aspetti.Sordi(anche sceneggiatore)è comunque perfetto nel suo doppio ruolo,tra virtuosismo e trivialità da romanaccio(ma a conti fatti è forse più divertente come carbonaio Gasperino).Anche Stoppa,Papa sui generis che sopporta di malavoglia le burle di Onofrio,merita una menzione.Successone all'epoca,e secondo incasso della stagione tra "Innamorato pazzo" e "Il tempo delle mele".In dvd è uscita una versione più lunga di 144'.Comunque,tutto sommato,meglio che film così siano considerati cult e sopravvalutati,visto quello che ci tocca vedere oggi!
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