piernelweb
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domenica 25 marzo 2007
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il complotto di stone
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Sebbene le più recenti investigazioni, (supportate da risorse scientifiche e tecnologiche di maggiore affidabilità) abbiano smontato la teoria accusatoria del complotto sulla base della quale Stone da corpo al suo film, cinematograficamente parlando (al di là di quanto ci sia di vero o falso), JFK resta un memorabile esempio di cinema-inchiesta. Attraverso una narrazione che sovrappone documenti d'epoca a pura fiction, frammentata in una miriade di segmenti (nessuno dei quali lasciato al caso) che vanno a ricomporre il puzzle della vicenda e grazie ad un montaggio freneticamente sbalorditivo, il regista americano in stato di grazia, perfezionò un opera stilisticamente ineccepibile che ebbe il merito di scuotere l'opinione pubblica americana dimostrando quanto il cinema può andare oltre il semplice intrattenimento.
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Sebbene le più recenti investigazioni, (supportate da risorse scientifiche e tecnologiche di maggiore affidabilità) abbiano smontato la teoria accusatoria del complotto sulla base della quale Stone da corpo al suo film, cinematograficamente parlando (al di là di quanto ci sia di vero o falso), JFK resta un memorabile esempio di cinema-inchiesta. Attraverso una narrazione che sovrappone documenti d'epoca a pura fiction, frammentata in una miriade di segmenti (nessuno dei quali lasciato al caso) che vanno a ricomporre il puzzle della vicenda e grazie ad un montaggio freneticamente sbalorditivo, il regista americano in stato di grazia, perfezionò un opera stilisticamente ineccepibile che ebbe il merito di scuotere l'opinione pubblica americana dimostrando quanto il cinema può andare oltre il semplice intrattenimento. Film fiume (oltre tre ore nella versione Director's cut) che non concede mai cali di tensione, avvalendosi di un cast notevole, sorprendentemente azzeccato soprattutto nei ruoli minori. L'ultima parte del discorso del procuratore Garrison, patriottico e troppo retorico è l'unico limite che impedisce di collocarlo tra i capolavori del cinema moderno. Due Oscar al montaggio e alla fotografia strameritati. Voto: 8 e 1/2
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samara esemann
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lunedì 31 luglio 2006
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ma come scrivono questi giornalisti?
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Se dovessi capire da questa recensione, molto elaborata, se è un bel film o no, sarebbe meglio che lo noleggiassi direttamente, e forse capirei in prima persona. E poi cosa sarebbe la 'scatola magica'? Una matrioshka? Una scatola cinese? Era una 'pallottola magica' semmai, quella che aveva, secondo la relazione della Commissione Warren, fatto tanti giri ed acrobazie tra un sedile e l'altro dell'auto presidenziale. o sbaglio? L'unica cosa che si capisce vedendo il film completamente vergini, senza conoscere bene la storia vera, né la relazione della Commissione Warren, né altro, è che: 1) Kennedy aveva rotto le scatole a parecchie persone alto-locate (lobbies, CIA, esercito, etc...); 2)in questo mondo chiunque proponga la pace viene accoppato impunemente.
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Se dovessi capire da questa recensione, molto elaborata, se è un bel film o no, sarebbe meglio che lo noleggiassi direttamente, e forse capirei in prima persona. E poi cosa sarebbe la 'scatola magica'? Una matrioshka? Una scatola cinese? Era una 'pallottola magica' semmai, quella che aveva, secondo la relazione della Commissione Warren, fatto tanti giri ed acrobazie tra un sedile e l'altro dell'auto presidenziale. o sbaglio? L'unica cosa che si capisce vedendo il film completamente vergini, senza conoscere bene la storia vera, né la relazione della Commissione Warren, né altro, è che: 1) Kennedy aveva rotto le scatole a parecchie persone alto-locate (lobbies, CIA, esercito, etc...); 2)in questo mondo chiunque proponga la pace viene accoppato impunemente. La pace non rende danaro; 3) Lee Oswald, benché personaggio ambiguo, non era l'assassino, o per lo meno, l'unico assassino. Questo l'avevamo capito tutti già da allora, negli anni '60; 4)la verità su fatti così architettati da abili burattinai non si saprà mai; 5) quella del film è la versione di Garrison. Vorremmo sentirne o vederne delle altre così da avere una visione più obiettiva. Però il cervello di Kennedy un giorno sparì, le autopsie dei medici del pronto soccorso non corrispondevano a quelle fatte dopo dalla Commissione Warren; in sostanza, come per l'attentato alle Torri Gemelle, ci hanno, come al solito, raccontato un sacco di balle!
Samara
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(di v4v)
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(di renato c.)
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renato c.
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lunedì 29 marzo 2010
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un uomo e un mito!
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John Fitgerald Kennedy! Un uomo e un mito. Negli anni immediatamente successivi alla sua morte, poco ci mancava che lo facessero santo! Successivamente gli hanno sbattuto addosso il più fango possibile! Certo è stato un personaggio scomodo a molti: ai razzisti, ai conservatori, agli Americani degli stati del sud; e quand'era vivo anche ai comunisti perchè piaceva molto ai giovani ed aveva dato un'immagine dell'America giovane, libera e che voleva ritornare all'originario sogno americano! Chi l'ha ucciso' Di sicuro non Lee Harvey Oswald da solo e di sua iniziativa! Il complotto c'è stato eccome! Adesso non si sa se come una faccenda di stato, servizi segreti ecc. come dice Oliver Stone in questo film, oppure come complotto di mafia come ha sostenuto Gianni Bisiach nel suo documentario "I due Kennedy" del 1969.
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John Fitgerald Kennedy! Un uomo e un mito. Negli anni immediatamente successivi alla sua morte, poco ci mancava che lo facessero santo! Successivamente gli hanno sbattuto addosso il più fango possibile! Certo è stato un personaggio scomodo a molti: ai razzisti, ai conservatori, agli Americani degli stati del sud; e quand'era vivo anche ai comunisti perchè piaceva molto ai giovani ed aveva dato un'immagine dell'America giovane, libera e che voleva ritornare all'originario sogno americano! Chi l'ha ucciso' Di sicuro non Lee Harvey Oswald da solo e di sua iniziativa! Il complotto c'è stato eccome! Adesso non si sa se come una faccenda di stato, servizi segreti ecc. come dice Oliver Stone in questo film, oppure come complotto di mafia come ha sostenuto Gianni Bisiach nel suo documentario "I due Kennedy" del 1969. O.Stone fa sue le tesi di Jim Garrison (nel film appare in un cameo nella parte del giudice Warren) e ricordo bene quando c'è stato il processo contro Clay Shaw! In ogni caso, quello che condivido pienamente è il fatto dell'impossibilità che un solo proiettile possa avere ucciso il presidente, ferito il governatore Connally e rimanere intatto! Poi l'uccisione di Oswald da parte di Jack Ruby, un malato di cancro che si sarebbe portato il segreto nella tomba! Molti testimoni morti accidentalmente o suicidi prima del processo! Quante cose orribili! Certo che il film le descrive molto bene, Kevin Costner interpreta un Jim Garrison molto più carismatico dell'originale! Un film di tre ore che non annoia minimamente! Comunque, oltre a descrivere in modo interessantissimo i fatti, ci fa capire quale statista abbiamo perduto prematuramente! Non è stato assassinato solo un uomo,ma un sogno! Il film diceva anche che avrebbe voluto ritirarsi dal Vietnam! Quante vite sarebbero state risparmiate! Ed a quanti sostengono sia stato lui ad iniziare quella maledetta guerra posso dire che da recenti documentari appare chiaro che lui l'aveva continuata e incrementata, ma che l'aveva già iniziata Eisenhower. E quel che più ci tengo a ricordare del presidente Kennedy, figlio di una delle più ricche famiglie d'America, è stato il discorso in cui prometteva aiuto ai paesi poveri dicendo:"Se una società libera non riesce a salvare i molti che sono poveri, non riuscirà mai a salvare i pochi che sono ricchi!"
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(di renato c.)
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crimie
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venerdì 17 agosto 2012
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un film che è un puzzle
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E' imperdibile per ogni cinefilo degno di questo nome. Oltre ad essere di impegno sociale, recitato in modo impeccabile, con un Costner in grande forma, è davvero avvincente. Ma la cosa migliore sono i dialoghi:ogni singola battuta è indispensabile per capire fino in fondo il film. Sembrano quasi tante tessere che vanno a comporre un puzzle. E ad ogni nuova visione si scopre qualcosa di nuovo che accende una nuova luce.
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tony montana
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domenica 14 novembre 2010
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film impegnativo su un mistero ancora cocente
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Il 22 novembre 1963, il presidente John Fitzgerald Kennedy viene assassinato a Dallas in diretta televisiva.I mandanti dell’omicidio non sono mai stati scoperti, ma riguardo l’esecutore, tutte le prove conducono alla colpevolezza di Lee Harvey Oswald. Il procuratore distrettuale Jim Garrison farà di tutto per scoprire la verità…
« Con questo film non intendo affatto dire: "guardate qui, le cose sono andate esattamente così come descritte". Mi sono, invece, soltanto limitato ad ipotizzare una ricostruzione dei fatti come avrebbe fatto un buon detective, tutto qui" »
Oliver Stone
Le intenzioni di Oliver Stone nel realizzare JFK – Un caso ancora aperto appaiono piuttosto chiare da subito: spiegare l’importanza storica e l’operato di Kennedy ma, soprattutto, dimostrare quale può essere, dal suo punto di vista, la verità circa questo assassinio, un’ipotetica verità che non coincide con quella ufficiale.
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Il 22 novembre 1963, il presidente John Fitzgerald Kennedy viene assassinato a Dallas in diretta televisiva.I mandanti dell’omicidio non sono mai stati scoperti, ma riguardo l’esecutore, tutte le prove conducono alla colpevolezza di Lee Harvey Oswald. Il procuratore distrettuale Jim Garrison farà di tutto per scoprire la verità…
« Con questo film non intendo affatto dire: "guardate qui, le cose sono andate esattamente così come descritte". Mi sono, invece, soltanto limitato ad ipotizzare una ricostruzione dei fatti come avrebbe fatto un buon detective, tutto qui" »
Oliver Stone
Le intenzioni di Oliver Stone nel realizzare JFK – Un caso ancora aperto appaiono piuttosto chiare da subito: spiegare l’importanza storica e l’operato di Kennedy ma, soprattutto, dimostrare quale può essere, dal suo punto di vista, la verità circa questo assassinio, un’ipotetica verità che non coincide con quella ufficiale. Il problema maggiore nell’affrontare e ricostruire una questione tanto controversa e di grande rilevanza storico-politica consiste nel trovare un modo per evitare che il film diventi una sorta di documentario, realizzato prevalentemente con immagini di repertorio. In realtà, le immagini di repertorio sono abbondantemente utilizzate da Stone, anzi: è proprio con esse che il film ha inizio, un incipit che introduce in modo breve ma efficace la figura di Kennedy, la sua ideologia e il suo operato. Poco dopo, le immagini di repertorio – che culminano nel ferimento del Presidente lungo le vie di Dallas – iniziano ad accompagnare quelle del film alle quali si mescolano, pur restando il fatto che Stone sempre dalla realtà attinge. Il procuratore Jim Garrison è realmente esistito, realmente si è occupato dell’inchiesta circa l’uccisione di Kennedy e realmente ha portato il caso in tribunale. Garrison non riesce a darsi pace circa l’omicidio di Kennedy, così come non riesce a convincersi della versione ufficiale fornita dalla Commissione Warren – istituita all’epoca dal Governo statunitense per indagare sull’accaduto – secondo la quale a uccidere il Presidente è stato il solo Lee Harvey Oswald. Da questo momento, Garrison inizia a indagare insieme con i suoi più fidati collaboratori, mentre Stone continua ad unire le immagini di repertorio alle sequenze filmiche. Nel seguire l’inchiesta svolta da Garrison, il film propone allo spettatore una serie di notizie, ormai non più solamente circa la figura di Kennedy, ma volte a smontare il rapporto della Commissione Warren per arrivare a conclusioni che, se fossero appurate e risultassero vere, sarebbero certamente sconcertanti. Ed è altrettanto certo che un’operazione del genere richiede allo spettatore una buona dose di impegno, soprattutto per districarsi nel coacervo di informazioni che gli vengono fornite. A ciò si deve aggiungere che tali informazioni viaggiano su un doppio binario – quello della versione ufficiale e quello della tesi sostenuta da Garrison – nel tentativo di dimostrare quale, tra le due posizioni, possa essere quella vera e propendendo in questo per la seconda. In un film così impegnativo, nel quale i fatti sono esposti sia con immagini di repertorio che attraverso la voce dei personaggi, tecnicamente Stone opera nel migliore dei modi, congiungendo il tutto e raggiungendo un risultato di grande livello. Ciò avviene in particolare attraverso l’utilizzo del montaggio, che abilmente unisce e mescola documenti e narrazione, con l’immagine originale del ferimento di Kennedy risulta ripetuta nel corso del film in maniera ossessiva. I lunghi dialoghi, che spesso sono dei monologhi, nei quali Garrison e gli altri personaggi ricostruiscono i fatti o smontano delle tesi, hanno come sfondo gli interni di vari ristoranti e gli esterni della città di Washington. Nel primo caso la fissità di un ambiente eccessivamente chiuso, come avrebbe potuto essere per esempio un ufficio, viene spezzata dalla presenza e dal movimento di diversa gente sullo sfondo, soluzione che evita di rendere il contesto claustrofobico. Nel secondo caso, si rendono proponibili allo spettatore i lunghi dialoghi ricchi di informazioni, evitando di trasformarli in puro resoconto di tipo cronachistico e di appesantirli dalla noia. Il rigore e la maestria tecnica di Stone devono però essere separati da ciò che concettualmente si intende trasmettere allo spettatore. Posto che, al di là della versione ufficiale a suo tempo fornita, troppi punti restano oscuri, delle spiegazioni esaurienti mancano e che la contestazione che è stata fatta del rapporto della Commissione Warren ha la sua validità, il film di Stone propone la sua interpretazione dei fatti – peraltro basandosi sul libro scritto dallo stesso Garrison – e avanza quella che potrebbe essere una tesi, come però ce ne sono state altre. E’ vero che il punto di vista del film è quello di contestare la versione ufficiale circa la morte di Kennedy, ma spesso si avverte l’impressione che tale punto di vista venga offerto in modo se non manipolatorio, almeno fuorviante. Per esempio, nel momento in cui si espongono tesi contrarie a quella ufficiale, tali tesi non vengono provate ma solo esposte attraverso la voce dei personaggi, per quanto potrebbero essere fondamentalmente lecite o valide. Invece, se il film intendeva proporre una tesi ipotetica, anziché operare in modo da farla sembrare reale specialmente nelle affermazioni del finale, Stone – anche co-sceneggiatore – avrebbe dovuto trovare altre soluzioni narrative. Tuttavia, se l’ottimo livello di realizzazione tecnica resta la cosa migliore del film, insieme all’abilità di narrare un’inchiesta che a sua volta ne smonta e rimonta un’altra, un merito può essere quello di indurre lo spettatore che ha mantenuto la giusta distanza critica a documentarsi circa una vicenda controversa, la cui soluzione potrebbe essere la tesi avanzata dal film. Oppure, lo spettatore potrebbe scoprire altre teorie più o meno interessanti o credibili.
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dario fireman
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domenica 3 febbraio 2013
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la grande vergogna americana
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Il caso del presidente Kennedy è tutt'oggi argomento di di dibattito e supposizioni. Oliver Stone, dall'alto della propria esperienza cinematografica, raccoglie dati ed informazioni di ogni genere, tra le scartoffie pubblicate dai giornali, tra i video mandati in onda, tra le voci dei testimoni (mai totalmente prese in considerazione), tra le "leggende" dei servizi segreti. Costner interpreta magistralmente il Procuratore che prende il caso in esame e ci spiega,seppur con le dovute considerazioni, come possano essere andate le cose..e come altre siano esageratamente false ma vendute per buone al pubblico mondiale. Il caso Kennedy rappresenta finora una macchia nera indelebile nella storia americana, forse anche più del famigerato 11 settembre 2001, in quanto proprio in quel caso venne colpita la massima figura mondiale di quel momento storico.
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Il caso del presidente Kennedy è tutt'oggi argomento di di dibattito e supposizioni. Oliver Stone, dall'alto della propria esperienza cinematografica, raccoglie dati ed informazioni di ogni genere, tra le scartoffie pubblicate dai giornali, tra i video mandati in onda, tra le voci dei testimoni (mai totalmente prese in considerazione), tra le "leggende" dei servizi segreti. Costner interpreta magistralmente il Procuratore che prende il caso in esame e ci spiega,seppur con le dovute considerazioni, come possano essere andate le cose..e come altre siano esageratamente false ma vendute per buone al pubblico mondiale. Il caso Kennedy rappresenta finora una macchia nera indelebile nella storia americana, forse anche più del famigerato 11 settembre 2001, in quanto proprio in quel caso venne colpita la massima figura mondiale di quel momento storico. Un film che deve aprire gli occhi sull'influenza americana riguardo le vite di ognuno di noi e su quanto siano bravi registi gli americani, non solo ad hollywood, ma anche ai piani alti del Governo. Un plauso a Stone per il coraggio dimostrato
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dario
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martedì 18 agosto 2015
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faticoso
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Una ricostruzione meticolosa, ma sopra le righe. Scene molli accanto ad altre tese, atmosfera da scoperta clamorosa ad ogni passo. Promesse non mantenute. Sciatteria (al bar si formulano ipotesi scioccanti), scarsa consistenza. Tante parole e tanti atteggiamenti, molto teatro. Una legione di attori di nome, sprecati. Il mistero Kennedy resta tale ed era inevitabile, ma era lecito aspettarsi da Stone più incisività, meno scontatezze. E ancora meno birignao. Noioso, alla fine. Il famoso discorso è ben recitato con la voce e le pose, ma ha poco senso pratico e non possiede anima. E' qualcosa di routinario, tipico della cinematografia americana (ricordarsi di "Vincitori e vinti", con un Spencer Tracy, però, di ben altra levatura).
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Una ricostruzione meticolosa, ma sopra le righe. Scene molli accanto ad altre tese, atmosfera da scoperta clamorosa ad ogni passo. Promesse non mantenute. Sciatteria (al bar si formulano ipotesi scioccanti), scarsa consistenza. Tante parole e tanti atteggiamenti, molto teatro. Una legione di attori di nome, sprecati. Il mistero Kennedy resta tale ed era inevitabile, ma era lecito aspettarsi da Stone più incisività, meno scontatezze. E ancora meno birignao. Noioso, alla fine. Il famoso discorso è ben recitato con la voce e le pose, ma ha poco senso pratico e non possiede anima. E' qualcosa di routinario, tipico della cinematografia americana (ricordarsi di "Vincitori e vinti", con un Spencer Tracy, però, di ben altra levatura).
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jacopo b98
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mercoledì 14 maggio 2014
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un film "che non si può uccidere"!
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Il 22 novembre 1963 John Fitzgerald Kennedy viene ucciso a Dallas, Texas. Il tempestivo intervento degli agenti di polizia arresta Lee Harvey Oswald (Oldman), con l’accusa di omicidio. Oswald verrà ucciso due giorni dopo da un fanatico (Doyle Murray). Nel 1964 la “commissione Warren” chiarirà le dinamiche dell’accaduto, scaricando tutta la colpa dell’accaduto su Oswald. Ma il procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison non è convinto. Troppi sono i punti oscuri, troppe le cose che non quadrano nella ricostruzione della commissione. Riapre perciò l’inchiesta. Pur di far luce sulla verità trascurerà la sua famiglia e alla fine arriverà a ricostruire un complotto dell’alto comando dell’esercito americano e del vice di Kennedy Lyndon Johnson (che poi gli successe) per assassinare il presidente.
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Il 22 novembre 1963 John Fitzgerald Kennedy viene ucciso a Dallas, Texas. Il tempestivo intervento degli agenti di polizia arresta Lee Harvey Oswald (Oldman), con l’accusa di omicidio. Oswald verrà ucciso due giorni dopo da un fanatico (Doyle Murray). Nel 1964 la “commissione Warren” chiarirà le dinamiche dell’accaduto, scaricando tutta la colpa dell’accaduto su Oswald. Ma il procuratore distrettuale di New Orleans Jim Garrison non è convinto. Troppi sono i punti oscuri, troppe le cose che non quadrano nella ricostruzione della commissione. Riapre perciò l’inchiesta. Pur di far luce sulla verità trascurerà la sua famiglia e alla fine arriverà a ricostruire un complotto dell’alto comando dell’esercito americano e del vice di Kennedy Lyndon Johnson (che poi gli successe) per assassinare il presidente. Alla fine riesce a portare in aula Clay Shaw (Lee Jones), da lui ritenuto uno dei principali colpevoli dell’assassinio. Alla fine perderà e Shaw verrà assolto. Ma Garrison non si arrenderà. La sceneggiatura di JFK, scritta da Zachary Sklar e il regista, è impressionante: un fiume di dialoghi, informazioni, personaggi, trame, sotto-trame, amicizie, tradimenti, omicidi. Insomma: difficile non perdervisi. Eppure il lavoro degli sceneggiatori è così preciso che il film, anche se va seguito con molta attenzione, risulta alla fine piuttosto chiaro. E JFK inoltre non va visto tanto come il film sull’assassinio di Kennedy, che di fatto è, ma va visto come una feroce critica all’America intera, incapace di dire la verità. E obbiettivamente le conclusioni a cui il film arriva sono spaventose: l’intero sistema statale americano sarebbe stato implicato nell’omicidio, e di fatto non si tratta di un film che inventa una finta tesi, ma mette davvero alla luce del sole le balzane conclusioni della commissione Warren (il proiettile magico! Ahah, manco in Star Wars ci sono sti proiettili telecomandati). E infine dà una soluzione non certa, ma certamente plausibile: “Con questo film non intendo affatto dire: …guardate qui, le cose sono andate esattamente così come descritte. Mi sono, invece, soltanto limitato ad ipotizzare una ricostruzione dei fatti, come avrebbe fatto un buon detective. Tutto qui.” (Oliver Stone). E JFK tra l’altro ha dimostrato, con la decisione del 1992 di rivedere tutte le prove e i documenti riguardanti l’assassinio di Kennedy, che il cinema qualche volta può essere qualcosa di più di un giocattolino. E Stone ce l’ha dimostrato. Il suo lavoro di ricerca è magistrale e la capacità straordinaria in cui mischia immagini reali e realizzate per il film è eccezionale. Merito anche del serratissimo montaggio di Pietro Scalia e Joe Hutshing. E poi come dimenticare la fotografia di Robert Richardson! E le musiche di John Williams! JFK è un capolavoro che deve essere visto, per capire qualcosa di più di un caso tra i più oscuri e misteriosi della Storia. 2 Oscar su 8 nomination: miglior fotografia e montaggio. Attori magnetici! “Si può sparare a un film, ma se è potente come JFK non si può ucciderlo!” (Richard Corliss, Time)
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elgatoloco
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giovedì 31 ottobre 2019
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oliver stone, comunque...
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IN anni nei quali molti registi-autori, statunitensi e non, si dilettavano con altro, Oliver Stone realizzava questo"JFK"(1991)che forse non è il suo miglior film(non sono così esperto dell'opera omnia dell'autore per esrpimermi in merito), ma certamente è un'opera significativa: con grandi interpreti, da Kevin Costner, che è il fmaoso giudice distrettuale Jim Garrison(scomparso un anno dopo il film), Jack Lemmon e Walther Matthau(in ruoli separati e alieni da quelli consueti), Joe Pesci, Donald Sutherland, Sissi Spacek, Tomas Milian e tanti/e altri/e. Alternando continuamente brani di repertorio e fiction, con molta intelligenza, Stone assume(ossia fa sua)la tesi Garrison, molto discussa, ma certo scomoda per i detentori del potere USA, per cui la responsabilità sarebbe della CIA, senza mezzi termini.
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IN anni nei quali molti registi-autori, statunitensi e non, si dilettavano con altro, Oliver Stone realizzava questo"JFK"(1991)che forse non è il suo miglior film(non sono così esperto dell'opera omnia dell'autore per esrpimermi in merito), ma certamente è un'opera significativa: con grandi interpreti, da Kevin Costner, che è il fmaoso giudice distrettuale Jim Garrison(scomparso un anno dopo il film), Jack Lemmon e Walther Matthau(in ruoli separati e alieni da quelli consueti), Joe Pesci, Donald Sutherland, Sissi Spacek, Tomas Milian e tanti/e altri/e. Alternando continuamente brani di repertorio e fiction, con molta intelligenza, Stone assume(ossia fa sua)la tesi Garrison, molto discussa, ma certo scomoda per i detentori del potere USA, per cui la responsabilità sarebbe della CIA, senza mezzi termini. Se penso al fatto che il romanzo di Stephen King sullo stesso tema, ossia sull'omicidio di John Fitzgerald Kennedy(di cui chi scrive ritiene, peraltro, che non si debba per nulla afare un santino, anzi che si debba rileggerlo in chiave storico-critica anche feroce), contiene, oltre a una storia abborracciata sul tema, una delle peggiori di questo comunque grande autore, una post-fazione "storica" che non regge assolutamente(per King l'unico responsabile è e non può non essere che il solo Lee Harwey Osvald), , meglio certamente Garrison , che almeno svela quanto è, a distanza di 28 anni dal film, ancora secretato e sottopsoto al più rigido controllo governativo(dove si intende non solo il presidente, beninteso...). Inutile discettare delle iporesi e delle tesi"provate", ma rimane il fatto che Stone quanto meno ha provato a fare un film su un tema ancora"caldisismo", mentre altri non ci provano o fingono di non sapere/non capire nulla, di non voler affrontare il tema perché"Pericoloso"....Interpreti "in ottima condizione", per così dire, altro da chiarire, comunque....ma il film vuol ottenere ciò, ossia una ridiscussione su un tema"duro", problematico, insidioso, "difficile", malfidato, decisamente scivoloso per chiunque voglia azzardarsi, anche ora, ormai a 56 anni di distanza, ad affrontarlo... Le musiche, le scenografia, l'ambientazione anche architettonico-urbanistica sono molto curate da parte di un regista-autore che è certamente il più decisamente"storico"del nostro tempo, ben più dello stesso Michael Moore, direi... El Gato
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qisoneb
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sabato 5 luglio 2014
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jfk, un presidente, forse non il migliore...
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non chiedetevi perchè a decenni dal terribile scandalo che coinvolse kennedy ancora
se ne parla..., conosciamo la storia americana e le sue
contraddizioni, questo grande paese che è riuscito a
regolarsi per tempo in ogni sua sfumatura, la
dove i tedeschi fallirono, anche se può sembrar poco umano, va narrato che
i tedeschi provarono ad eliminarlo 'hitler', perchè non dilagasse
l'ignobile dittaura che tutte lepersone ormai conoscono, e non riuscendovi per
mancanza di concretezza, di tattiche incrociate...,
di servizi di segretezza e d'intelligence e forze speciali alla
base di quell'eficenza sublime che,
se fossi americano oserei dire, il mio popolo ha saputo applicare, fare, e un presidente
forse due sa a cosa possono riferirsi tali parole, per comprendere meglio
cosa sia una democrazia, un paese efficiente che,
s'è parlato sfidandosi faccia a faccia, ricordando la frase che il presidente
d'allora rivelò, 'Ich bin ein Berliner' d’essere un berlinese, per comprendere meglio
il senso di libertà contrapposto a una dittatura ritenuta da decenni insostenibile,
e da allora, anche se non sembra ci pare siano cambiate tante cose, come dal d day,
quando i vertici militari mondiali hanno deciso l’azione per la libertà
sbarcando a omaha beach, e non a cuba, ove possono trovarvi anacora adesso migliai
di croci bianche, nessuno contro il nazismo, contro la più ampia forma
di dittatura, (cos’è il nazismo, una comunità, di qualche fantoccio, o cosa?) ha ritenuto
di riniviare neppure di un giorno quell’azione, ecco la storia,
le accuse di filocomunismo dei decenni passati a cittadini come chralot.
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non chiedetevi perchè a decenni dal terribile scandalo che coinvolse kennedy ancora
se ne parla..., conosciamo la storia americana e le sue
contraddizioni, questo grande paese che è riuscito a
regolarsi per tempo in ogni sua sfumatura, la
dove i tedeschi fallirono, anche se può sembrar poco umano, va narrato che
i tedeschi provarono ad eliminarlo 'hitler', perchè non dilagasse
l'ignobile dittaura che tutte lepersone ormai conoscono, e non riuscendovi per
mancanza di concretezza, di tattiche incrociate...,
di servizi di segretezza e d'intelligence e forze speciali alla
base di quell'eficenza sublime che,
se fossi americano oserei dire, il mio popolo ha saputo applicare, fare, e un presidente
forse due sa a cosa possono riferirsi tali parole, per comprendere meglio
cosa sia una democrazia, un paese efficiente che,
s'è parlato sfidandosi faccia a faccia, ricordando la frase che il presidente
d'allora rivelò, 'Ich bin ein Berliner' d’essere un berlinese, per comprendere meglio
il senso di libertà contrapposto a una dittatura ritenuta da decenni insostenibile,
e da allora, anche se non sembra ci pare siano cambiate tante cose, come dal d day,
quando i vertici militari mondiali hanno deciso l’azione per la libertà
sbarcando a omaha beach, e non a cuba, ove possono trovarvi anacora adesso migliai
di croci bianche, nessuno contro il nazismo, contro la più ampia forma
di dittatura, (cos’è il nazismo, una comunità, di qualche fantoccio, o cosa?) ha ritenuto
di riniviare neppure di un giorno quell’azione, ecco la storia,
le accuse di filocomunismo dei decenni passati a cittadini come chralot...,
e di favorire magari le politiche filorusse oppure orioentali,
sembrano un pretesto surreale, ma, allora che significherebbe aver creato un sistema enorme pseudo democratico come una megaruota... di 158 milioni di cittadini... per favorire cosa,
se non il proliferare di nazioni straniere, le setesse che
volevano farci credere di non favorire; e cmq, della storia del caso jfk narriamo chi
sembra aver, senza ombra di dubbio alcuno espresso il proprio preferimento, la stella dello spettacolo marylin monroe, al cui compleanno come un'ebrea... solare,
forse, inconsapevole del nazismo e di cosa fu e cosa servisse... poi per
combatterlo, intonò sussurrando le famossissime parole, happy birthday " mister president..." 'quasi' con la stessa determinazione di un soldato delle forze speciali.
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