paolo ciarpaglini
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domenica 18 maggio 2008
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ancora un centro per dino de laurentis.
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Incredibile notare, come nessuno si sia degnato di recensire un film di tale bellezza. L'unico dei tre, che riesce a trascinare emotivamente, profondamente lo spettatore. Il primo del '33, appartiene ormai alla preistoria dl cinema, e non credo sia degno di note particolari. L'ultimo del 2005, è un remake bellissimo nella riproposizione della New York anni '30. Godibile, ma digitalizzato oltremodo. Quando Kong cade nel crepaccio, in lotta con i due tirannosauri, rischia di scadere nel ridicolo. Per il semplice fatto che la protagonista (la bravissima e stupenda Naomi Watts), ne esce indenne... sebbene strapazzata ben'oltre qualsivoglia umana sopportazione. L'unica spiegazone è che il suo scheletro sia di adamantio, come quello di 'Wolwerine' per intenderci.
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Incredibile notare, come nessuno si sia degnato di recensire un film di tale bellezza. L'unico dei tre, che riesce a trascinare emotivamente, profondamente lo spettatore. Il primo del '33, appartiene ormai alla preistoria dl cinema, e non credo sia degno di note particolari. L'ultimo del 2005, è un remake bellissimo nella riproposizione della New York anni '30. Godibile, ma digitalizzato oltremodo. Quando Kong cade nel crepaccio, in lotta con i due tirannosauri, rischia di scadere nel ridicolo. Per il semplice fatto che la protagonista (la bravissima e stupenda Naomi Watts), ne esce indenne... sebbene strapazzata ben'oltre qualsivoglia umana sopportazione. L'unica spiegazone è che il suo scheletro sia di adamantio, come quello di 'Wolwerine' per intenderci. Comunque è cinema, e lo spettacolo è grandioso. La versione di Jhon Guillermin del '76 però, accompagnata dalle stupende, impareggiabili musiche di Jhon Barry, resta a mio avviso la migliore. Se pur con limiti insormontabili per quegli anni. Carlo Rambaldi premiato con l'oscar, non poteva fare di più. Ciò che in questa edizione fa la differenza, sono tre fattori: il primo, le già citate musiche. Il secondo, la maestria di Rambaldi che da vita ad un volto, che non si dimentica. Il terzo, la straordianria interpretazione di Jessica Lange, quì al suo debutto cinematografico. Avrebbe meritato l'oscar. L'abbandono di Kong nella stiva della fetida petroliera, sulle musiche di Barry sono un quadro di rara bellezza, ed intensità emotiva. Lo stesso dicasi per la fine. La 'bestia', lotta per difendere quella piccola creatura che ama, e non cede, anche se lo scontro è impari, impossibile. Le maledette mitragliatrici senza pietà crivellano il suo corpo, mentre Jack (Jeff Bridges), dai vetri dell'altra Twin Towers urla: "maiali!!!". Kong è battuto e si accascia sul bordo dell'edificio, con un tonfo sordo. Dwoon piange come una bimba. Lo aveva scongiurato di tenerla con se, "non avrebbero potuto sparare". Un lieve fruscio e la bestia precipita. A terra, gli ultimi istanti per dare un'ultimo struggente, straziante sguardo, alla donna che ha difeso senza nessuna speranza. Il cuore rallenta, finchè cessa di battere. Kong è morto, Dwoon è adesso una diva e Jack sembra capirlo. Film che lascia l'amaro in bocca come pochi, per chì ama i sentimenti e la Natura. Un monumento all'imbecillità umana, da vedere assolutamente.
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[+] il migliore è sicuramente quello del 1976
(di mitopa)
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fabian t.
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venerdì 7 gennaio 2011
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il mito della bella e della bestia
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Accettando a priori che i personaggi negli anni Settanta (periodo in cui si svolge la storia) non conoscessero né il "King Kong" girato nel 1933 né il relativo libro di Wallace, il film di Guillermin, ottimamente prodotto da Dino De Laurentiis, rimane per molti versi la migliore trasposizione cinematografica a colori del famosissimo soggetto della bella e della bestia, con l'iimancabile monito contro il cinismo e l'ottusità. La storia si snoda in modo magistrale regalando continui colpi di scena nonché un utilizzo eccezionale di effetti speciali che, a differenza del "King Kong" digitale di Peter Jackson, grazie soprattutto a Carlo Rambaldi e Glen Robinson, risultano davvero efficaci e spaventosi nonostante la loro obsolescenza.
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Accettando a priori che i personaggi negli anni Settanta (periodo in cui si svolge la storia) non conoscessero né il "King Kong" girato nel 1933 né il relativo libro di Wallace, il film di Guillermin, ottimamente prodotto da Dino De Laurentiis, rimane per molti versi la migliore trasposizione cinematografica a colori del famosissimo soggetto della bella e della bestia, con l'iimancabile monito contro il cinismo e l'ottusità. La storia si snoda in modo magistrale regalando continui colpi di scena nonché un utilizzo eccezionale di effetti speciali che, a differenza del "King Kong" digitale di Peter Jackson, grazie soprattutto a Carlo Rambaldi e Glen Robinson, risultano davvero efficaci e spaventosi nonostante la loro obsolescenza. Bravissimo come sempre Jeff Bridges che si conferma da subito uno dei migliori attori viventi. Nella parte anche i comprimari, sebbene la giovane e bella Jessica Lange pecchi di una recitazione - da gatta morta - un po' troppo sopra le righe. Molto curati anche gli scenari e le musiche. In definitiva, grazie a una regia attenta e scattante, il film si fa perdonare anche qualche piccola falla nella sceneggiatura, attestandosi tra i più amati kolossal della storia del cinema.
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