fedeleto
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mercoledì 16 maggio 2012
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allen tinge la pellicola di dramma
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Eve e' una donna perduta poiche' da quando il marito l'ha lasciata si ritrova sola e triste con false speranze che il suo compagno ritorni.Le tre figlie ,tentano di aiutarla in ogni modo,soprattutto Joey,mentre una e' attrice e pensa alla sua carriera e l'altra(una poetessa) sembra voglia sempre evitare il contatto con la madre.Tutte sembrano avere dei problemi chi non vuole un figlio che sta nascendo e non sa che strada prendere(Joey),chi non trova piu' l'inspirazione e si sente strane sensazioni di estraneita' alla vita e al mondo(Renata),e tutto cio' non fa' che peggiorare le cose,infine il marito di Eve si sposera' con un altra donna,ma Eve decidera' di suicidarsi offfrendo il suo corpo e la sua anima all'oceano impetuoso.
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Eve e' una donna perduta poiche' da quando il marito l'ha lasciata si ritrova sola e triste con false speranze che il suo compagno ritorni.Le tre figlie ,tentano di aiutarla in ogni modo,soprattutto Joey,mentre una e' attrice e pensa alla sua carriera e l'altra(una poetessa) sembra voglia sempre evitare il contatto con la madre.Tutte sembrano avere dei problemi chi non vuole un figlio che sta nascendo e non sa che strada prendere(Joey),chi non trova piu' l'inspirazione e si sente strane sensazioni di estraneita' alla vita e al mondo(Renata),e tutto cio' non fa' che peggiorare le cose,infine il marito di Eve si sposera' con un altra donna,ma Eve decidera' di suicidarsi offfrendo il suo corpo e la sua anima all'oceano impetuoso.Interiors scritto interamente da Woody Allen ,e' una pellicola anomala per il regista che fino ad ora aveva sperimentato solo la commedia,ma ad ogni modo ne esce un film ottimo di inspirazione certamente Bergmaniana.Molti sono i punti interessanti e profondi del film.Prima di tutto Interiors significa interni,Eve e' un'arredatrice minuziosa e perfezionista che cura appunto gli interni arredandoli impeccabilmente,odia pertanto l'esterno(dice al marito di Joey chiudi la finestra ,i rumori della citta' sono cosi snervanti),poiche' fuori da noi c'e' la realta' oggettiva e dentro di noi quella soggettiva,per risolvere il conflitto e' necessario capire l'esterno e viverci internamente ,ma questo Eve non lo attua,ella vive di false speranze come dice Joey,e il suo errore e' non sentire quell'esterno e di conseguenza non poterlo capire.Le figlie di Eve sono perdute in un vortice di dubbio ,Joey appunto e' confusa ma soprattutto non sa' cosa vuole fare e quindi anch'ella non riesce a vedere il suo esterno mne' interno,Renata invece ha come una sorta di messaggio(era come se io fossi qui e il mondo fosse altrove e non riuscivo a metterli insieme),questo suo vivere dentro un interno ,vederlo e non poterci entrare e' la causa di un non riuscire a unire dolore e amore ,delusione e felicita',estranazione dal mondo chiudendosi in un altro mondo fatto di interni.Flyn invece e' una figlia che vive in un certo senso al di fuori poiche' fa' l'attrice ma vivendo troppo al di fuori si estranea dal suo mondo interiore(si droga,ha un sorriso sempre pronto per mostrare all'esterno il suo modo di vivere,ma allo steso tempo si droga).Il segreto probabilmente sta nel saper convivere sia internamente che esteriormente.Rimangono indelebili molte scene,il finale con il mare agitato (simbolismo freudiano dell'incoscio turbato)il risveglio degli altri(il loro interno riceve l'ultimo contatto esterno con la madre e per il marito con l'ex moglie),e l'inizio dove Renata tocca il vetro (sembra che l'esterno sia fuori e lo si possa raggiungere senza ostacolo ma il vetro seppur chiaro nel suo far vedere l'esterno non puo' farlo raggiungere poiche' e' sempre un ostacolo).Magistrale Geraldine Page,e ottima Marybeth Hurt,poco convincente Diane Keaton.Allen non si regala per la prima volta la parte di attore,ma una cosa e' certa ha girato ottimamente une pellicola che senza troppa fatica potrebbe attribuirsi al prode Ingmar Bergman.Candidato a 5 oscar,tra cui miglior film dell'anno ,e inspiegabilmente non ne ha vinto neanche uno.La critica e' sempre pronta a parlarne male,probabilmente non sono cosi acuti da coglierne il significato profondo che Allen ha lanciato.
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antonius block
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lunedì 3 dicembre 2012
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interni vuoti
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Primo film pienamente drammatico di Allen. Probabilmente lascia sorpresi i fan, ma a ben guardare vengono trattati i tipici temi cari al regista, senza però lo strumento ironico che ne ha caratterizzato la carriera.
Ed è proprio questa mancanza, assieme a quella di colonne sonore, che rende quasi assordante la pellicola, esasperando il senso di solitudine e i problemi che circondano i vari personaggi. Il titolo è l'emblema del film, Interiors (interni). Infatti la telecamera di Allen pone una forte attenzione agli interni delle abitazioni in cui si svolge la trama. Interni che esteriorizzano le difficili situazioni dei personaggi. Interni pieni di oggetti ma che risultano vuoti a chi vi abita, non soddisfacendoli, come le loro vite, piene all'apparenza, ma vuote dentro.
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Primo film pienamente drammatico di Allen. Probabilmente lascia sorpresi i fan, ma a ben guardare vengono trattati i tipici temi cari al regista, senza però lo strumento ironico che ne ha caratterizzato la carriera.
Ed è proprio questa mancanza, assieme a quella di colonne sonore, che rende quasi assordante la pellicola, esasperando il senso di solitudine e i problemi che circondano i vari personaggi. Il titolo è l'emblema del film, Interiors (interni). Infatti la telecamera di Allen pone una forte attenzione agli interni delle abitazioni in cui si svolge la trama. Interni che esteriorizzano le difficili situazioni dei personaggi. Interni pieni di oggetti ma che risultano vuoti a chi vi abita, non soddisfacendoli, come le loro vite, piene all'apparenza, ma vuote dentro. L' unica felicità sembra legata al ricordo delle tre figlie che giocano sulla spiaggia, all'esterno, appena fuori dalla casa, su quella sottile linea di sabbia fra casa e mare. Mare misterioso e imponente nella sua vastità, risulterà essere l'unica soluzione all' opprimente restrizione degli interni e allegoria della morte o forse, semplicemente, custode delle risposte alle domande che si sono posti i protagonisti, e il regista.
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howlingfantod
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giovedì 7 maggio 2015
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bergman sulla east coast
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Gli “interni “del titolo” sono non solo gli spazi borghesi e in perfezione, misurati, algidi e senza sentimento come denunciato dalla figlia Joey alla madre presto suicida nel colloquio fantasmatico quasi alla fine del film, ma sono soprattutto gli stati di animo interni ai personaggi, madri, figlie, padri, la microcellula ancora la famiglia a simbolo di quello che accade forse in tutta una società malata ed anaffettiva e assunta a crisma di emozioni mai date, tragedie umane frutto delle parole mancate e frutto di tanti rancori più o meno vicini. In questo film del più Bergmaniano Allen, se si può stilare una classifica dei film più Bergmaniani di Woody Allen, questi interni accompagnano una narrazione elegantemente asciutta, nitida e perfettamente lineare senza barocchismo alcuno ed addirittura senza colonna sonora se si eccettuano i due passaggi di un gioioso jazz che da una giusta nota di colore all’unico evento lieto (il ricevimento per le nuove nozze del padre quale spiraglio alla speranza (come in tutti i film più seriosi di Allen, mi viene in mente Crimini e misfatti).
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Gli “interni “del titolo” sono non solo gli spazi borghesi e in perfezione, misurati, algidi e senza sentimento come denunciato dalla figlia Joey alla madre presto suicida nel colloquio fantasmatico quasi alla fine del film, ma sono soprattutto gli stati di animo interni ai personaggi, madri, figlie, padri, la microcellula ancora la famiglia a simbolo di quello che accade forse in tutta una società malata ed anaffettiva e assunta a crisma di emozioni mai date, tragedie umane frutto delle parole mancate e frutto di tanti rancori più o meno vicini. In questo film del più Bergmaniano Allen, se si può stilare una classifica dei film più Bergmaniani di Woody Allen, questi interni accompagnano una narrazione elegantemente asciutta, nitida e perfettamente lineare senza barocchismo alcuno ed addirittura senza colonna sonora se si eccettuano i due passaggi di un gioioso jazz che da una giusta nota di colore all’unico evento lieto (il ricevimento per le nuove nozze del padre quale spiraglio alla speranza (come in tutti i film più seriosi di Allen, mi viene in mente Crimini e misfatti). Questa tragedia moderna si avvale degli sfondi sontuosi e pure dimessi e trattenuti delle ville dei ricchi Americani della East coast, sia Cape Cod o Martha’s Vineyard, sfondo dello sfondo il mare e i suo ruolo sempre catarchico e immenso come nell’epilogo, una tragedia pur Shakesperiana pur senza sangue e lame, più trattenuta appunto e Bergmaniana, dal quale del resto trae diversi stilemi: La malattia mentale, malattia dello spirito si dice per bocca sempre di Joey, una delle figlie, ma anche lei agita e non fonte e portatrice di una verità o di una redenzione che non può esserci giustamente; la famiglia, i sentimenti, i gesti trattenuti, i drammi interiori ed Il silenzio (ancora Bergman), meditativo e risolutore come nella scena finale che chiude il sipario. Altro dato in un giudizio generale, ma che può inficiare solo una stella mancante, è che forse molti di noi, me compreso, amano più Woody Allen quando ci graffia e fa ridere.
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avicenna
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venerdì 8 giugno 2007
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bello a metà
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Interiors è il primo film drammatico di woody allen,sicuramente quello che più di ogni altro si ispira a bergman.la storia è tragica:i protagonisti vivono una vita priva di sentimenti,i loro comportamenti sottolineano l'incapacità di riuscire a trovare una stabilità dell'animo,incapacità che è messa a nudo dal secondo matrimonio del padre(l'unico personaggio capace di evadere da questo quadro desolante).la freddezza e l'incapacità di amare dei tipici personaggi bergmaniani(sottolineato dalla madre),il silenzio di Dio,il tema della maschera,i bei ricordi che costituiscono un appiglio su cui aggrapparsi per poi ricominciare a vivere,la presenza della morte,sono le tematiche bergmaniane usate in questo film;tematiche che si aggiungono a quelle classiche di woody allen:contrapposizione arte/vita,figure maschili che riconoscono la propria debolezza e cercano conforto nella semplicità femminile.
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Interiors è il primo film drammatico di woody allen,sicuramente quello che più di ogni altro si ispira a bergman.la storia è tragica:i protagonisti vivono una vita priva di sentimenti,i loro comportamenti sottolineano l'incapacità di riuscire a trovare una stabilità dell'animo,incapacità che è messa a nudo dal secondo matrimonio del padre(l'unico personaggio capace di evadere da questo quadro desolante).la freddezza e l'incapacità di amare dei tipici personaggi bergmaniani(sottolineato dalla madre),il silenzio di Dio,il tema della maschera,i bei ricordi che costituiscono un appiglio su cui aggrapparsi per poi ricominciare a vivere,la presenza della morte,sono le tematiche bergmaniane usate in questo film;tematiche che si aggiungono a quelle classiche di woody allen:contrapposizione arte/vita,figure maschili che riconoscono la propria debolezza e cercano conforto nella semplicità femminile.Il grosso limite di questo film è che il regista non riesce,seppur provandoci,ad integrare queste tematiche e a creare un buon connubio:il risultato è un capolavoro inespresso.
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blackredblues
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martedì 13 settembre 2011
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un bergman all'italiana?
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L'ho trovato molto doloroso, molto misurato ed attuale. E' uno di quei film che portano il dolore senza trasfigurarlo, lo lasciano crudo nella sua iper lucidità razionalizzante come fardello da smaltire nei giorni. Appartiene ad un genere di film su cui non sono in grado nemmeno di esprimere una valutazione articolata sulla dicotomia piaciuto/non piaciuto perche penso che vada oltre a questa classificazione. Belle luci, inquadature e fotografia ma non credo che la sua forza risieda in ciò (nell'aspetto prettamente artistico/figurativo intendo). Credo che la sua forza risieda nell'estremo ordine e razionalizzazione che impone al discorso esistenziale (caratteristiche che in modo olografico si ritrovano in Eva miste alla depressione).
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L'ho trovato molto doloroso, molto misurato ed attuale. E' uno di quei film che portano il dolore senza trasfigurarlo, lo lasciano crudo nella sua iper lucidità razionalizzante come fardello da smaltire nei giorni. Appartiene ad un genere di film su cui non sono in grado nemmeno di esprimere una valutazione articolata sulla dicotomia piaciuto/non piaciuto perche penso che vada oltre a questa classificazione. Belle luci, inquadature e fotografia ma non credo che la sua forza risieda in ciò (nell'aspetto prettamente artistico/figurativo intendo). Credo che la sua forza risieda nell'estremo ordine e razionalizzazione che impone al discorso esistenziale (caratteristiche che in modo olografico si ritrovano in Eva miste alla depressione).
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eugchetta
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lunedì 26 ottobre 2015
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interni di case e interiorità di personaggi
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Interiors : interni di case e interiorità di personaggi
Interiors è un film di Woody Allen. Come tipico dei suoi film, i personaggi sono nevrotici e cervellotici. Ma qui c'è qualcosa che stona rispetto agli altri film, qualcosa di sopra le righe, di eccessivo, che non mi convince del tutto.
Il tipo di relazioni rappresentato potrebbe ricordare un altro film di Woody Allen: "Hannah e le sue sorelle". Qui ci sono tre sorelle: Renata, Flynn e Joy, una madre arredatrice di interni che entra ed esce da cliniche psichiatriche dopo che il marito la ha lasciata dicendo di voler avere una "pausa di riflessione".
Non a casa il film inizia proprio con una scena dove la madre dà consigli sull'arredamento per la casa di una delle sue figlie, Joy.
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Interiors : interni di case e interiorità di personaggi
Interiors è un film di Woody Allen. Come tipico dei suoi film, i personaggi sono nevrotici e cervellotici. Ma qui c'è qualcosa che stona rispetto agli altri film, qualcosa di sopra le righe, di eccessivo, che non mi convince del tutto.
Il tipo di relazioni rappresentato potrebbe ricordare un altro film di Woody Allen: "Hannah e le sue sorelle". Qui ci sono tre sorelle: Renata, Flynn e Joy, una madre arredatrice di interni che entra ed esce da cliniche psichiatriche dopo che il marito la ha lasciata dicendo di voler avere una "pausa di riflessione".
Non a casa il film inizia proprio con una scena dove la madre dà consigli sull'arredamento per la casa di una delle sue figlie, Joy.
I due genitori non esitano a mostrare le proprie preferenze riguardo le figlie: Joy fortemente attaccata al padre (il loro è un legame edipico tanto che Joy non accetta la seconda compagna del padre, la definisce "ordinaria") e invece la madre affezionata a Renata, che non la contraddice mai per tenerla contenta.
Renata scrive ed ha successo. Joy invece è insoddisfatta, cambia continuamente attività (fotografa, attrice, scrittrice..), la terza sorella è Flynn e fa l'attrice che poi si rivelerà essere cocainomane.. E quest'ultimo aspetto spiega come mai rispetto alle altre sorelle Flynn fosse la più solare e allegra...
Renata è sposata con uno scrittore, che non ha il suo stesso successo, e ha una figlia che lei è il marito trascurano.
Joy è fidanzata con una ragazzo mite e remissivo. Quando Joy scopre di essere in cinta, pensa subito ad abortire non accettando per nulla la gravidanza.
Joy è fredda con la madre e non vuole illuderla riguardo alla relazione di quest'ultima con il marito che le ha lasciate... Ma la madre non vuole accettare questo, vuole tornare con suo marito... Si dispera quando scopre che il marito vuole sposare un'altra, la donna che Joy definisce ordinaria.. E infatti, alla fine, dopo il matrimonio, di notte, la madre va alla villa dove tutti si sono riuniti per festeggiare il matrimonio e si suicida affogandosi in mare.. Joy cerca di salvarla ma non riesce e viene a sua volta soccorso dal compagno e dalla nuova compagna del padre... Il film finisce con le tre sorelle che guardano dalla finestra il mare.
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eugchetta
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lunedì 26 ottobre 2015
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interni di case e interiorità di personaggi
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Interiors è un film di Woody Allen. Come tipico dei suoi film, i personaggi sono nevrotici e cervellotici. Ma qui c'è qualcosa che stona rispetto agli altri film, qualcosa di sopra le righe, di eccessivo, che non mi convince del tutto.
Il tipo di relazioni rappresentato potrebbe ricordare un altro film di Woody Allen: "Hannah e le sue sorelle". Qui ci sono tre sorelle: Renata, Flynn e Joy, una madre arredatrice di interni che entra ed esce da cliniche psichiatriche dopo che il marito la ha lasciata dicendo di voler avere una "pausa di riflessione".
Non a casa il film inizia proprio con una scena dove la madre dà consigli sull'arredamento per la casa di una delle sue figlie, Joy.
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Interiors è un film di Woody Allen. Come tipico dei suoi film, i personaggi sono nevrotici e cervellotici. Ma qui c'è qualcosa che stona rispetto agli altri film, qualcosa di sopra le righe, di eccessivo, che non mi convince del tutto.
Il tipo di relazioni rappresentato potrebbe ricordare un altro film di Woody Allen: "Hannah e le sue sorelle". Qui ci sono tre sorelle: Renata, Flynn e Joy, una madre arredatrice di interni che entra ed esce da cliniche psichiatriche dopo che il marito la ha lasciata dicendo di voler avere una "pausa di riflessione".
Non a casa il film inizia proprio con una scena dove la madre dà consigli sull'arredamento per la casa di una delle sue figlie, Joy.
I due genitori non esitano a mostrare le proprie preferenze riguardo le figlie: Joy fortemente attaccata al padre (il loro è un legame edipico tanto che Joy non accetta la seconda compagna del padre, la definisce "ordinaria") e invece la madre affezionata a Renata, che non la contraddice mai per tenerla contenta.
Renata scrive ed ha successo. Joy invece è insoddisfatta, cambia continuamente attività (fotografa, attrice, scrittrice..), la terza sorella è Flynn e fa l'attrice che poi si rivelerà essere cocainomane.. E quest'ultimo aspetto spiega come mai rispetto alle altre sorelle Flynn fosse la più solare e allegra...
Renata è sposata con uno scrittore, che non ha il suo stesso successo, e ha una figlia che lei è il marito trascurano.
Joy è fidanzata con una ragazzo mite e remissivo. Quando Joy scopre di essere in cinta, pensa subito ad abortire non accettando per nulla la gravidanza.
Joy è fredda con la madre e non vuole illuderla riguardo alla relazione di quest'ultima con il marito che le ha lasciate... Ma la madre non vuole accettare questo, vuole tornare con suo marito... Si dispera quando scopre che il marito vuole sposare un'altra, la donna che Joy definisce ordinaria.. E infatti, alla fine, dopo il matrimonio, di notte, la madre va alla villa dove tutti si sono riuniti per festeggiare il matrimonio e si suicida affogandosi in mare.. Joy cerca di salvarla ma non riesce e viene a sua volta soccorso dal compagno e dalla nuova compagna del padre... Il film finisce con le tre sorelle che guardano dalla finestra il mare.
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paola d. g. 81
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sabato 5 dicembre 2015
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interni
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Interiors è un dramma raffinato e intimista, più teatrale che cinematografico, in cui Woody Allen indaga magistralmente alcune dinamiche familiari e di coppia. Prendendo spunto dalla passione per l'arredamento di interni di Eve, donna altera e gravemente depressa che tenta il suicidio quando il marito Arthur se ne va di casa, il film si rivolge verso l'interno, appunto, svelando i giochi di potere e le emozioni negative (invidia, gelosia, rabbia, dolore) presenti all'interno della famiglia.
Molto interessante è l'indagine del rapporto fra le tre figlie di Eve e Arthur, in competizione tra loro per questioni legate al riconoscimento del talento, e tra la figlia poetessa, con maggior talento, e suo marito scrittore, rabbioso e frustrato perché si sente oscurato dalla bravura della moglie.
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Interiors è un dramma raffinato e intimista, più teatrale che cinematografico, in cui Woody Allen indaga magistralmente alcune dinamiche familiari e di coppia. Prendendo spunto dalla passione per l'arredamento di interni di Eve, donna altera e gravemente depressa che tenta il suicidio quando il marito Arthur se ne va di casa, il film si rivolge verso l'interno, appunto, svelando i giochi di potere e le emozioni negative (invidia, gelosia, rabbia, dolore) presenti all'interno della famiglia.
Molto interessante è l'indagine del rapporto fra le tre figlie di Eve e Arthur, in competizione tra loro per questioni legate al riconoscimento del talento, e tra la figlia poetessa, con maggior talento, e suo marito scrittore, rabbioso e frustrato perché si sente oscurato dalla bravura della moglie.
A fare da contraltare a figure femminili tristi, cervellotiche, quasi obbligate ad un'algida perfezione, c'è Pearl, la seconda moglie di Arthur. Pearl è una donna vitale, gioiosa, non eccessivamente colta ma intelligente e generosa, che restituisce ad Arthur una vita piena e un amore tenero e appassionato.
Eve è vestita di grigio, Pearl è vestita di rosso.
Sullo sfondo, ma in realtà sempre presente a dominare tutta la narrazione, c'è l'oceano, elemento catartico rispetto alle forti passioni che si agitano al chiuso delle case raffinate e degli animi contorti dei protagonisti.
Ho apprezzato molto questo film perché è perfetto esteticamente, efficace nel trasformare degli elementi esterni in simboli della realtà interiore, geniale nel rielaborare in chiave moderna gli eterni drammi delle relazioni umane.
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