Interprete versatile che ha saputo sfruttare una fisicità caratterizzata da un volto segnato e profondo, che certamente non passa inosservato. Da cattivo impenitente a spalla comica di Mr. Bean, dalla guerra in Vietnam all'amore per la Francia, una carriera segnata da ruoli diversissimi che hanno confermato di volta in volta la bravura di Willem Dafoe. E per chi ancora non avesse memorizzato questo nome, lo faccia subito. Lo vedremo sul grande schermo ancora per molto tempo.
Esordio da "bad boy" sotto l'ala di Oliver Stone e Martin Scorsese
Dopo le prime esperienze di recitazione (con la compagnia di teatro sperimentale Theater X di Milwaukee), si trasferisce a New York per tentare la strada del cinema. Esordisce sul grande schermo con il western I cancelli del cielo (1980) di Michael Cimino. Perfetto in ruoli di sadico violento (lo vediamo anche in The Loveless di Kathryn Bigelow dov'è il capetto di un gruppo di motociclisti che si porta a letto una ragazzina), riesce a sfruttare la sua fisicità particolare, il viso appuntito e lo sguardo ironico in quel mix di rock e violenza che è Strade di fuoco (1984) di Walter Hill. Si svincola da questo stereotipo interpretando la parte di un pittore falsario in Vivere e morire a Los Angeles, noir metropolitano diretto nel 1985 da William Friedkin. Il suo volto diventa noto al grande pubblico con Platoon (1986) di Oliver Stone, film che riflette sulla guerra in Vietnam e che pone il personaggio di Dafoe, un antimilitarista convinto che si scontra con la morale di un killer, come emblema di un nuovo sguardo sull'azione militare statunitense. Dopo aver preso la febbre gialla sull'ultimo set, decide comunque di restare in Vietnam per girare l'action movie Saigon e subito dopo si mette alla prova interpretando la figura di un Cristo "blasfemo" ne L'ultima tentazione di Cristo (1988) di Martin Scorsese, giudicato ancora oggi scandaloso dai cattolici più integralisti. L'anno dopo, in Mississippi Burning - Le radici dell'odio di Alan Parker, dà vita alla figura idealista di un agente dell'FBI, in coppia con uno straordinario Gene Hackman, che indaga sull'uccisione di tre attivisti per i diritti civili da parte del Ku Klux Klan e lo vediamo anche in Nato il 4 luglio, nuovamente diretto da Oliver Stone.
La scoperta del cinema europeo e il ritorno in patria
Gli anni Novanta iniziano con il folgorante viaggio di Cuore selvaggio di David Lynch, vincitore della Palma d'oro a Cannes. Dopodiché colleziona cammei e parti marginali in film polizieschi (White Sands - Tracce nella sabbia), in gialli (Body of Evidence) e dramma minori fino ad approdare in Europa dove conosce Wim Wenders che lo chiama per il seguito de Il cielo sopra Berlino, Così lontano così vicino dove interpreta Emit Flesti (letto al contrario fa "time itself"), ruolo chiave nel viaggio sulla terra dell'angelo Bruno Ganz. In Francia gira l'erotico La notte e il momento e in Gran Bretagna Tom & Viv - Nel bene e nel male, per sempre, poi ritorna negli Stati Uniti dove affianca Harrison Ford nel film di spionaggio Sotto il segno del pericolo e si ritaglia una parte nel melodramma Il paziente inglese. Diventa un narratore esterno ai fatti tragici in cui incappa il fratello Nick Nolte in Affliction (1997), poi lavora con Mark Peploe ne La bella straniera, ispirato al romanzo omonimo di Joseph Conrad. Lo ritroviamo in Lulu on the Bridge diretto dallo scrittore Paul Auster, nell'anticonformista New Rose Hotel di Abel Ferrara e nell'interessante eXistenZ di Cronenberg, riflessione amara e pessimistica sul confine tra videogioco e realtà che preannuncia la creazione di Second Life. In seguito ritorna a vestire i panni di un agente dell'FBI nell'adrenalinico The Boondock Saints - Giustizia finale.
Il rivale di Spider Man
Alle porte del 2000 rimette giacca e cravatta per investigare sui cruenti omicidi di un arrivista ben inserito nella società che di notte si trasforma in un killer spietato: la storia è quella di American Psycho, film che ha tanto fatto discutere l'America per la carica di violenza che contiene. Si fa dirigere dal collega Steve Buscemi in Animal Factory (2000), poi passa al genere horror per la prima volta con L'ombra del vampiro dove però la sua recitazione si perde in un film troppo ambizioso. Nel 2002 arriva l'occasione di inserirsi nel cast di una mega-produzione e Dafoe accetta senza esitazione: nei panni del cattivo per eccellenza sarà il rivale dell'Uomo Ragno in Spider-Man diretto dal mago dell'horror Sam Raimi. Il successo commerciale del film lo porta sugli schermi di tutto il mondo e dopo il seguito Spider-Man 2 la carriera dell'attore sarà tutta un'altra cosa. Di nuovo sotto la direzione di Paul Schrader lo vediamo nei panni di un frequentatore di night club, ossessionato dal sesso e dai vizi, in Auto Focus (2002), poi è nel cattivo C'era una volta in Messico (2003) di Robert Rodriguez, e fa parte dello strampalato equipaggio dell'indipendente Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004) di Wes Anderson.
Il sodalizio con Abel Ferrara e tanti film d'autore, drammatici e comici
Alterna film d'autore realizzati con pochi mezzi ad altri di impianto più commerciale ad high budget: è uno degli abitanti di Manderlay (2005) di Lars von Trier, poi passa al rumoroso XXX2 - The Next Level (2005), tentativo non riuscito di rifare il primo episodio di Lee Tamahori. In Italia incontra la regista Giada Colagrande che lo dirige in Before It Had a Name, dopo averlo fatto innamorare e averlo portato sull'altare nel marzo 2005. Nel collettivo Paris, je t'aime interpreta un cowboy che, sullo sfondo di Place des Victoires, consola una donna (Juliette Binoche) in lutto per la morte del figlio. Partecipa anche al caustico American Dreamz, al poliziesco Inside Man di Spike Lee, e ritorna alla collaborazione con Ferrara in Go Go Tales ma non rifiuta anche di confrontarsi con una parte comica in Mr Bean's Holiday. In una riunione di famiglia in Fireflies in the Garden, a caccia di un assassino in Anamorph e in preda ad un virus "vampiresco" in Daybreakers, Dafoe si trasforma in continuazione. Indossa un'altra maschera nel drammatico La polvere del tempo (2008) di Anghelopulos.
Nel 2009 è protagonista al fianco di Charlotte Gainsbourg di Antichrist, il nuovo film di Lars Von Trier, in concorso al Festival di Cannes. Nel 2010 sarà protagonista nell'horror fantascientifico Daybreakers - L'ultimo vampiro e nel thriller My Son, My Son, What Have Ye Done, ispirato a fatti reali, diretto da Werner Herzog.
Nel 2012 lo vediamo fra i protagonisti del nuovo film di Andrew Stanton, John Carter nel ruolo di Tars Tarkas. In seguito tornerà a lavorare con Wes Anderson in The Grand Budapest Hotel, film d'apertura della Berlinale 2014, ma si farà notare anche nel nuovo film di Lars von Trier, sempre a Berlino, Nymphomaniac. Lavora spesso per autori, come Ferrara (Pasolini) von Trier e Wes Anderson, e recentemente si è legato anche a Paolo Sorrentino per il film in concorso a Cannes Youth - La giovinezza. Tornerà al Festival nel 2016 con il film di Paul Schrader Dog Eat Dog, nella Quinzaine des Realizateurs e lo vedremo accanto a Matt Damon nel film di Zhang Yimou The Great Wall.
Non disdegna i blockbuster come Justice League e Seven Sisters, per poi tornare al cinema indipendente nel piccolo gioiello Un sogno chiamato Florida, ma anche nel documentario di Abel Ferrara Piazza Vittorio. Nel 2018 si aggiudica la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile grazie al ruolo di Vincent Van Gogh nel film di Julian Schnabel Van Gogh - At Eternity's Gate.
Partecipa poi ai due film di Abel Ferrara Tommaso e Siberia, mentre nel 2020 viene chiamato ancora una volta da Wes Anderson per il film The French Dispatch. Nel 2022 lo vediamo invece diretto da Guillermo Del Toro in La fiera delle illusioni - Nightmare Alley. Nel 2023 partecipa ad Asteroid City di Wes Anderson, ma anche al film vincitore del Leone d'Oro a Venezia Povere creature!, oltre che al nuovo film di Saverio Costanzo Finalmente l'alba. Tornerà a lavorare con Lanthimos in Kinds of Kindness (2024) e con Robert Eggers per Nosferatu (2024). Sempre nel 2024 è nel sequel di Tim Burton Beetlejuice Beetlejuice e nel 2025 è nel fantasy The Legend of Ochi.