Wormwood

Nella stanza numero 1018 di un albergo low cost c'è un uomo che non riesce a prendere sonno. Fa una breve telefonata alla moglie, sfoglia le pagine di un libro, si sofferma sull'immagine di una stella: è Assenzio (Wormwood, in inglese), la grande stella punitrice destinata, secondo l'Apocalisse, a sterminare il genere umano. L'uomo fuma. Va alla porta. Guarda dallo spioncino, esce in corridoio, poi rientra in camera. È preoccupato? È in sé o è alterato? Un secondo dopo il suo corpo precipita nel vuoto, schiantandosi a terra nel cuore di Manatthan.

Errol Morris analizza la morte misteriosa di uno scienziato americano coinvolto nel programma segreto MK-Ultra in piena guerra fredda.

Quell'uomo si chiama Frank Olson, la sua è una storia vera e questo è l'avvio mozzafiato di Wormwood, la docu-serie in sei puntate di Netflix girata dal grande documentarista Errol Morris e interpretata, tra gli altri, da Peter Sarsgaard, Bob Balaban e Scott Shepherd.

Ma chi era, davvero, Frank Olson? E perché un documentarista come Morris si è interessato alla sua storia? Chimico e biologo di successo, all'inizio degli anni '50 Olson lavorava per conto dell'esercito statunitense, che lo aveva inserito nel team di scienziati impiegato nello sviluppo di armi batteriologiche come l'antrace. Nell'estate del 1953, la svolta: Olson fu coinvolto dalla CIA in un programma segreto, il MKUltra, destinato a esplorare l'uso delle sostanze psicotrope e allucinogene in campo militare, come tecniche di spionaggio. Ma dopo alcune sessioni di sperimentazione dell'LSD lo scienziato, che non aveva rivelato alla famiglia il suo coinvolgimento nei servizi segreti, annunciò di volersi ritirare dal programma.

Depresso e turbato dagli sviluppi del suo stesso lavoro, Olson entrò in crisi e, su suggerimento della stessa CIA, ricorse per qualche tempo alla psicoterapia. La notte in cui morì aveva preso una stanza al tredicesimo piano dell'Hotel Statler, telefonato alla moglie e dato un appuntamento a un collega per incontrarsi la mattina successiva.

Suo figlio Eric, che non ha mai creduto all'ipotesi del suicidio, ha scoperto solo in seguito in cosa consistesse il lavoro del padre e il suo coinvolgimento nei servizi. Da allora non ha mai smesso di cercare la verità.

Le sei puntate di Wormwood (per un totale di quattro ore e mezzo di visione) segnano l'esordio di Errol Morris (Gates of Heaven, Mr.Death, The Fog of War) nel genere televisivo, in una forma ibrida di fiction e realtà.

La storia di Olson viene raccontata sia attraverso ricostruzioni con attori che con interviste, filmati di archivio, fotografie, testimonianze reali.

"Non definirei Wormwood un thriller complottista - ha detto Morris presentando la serie - lo vedo piuttosto come una storia di bugie, segreti, assassinii e ricerca della verità, una ricerca però che viene condotta senza alcuna garanzia che una volta trovata, questa verità, si possa davvero ristabilire giustizia. Perché per quanto guardando la serie si abbia la netta impressione che Olson non si sia suicidato, ma sia stato ucciso dalla CIA, suo figlio non avrà mai le prove necessarie per sostenerlo. In questo Eric è un personaggio tragico quanto il padre".