In attesa dei nuovi dieci episodi disponibili da maggio, Sense8 regala ai suoi spettatori, ce ne sono di fedelissimi, uno speciale natalizio. Proprio come facevano una volta i Muppet o lo Zio Paperone in versione Scrooge-dickensiana. Dal 23 dicembre su Netflix, questo strambo "Natale in casa Wachowski" rimette in ballo affanni e gioie degli otto senzienti televisivi che stanno tanto a cuore alle autrici della trilogia di Matrix.

Chi ha considerato la prima stagione un affascinante girare a vuoto in vista del finalissimo oppure un modo un filino lungo di presentare i personaggi, nelle nuove due ore avrà di che ricredersi: brand natalizio a parte, gli otto protagonisti della serie, connessi l'uno all'altro benché divisi da migliaia di chilometri, sono ormai entrati nel vivo della lotta che li oppone a Whispers, la figura che, pur avendo la loro stessa capacità di sentire, vuole fermarli.

Che una serie ambiziosa e concettosa come Sense8 - il gioco grafico ripropone il suono di "sensate", che indica la percezione attraverso i sensi, oltre al numero dei protagonisti - potesse declinarsi in strenna natalizia c'era un po' da aspettarselo, tanto il mondo delle sorelle Wachowski sta in bilico tra ambizioni gigantesche e commercio puro, raffinatezze e kitsch estremo, proclami politico-sociali e chiacchiere da bar di periferia.

Dagli Stati Uniti all'India, dal Kenya all'Inghilterra, dalla Corea del Sud al Messico, tornano, tutti per uno e uno per tutti, Sun Bak, donna d'affari e esperta di arti marziali di Seul, Capheus, autista di matatu a Nairobi, Nomi Marks, blogger transessuale e hacker di San Francisco, Kala Dandekar, chimica farmaceutica di Mumbai, Riley Blue, una DJ islandese residente a Londra, Wolfgang Bogdanow, scassinatore di Berlino, Lito Rodriguez, attore omosessuale di casa a Città del Messico, e Will Gorski, che fa il poliziotto a Chicago.

Diversi per sesso, classe, posizione geografica e caratteri, i magnifici otto sono parte di un cluster (leggi: gruppo), ossia un insieme che condivide sensazioni e ricordi. I senzienti, inoltre, possono comunicare telepaticamente l'uno con l'altro, manifestarsi in altri luoghi e entrare nel corpo di uno dei "fratelli", quasi a diventare la rappresentazione 3.0 della "solidal catena" leopardiana. Ecco cosa c'entra il Natale.

Sense8: A Christmas Special è un regalo per i fan, un modo per tenere desta l'attenzione verso la seconda stagione e rinverdire quella per la prima, magari da rivedere e da analizzare in maniera più approfondita, abitudine che abbiamo tutti un po' perso con il lavoro delle Wachowski in generale.

Queste due nuove ore rappresentano sì il classico show natalizio a cui ci hanno abituato le serie tv soprattutto d'area angloamericana, ma anche qualcosa in più, considerando quel concetto della connessione che sta alla base del progetto (così come di molto altro cinema delle Wachowski, si pensi soltanto a Cloud Atlas) e che può essere letto anche nella sua accezione di condivisione emotiva. In "Buone feste da Lana Wachowski", un video-messaggio diffuso da Netflix, è la stessa regista a spiegare il perché della scelta: «Da piccola adoravo gli speciali natalizi delle serie che seguivo. Era come se la mia vita si mescolasse con quella dei personaggi». Un pensiero piuttosto ovvio, ma chi l'ha messo nero su bianco prima di Lana?