daniele944
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lunedì 14 ottobre 2019
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un'avventura imperdibile
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La Fortezza Nascosta è un film del 1958, diretto dal maestro Akira Kurosawa e interpretato Toshiro Mifune. Un'avventura imperdibile per chi ama il cinema, capace di unire con successo momenti comici con quelli drammatici. Da lodare anche la scelta del cineasta giapponese di raccontare dal punto di vista dei personaggi minori l'intera vicenda (cosa che influenzerà George Lucas per il suo Guerre Stellari del 1977, con i personaggi minori, D-3BO e C1-P8). Un film da vedere e rivedere, che consolida la coppia Kurosawa/Mifune, se mai ce ne fosse stato bisogno, come uno dei sodalizi più importanti della settima arte.
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psiclaude
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venerdì 29 gennaio 2016
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l'incontro tra esseri miserabili e (falsi) nobili
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Un film non facile, che ha tratti suscita un fastidio epidermico, come se qualcosa di viscido ci fosse lanciato addosso. Inizia con una scena di due miserabili contadini che hanno cercato fortuna nella guerra e ne sono usciti con l’odore dei cadaveri addosso e che ora scappano. Finisce sempre con loro due, dopo che hanno commesso infinite azioni riprovevoli, per paura, avidità, ingordigia, vigliaccheria. Su questa linea principale si innesta un’altra storia, apparentemente nobile, una principessa, ultima superstite di una dinastia e di un samurai che fa di tutto per proteggere lei e la dinastia. Sullo sfondo le lotte feudali, il medioevo giapponese. Ma questa chiave di lettura per altri aspetti ne nasconde un’altra.
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Un film non facile, che ha tratti suscita un fastidio epidermico, come se qualcosa di viscido ci fosse lanciato addosso. Inizia con una scena di due miserabili contadini che hanno cercato fortuna nella guerra e ne sono usciti con l’odore dei cadaveri addosso e che ora scappano. Finisce sempre con loro due, dopo che hanno commesso infinite azioni riprovevoli, per paura, avidità, ingordigia, vigliaccheria. Su questa linea principale si innesta un’altra storia, apparentemente nobile, una principessa, ultima superstite di una dinastia e di un samurai che fa di tutto per proteggere lei e la dinastia. Sullo sfondo le lotte feudali, il medioevo giapponese. Ma questa chiave di lettura per altri aspetti ne nasconde un’altra. Siamo sicuri che la nobiltà sia quella dei principi e dei samurai? Il samurai che protegge la principessa, è lieto di sacrificare la propria sorella, spacciandola per la principessa, per prolungarne la fuga. Nobiltà? Nobiltà invocare di essere uccisi, solo per aver perduto uno scontro alla pari? Forse nella loro miseria umana i due contadini rivelano l’ingordigia e la falsità del mondo "nobile”. Loro cercano l’oro per pura avidità, ma è diverso cercarlo di salvare l’oro per continuare una guerra sanguinosa tra le casate? E’ un film indigesto, ma è una profonda riflessione sulle motivazioni che muovono gli uomini. E’ un avvisaglia di quel capolavoro che sarà “Ran”
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luca scial�
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martedì 16 luglio 2013
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una favola atipica
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In un Giappone medioevale lacerato dalla guerra tra tre faziosi opposte, due contadini riescono a fuggire dalla schiavitù ma s'imbattono in un brigante autoritario. In realtà quest'ultimo deve compiere una missione segreta: far passare la Principessa del suo paese tra le linee nemiche, fingendola una donna muta qualunque.
Kurosawa ci propone una favola di samurai, alternando momenti drammatici a momenti comici, con personaggi così diversi tra loro e tipici di ogni avventura: i due contadini buffi e avidi; l'eroe; la principessa; una misteriosa cortigiana. Orso d'oro a Berlino.
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flatout
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giovedì 3 maggio 2012
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la fortezza nascosta
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Nel medioevo, due poveri contadini giapponesi vengono assoldati da un generale per portare in salvo la giovanissima erede al trono e il suo tesoro in lingotti d'oro attraverso un territorio controllato dagli uomini della dinastia nemica.
Insoliti accostamentiaccosti sociali in una favola, a metà tra film di samurai e il romanzo picaresco di tradizione occidentale. Kurosawa (che collabora alla sceneggiatura di Shinobu Hassimoto, Ryuzo Kikushima e Hideo Hoguni) recupera la comicità del teatro kebuki e la fonde con il ritmo del cinema classico americano: la miscela è curiosa, avvincente e spettacolare. Tra le sequenze indimenticabili ci sono la festa notturna del fuoco e l'evasione dei prigionieri dal castello
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g. romagna
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venerdì 4 giugno 2010
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la fortezza nascosta
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Due ingenui contadini, fuggiaschi ed in terra straniera durante una guerra, progettano di fare ritorno alle loro terre aggirando il confine sorvegliato dalle linee nemiche. Nel mentre si mettono anche sulle tracce di un tesoro di cui hanno rinvenuto casualmente l'esistenza, nonchè della principessa del regno sconfitto sulla quale pende una consistente taglia. I due si imbattono nel generale Makabe (Toshiro Mifune), il quale li guida in una fortezza nascosta ove svela loro di essere in possesso del tesoro e li arruola, utilizzando il loro piano, per aggirare le linee nemiche. Suo compito è quello di raggiungere la terra dei due per poi ricostituire, con l'oro del tesoro, un esercito agli ordini della principessa, della quale egli è fido seguace.
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Due ingenui contadini, fuggiaschi ed in terra straniera durante una guerra, progettano di fare ritorno alle loro terre aggirando il confine sorvegliato dalle linee nemiche. Nel mentre si mettono anche sulle tracce di un tesoro di cui hanno rinvenuto casualmente l'esistenza, nonchè della principessa del regno sconfitto sulla quale pende una consistente taglia. I due si imbattono nel generale Makabe (Toshiro Mifune), il quale li guida in una fortezza nascosta ove svela loro di essere in possesso del tesoro e li arruola, utilizzando il loro piano, per aggirare le linee nemiche. Suo compito è quello di raggiungere la terra dei due per poi ricostituire, con l'oro del tesoro, un esercito agli ordini della principessa, della quale egli è fido seguace. Anch'ella compie, all'insaputa dei contadini, il viaggio assieme a loro. Il cammino, per raggiungere la metà, sarà lungo, duro ed irto di insidie... Dinamismo, azione coinvolgente e una brillante vicenda, conditi dalla consueta maestria di Kurosawa e dalla bravura di Mifune, fanno de La Fortezza Nascosta un capolavoro indiscusso del genere d'avventura, cui fa da sfondo il semplice e consueto impianto morale - qui esaltante la generosità umana - che sempre è presente all'interno dei lavori del grande regista nipponico. Film piacevole, avvincente, affascinante e di imponente bellezza.
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paola di giuseppe
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venerdì 26 febbraio 2010
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una fiaba giapponese
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In un Medio Evo più da mitologia popolare che sfondo storico,in Giappone,Tahei e Matakishi, contadini litigiosi, avidi, sempre pronti a tradire,tornano alla città di Akizuki,dopo aver tentato di fare i soldi con la guerra tra i clan di Yamana e Akizuki.
Lungo la strada incontrano il Generale Rokurota e la Principessa Yuki, rifugiata in una fortezza tra le montagne in attesa di tornare sul trono usurpato.Bisogna attraversare il territorio nemico trasportando un grosso carico d’oro in verghe occultate nel cavo di rametti nascosti in uno stagno e Rokurota ingaggia i due picari, sottoposti prima a prove massacranti per verificarne la resistenza.
La marcia sarà lunga e difficile e i due inaffidabili personaggi creeranno non pochi problemi al severo ma paziente samurai.
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In un Medio Evo più da mitologia popolare che sfondo storico,in Giappone,Tahei e Matakishi, contadini litigiosi, avidi, sempre pronti a tradire,tornano alla città di Akizuki,dopo aver tentato di fare i soldi con la guerra tra i clan di Yamana e Akizuki.
Lungo la strada incontrano il Generale Rokurota e la Principessa Yuki, rifugiata in una fortezza tra le montagne in attesa di tornare sul trono usurpato.Bisogna attraversare il territorio nemico trasportando un grosso carico d’oro in verghe occultate nel cavo di rametti nascosti in uno stagno e Rokurota ingaggia i due picari, sottoposti prima a prove massacranti per verificarne la resistenza.
La marcia sarà lunga e difficile e i due inaffidabili personaggi creeranno non pochi problemi al severo ma paziente samurai. La bella principessa riuscirà a tornare sul trono dopo peripezie e colpi di scena a non finire e ai due contadini, sempre pronti ad arraffare più oro possibile e perderlo subito dopo,toccherà un lingottino indivisibile con l’augurio che la smettano di litigare.
La vicenda scorre in un crescendo musicale che inizia da un pianissimo carico di suspence (il misterioso samurai che gioca al gatto e al topo con i due contadini, apparendo e scomparendo fra le rocce) prosegue con la loro salita infinita lungo la pietraia sdrucciolevole fino alla fortezza e le prove estenuanti di resistenza a scavare buche sotto un sole torrido,aumenta gradualmente con ritmate accelerazioni man mano che il piano di fuga assume contorni più definiti,diventa infine una travolgente sarabanda,tra sparatorie,inseguimenti,combattimenti al galoppo e balzi al volo dei nostri eroi su cavalli in corsa degni della grande epopea western.
Kurosawa fonde stilemi del romanzo picaresco e tonalità umoristiche del teatro kabuki (i due anti-eroi di bassa estrazione sociale tratteggiati secondo una tecnica mista tra il burlesco e l’eroicomico) con elementi del romanzo cavalleresco in chiave nipponica (il samurai difensore della giustizia al servizio del suo sovrano con coraggio, lealtà, eroismo e saggezza,capace anche, risparmiando la vita dell’amico, di anteporre quel valore al rigido codice d’onore bushido, che impone l’uccisione del perdente nel duello), compone accordi e tesse dissonanze, indugiando su pietraie infuocate,greti disseccati,pareti di roccia scabra,per poi tuffarsi nella folta sterpaglia di un acquitrino o nella vegetazione lussureggiante del bosco.
Dà respiro epico con campi lunghissimi ai movimenti delle masse, allinea il fasto guerriero degli stendardi e delle armi, ammassa lungo la scalinata i corpi seminudi degli schiavi in fuga dalla fortezza,in un precipitare caotico e plastico che rimanda con sicura citazione alla Corazzata Potëmkin,celebra in un vortice dionisiaco di danze e canti il rituale shintoista della purificazione nella festa del fuoco, mentre la processione ripete con unisono fragoroso il “sairei, sairyo” che invita ad unirsi alla festa.
Il ritmo travolgente si placa infine nella melodicità intensa del canto della principessa prigioniera, che modula le espressive sonorità vocali di “Brucia la tua vita”.
Il percorso di formazione di Yuki ora è compiuto, dalla selvatica Diana cacciatrice sfuggente e capricciosa delle prime sequenze, è passata attraverso la vita reale, ne ha condiviso il peso come quelle fascine che ha portato sulle spalle con gli altri,
Nell’ultima scena sarà a pieno titolo la regina del suo popolo, avvolta nel bianco kimono ricamato.E’ il lieto fine della fiaba.
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diletta
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venerdì 27 giugno 2008
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un ariosto giapponese
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Film fra i più belli di Kurosawa che mostra nella sua pienezza le sue splendide capacità di narratore per immagini.Indimenticabili la principessa e il generale Rokurota. Attorno a loro una folla di personaggi vili o violenti o valorosi o generosi.Un omaggio alla vera vita, quella dell'anima,nel percorso quotidiano compiuto con coraggio e nobiltà senza pari.
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vittoria
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lunedì 5 maggio 2008
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la vittoria sulla legge di necessità
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Splendido film. La vicenda si snoda, dapprima con lentezza poi con un ritmo armonioso e perfetto tanto da sembrar raccontata dall'impareggiabile Ariosto. La principessa e il suo fedele generale aggregano due contadini miserabili ed avidi per trasportare l'oro del regno ai di là delle file del nemico vincitore. Splendida figura la principessa, nobilissimo il generale Rokurota, piene di fascino e di imprevisti le vicende. Si tratta di una fiaba? Forse...ma come affermava una magnifica, imperdonabile scittrice le fiabe insegnano l'unica cosa necessaria a questo mondo:la vittoria sulla legge di necessità.
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