luca scialo
|
venerdì 12 agosto 2022
|
la gravidanza come evento di libertà
|
|
|
|
Un fatto di cronaca realmente accaduto. In Bretagna, la liceale Camille Fourier, 15enne, rimane incinta. Decide così di convincere le altre amiche a fare lo stesso, come possibilità di ottenere la libertà dai genitori e dare una scossa alle noiose vite di un piccolo borgo. E così, dal gruppo delle 5 inseparabili amiche, diventeranno ben 17. Ma è davvero ciò di cui avevano bisogno? Commedia sull'anti-conformismo e l'emancipazione giovanile e femminile. Temi molto cari in Francia. La gravidanza però porta delle responsabilità e potrebbe essere anche vista come antitesi alla libertà. La pellicola comunque si sofferma sulle intenzioni delle ragazze senza giudicarle.
|
|
[+] lascia un commento a luca scialo »
[ - ] lascia un commento a luca scialo »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
martedì 7 aprile 2015
|
ben fatto
|
|
|
|
Film veramente ben fatto, senza moralismi e che presenta le disillusioni e le speranze delle ragazze. Le registe ci conducono nel loro mondo e per noi adulti può essere un modo per capire i loro punti di vista e conoscerle meglio. A tratti poetico e disincantato, tenero e vitale, un film che non delude.
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
stako
|
giovedì 10 gennaio 2013
|
ritratto di un movimento femminista adolescenziale
|
|
|
|
La pellicola ispirata ad una storia realmente accaduta è una pellicola di pregievole fattura, molto interessante e tratta di argomenti veramente molto attuali tra gli adolescenti, quali la difficoltà ti integrarsi nel mondo degl adulti e la difficoltà nel trovare una propria dimensione dove vivere, dove poter esprire le proprie idee senza che nessuno possa minimamente ostacolarle. Il film a breve è il ritratto di un movimento francese femminista adolescenziale che rivendica appunto il proprio potere di esistere e di agire. L'idea di ragazza madre viene presa come modello da seguire per una lotta per la dipendenza e per la realizzazione di una vita migliore. Una pellicola molto interessante e istruttiva adatto ad pubblico giovane.
[+]
La pellicola ispirata ad una storia realmente accaduta è una pellicola di pregievole fattura, molto interessante e tratta di argomenti veramente molto attuali tra gli adolescenti, quali la difficoltà ti integrarsi nel mondo degl adulti e la difficoltà nel trovare una propria dimensione dove vivere, dove poter esprire le proprie idee senza che nessuno possa minimamente ostacolarle. Il film a breve è il ritratto di un movimento francese femminista adolescenziale che rivendica appunto il proprio potere di esistere e di agire. L'idea di ragazza madre viene presa come modello da seguire per una lotta per la dipendenza e per la realizzazione di una vita migliore. Una pellicola molto interessante e istruttiva adatto ad pubblico giovane.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stako »
[ - ] lascia un commento a stako »
|
|
d'accordo? |
|
storyteller
|
mercoledì 10 ottobre 2012
|
confezione gradevole, quesiti importanti
|
|
|
|
Non è un film di uomini, né per uomini, eppure ci si immedesima (o almeno, è successo a me), si ride, si soffre.
Dolce, provocatoria, raffinata, esteticamente e musicalmente colta, la pellicola affronta quesiti importanti senza però prendere le parti delle ragazze - o almeno, non del tutto - e senza pretendere di fornire una risposta per ciascuna, ma facendoci condividere le loro motivazioni, il loro utopistico desiderio di una vita "migliore", tanto generico quanto ardentemente ambito. Non è un film "diseducativo", come hanno detto alcuni, perché il finale lascia intendere tutto e il contrario di tutto, quasi che l'ultima tappa di questa avventura sia d'importanza minore, in confronto al cammino che le lì ha condotte.
[+]
Non è un film di uomini, né per uomini, eppure ci si immedesima (o almeno, è successo a me), si ride, si soffre.
Dolce, provocatoria, raffinata, esteticamente e musicalmente colta, la pellicola affronta quesiti importanti senza però prendere le parti delle ragazze - o almeno, non del tutto - e senza pretendere di fornire una risposta per ciascuna, ma facendoci condividere le loro motivazioni, il loro utopistico desiderio di una vita "migliore", tanto generico quanto ardentemente ambito. Non è un film "diseducativo", come hanno detto alcuni, perché il finale lascia intendere tutto e il contrario di tutto, quasi che l'ultima tappa di questa avventura sia d'importanza minore, in confronto al cammino che le lì ha condotte.
Un plauso alle registe e alle giovani protagoniste, tutte bravissime. Da conservare e rivedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a storyteller »
[ - ] lascia un commento a storyteller »
|
|
d'accordo? |
|
donni romani
|
mercoledì 19 settembre 2012
|
le follie dell'adolescenza
|
|
|
|
Quando lo sbandamento adolescenziale non è supportato da una famiglia o da una società - leggi scuola - adeguata, può portare ad un fraintendimento dei ruoli estremamente pericoloso. E' quanto succede in "17 ragazze", ambientato in Francia anche se l'episodio che ha dato vita al film è avvenuto negli Stati Uniti, in cui diciassette alunne dello stesso liceo decidono di rimanere incinta nello stesso momento, per poter crescere insieme i loro bambini, lontane da famiglie opprimenti e poco attente ai loro bisogni.
[+]
Quando lo sbandamento adolescenziale non è supportato da una famiglia o da una società - leggi scuola - adeguata, può portare ad un fraintendimento dei ruoli estremamente pericoloso. E' quanto succede in "17 ragazze", ambientato in Francia anche se l'episodio che ha dato vita al film è avvenuto negli Stati Uniti, in cui diciassette alunne dello stesso liceo decidono di rimanere incinta nello stesso momento, per poter crescere insieme i loro bambini, lontane da famiglie opprimenti e poco attente ai loro bisogni. Il desiderio di ribellione degli adolescenti sfocia qui in un delirio collettivo, e queste gravidanze-sfida sono quanto di più immaturo si possa immaginare ma niente frena le amiche che si fanno coraggio a vicenda e sognano una casa comune in cui poter rientrare dopo la mezzanotte - desiderio più che legittimo per una diciassettenne, ma che fa chiaramente intendere come non abbiano la più pallida idea del concetto di maternità inteso come responsabilità e maturità. I bambini sono per queste bellissime e delicate fanciulle in fiore un mezzo per evadere, per liberarsi dai legacci della vita di provincia e per sentirsi libere. Chiaramente il progetto fallirà e non si fa fatica ad immaginare come le vite di parecchie delle vere protagoniste della storia saranno oggi più complesse che mai, ma il film resta bello, semplice nel mostrare la follia disinvolta e irresponsabile di ogni adolescente, e poco conta che qui il progetto di fuga coinvolga niente meno che 17 innocenti neonati, non c'è giudizio morale nella pellicola delle sorelle Coulin ed è giusto così, perchè troppo facile sarebbe stato liquidare il tutto con uno scuotere di capo, la denuncia qui è altra, e coinvolge tutti ciò che sono - o dovrebbero essere - alle spalle di queste ragazze fragili, impaurite dalla vita e in balia degli errori che inevitabilmente accompagnano ogni adolescenza, inquieta per definizione, quando non è protetta, aiutata e consigliata, da quegli adulti, qui assenti e lontani come purtroppo spesso nella realtà, che gli stessi errori, altri, ma comunque uguali nel loro essere poi macigni nel proprio passato, li hanno già commessi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a donni romani »
[ - ] lascia un commento a donni romani »
|
|
d'accordo? |
|
mauro.t
|
domenica 24 giugno 2012
|
una ribellione postmoderna?
|
|
|
|
In un paese della Bretagna 17 ragazze minorenni, quasi contemporaneamente, decidono di rimanere incinte, emulando la prima che sta aspettando un bambino a causa di un preservativo rotto.
La decisione ha il significato di una protesta anti-sistema, anti-adulti, anti-convenzioni, anti-provincialismo. Le ragazze sono portano all’estremo il vecchio slogan femminista “L’utero è mio e lo gestisco io”, ribaltando però (anche questo pare vada di moda) le logiche. In questo caso è il punto di vista sulla maternità che viene stravolto. Avere figli non fa più parte di una visione maschilista della società da mettere in discussione, ma diventa il fulcro su cui costruire un’alternativa.
[+]
In un paese della Bretagna 17 ragazze minorenni, quasi contemporaneamente, decidono di rimanere incinte, emulando la prima che sta aspettando un bambino a causa di un preservativo rotto.
La decisione ha il significato di una protesta anti-sistema, anti-adulti, anti-convenzioni, anti-provincialismo. Le ragazze sono portano all’estremo il vecchio slogan femminista “L’utero è mio e lo gestisco io”, ribaltando però (anche questo pare vada di moda) le logiche. In questo caso è il punto di vista sulla maternità che viene stravolto. Avere figli non fa più parte di una visione maschilista della società da mettere in discussione, ma diventa il fulcro su cui costruire un’alternativa. Le ragazze pensano ad un modello di vita diverso, a mettere in piedi una comune, nella quale i rapporti tra madri e figli saranno più autentici e più stretti, e in cui si aiuteranno l’un l’altra, facendo a meno delle loro famiglie e dei padri dei bambini.
I genitori reagiscono nel modo più normale e prevedibile, sbraitando, insultandole, interrogandosi, organizzandosi, e alla fine.. . facendosi carico dei bambini che arrivano, dal momento che, ovviamente, la comune progettata dalle ragazze non partirà neppure.
Il tutto viene rappresentato in modo naturalistico, le registe sembrano non prendere posizione. Ma emerge il vuoto. Gli adulti sono assenti e incapaci, e non sono, non possono essere modelli significativi. Le ragazze si muovono sempre in funzione del gruppo delle “pari”. Il resto non esiste. Il substrato culturale con il mondo di origine è spazzato via. Le adolescenti, anche col pancione, scontano un vuoto di motivazioni, di elaborazione, di prospettive, di conoscenze storiche. La relazione amorose, il sesso, la maternità, sono svuotate dei significati tradizionali degli adulti e diventano libero campo si cui investire i sogni di un gruppo, dove le decisioni prese della ragazza più carismatica fanno tendenza, come se si trattasse di un vestito, di un particolare taglio di capelli, di un nuovo genere di musica.
Le ragazze, tutte insieme, sono anche carine nella loro complicità, ma trasudano conformismo e vuoto, alla faccia della maternità responsabile. Perché? Come è possibile? Colpa degli adulti? Frutto della società postmoderna? La rappresentazione naturalistica non si occupa di questo.
Terribile e preoccupante.
[-]
[+] in coda
(di mauro.t)
[ - ] in coda
|
|
[+] lascia un commento a mauro.t »
[ - ] lascia un commento a mauro.t »
|
|
d'accordo? |
|
archipic
|
lunedì 18 giugno 2012
|
la ribellione non è un gioco
|
|
|
|
Il gioco della ribellione, o la ribellione per gioco. Questo è il senso che il film mi ha dato; ragazze che non si sa se per noia o per frustrazione (familiare, sociale, interpersonale) decidono di farsi mettere incinte da "ignari" ragazzi utilizzati solo a scopo riproduttivo. E la storia si dipana proprio su questa folle corsa che le ragazze, una dopo l'altra, compiono verso la meta della gravidanza vista, secondo me, per far gruppo, come pass d'ingresso nella loro cerchia e per rendersi "visibili" al mondo dei grandi, colpevole di scarsa comprensione. Non a caso una delle protagoniste finge di essere in dolce attesa proprio per far parte del gruppo dal quale era tenuta a distanza.
[+]
Il gioco della ribellione, o la ribellione per gioco. Questo è il senso che il film mi ha dato; ragazze che non si sa se per noia o per frustrazione (familiare, sociale, interpersonale) decidono di farsi mettere incinte da "ignari" ragazzi utilizzati solo a scopo riproduttivo. E la storia si dipana proprio su questa folle corsa che le ragazze, una dopo l'altra, compiono verso la meta della gravidanza vista, secondo me, per far gruppo, come pass d'ingresso nella loro cerchia e per rendersi "visibili" al mondo dei grandi, colpevole di scarsa comprensione. Non a caso una delle protagoniste finge di essere in dolce attesa proprio per far parte del gruppo dal quale era tenuta a distanza.
Altro aspetto che mi è balzato agli occhi è l'assoluta assenza degli uomini; i ragazzi non hanno voce in capitolo nella questione gravidanze, e quelli familiari sono appena accennati e sono o assenti dalla narrazione o tratteggiati in modo da risultare d'ostacolo.
Un film con molti vuoti, sia di motivazioni e sia, soprattutto, di un ritmo che accompagni la storia che di per sè è anche interessante ma che finisce per stancare proprio perchè sembra girare intorno ad un fulcro che poi, alla fine, crolla e che, forse, non è mai esistito.
Brave le interpreti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a archipic »
[ - ] lascia un commento a archipic »
|
|
d'accordo? |
|
il ciadiano
|
lunedì 28 maggio 2012
|
dolcezza e solitudine
|
|
|
|
17 ragazze. Un film che esprime dolcezza, la dolcezza da sempre legata alla nascita di un bambino, qui moltiplicata per 17! Certo la capacità di soprassedere sugli aspetti problematici della situazione, propri dell'incoscienza di quell'età ne fanno un film sospeso in un'atmosfera da sogno. Ma da questa situazione sorgono anche domande rivolte alla nostra società: dove sono i genitori, anzi gli adulti? Nella realtà sono assenti come nel film? Come mai non riescono ad entrare in relazione con queste ragazze? Siamo veramente così poco significativi? Forse è una domanda che dovremmo porci più seriamente. E la controparte maschile, i ragazzi: anche loro sono proprio così poco significativi? Possibile che il gentil sesso possa fare a meno del sesso forte? E' forse perché non si riesce a sognare insieme una vita familiare, non si riesce a sognare un progetto di una vita a due che poi si apre all'accoglienza dei figli che le ragazze si riducono a sognare la maternità come ricerca di senso alla loro vita di fronte al non-senso della vita degli adulti che sono di fronte a loro?
Non si riesce proprio a condannare le ragazze del film, sarebbe condannare la vita, i sogni, la ricerca di senso.
[+]
17 ragazze. Un film che esprime dolcezza, la dolcezza da sempre legata alla nascita di un bambino, qui moltiplicata per 17! Certo la capacità di soprassedere sugli aspetti problematici della situazione, propri dell'incoscienza di quell'età ne fanno un film sospeso in un'atmosfera da sogno. Ma da questa situazione sorgono anche domande rivolte alla nostra società: dove sono i genitori, anzi gli adulti? Nella realtà sono assenti come nel film? Come mai non riescono ad entrare in relazione con queste ragazze? Siamo veramente così poco significativi? Forse è una domanda che dovremmo porci più seriamente. E la controparte maschile, i ragazzi: anche loro sono proprio così poco significativi? Possibile che il gentil sesso possa fare a meno del sesso forte? E' forse perché non si riesce a sognare insieme una vita familiare, non si riesce a sognare un progetto di una vita a due che poi si apre all'accoglienza dei figli che le ragazze si riducono a sognare la maternità come ricerca di senso alla loro vita di fronte al non-senso della vita degli adulti che sono di fronte a loro?
Non si riesce proprio a condannare le ragazze del film, sarebbe condannare la vita, i sogni, la ricerca di senso. E con la loro dolcezza gridano la loro solitudine che chiede a noi adulti di essere colmata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il ciadiano »
[ - ] lascia un commento a il ciadiano »
|
|
d'accordo? |
|
g_andrini
|
sabato 21 aprile 2012
|
non male.
|
|
|
|
Il film in sé può apparire "vuoto", ma le attrici recitano splendidamente. La resa dell'idea originaria è a mio parere buona, un fatto realmente accaduto che porta a riflettere sul nulla di questa società, ma non dell'atto in sé. Assolutamente consigliato.
|
|
[+] lascia un commento a g_andrini »
[ - ] lascia un commento a g_andrini »
|
|
d'accordo? |
|
narew
|
martedì 3 aprile 2012
|
una buona idea non sviluppata
|
|
|
|
sono andato al cinema sapendo che avrei visto un film col soggetto: 17 ragazze si fanno mettere incinte per protesta contro la società, i genitori e il mondo adulto in genere; uscito dal cinema, ne sapevo quanto prima. a fronte di una regia piatta, di una regista che non osa nulla e si accontenta di inquadratura scarne e di poco effetto, è la sceneggiatura a mancare il bersaglio con dialoghi semplici e per nulla incisivi sul tema trattato. a salvare le sorti dell'opera ci pensano i bravi attori che danno ai loro personaggi dei volti veri dotati di grande drammaticità, ma è davvero troppo poco rispetto a quello che si poteva fare per raccontare una storia simile.
[+]
sono andato al cinema sapendo che avrei visto un film col soggetto: 17 ragazze si fanno mettere incinte per protesta contro la società, i genitori e il mondo adulto in genere; uscito dal cinema, ne sapevo quanto prima. a fronte di una regia piatta, di una regista che non osa nulla e si accontenta di inquadratura scarne e di poco effetto, è la sceneggiatura a mancare il bersaglio con dialoghi semplici e per nulla incisivi sul tema trattato. a salvare le sorti dell'opera ci pensano i bravi attori che danno ai loro personaggi dei volti veri dotati di grande drammaticità, ma è davvero troppo poco rispetto a quello che si poteva fare per raccontare una storia simile. i rapporti genitori-figlie sono solo abbozzati in un paio di situazioni, così come i discorsi irresponsabilità - responsabilità del gesto delle ragazze e le litigate finali a causa dei momenti di stress pre parto. tutto è semplicistico, appena accennato, come se, per accontentare lo spettatore meno esigente, bastasse improvvisare qualche dialogo sul tema trattato nel trailer del film. il finale lascia l'amaro in bocca, nonché una serie di dubbi sulla morale, non spiegata e nemmeno espressa, e sul destino stesso delle ragazze, su cui la regista non va ad indagare o a dire qualcosa in merito. il gesto rimane fine a se stesso, non perchè non sia stato importante nella realtà, perchè il film si ispira a una storia vera, ma perchè è stato raccontato male e con piattezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a narew »
[ - ] lascia un commento a narew »
|
|
d'accordo? |
|
|