Drammatico,
durata 98 min.
- USA 1996.
- Filmauro
uscita venerdì 15novembre 1996.
MYMONETROCrash
valutazione media:
3,14
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Che il regista canadese non ami la convenzione era già assodato da tempo e d'altronde genio e creatività artistica raramente vanno a braccetto con la convenzione, ma Cronenberg nel 1996 ha osata di più, sfidando tutti i taboo di genere e di stile e proponendo un film che pur essendo considerato un cult, rimane uno dei più controversi, disturbanti, perversi e inquietanti ancora oggi.
Adattamento di un altrettanto controverso romanzo di J. Ballard, il film sembra seguire un unico filo conduttore che si crea e si disfa per immagini anziché seguire il classico schema narrativo che si basa sulla sceneggiatura robusta e solida. E le immagini trascinano lo spettatore in questo mondo parallelo, cupo e malsano, opprimente e deviante alla continua ricerca del piacere, dell'eccitazione e del desiderio che richiede di abbattere nuove frontiere e conquistare nuovi orizzonti pur di (ri)attivare quella risposta libidinosa di cui i protagonisti del film sono ormai schiavi.
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Che il regista canadese non ami la convenzione era già assodato da tempo e d'altronde genio e creatività artistica raramente vanno a braccetto con la convenzione, ma Cronenberg nel 1996 ha osata di più, sfidando tutti i taboo di genere e di stile e proponendo un film che pur essendo considerato un cult, rimane uno dei più controversi, disturbanti, perversi e inquietanti ancora oggi.
Adattamento di un altrettanto controverso romanzo di J. Ballard, il film sembra seguire un unico filo conduttore che si crea e si disfa per immagini anziché seguire il classico schema narrativo che si basa sulla sceneggiatura robusta e solida. E le immagini trascinano lo spettatore in questo mondo parallelo, cupo e malsano, opprimente e deviante alla continua ricerca del piacere, dell'eccitazione e del desiderio che richiede di abbattere nuove frontiere e conquistare nuovi orizzonti pur di (ri)attivare quella risposta libidinosa di cui i protagonisti del film sono ormai schiavi. E la nuova frontiera, la nuova porta verso il piacere sessuale, viene data appunto dallo scontro violento tra automobili, dagli incidenti quasi mortali che segnano e deformano in modo permanente il corpo, come le auto. La violenza dell'impatto genera e rinnova la pulsione sessuale, ne ampia la dimensione, proprio grazie alla sua diretta comunicazione con la morte. Lo scontro, metaforico e simbolico ma anche concreto, tra corpi e macchine, è uno scontro diretto e frontale tra eros e thanatos che sprigiona tutti quei primordiali istinti collegandoli ad una disturbante, malsana e morbosa attrazione verso la morte stessa, che all’interno di questo macabro racconto assume il ruolo dell'unico, ineguagliabile propulsore del desiderio. La macchina diventa il mezzo per raggiungere ambedue, sia l'apice del piacere che la morte, due nozioni le quali in Crash si fondono, s'intrecciano, s'intercambiano costantemente risultando indistinguibili.
Gli scontri automobilistici però non producono soltanto piacere e morte ma corpi con lividi, tagli, cicatrici. Corpi deformati e segnati ma che all'interno del film assumono una dimensione erotica ed elettrizzante che alimenta e rinnova la passione dei tre protagonisti principali; James Ballard, sua moglie Kathryn e l'ombroso Vaughn. Il sangue, i tagli, addirittura le protesi metalliche, tutto contribuisce a veicolare, a lambire nuove emozioni, ma puramente e soltanto sessuali, primitive. In Crash infatti mancano del tutto i sentimenti, manca l'empatia, la ragione. I protagonisti restano impassibili davanti agli incidenti automobilistici, davanti alle vittime che essi producono. Le loro reazioni di fronte a tali avvenimenti non sono affatto verosimili, tantomeno comprensibili e si ha sempre la sensazione di assistere ad un microcosmo di una società perversa e autodistruttiva, una società in declino, moralmente sterile che corre ad una velocità iperbolica verso la propria autodistruzione senza alcun pentimento o presa di coscienza.
Il binomio eros/thanatos è qui talmente indissolubile e potente da generare un forte impatto sulla psiche dello spettatore il quale viene immerso in questa realtà straniante quanto perversa ma impossibile da dimenticare, che striscia sotto la pelle e penetra nella mente e nell'inconscio senza mai andarsene. Il metallo si scontra e si fonde col corpo umano, la macchina diventa un'estensione del corpo in questa continua, estenuante ricerca del piacere che diventa sempre più cupa e ossessiva-compulsiva, dove i tagli e le cicatrici, come le ammaccature e i graffi delle auto diventano nuove simmetrie erotiche in una cornice di decadenza e sessualità. Una tipologia di sessualità deviante e malata all'insegna del ineluttabile incontro/ scontro tra vita e morte, tra deformità e armonia corporea che genera un nuovo tipo di piacere ed estasi.
Folgorante in tal senso la scena finale del film con i due coniugi che ancora una volta, nonostante la violenza dell'impatto, e sotto shock, appagano i loro istinti primordiali, li nutrono, li assecondano meccanicamente.
La regia anche in questo caso è impeccabile, e nonostante la disarmante debolezza dello script, l'implausibilità delle reazioni dei protagonisti e la scarsità di dialoghi, Crash resta un film visivamente potente, notevolmente disturbante e violento il quale senza rientrare o sfiorare minimamente la categoria horror, produce un effetto simile nella mente dello spettatore. Mette a disagio, sconvolge, inquieta dando l'impressione di assistere ad un incubo che si materializza sotto i nostri occhi, una società anestetizzata, strappata da qualsivoglia umanità e dove l'unico elemento dominante è la sessualità, nella sua accezione e dimensione più morbosa e perversa che trova il suo sfogo nella morte, nel dolore, nella violenza dello scontro e dell'impatto; ultima barriera da sfondare in questa catastrofica ricerca del piacere fine a se stesso che culmina, inevitabilmente, nella morte. Thanatos è il fine, Eros il mezzo.
Volenti o meno, Crash resta un prodotto indimenticabile ma sicuramente non per tutti. 3/5. [-]
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James Ballard, produttore cinematografico, vive un rapporto di coppia molto intenso e trasgressivo con la bella moglie Catherine (D.Unger). La sua vita cambia dopo un brutto incidente automobilistico che procura gravi danni fisici sia a James che a Helen, la quale rimarrà vedova dopo l'incidente causa la morte del marito schizzato sul parabrezza della macchina di James. Dopo il ricovero e la riabilitazione un nuovo mondo di trasgressione erotica emerge fuori, grazie anche all'incontro con Vaughan (E.Koteas) un bizzarro personaggio affascinato dagli scontri automobilistici.
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“Crash” di Cronenberg si merita pienamente il titolo di film “disturbante”: dalla prima all’ultima scena quello che viene definito il “comune senso del pudore” viene costantemente messo a dura prova. Se ci atteniamo a descrivere strettamente quello che accade nei suoi 100 minuti, potremmo facilmente farlo rientrare nel genere porno-soft: le scene di sesso sono infatti il leitmotiv dell’opera; tuttavia un altro tema affiora con evidenza, quello della morte: il primo incidente del protagonista ( che si chiama James Ballard, come lo scrittore dal cui romanzo il film è tratto ) costa la vita a un uomo, poi c’è la ricostruzione della morte di James Dean, poi quella di un cascatore che muore allo stesso modo di Jayne Mansfield, e infine la morte della controversa figura di Vaughan.
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“Crash” di Cronenberg si merita pienamente il titolo di film “disturbante”: dalla prima all’ultima scena quello che viene definito il “comune senso del pudore” viene costantemente messo a dura prova. Se ci atteniamo a descrivere strettamente quello che accade nei suoi 100 minuti, potremmo facilmente farlo rientrare nel genere porno-soft: le scene di sesso sono infatti il leitmotiv dell’opera; tuttavia un altro tema affiora con evidenza, quello della morte: il primo incidente del protagonista ( che si chiama James Ballard, come lo scrittore dal cui romanzo il film è tratto ) costa la vita a un uomo, poi c’è la ricostruzione della morte di James Dean, poi quella di un cascatore che muore allo stesso modo di Jayne Mansfield, e infine la morte della controversa figura di Vaughan. Eros e Thanatos quindi, ma non solo: Il terzo argomento sono ovviamente le automobili, il mezzo ( è proprio il caso di dirlo ) attraverso cui l’erotismo e la morte entrano in contatto. Tutte le scene di sesso si svolgono all’interno di automobili, tutte le morti sono causate da incidenti stradali. Il film non si presta ad essere spiegato razionalmente: lo stesso Vaughan afferma che lo scopo di studiare “il rimodellamento del corpo umano da parte della tecnologia” è solo rozza fantascienza, e propone un’altra chiave di lettura: “una benigna psicopatologia che ci chiama a sé”, “l’incidente stradale come liberazione di energia sessuale”. La perversione di tutti i protagonisti sembra essere infatti quella di una eccitazione sessuale legata agli incidenti stradali e ai segni che essi lasciano sul corpo umano. Inutilmente si cercherebbe di trovare tematiche sociali o morali, a meno di non volerle “incollare” al film, e anche nei dialoghi non ne viene fatto alcun riferirimento: perché allora un film all’apparenza così povero di materiale ha vinto il premio della giuria al festival di Cannes? Illuminante può essere una dichiarazione dello stesso Cronenberg: "l'arte é sovversiva perché fa appello all'inconscio. Non sono un freudiano, ma credo nell'equazione "civiltà uguale repressione". L'arte è a favore di tutto ciò che viene represso. Quindi è contro la civiltà, contro la società con le sue norme stabilite. Più un film è collegato con l'inconscio, più è sovversivo. Come lo sono i sogni." E difatti “Crash” può esssere paragonato a un sogno, o meglio a un incubo: le reazioni dei personaggi di fronte agli incidenti non sono affatto verosimili: ogni volta che ne accade uno, senza emozioni, essi cominciano a copulare; nessun sentimento di gelosia, di dolore e tantomeno di amore sembra animarli: essi stessi diventano macchine, quasi in senso fisico, come risulta evidente nel caso di Gabrielle, una ragazza che può camminare solo grazie a delle vistose protesi metalliche; vivecersa le automobili incidentate hanno una loro storia, vengono accarezzate, desiderate e “percosse” come corpi. Tutti i personaggi sono guidati esclusivamete dai loro istinti e dalle loro pulsioni erotiche e nichiliste, che riescono a venire a galla tramite gli incidenti stradali: essi diventano perciò il mezzo attraverso il quale la repressione di cui parlava Cronenberg viene superata. Letto in questa chiave, il film corrisponde esattamente alla succitata dichiarazione del regista e può quindi considerarsi riuscito, complici anche la splendida fotografia di Peter Suschitzky e la straniante colonna sonora di Howard Shore. “Crash”, che in certi momenti è tanto “disturbante” da far quasi venir voglia di interromperne la visione, colpisce la nostra immaginazione e lo fa proprio agendo sull’inconscio, lasciandoci la sensazione di aver assistito a qualcosa di diverso, morboso e perturbante, ma in qualche modo difficile da dimenticare. [-]
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Ho visto questo film perchè mi incuriosiva la trama. Il sadomasochismo applicato agli incidenti stradali mi sembrava un mix innovativo ed esplosivo che mi ha spinto a vedere questo film in cerca di nuove emozioni. Purtroppo le mie aspettative si sono trasformate in una profonda delusione. In questo film ogni scena è infarcita gratuitamente di sesso e gli incidenti stradali sono solo un pretesto per darci dentro. Io mi domando: ma era così necessario girare numerose scene di sesso esplicito ? Perchè non incentrare più il film sugli incidenti stradali e il sadomasochismo dei protagonisti ? Secondo me è stata un'occasione mancata.
E poi diciamoci la verità.
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Ho visto questo film perchè mi incuriosiva la trama. Il sadomasochismo applicato agli incidenti stradali mi sembrava un mix innovativo ed esplosivo che mi ha spinto a vedere questo film in cerca di nuove emozioni. Purtroppo le mie aspettative si sono trasformate in una profonda delusione. In questo film ogni scena è infarcita gratuitamente di sesso e gli incidenti stradali sono solo un pretesto per darci dentro. Io mi domando: ma era così necessario girare numerose scene di sesso esplicito ? Perchè non incentrare più il film sugli incidenti stradali e il sadomasochismo dei protagonisti ? Secondo me è stata un'occasione mancata.
E poi diciamoci la verità...... certe scene sono improbabili. Va bene la perversione.... ma che una donna si masturbi dopo un incidente con il marito accanto morto, o che la stessa faccia sesso con chi ha provocato tale incidente all'interno della macchina incriminata..... è esagerato.
L'unica scena che mi è piaciuta è quella in cui viene riprodotto l''incidente di James Dean..... Ecco..... dovevano girare più scene come questa invece di perdersi nei meandri del porno-soft.
James Spader è il Rocco Siffredi della situazione. Ha avuto più donne lui in quasi 2 ore che io in tutta una vita. Cavolo.... sarà anche un bel ragazzo ma che tutte le caschino ai piedi in quel modo è molto poco credibile.
Quentin Tarantino con il film "Grindhouse - A prova di morte" riprende lo stesso concetto di Cronemberg ma a differenza di quest'ultimo non si perde in giochi erotici fini a se stessi..... Peccato !! [-]
[+] lascia un commento a madmax86 »[ - ] lascia un commento a madmax86 »
Il regista pubblicitario James Ballard (James Spader) durante un incidente d'auto impara ad associare il piacere sessuale agli scontri automobilistici e al rischio di morire su un'autostrada. James inizia una relazione pericolosa con la dottoressa Helena Remington (Holly Hunter), che in un sinistro ha perduto il marito e riesce a coinvolgere la moglie Catherine (Deborah Kara Unger) in complessi scambi di coppia. L'uomo incontra e subisce il fascino di Vaughan (Elias Koteas), autore di ricostruzioni di famosi incidenti...
Crudo, freddo, lugubremente insinuante, Crash é un film fatto per sconvolgere. Un lavoro in cui Cronenberg devia momentaneamente dal filone tutto suo dell' “horror filosofico” per passare ad un’elaborazione se é possibile ancora più sottile e penetrante, sfidando e superando sé stesso.
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Il regista pubblicitario James Ballard (James Spader) durante un incidente d'auto impara ad associare il piacere sessuale agli scontri automobilistici e al rischio di morire su un'autostrada. James inizia una relazione pericolosa con la dottoressa Helena Remington (Holly Hunter), che in un sinistro ha perduto il marito e riesce a coinvolgere la moglie Catherine (Deborah Kara Unger) in complessi scambi di coppia. L'uomo incontra e subisce il fascino di Vaughan (Elias Koteas), autore di ricostruzioni di famosi incidenti...
Crudo, freddo, lugubremente insinuante, Crash é un film fatto per sconvolgere. Un lavoro in cui Cronenberg devia momentaneamente dal filone tutto suo dell' “horror filosofico” per passare ad un’elaborazione se é possibile ancora più sottile e penetrante, sfidando e superando sé stesso. Perché in Crash, film irrisolto e disperato, praticamente privo del consolatorio appoggio di una trama, l’orrido ed il mostruoso non sono più esplicati ma piuttosto implicati nella natura umana. Sono esseri sofferenti quelli che il regista dipinge, ispirandosi al romanzo omonimo di Ballard; uomini e donne che accolgono in sé i demoni della società contemporanea, diventandone ricettacolo, crisalide, piaga aperta.
La violenza cruenta, il sangue, la fusione con la macchina, raggiungono qui un nuovo stadio evolutivo che realizza la conquista ed il contagio delle intelligenze piuttosto che la penetrazione/ibridazione meccanica compiuta sul corpo. La vicenda di conseguenza é interiorizzata, lirica; un grido disperato e sensuale dell’io che perpetra l’annientamento totale dell'anima e del suo involucro in nome di un principio del piacere già sancito in "Videodrome": la ricerca dell’eccitazione per l’eccitazione, tanta e subito. Sesso e violenza, sesso violento, desiderio esasperato e ricerca di nuovi appagamenti sono il filo conduttore di Crash.
Ma non c’é nulla di costruttivo né intellettualmente edificante nel viaggio carnale dei protagonisti: la tensione irresistibile verso Thanatos é il vero motore di ogni azione. Ed al di là di qualsiasi esempio più o meno efficace del legame tra le topiche pulsioni opposte, qui Eros non é che l’anticamera del contrario, il passaggio obbligato attraverso un piacere distorto e suicida, il piacere di morire, il masochismo iperbolico che prepara al salto nel nulla.
Ed il corpo, grande protagonista della poetica cronenberghiana, questa volta subisce una mutazione più terrificante di qualsiasi altra perché subdola ed occulta. Il nuovo mostro é l’automobile. Con lo stesso potere di una protesi meccanica cresciuta sulla carne viva, o viceversa della carne a rivestire un arto metallico, é l’unione quotidiana, reiterata, impercettibile dell’uomo con la progenie dell’età industriale. Un rapporto che si consuma ogni istante e da cui nessuno é escluso, un segreto amplesso col non-umano. James Ballard, il protagonista, scopre in un impatto frontale con un’altra macchina, la nuova, perversa eccitazione convogliata dallo scontro. Come spiega il sinistro maestro dell’assurdo culto Vaughan, nel momento dell’impatto il corpo e la mente sviluppano un’indescrivibile eccitazione sessuale. La scena in cui, a bordo dell’auto divenuta rottame, la moglie del defunto guidatore si scopre il seno e con sguardo spiritato fissa lo stordito Ballard é a dir poco alienante.
Crash, parola dai suoni aspri, diventa il nome del rapporto sessuale completo per l’homo tecnologicus. Così un vortice carnale scomposto e privo di gioia, frutto di un amore già cadavere, del desiderio di morte orgasmica, anima tutto il film. Un film indigesto e sgradevole ma grande nel tentativo di raccontare la “religione della perversione” corredata della sua ritualità fatta di simulazioni di incidenti famosi.
Inferno dell’insoddisfazione, ipertrofia della sensorialità, fascinazione per la morte, fuga senza meta di un’umanità traviata, questo é Crash. E di tutto rimangono solo i rottami, persistenti come un incubo senza fine.
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[+] lascia un commento a andyflash77 »[ - ] lascia un commento a andyflash77 »
Assemblare Antonioni, Tarkosky, Andy Warol, sfidare un testo letterario che si riteneva impossibile, immorale, riuscendo nell'impresa di portarlo con successo sullo schermo, non è per tutti. Fin dagli esordi Cronemberg è sempre stato attratto dal rapporto feticistico, uomo, auto, sesso, anzi sono convinto abbia battuto la strada della mutazione genetica, uomo/macchina, intesa come auto. Feticista e collezionista lo è nel privato. Il macchinario della mosca , era il motore di un modello della Ducati messo a testa in giu. Le forme lucide, sinuose disegnate dalle gallerie del vento 'A mio avviso tutte uguali' mostrano la loro attrazione, la promessa di libertà al centro di Milano, alle 9 del mattino , ecopass permettendo, del suw deve essere una libidine orgasmatica.
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Assemblare Antonioni, Tarkosky, Andy Warol, sfidare un testo letterario che si riteneva impossibile, immorale, riuscendo nell'impresa di portarlo con successo sullo schermo, non è per tutti. Fin dagli esordi Cronemberg è sempre stato attratto dal rapporto feticistico, uomo, auto, sesso, anzi sono convinto abbia battuto la strada della mutazione genetica, uomo/macchina, intesa come auto. Feticista e collezionista lo è nel privato. Il macchinario della mosca , era il motore di un modello della Ducati messo a testa in giu. Le forme lucide, sinuose disegnate dalle gallerie del vento 'A mio avviso tutte uguali' mostrano la loro attrazione, la promessa di libertà al centro di Milano, alle 9 del mattino , ecopass permettendo, del suw deve essere una libidine orgasmatica. L'auto è al centro dei nostri desideri, benefit, aziendale, in leasing, vendono ormai anche le mercedes a rate. Poi l'incidente, qui il libro si fa pornografico nella descrizione di corpi smembrati, merda che cola, mista a materia celebrale e tutti rallentiamo per vedere, come negli all sex, con vagine spalancate, enormi falli neri, morbide macchine di carne e sangue, che per ore stantuffano. Il film perde queste descrizioni, anche se il voyerismo è ben distribuito. Come il sesso in auto, dove non si scopa con un essere umano, ma con il mezzo, meglio se incidentato e con i resti organici ancora caldi. La fratellanza che si instaura tra umanoidi difronte alle ricostruzioni di celebri incidenti, il coito incidente, quando il protagonista Ballard, tampona l'auto della compagna fino a gettarla fuori strada, l'abbigliamento fetisch della Arquete, sorta di cat woman sado maso, 'pfeiffer' , con le sue gambe metalliche, la pelle del vestito cucita a mano, con ago e filo di grana grossa. Ballard che sbatte ogni gnocca che becca su di una parte d 'auto, o al suo interno. Un mondo malato, il libro è degli anni 70, ora degenerato, la reatà supera ogni fantasia, 'El Ga el Suw il bauscia milanese', quanti ne conosco, quanti ne vedo nei box. Tappe più larghe che alte, escono dalla palestra, accendono una sigaretta, galoppano come mucche su tacchi 12 e si arrampicano sul loro maestoso Suw, spaccado specchietti, squarciando fiancate, lasciamo perdere, si sentono più sicure, comprati un Leopard a questo punto. Ma il massimo , se mi azzardassi ad acquistare un mostro succhiabenzina, pesserei per Pirla, mentre per tuti gli altri è necessità, pasione per 4 X 4, oltre al 4 4 2, 4 3 3 la biszona. Lo sport comunque non è contemplato nell'opera di Cronenberg, se non in Fast company del 1979, opera che descriveva il mondo delle corse drugster, dove la gara dura 30 secondi, un orgasmo appunto. Altro che film disturbante.
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[+] lascia un commento a hulk1 »[ - ] lascia un commento a hulk1 »
In una societa' nacotizzata,dove gli uomini vivono nell'insoddisfazione sia del corpo che della mente,quale puo' essere la soluzione per poter uscire da un circolo vizioso di questo tipo?forse provare il brivido della morte su una quattroruote?o ofrse il vero piacere e' la libido appagata solo dalla morte stessa?.Dal genio David Cronenberg(la mosca ,videodrome,il pasto nudo),una trasposizione cinematografica del celebre romanzo di ballard.Il film racconta di un uomo sposato in cerca di emozioni nuove sessuali insieme alla moglie,ma non appena ha un terribile incidente automobilistico le cose incominciano a cambiare.Sopravvissuto insieme ad una donna ,conosce un uomo che ripropone i celebri incidenti automobilistici realmente.
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In una societa' nacotizzata,dove gli uomini vivono nell'insoddisfazione sia del corpo che della mente,quale puo' essere la soluzione per poter uscire da un circolo vizioso di questo tipo?forse provare il brivido della morte su una quattroruote?o ofrse il vero piacere e' la libido appagata solo dalla morte stessa?.Dal genio David Cronenberg(la mosca ,videodrome,il pasto nudo),una trasposizione cinematografica del celebre romanzo di ballard.Il film racconta di un uomo sposato in cerca di emozioni nuove sessuali insieme alla moglie,ma non appena ha un terribile incidente automobilistico le cose incominciano a cambiare.Sopravvissuto insieme ad una donna ,conosce un uomo che ripropone i celebri incidenti automobilistici realmente.Da quel momento ne e' inspiegabilmente attratto,e tra scene di sesso su un auto in corsa ,o dentro un autolavaggio ,si muove il germe dell'emozione,ma forse il destino ultimo e' arrivare alla morte come ultimo appagamento .Una gioventu' bruciata futuristica ,ma soprattutto una storia dove l'uomo e' come una macchina ,corre per andarsi a schiantare in un mondo dove il sesso non e' piu' l'appagamento ma la morte lo e' ancor di piu'. Nichilista e autolesionista,ma senza dubbio uno dei migliori cronenberg.
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[+] lascia un commento a fedeleto »[ - ] lascia un commento a fedeleto »
Nel film è chiara la presenza di riferimenti a messaggi di tipo "body art", così di per sè basata proprio sul rapporto sensuale, promiscuo, perverso fra eccitazione e morte, fra deformazione indotta del corpo umano e piacere estetico. C'è sempre l'aspettativa di scontro orgiastico fra corpi, ma anche fra lamiere, oggetti, corpi ed oggetti. Sono espliciti in maniera disarmante i crescendo di eccitazione sessuale nell'attesa dell'impatto, tanto meglio se "celebre", come nella citazione (mirabile e malsana, allo stesso tempo) dell'incidente di James Dean, la ricostruzione dandy e decandente di un momento inconsapevolmente di svolta della storia del cinema, diventato mito nel mito, e usato qui in maniera distorta ma geniale di armonia ed estetica decadente.
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Nel film è chiara la presenza di riferimenti a messaggi di tipo "body art", così di per sè basata proprio sul rapporto sensuale, promiscuo, perverso fra eccitazione e morte, fra deformazione indotta del corpo umano e piacere estetico. C'è sempre l'aspettativa di scontro orgiastico fra corpi, ma anche fra lamiere, oggetti, corpi ed oggetti. Sono espliciti in maniera disarmante i crescendo di eccitazione sessuale nell'attesa dell'impatto, tanto meglio se "celebre", come nella citazione (mirabile e malsana, allo stesso tempo) dell'incidente di James Dean, la ricostruzione dandy e decandente di un momento inconsapevolmente di svolta della storia del cinema, diventato mito nel mito, e usato qui in maniera distorta ma geniale di armonia ed estetica decadente. Il tutto in una città che potrebbe essere qualunque, livida, diffidente, elettronica, l'unico calore quello del sangue dei protagonisti uniti in un allucinante gioco sado-masochista, disumano, oltre ogni limite. Il modus ossessionante di Cronenberg contribuisce al formidabile impatto artistico dell'opera.
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[+] lascia un commento a maurizio c »[ - ] lascia un commento a maurizio c »
Particolare esperimento di Cronenberg, che in "Crash" si cimenta con un erotismo potente e meccanico, metafora di pulsioni ancestrali e moderne al tempo stesso. Ne sarebbe uscito fuori un ottimo film porno, forse.
Saranno le facce degli attori, sarà la circoscrizione degli ambienti rappresentati, eppure assomiglia molto ad un film di serie B.
[+] lascia un commento a paride86 »[ - ] lascia un commento a paride86 »
Capace di generare nello spettatore(libero) una energia sconosciuta,
influenzato dalla Body Art più estrema eppure classico nella maniera
di regalare fotogrammi di un equilibrio visivo purissimo.
Capolavoro definitivo di arte visiva creato su un piano narrativo
che elude qualsiasi modello cinematografico e perciò oltre il cinema.
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