great steven
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sabato 6 luglio 2019
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sull'intramontabile malcostume con attori in parte
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IL FIGLIO Più PICCOLO (IT, 2010) diretto da PUPI AVATI. Interpretato da CHRISTIAN DE SICA, LUCA ZINGARETTI, LAURA MORANTE, NICOLA NOCELLA, MASSIMO BONETTI, MANUELA MORABITO, ALESSANDRA ACCIAI, FABIO FERRARI, ALBERTO GIMIGNANI, SYDNE ROME, MAURIZIO BATTISTA, GIULIO PIZZIRANI, PINO QUARTULLO
Luciano Baietti, dopo aver sposato velocemente Fiamma, si intesta i suoi appartamenti e la abbandona coi loro due bambini piccoli. Nello stesso giorno delle nozze, scappa con un misterioso contabile appena uscito dal seminario. Anni dopo, il meschino opportunista, prossimo a un nuovo matrimonio di puro interesse con una romana con amicizie politiche, è diventato presidente di un losco impero immobiliare (la Baietti Entreprise), dunque ha bisogno di un prestanome sul quale scaricare pericolose responsabilità (da non dimenticare che la sua società economica si regge tutta su un sottobanco di ricatti, raccomandazioni, società fantasma e connivenze politiche).
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IL FIGLIO Più PICCOLO (IT, 2010) diretto da PUPI AVATI. Interpretato da CHRISTIAN DE SICA, LUCA ZINGARETTI, LAURA MORANTE, NICOLA NOCELLA, MASSIMO BONETTI, MANUELA MORABITO, ALESSANDRA ACCIAI, FABIO FERRARI, ALBERTO GIMIGNANI, SYDNE ROME, MAURIZIO BATTISTA, GIULIO PIZZIRANI, PINO QUARTULLO
Luciano Baietti, dopo aver sposato velocemente Fiamma, si intesta i suoi appartamenti e la abbandona coi loro due bambini piccoli. Nello stesso giorno delle nozze, scappa con un misterioso contabile appena uscito dal seminario. Anni dopo, il meschino opportunista, prossimo a un nuovo matrimonio di puro interesse con una romana con amicizie politiche, è diventato presidente di un losco impero immobiliare (la Baietti Entreprise), dunque ha bisogno di un prestanome sul quale scaricare pericolose responsabilità (da non dimenticare che la sua società economica si regge tutta su un sottobanco di ricatti, raccomandazioni, società fantasma e connivenze politiche). Sfruttando l’amore che Fiamma non ha mai smesso di nutrire nei suoi confronti, avvicina e abbindola Baldo, il figlio più giovane, studente DAMS appassionato di film splatter, per persuaderlo a fargli da testimone di nozze e a dirigere la sua azienda. Baietti è più che convinto d’avere in pugno la situazione, ma... A seguito di La cena per farli conoscere (2007) e Il papà di Giovanna (2008), Avati chiude la trilogia sulla figura paterna. Inadempiente il primo, iperprotettivo il secondo, il cinico immobiliarista Luciano Baietti, faccendiere corruttore e spregiudicato evasore fiscale, è il peggiore dei tre. Di origini romane, torna a Bologna dopo sedici anni per intitolare la sua società sull’orlo del fallimento al figlio minore. Nel firmare la sua quarantesima regia in meno di quarant’anni, Avati costruisce una commedia di denuncia, uno dei suoi film più impetuosi sull’Italia del 2000, dove nel Nord – e specialmente in Emilia –, secondo le sue stesse parole, «conti per quel che hai; quel che possiedi, è la misura di quanto vali». Nel disegno dei personaggi, la sceneggiatura non ha saputo evitare certe forzature: la Fiamma della Morante è troppo scioccherella; il Luciano di De Sica troppo mascalzone; il Sergio di Zingaretti troppo eminenza grigia con risvolti da anima nera. Più che immorali, questi individui sono amorali: appartengono a una generazione cresciuta nel culto della furbizia, si destreggiano fra colpi bassi e scelleratezze ma, in un certo senso, non ne sono per niente consapevoli. Tenuto a briglia sciolta, De Sica mostra un’abilità pari a quella della Morante in un ruolo fuori dalle sue corde abituali, e il giovane Nocella è all’altezza della sua non facile parte. Ma abbiamo uno Zingaretti che, recitando sotto le righe, restituisce un’interpretazione magistrale che lascia stupefatti per un realismo e un’aderenza egualmente splendidi. Fra i personaggi di contorno, spiccano un quieto M. Bonetti, un irriverente M. Battista e S. Rome, con la quale la Moretti forma un improponibile duo di suonatrici pseudo-orientali. Il regista bolognese, la cui ecletticità e voglia di sogno non si estinguono mai dal momento che si rinnovano sulle proprie ceneri per inventare di continuo nuove, fiorenti storie che non riciclano mai narrazioni precedenti, ha molto caro l’argomento della truffa in un Paese dove gli inganni e i furti di grossa portata sono più numerosi in un sol giorno che gli stessi abitanti, e non rinuncia ad una verve sarcastica nella descrizione di quanto poco gli italiani ci tengano a cambiare faccia, incuranti della loro reputazione ma neppure desiderosi di infrangere così tanto i regolamenti. Avati, sceneggiatore del film oltre che regista (guarda caso!), è un professionista dell’ironia al punto da saper sovvertire le posizioni e ingiungere un pizzico di rammarico nelle psicologie caratteriali che arriva persino a sfiorare il pentimento e la rimessa in discussione di sé stessi. Co-prodotto da DUEA e Medusa che distribuisce.
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de sica 98
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giovedė 14 marzo 2013
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un de sica da oscar
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Un uomo accecato daggli affari, che non vede quanto valga di più l'amore della suna famiglia.... Ma arrivo il fallimento anche per lui e così si accorse di aver un figlio che le chiedeve di essere amato, e una moglie che voleva passare la vita con lui.... Il dramma di una famiglia che come un puzle era incompleta , con un tassello mancante, poi completato da Baldo ... Recitazioni stellari con un De Sica inedito con Laura Lante , Nicola Nocella e Luca Zingaretti
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annarella06
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domenica 16 settembre 2012
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christian de sica come non l'avevo mai visto
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Christian De Sica come non l'avevo mai visto. Prima di questo film non lo apprezzavo come attore. Ora la penso diversamente, perchè la sua grandissima interpretazione, nel ruolo del padre, mi ha molto emozionata. Anche il resto del cast ha offerto una interpretazione eccellente, in particolare l’attore che interpreta il figlio più piccolo.
Questo film narra di un legame sconosciuto, mai nato, tra un padre e il suo figlio più piccolo - quest’ultimo abbandonato con la madre- ma che si rivela, dopo tanti anni, profondo, intenso, autentico, come è giusto che sia, quando la bancarotta colpisce la vita professionale dell’uomo e tutte le sue futili aspirazioni.
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Christian De Sica come non l'avevo mai visto. Prima di questo film non lo apprezzavo come attore. Ora la penso diversamente, perchè la sua grandissima interpretazione, nel ruolo del padre, mi ha molto emozionata. Anche il resto del cast ha offerto una interpretazione eccellente, in particolare l’attore che interpreta il figlio più piccolo.
Questo film narra di un legame sconosciuto, mai nato, tra un padre e il suo figlio più piccolo - quest’ultimo abbandonato con la madre- ma che si rivela, dopo tanti anni, profondo, intenso, autentico, come è giusto che sia, quando la bancarotta colpisce la vita professionale dell’uomo e tutte le sue futili aspirazioni.
Bellissimo il personaggio della madre: donna eternamente innamorata del marito, dai sentimenti puri e fragili che, inevitabilmente, daranno alla luce un figlio altrettanto buono e sincero.
Mi ha commosso e sono fiera che sia ITALIANO.
Ciao a tutti
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laerte
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sabato 24 marzo 2012
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tanto fumo... e poco arrosto.
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Pupi Avati è sicuramente un regista di talento. Molti sono gli spunti interessanti, e ottima l'idea di partenza. La figura di un padre (De Sica) che per interessi abbandona moglie (Morante) e figli, la politica italiana fatta di sotterfugi, e il momento in cui il padre/politico avrà bisogno della sua ex-famiglia per salvare il suo fragile impero. Il fatto è che forse gli spunti sono troppi, e troppi i personaggi: le storia di alcuni infatti non vengono chiuse in maniera adeguata, vedi la figura del fratello maggiore (l'unico in opposizione alla figura del padre... che fine fa?), o la figura della donna innamorata di Zingaretti (stessa domanda: che fine fa?). Un discreto ritratto dei nostri tempi ma niente di più.
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Pupi Avati è sicuramente un regista di talento. Molti sono gli spunti interessanti, e ottima l'idea di partenza. La figura di un padre (De Sica) che per interessi abbandona moglie (Morante) e figli, la politica italiana fatta di sotterfugi, e il momento in cui il padre/politico avrà bisogno della sua ex-famiglia per salvare il suo fragile impero. Il fatto è che forse gli spunti sono troppi, e troppi i personaggi: le storia di alcuni infatti non vengono chiuse in maniera adeguata, vedi la figura del fratello maggiore (l'unico in opposizione alla figura del padre... che fine fa?), o la figura della donna innamorata di Zingaretti (stessa domanda: che fine fa?). Un discreto ritratto dei nostri tempi ma niente di più. In sintesi... tanto fumo... ma purtroppo non altrettanto arrosto...
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filippo catani
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mercoledė 23 novembre 2011
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un uomo senza scrupoli
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Un giovane imprenditore senza scrupoli sposa una giovane e ingenua ragazza che abbandonerà subito dopo il matrimonio insieme ai figli per dedicarsi a sempre nuove spericolate avventure finanziarie con al seguito un fido amico forse più squalo di lui. Dopo quasi vent'anni l'uomo si farà di nuovo vivo con la famiglia in quanto sia l'azienda da lui presieduta che il nuovo matrimonio con una donna in vista sono decisamente in pericolo.
Un film decisamente duro quello realizzato da Avati che ci consegna uno spaccato nerissimo della nostra società dove troppo spesso uomini dalle dubbie fortune finiscono per salire e scendere rapidamente gli onori delle cronache.
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Un giovane imprenditore senza scrupoli sposa una giovane e ingenua ragazza che abbandonerà subito dopo il matrimonio insieme ai figli per dedicarsi a sempre nuove spericolate avventure finanziarie con al seguito un fido amico forse più squalo di lui. Dopo quasi vent'anni l'uomo si farà di nuovo vivo con la famiglia in quanto sia l'azienda da lui presieduta che il nuovo matrimonio con una donna in vista sono decisamente in pericolo.
Un film decisamente duro quello realizzato da Avati che ci consegna uno spaccato nerissimo della nostra società dove troppo spesso uomini dalle dubbie fortune finiscono per salire e scendere rapidamente gli onori delle cronache. E se non fanno notizia le splendide interpretazioni della Morante e di Zingaretti le vere sorprese sono Nocella ma soprattutto un bravissimo De Sica che (finalmente) smette i panni del protagonista del cinepanettone per regalare una interpretazione di grande spessore.
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francescol82
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domenica 31 ottobre 2010
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ma perchč proprio de sica!?
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De Sica sembrava proprio un pesce fuor d'acqua nell'interpretare un ruolo che non fosse il suo solito dei cinepanettone. Per il resto niente da dire, il film è piacevole.
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paride86
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venerdė 15 ottobre 2010
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mah...
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Non mancano momenti interessanti o riferimenti alla società italiana di oggi, eppure "Il figlio più piccolo" è un film abbastanza scialbo e insapore.
De Sica e Morante sopra le righe - e non è un complimento.
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angelo umana
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martedė 17 agosto 2010
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se possiamo capirci qualcosa in quello che succede
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“Se possiamo capirci qualcosa in quello che sta succedendo” dice Laura Morante, nel film madre del figlio più piccolo e più sprovveduto, e moglie di Christian De Sica, mega presidente e A.D. del mega-gruppo Baietti, sprovveduto pure lui e strumento ricattabile del furbo direttore generale Luca Zingaretti e degli altri componenti del consiglio d’amministrazione. Deve essere un quadro, quello di Pupi Avati, che rappresenta la nostra società oggi: c'è chi trama continuamente tra politica affari evasione fiscale e bella vita, di quelle scintillanti, che non sono così lustre come sembra.
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“Se possiamo capirci qualcosa in quello che sta succedendo” dice Laura Morante, nel film madre del figlio più piccolo e più sprovveduto, e moglie di Christian De Sica, mega presidente e A.D. del mega-gruppo Baietti, sprovveduto pure lui e strumento ricattabile del furbo direttore generale Luca Zingaretti e degli altri componenti del consiglio d’amministrazione. Deve essere un quadro, quello di Pupi Avati, che rappresenta la nostra società oggi: c'è chi trama continuamente tra politica affari evasione fiscale e bella vita, di quelle scintillanti, che non sono così lustre come sembra. Per associazione di idee fa pensare a La Nostra Vita e a quella canzone di Elio e le storie tese, sulle cose abusive dove galleggia una parte della nostra società, “la gente guapa”.
Si confrontano, nel film come nella vita reale, due gruppi di persone: quelle che vivono di cose semplici, di cultura (magari di film), di affetti, che sognano una vita appena migliore e quelle che invece si nutrono di mai soddisfatta avidità o di scalate sociali, che ad una mossa legale o illegale contrappongono sempre un’altra mossa, come dice il "direttore generale" Zingaretti . Alla fine il regista sembra mostrare che la seconda categoria soccombe alla giustizia ed è beneaugurante, ma sarebbe troppo bello. Infatti stiamo ancora cercando di capirci qualcosa.
Da ultimo: nei film di Avati sono immancabili il carattere cinico e quello dabbene, è cinica la vita stessa come in Regalo di Natale, ma quello era acqua fresca, un peccato veniale, questo è una tragica farsa; bene De Sica in un ruolo di perdente e non volgarmente comico-godereccio come le varie vacanze di Natale, così onora meglio il suo grande padre. Film forse non dei più belli di Avati comunque un buon lavoro ed anche godibile.
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vittorio
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martedė 6 luglio 2010
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profondo!!
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Film non certo facile e soprattutto non commerciale....
Storia profonda, con un ottimo De Sica che finalmente esce dai panni da comico di serie b per una parte da vero attore!!
Film da vedere....
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marezia
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mercoledė 23 giugno 2010
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Nastroooooooooooooooooooooo
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(di marezia)
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