floyd80
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giovedì 9 luglio 2015
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piacevole
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Una pellicola ben recitata, dove la sceneggiatura e la brava protagonista sono al di sopra di tutto. Un film piacevole.
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eleonora panzeri
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venerdì 26 giugno 2015
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l’impazienza dell’età
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Una giovane e brillante studentessa incontra per caso un uomo più grande di lei e ne resta affascinata tanto da iniziare una relazione con lui.
Piace a molte da adolescenti l’idea di interessare ad un uomo adulto con mezzi e possibilità al di là della propria immaginazione.
Ho trovato molto intensa l’interpretazione degli attori, tuttavia il film non mi è piaciuto fino in fondo. Il primo errore, a mio modesto parere, è stata la scelta del protagonista maschile che dimostra decisamente più anni di quelli che dovrebbe avere nel film (trenta leggendo la trama). Per mio gusto personale quella parte avrebbe dovuto essere assegnata ad una attore più avvenente e seducente.
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Una giovane e brillante studentessa incontra per caso un uomo più grande di lei e ne resta affascinata tanto da iniziare una relazione con lui.
Piace a molte da adolescenti l’idea di interessare ad un uomo adulto con mezzi e possibilità al di là della propria immaginazione.
Ho trovato molto intensa l’interpretazione degli attori, tuttavia il film non mi è piaciuto fino in fondo. Il primo errore, a mio modesto parere, è stata la scelta del protagonista maschile che dimostra decisamente più anni di quelli che dovrebbe avere nel film (trenta leggendo la trama). Per mio gusto personale quella parte avrebbe dovuto essere assegnata ad una attore più avvenente e seducente. Si coglie molto bene come la giovane Jenny fosse più che altro innamorata del mondo “trasgressivo” dei grandi più che dal suo partner.
Non mi è arrivato il vento di passione che avrei voluto o mi sarei aspettata. Un film che si lascia guardare ma che a me ha lasciato solo amarezza e perplessità.
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elgatoloco
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domenica 25 gennaio 2015
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un vero, grande film british
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UN vero, grande film very british, come recitazione, ambientazione, "storicizzazione". UN film di grande pregio, sul piano registico e attorale, con tutta una fase preparatoria, nella quale la diciassetteenne protagonista incontra David e sogna(Parigi, l'università, altro), poi l'altra(seconda, volendo)nella quale il sogno "piccolo-borghese"si avvera(anzi meglio: sembra avverarsi)con ristoranti di lusso, evasione, Parigi, Oxford, la visita a C.S.Lewis e altro e poi(terza fase, sempre per un tassonomia utile-di comodo)il disincanto-disinganno. La regista segue ogni fase con grande attenzione, con una cura particolare alla ricostruzione storico-filologica(il mito francese, l'esistenzialismo, Brel etc.
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UN vero, grande film very british, come recitazione, ambientazione, "storicizzazione". UN film di grande pregio, sul piano registico e attorale, con tutta una fase preparatoria, nella quale la diciassetteenne protagonista incontra David e sogna(Parigi, l'università, altro), poi l'altra(seconda, volendo)nella quale il sogno "piccolo-borghese"si avvera(anzi meglio: sembra avverarsi)con ristoranti di lusso, evasione, Parigi, Oxford, la visita a C.S.Lewis e altro e poi(terza fase, sempre per un tassonomia utile-di comodo)il disincanto-disinganno. La regista segue ogni fase con grande attenzione, con una cura particolare alla ricostruzione storico-filologica(il mito francese, l'esistenzialismo, Brel etc.), le ricadute borghesi, ma anche un finale che è realista e non stolidamente"ottimista", che recupera le idealità(senza peraltro ulteriori speranze.illusioni)aprendo spazio ad altro, a una nuova ri-personalizzazione, con la protagonista che recupera gli studi ed entra(traguardo ambito)ad Oxford, riuscendo a conquistare una sua autonomia anche come donna, di fronte al fedifrago David, solito"maschietto"(invero un po'cresciuto e irrobustito-anche la fisiognomica conta, oltre a volere la sua parte, nello spettacolo), decisamente sposato e non nuovo a simili "esperienze". Non è , forse, un affresco à la"Downton Abbey", che del resto è TV storico-epica, ma un film che, potenzialmente, potremmo collocare tra il free cinema degli anni Sessanta e il cinema, anche attuale di Ken Loach, dato che comunque ha anche fortissime valenze sociali e(sempre che si intenda anche politicamente il lemma)"politiche". Della prova d'attori e attrici s'è detto. Senza "primadonnismi", ogni interprete è pienamente funzionale(nella migliore accezione del termine)alla produzione di senso del film. El Gato
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mareincrespato70
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venerdì 4 luglio 2014
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le donne alla conquista del mondo
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Londra, inizio anni 60: le traversìe del mondo femminile, di famiglia piccolo-borgese (certo non ricca) che attraverso una faticosa, ma anche ghettizzante istruzione,, cerca di conquistare il giusto spazio nella società contemporanea.
Splendida ricostruzione culturale di un periodo, iniziazione alle piccole grande insidie a cavallo tra la scopertà della sessualità, e la fascinosità di un mondo maschile adulto, dispensatore di piacevolezze, ma intriso di colpevole ipocrisia.
Carey Mulligan è affascinante e brava nella sua riuscita interpretazione femminile di ragazza assetata di vita e di cultura, Peter Sarsgaard perfetto nel suo ruolo di istrione conquistatore e, fatalmente, mascalzone.
Piccolo grande gioellino cinematografico inspiegabilmente sottostimato dalla critica di casa nostra, apprezzato, invece, negli Stati Uniti e nel mondo anglofono.
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Londra, inizio anni 60: le traversìe del mondo femminile, di famiglia piccolo-borgese (certo non ricca) che attraverso una faticosa, ma anche ghettizzante istruzione,, cerca di conquistare il giusto spazio nella società contemporanea.
Splendida ricostruzione culturale di un periodo, iniziazione alle piccole grande insidie a cavallo tra la scopertà della sessualità, e la fascinosità di un mondo maschile adulto, dispensatore di piacevolezze, ma intriso di colpevole ipocrisia.
Carey Mulligan è affascinante e brava nella sua riuscita interpretazione femminile di ragazza assetata di vita e di cultura, Peter Sarsgaard perfetto nel suo ruolo di istrione conquistatore e, fatalmente, mascalzone.
Piccolo grande gioellino cinematografico inspiegabilmente sottostimato dalla critica di casa nostra, apprezzato, invece, negli Stati Uniti e nel mondo anglofono. La danese Lone Scherfig, su ottima sceneggiatura di Nick Hornby (quello di Febbre al 90°), dirige un film gradevolissimo.
Splendida la colonna sonora della cantante (e attrice britannica) Aimée Ann Duffy, nota semplicemente come Duffy: la sua "Smoke without Fire" rimane nelle mente e nel cuore, insieme ad un'indimenticabile interpretazione canora “caldissima”.
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mariagiorgia
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giovedì 17 gennaio 2013
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an education, un film charmant
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An education è un film della regista danese Lone Scherfig la cui sceneggiatura è a cura del noto scrittore inglese Nick Hornby che, molto probabilmente, ha curato la corposa, quanto straordinaria colonna sonora.
È una commedia sentimentale avvolta da un velo nero attraverso il quale il pubblico guarda assistendo ai cambiamenti di Jenny, da sedicenne, prima della classe a pantomima di donna che fuma sigarette e si veste bene. L’impressione che si ha è che sia tutto troppo bello, ovvero che una ragazza alla soglia dei 17 anni incontri l’uomo che la protegge da tutto, che la fa divertire e che la porta a Parigi. Infatti si avvertono le prime crepe e si svelano i primi misteri.
Ora, la prima parte del film scorre piacevolmente, la seconda sembra troppo frettolosa e fa storcere il naso.
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An education è un film della regista danese Lone Scherfig la cui sceneggiatura è a cura del noto scrittore inglese Nick Hornby che, molto probabilmente, ha curato la corposa, quanto straordinaria colonna sonora.
È una commedia sentimentale avvolta da un velo nero attraverso il quale il pubblico guarda assistendo ai cambiamenti di Jenny, da sedicenne, prima della classe a pantomima di donna che fuma sigarette e si veste bene. L’impressione che si ha è che sia tutto troppo bello, ovvero che una ragazza alla soglia dei 17 anni incontri l’uomo che la protegge da tutto, che la fa divertire e che la porta a Parigi. Infatti si avvertono le prime crepe e si svelano i primi misteri.
Ora, la prima parte del film scorre piacevolmente, la seconda sembra troppo frettolosa e fa storcere il naso. Tuttavia, complessivamente, è una pellicola che funziona bene, innanzitutto per i protagonisti. Carey Mulligan, classe 1985, senza trucco, riesce facilmente a interpretare, convincendo, la freschezza e la purezza di una vergine e, quando indossa vestiti eleganti, pare omaggiare, senza difficoltà, Audrey Hepburn; Peter Sarsgaard veste bene i panni dell’uomo elegante, dallo sguardo che strega, consapevole di far perdere la testa alle donne, soprattutto se più giovani.
Tante, come Jenny, si saranno trovate ad un crocevia e la regista mette in scena molto bene questo dilemma. Da una parte si vede che la vita dedicata agli studi può portare al personaggio di Miss Stubbs, professoressa liceale appassita e zitella, dall’altra c’è la vita scintillosa e briosa della mogliettina che compra vestiti eleganti e costosi gioielli, ma che non può prender parte ad una conversazione seria come il personaggio di Helen, moglie dell’amico di David, giuliva e frivola.
An education è una commedia sobria e al contempo dinamica, sorretta da dialoghi interessanti e ricchi di sarcasmo, accompagnata da un’importante colonna sonora che contestualizza la vicenda, si susseguono brani di Juliette Gréco, Melody Gardot, Beth Rowley e ancora Floyd Cramer, Ray Charles, Brenda Lee e Mel Torme. Ottima la fotografia, tanto da vincere il premio al Sundance Festival 2009, oltre al premio del pubblico.
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lucky
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martedì 22 febbraio 2011
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non esistono scorciatoie
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Da una sceneggiatura di Nick Hornby. Jenny un'adolescente troppo intelligente per il noioso sobborgo di twicknahm, rimane affascinata da David, trentenne e faccendiero che la inizia alla vita, con cene in locali di lusso, concerti di musica classica e jazz, gite fuori porta, e persino viaggi oltre manica. Jenny mette a rischio il proprio futuro fino a quando non scopre chi è veramente David. Capirà che non esistono scorciatoie, ed è pronta a rimettersi in discussione, per poter reclamare la sua vera independenza e poter andare ad Oxford come aveva sempre sognato.
La cosa che veramente colpisce del film sono gli occhi di Carey Mulligan, la loro forza al servizio di una Jenny a volte ingenua, ma sa quello che vuole, che non ha paura di affrontare le situazioni, molto più matura del trentenne David.
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Da una sceneggiatura di Nick Hornby. Jenny un'adolescente troppo intelligente per il noioso sobborgo di twicknahm, rimane affascinata da David, trentenne e faccendiero che la inizia alla vita, con cene in locali di lusso, concerti di musica classica e jazz, gite fuori porta, e persino viaggi oltre manica. Jenny mette a rischio il proprio futuro fino a quando non scopre chi è veramente David. Capirà che non esistono scorciatoie, ed è pronta a rimettersi in discussione, per poter reclamare la sua vera independenza e poter andare ad Oxford come aveva sempre sognato.
La cosa che veramente colpisce del film sono gli occhi di Carey Mulligan, la loro forza al servizio di una Jenny a volte ingenua, ma sa quello che vuole, che non ha paura di affrontare le situazioni, molto più matura del trentenne David.
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francesco2
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lunedì 27 dicembre 2010
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un'occasione un pò persa
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Se interpreto correttamente il titolo, "An Education" per la protagonista è un'espressione che va letta sotto vari piani: si va oltre, e questo cerca di essere uno dei meriti del film, la generica retorica sulla sofferenza come catarsi. In un senso più interessante, si descrive una giovane per cui le belle letture (E canzoni), ma anche gli incontri con personaggi un po’ discutibili, che forse il regista non sempre criminalizza, sono tutte tappe per la maturazione, anche quando alla fine implichino dolore. Nella correttezza dello studio e dell’aspirazione a sapere, quanto nella scorrettezza di una sigaretta (Magari un po’ precoce) e di un quadro rubato ad una vecchietta. Perché la protagonista, ancora prima degli "strani (dis)amori con persone diverse da lei, non solo anagraficamente, è già eterogenea, al punto di poter essere “Tacciata” di una doppia identità.
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Se interpreto correttamente il titolo, "An Education" per la protagonista è un'espressione che va letta sotto vari piani: si va oltre, e questo cerca di essere uno dei meriti del film, la generica retorica sulla sofferenza come catarsi. In un senso più interessante, si descrive una giovane per cui le belle letture (E canzoni), ma anche gli incontri con personaggi un po’ discutibili, che forse il regista non sempre criminalizza, sono tutte tappe per la maturazione, anche quando alla fine implichino dolore. Nella correttezza dello studio e dell’aspirazione a sapere, quanto nella scorrettezza di una sigaretta (Magari un po’ precoce) e di un quadro rubato ad una vecchietta. Perché la protagonista, ancora prima degli "strani (dis)amori con persone diverse da lei, non solo anagraficamente, è già eterogenea, al punto di poter essere “Tacciata” di una doppia identità. In un ambiente domestico poco plausibile secondo chi scrive, dove nei primi anni'60 si accetta molto facilmente il suo approccio con Peter e si dialoga molto tra genitori e figli, lei è Inglese e brava a scuola, ma allo stesso tempo francofila ed amante delle sigarette russe.......... In anni che precedono una rivoluzione internazionale è già più complessa di quanto potrebbe apparire, a cavallo tra due momenti storici e modi diversi di pensare (Non a caso esistono battute sul sesso vittoriano). Allora la Schorfig, autrice del più interessante "Italiano per principianti", potrebbe trarre spunto per costruirne, senza n velleità politica, un film dove la trasgressione (Che non sfoci necessariamente in furtarelli o roba del genere), sia un alternativa alla dimensione politicamente corretta quanto all'anarchismo rivoluzionario e utopistico. Non è così purtroppo, e non solo perché, come già accennato, il contesto familiare appare poco plausibile. Anziché affinare l'ironia un pò buonista ma dolceamara dell'opera precedente, la regista propone personaggi di contorno macchiettistici, come la preside interpretata da una pur volenterosa Thompson o un'insegnante con cui la ragazza elabora noiosi dialoghi sul valore dello studio e delle trasgressioni. Il viaggio a Parigi, che ricorda non tanto ma neanche pochissimo quello della Sabrina " di Pollack, propone anch'esso spunti curiosi, come la frase "Ma perché tante frasi sull'amore, se dura un attimo"?, ma poi resta una parentesi in un'opera che col tempo, anziché acquisire in interesse, ci rivela che la ragazza era solo vittima di un uomo sposato, che aveva approfittato della sua inesperienza. Jenny a quel punto, azzardo, comincia a vedere le cose sotto una luce diversa. L'ambiguità, che tranne il momento del furto poteva essere sembrata motivo di interesse, ora diventa sinonimo di "Torbido". Forse essere contro non vuol dire solo andare all'estero con un uomo più grande, ma, socraticamente, essere sé stesse. Per quanto, e glielo si fa notare, il suo ritorno alla dimensione dello studio sembri determinato soprattutto da opportunismo. Anche i rimproveri risentiti al padre, che avrebbe potuto ostacolarla nella sua relaione con l'uomo, mi pare aggiungano poco all'atmosfera da "Teleromanzo d'autore", soprattutto nell'ultima parte, come anche l’'ultima frase, mi pare "Fingo di non essere mai stata a Parigi se qualcuno me lo chiede”. E’il film che in realtà finge, di essere “Impegnato” e di porsi e porci problemi come il valore del successo, senza l’ironia imperfetta e discontinua quanto si voglia di Mike Leigh o Stephen Frears.
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(di francesco2)
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aksel07
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mercoledì 13 ottobre 2010
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tenero
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Bel film con ottime scelte di immagini, attori bravi (soprattutto Carey Mulligan e la figura del padre), descrive bene le tradizioni e l'anticonformismo del periodo.
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sognatrice
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venerdì 24 settembre 2010
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an e
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In un Inghilterra precedente al boom dei Beatles ,una giovane ragazza di sedici anni, Jenny incontra David, un uomo di trent’anni ricco e affascinante. I due iniziano una relazione e ben presto Jenny sembra essere più attratta dalla vita avventurosa col suo uomo piuttosto che dagli imminenti esami di fine liceo che le permetterebbero di andare a Oxford.
Diretto da Lone Scherfig , il film è stato sceneggiato dallo scritto Nick Hornby , il quale ha ripreso la storia autobiografica della giornalista Lynn Barber.
Vista superficialmente la storia potrebbe sembrare banale, ma in realtà riesce a mostrare con estrema raffinatezza un’Inghilterra puritana e conformista in contrapposizione ad una giovane donna che dimostra di essere più matura della sua età sia nel corpo che nella mente.
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In un Inghilterra precedente al boom dei Beatles ,una giovane ragazza di sedici anni, Jenny incontra David, un uomo di trent’anni ricco e affascinante. I due iniziano una relazione e ben presto Jenny sembra essere più attratta dalla vita avventurosa col suo uomo piuttosto che dagli imminenti esami di fine liceo che le permetterebbero di andare a Oxford.
Diretto da Lone Scherfig , il film è stato sceneggiato dallo scritto Nick Hornby , il quale ha ripreso la storia autobiografica della giornalista Lynn Barber.
Vista superficialmente la storia potrebbe sembrare banale, ma in realtà riesce a mostrare con estrema raffinatezza un’Inghilterra puritana e conformista in contrapposizione ad una giovane donna che dimostra di essere più matura della sua età sia nel corpo che nella mente.
Nel comportamento e nel modo di pensare,infatti, Jenny dimostra per tutto il film di precorrere i tempi e decide di bruciare le tappe andando per night club e bar di Parigi con un uomo che le fa fare qualcosa, le fa vedere il mondo che ha sempre sognato, perché come lei stessa dice “ Non sei nessuno se non fai qualcosa”. E così possiamo osservare la metamorfosi della ragazza dalla perfetta studentessa inglese alla donna emancipata e indipendente che presto alla metà degli anni sessanta avrebbe fatto capolino, in un Inghilterra ancora ferma agli anni ’50. Infatti sono da apprezzare le scenografie che mostrano un’ambientazione che non dimostra il tempo che vive, ossia sembra di essere fermi ad un’Inghilterra ancora bloccata, nei costumi e nella mentalità, al dopoguerra.
Peter Sarsgaard è perfetto nel ruolo del seduttore e Carey Mulligan lo è ancora di più in quello della sedotta e abbandonata. Sebbene sia buona l’interpretazione di Alfred Molina nel ruolo della ragazza, il suo personaggio è assolutamente surreale e stupido. Nessun padre, soprattutto negli anni sessanta avrebbe permesso alla figlia di frequentare un uomo tanto più grande di lei, con la sola prospettiva di un matrimonio vantaggioso per la figlia. Lo stesso momento in cui il padre permette alla figlia di rinunciare agli studi è assolutamente improponibile e inverosimile. Sembra infatti che i genitori di Jenny siano più ingenui della figlia stessa.
Bella la contrapposizione di luci e colori che vediamo tra i due mondi in cui Jenny vive, il primo, quello della famiglia e dello studio, grigio, noioso e spento, il secondo colorato e pieno di luce.
Piacevole la visione di Emma Thompson nei panni della perfetta preside bigotta e conservatrice.
Nel complesso un film gradevole per la visione e dolceamaro nella morale. La banalità della trama viene offuscata dalla recitazione e dalla fotografia che in alcuni momenti ci fa scorgere una Carey Mulligan vagamente somigliante a Audery Hepburn.
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spike
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mercoledì 21 luglio 2010
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buon film
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Sono riuscito a recuperarlo in una rassegna estiva. Buon film senza picchi eccelsi se non la sceneggiatura in alcune parti. Interessante per capire cosa era Londra all'inizio dei Sessanta, prima dell'arrivo dei Beatles. Molto brava (e bella) la protagonista femminile.
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