gianlucarinaldi
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mercoledì 17 settembre 2014
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borat spinge l'america a ridere di se stessa
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100% politicamente scorretto, Borat è uno dei migliori esempi di satira graffiante mai visti al cinema. Complice l’innegabile carisma del protagonista (strepitoso Sacha Baron Cohen) e una sceneggiatura brillante, nonostante non risparmi volgarità, il film riesce ad ottenere quello che anche Michael Moore a volte fatica a raggiungere: il consenso del pubblico, non solo in termini di incassi al botteghino.
Le battute sono fulminanti, divertentissime, talvolta geniali come l’idea stessa (partorita da Cohen in persona) di avere come personaggio principale un kazako ignorante (ma infondo romantico), razzista, antifemminista e antisemita che, paradossalmente, riesce a tirar fuori il peggio della società americana moderna.
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100% politicamente scorretto, Borat è uno dei migliori esempi di satira graffiante mai visti al cinema. Complice l’innegabile carisma del protagonista (strepitoso Sacha Baron Cohen) e una sceneggiatura brillante, nonostante non risparmi volgarità, il film riesce ad ottenere quello che anche Michael Moore a volte fatica a raggiungere: il consenso del pubblico, non solo in termini di incassi al botteghino.
Le battute sono fulminanti, divertentissime, talvolta geniali come l’idea stessa (partorita da Cohen in persona) di avere come personaggio principale un kazako ignorante (ma infondo romantico), razzista, antifemminista e antisemita che, paradossalmente, riesce a tirar fuori il peggio della società americana moderna. Nessuno viene risparmiato: persino il villaggio stesso da cui Borat proviene è oggetto di satira.
Per quanto riguarda gli USA di Bush, ancora in clima post-11 settembre, la trovata del viaggio coast-to-coast permette a Borat di entrare in contatto con vizi e virtù di una stragrande varietà di soggetti: femministe, borghesi altolocati, omosessuali, razzisti, consumisti, cristiani sfegatati, ebrei (fortissima la parte del pernottamento in casa di una coppia di anziani ebrei, da cui Borat tenta di fuggire a tutti i costi).
Parecchi gli incidenti sul set: qualche arresto, la polizia chiamata in tutto 92 volte. Almeno si vede che le candid camera sono reali, il film ne giova sicuro.
Il grande successo di pubblico (quasi 130 milioni di dollari incassati solo in America, a fronte di una spesa di 18) conferma il merito enorme e indiscutibile del film: fare in modo che gli americani ridano di loro stessi. Borat ci è riuscito.
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jacopo b98
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mercoledì 30 aprile 2014
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un film sugli usa di sconcertante ferocia!
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Borat (Baron Cohen), un giornalista kazako, parte con l’obeso produttore Azamat per l’America allo scopo di realizzare un documentario sull’American Life Style. Dopo mille avventure finirà per innamorarsi, vedendola in TV, di Pamela Anderson che cercherà di sposare in California…mettendola in un sacco. Alla fine tornerà disilluso in Kazakistan dalla sua famiglia e riprenderà la sua vita: l’America in fondo lo ha deluso. È il primo film sul personaggio di Borat Sagduyev inventato dall’ebreo kazako Sasha Baron Cohen che ha affidato la regia del film all’amico Larry Charles. Si è scritto di tutto su questo film: osceno, volgare, sovversivo, terrificante, abominevole, ecc.
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Borat (Baron Cohen), un giornalista kazako, parte con l’obeso produttore Azamat per l’America allo scopo di realizzare un documentario sull’American Life Style. Dopo mille avventure finirà per innamorarsi, vedendola in TV, di Pamela Anderson che cercherà di sposare in California…mettendola in un sacco. Alla fine tornerà disilluso in Kazakistan dalla sua famiglia e riprenderà la sua vita: l’America in fondo lo ha deluso. È il primo film sul personaggio di Borat Sagduyev inventato dall’ebreo kazako Sasha Baron Cohen che ha affidato la regia del film all’amico Larry Charles. Si è scritto di tutto su questo film: osceno, volgare, sovversivo, terrificante, abominevole, ecc. È un film che desta scandalo, purtroppo però è uno scandalo giustificato: tutte le cose che accadono nel film infatti Baron Cohen le ha fatte davvero (gli arresti durante la produzione infatti sono stati più di uno) e la reazione degli americani coinvolti loro malgrado nel progetto è terribilmente reale! Cohen crea un personaggio negativo e lo carica di difetti: è volgare, xenofobo, omofobo, sessuomane, odia gli ebrei (più che odiarli ne è terrorizzato), ma è allo stesso tempo profondamente ingenuo e buono, e alcune scene del film risultano addirittura commoventi. E sfruttando questo personaggio Baron Cohen e Charles riescono a tirare fuori i pregiudizi della società americana, quelli veri questa volta. Il risultato è un desolante ritratto di grande ferocia di una società omofoba, razzista, xenofoba, ecc. Svela addirittura l’uso politico della religione con la scena della messa dei pentecostani. Questa è la terrificante genialità di Borat. Per il resto la pellicola è un godibilissimo film comico-demenziale, camuffato da documentario. Baron Cohen (che vince il Golden Globe come miglior attore e ottiene una nomination agli Oscar per la sceneggiatura) è strepitoso!
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andyflash77
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martedì 14 agosto 2012
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satira di costume in salsa americana
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Tra la commedia slapstick più tradizionale e quella più sfrontata e "politica", con alcune situazioni che simulano la candid camera e altre più classiche, il campione d'incasso ai botteghini negli USA, "Borat", mockumentary diretto da Larry Charles con il comico inglese Sacha Baron Cohen, presenta l'ipotetico viaggio alla scoperta della cultura americana intrapreso da Borat Sagdiyev, un giornalista del Kazakistan, con il suo fido assistente Azamat Bagatov.
La fonte di comicità del film "Borat" di Larry Charles, nonché la sua principale giustificazione, è la genuina semplicità e ingenuità con cui il protagonista Borat Sagdiyev perpetra le sue buffe usanze "kazake" negli USA.
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Tra la commedia slapstick più tradizionale e quella più sfrontata e "politica", con alcune situazioni che simulano la candid camera e altre più classiche, il campione d'incasso ai botteghini negli USA, "Borat", mockumentary diretto da Larry Charles con il comico inglese Sacha Baron Cohen, presenta l'ipotetico viaggio alla scoperta della cultura americana intrapreso da Borat Sagdiyev, un giornalista del Kazakistan, con il suo fido assistente Azamat Bagatov.
La fonte di comicità del film "Borat" di Larry Charles, nonché la sua principale giustificazione, è la genuina semplicità e ingenuità con cui il protagonista Borat Sagdiyev perpetra le sue buffe usanze "kazake" negli USA. Il kazako in America che, nella naturalezza con cui presenta i suoi ideali razzisti, xenofobi e omofobi, sembra persino più semplice e meno contraddittorio dei contrastanti valori americani, è inconsapevole delle figuracce a cui va incontro cercando di approcciarsi alle persone con fare aperto e amichevole. Andrà incontro quindi a innumerevoli delusioni: nessuno apprezzerà la sua spontaneità, si renderà conto a sue spese che l'America è un popolo ben più bigotto di quanto telefilm e riviste là prodotti sembrino mostrare, e decisamente meno accogliente di quel che pensava.
Funziona a tratti la satira di costume, grazie ad una manciata di sketch esilaranti - tra i migliori la "notte di terrore in casa di ebrei" e "il matrimonio" con Pamela Anderson - che però non sempre riescono a graffiare quanto ci si aspetterebbe. Sacha Baron Cohen cerca infatti di "smascherare" l'ipocrisia statunitense nell'accettare ideali razzisti e xenofobi solo quando sono "istituzionalizzati", e mascherati dalle buone maniere, ma quando all'umorismo cinico e beffardo più efficace si sostituiscono gag sbracate e paradossali a base di escrementi e amenità varie, di uno humor talmente palese e ovvio da non andare al di là della risatina imbarazzata, questo intento viene meno. Il film, poi, funziona più nella prima parte, girata in stile candid camera, con divertenti colloqui durante i quali Borat lascia sbigottiti i suoi interlocutori tramite affermazioni incredibilmente estremiste e intolleranti, rispetto alla seconda, durante la quale "Borat" diventa un'improbabile road-movie, che stenta a reggere il ritmo cinematografico e presenta diversi momenti di stanca. Innegabile, comunque, la bravura del comico inglese, che dimostra di essere anche un buon attore, anche se il doppiaggio del pur meritevole Pino Insegno probabilmente toglie qualcosa alla versione originale.
È quindi chiaro che ci troviamo di fronte ad un film comico a tratti esilarante, ma un po' furbetto e costruito ad arte per fare scalpore con poco, senza essere questa bomba satirica "scomoda" che alcuni pensavano, anche se indubbiamente certe scene sono davvero micidiali e insultanti. Però, come il cinema ci ha insegnato, si può essere molto più cattivi sussurrando che facendo la voce grossa, cosa che invece è spesso sintomo di una mancanza di acutezza e incisività. Sta poi a chi guarda la decisione di scompisciarsi oppure uscire dalla sala disgustato.
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tiamaster
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martedì 27 settembre 2011
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volgarissimo
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roba da tener testa ai cinepanettoni peggiori..di una volgarità incommensurabile,vergognoso il golden gloab vinto per un film dove ci sono solo parolaccie,immagini ignobili,e chiare ed esplicite immagini schifose ed è triste che film simili sbaraglino i botteghini,una cosa scandalosa,c'è bandiscono (in inghilterra) quel capolavoro che è arancia meccanica perchè è violento e non bandiscono questa volgarissima volgarità?!è uno scandalo!!!
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mcmara
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giovedì 8 settembre 2011
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geniale, rovinato dal doppiaggio
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geniale, spassoso, irriverente.... rovinato da un doppiaggio veramente pessimo, a tratti fastidioso. Guardatelo in lingua originale coi sottotitoli... è tutta un'altra storia.
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arkadico
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lunedì 22 agosto 2011
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il nulla fine a se stesso
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Mi vergogno di averlo visto. E non ho mai riso, anzi ero tentato di cancellare il film dal mio pc dopo mezz'ora.
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ultimoboyscout
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martedì 11 gennaio 2011
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più lo guardo più mi fa ridere!
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Non gli do quattro stelle perchè a un prodotto del genere non si possono dare...ma la tentazione è stata fortissima! Più che un film un documentario, più che un documentario una serie di gag assurde, grottesche, demenziali, scorrette e volgari che più non si potrebbe ma assolutamente esilaranti! Per una serata leggera è quanto c'è di meglio e con un Baron Cohen assolutamente geniale!
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opidum
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venerdì 9 luglio 2010
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che boiata
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l'ho visto ieri sera in dvd e l'ho visto tutto solo perchè speravo che migliorasse
non fa ridere
la volgarità a me diverte ma questo film non fa ridere
non fa ridere una sola volta
se voglio pensare mi guardo michael moore
questo film ha fallito completamte il suo obiettivo
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franklash
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martedì 29 settembre 2009
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bellissimo!!
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bel film, davvero! XD fà sbellicare dalle RiSaTE!!
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kikko
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lunedì 6 aprile 2009
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grande film
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che bello che è il film di borat è belissimo l'attore è un mito meno male che ho il dvd è troppo forte! e fa molto ridere
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