lucascialo
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domenica 18 novembre 2018
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poteva essere il miglior film di verdone
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Carlo Verdone prosegue con il suo nuovo stile, sposato proprio con l'arrivo del Nuovo Millennio. Anche questa pellicola, quindi, è una Commedia che lascia poco spazio alla indole comica del regista romano, il quale anzi ne lascia maggiormente a venature drammatiche e riflessive. Il risultato finale è discreto, sebbene questa per Verdone sia una occasione mancata. La pecca principale, infatti, risiede nel fatto che il regista romano finisca per strafare. Inserire troppi ingredienti che finiscono per realizzare una pietanza con troppi sapori. Tante sono le vicende che si accavallano. Avrebbe potuto essere perfino il suo miglior film. Il lato positivo è che comunque questo lungometraggio non perda mai di verve, non rallenti come sovente accade nella filmografia verdoniana.
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Carlo Verdone prosegue con il suo nuovo stile, sposato proprio con l'arrivo del Nuovo Millennio. Anche questa pellicola, quindi, è una Commedia che lascia poco spazio alla indole comica del regista romano, il quale anzi ne lascia maggiormente a venature drammatiche e riflessive. Il risultato finale è discreto, sebbene questa per Verdone sia una occasione mancata. La pecca principale, infatti, risiede nel fatto che il regista romano finisca per strafare. Inserire troppi ingredienti che finiscono per realizzare una pietanza con troppi sapori. Tante sono le vicende che si accavallano. Avrebbe potuto essere perfino il suo miglior film. Il lato positivo è che comunque questo lungometraggio non perda mai di verve, non rallenti come sovente accade nella filmografia verdoniana. Lo stesso regista lo ha definito il suo più faticoso.
Come accaduto con C'era un cinese in coma, inoltre, lo sparring partner di Verdone è ancora una volta un protagonista maschile: Silvio Muccino. All'epoca astro nascente del cinema italiano. A riprova del fatto che il buon Carlo sappia da sempre ben sfruttare i personaggi del momento. O finisca egli stesso per lanciarli. Peccato poi che la carriera di Muccino si sia arenata dopo qualche anno, specie da quando ha provato il salto di qualità da regista.
Verdone veste i panni di Achille, ricco e stimato seppur cinico imprenditore alberghiero, mentre Muccino quelli di Orfeo, ventenne dalla famiglia disastrata. Padre scappato via quando era piccolo e madre tira-guai. Quest'ultima lavora proprio in un albergo di Achille ma viene cacciata in quanto accusata di furto. Orfeo decide di vendicarsi rendendogli la vita un inferno e facendogli perdere praticamente tutto. Ma come spesso visto nelle commedie italiane e non, quest'ultimo si innamora proprio della figlia di Achille. I due finiranno per farsi la guerra ma anche per allearsi al fine di trovare quest'ultima scappata perchè delusa da entrambi.
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pallina94
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domenica 17 maggio 2015
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Un film veramente meraviglioso. Attori bravissimi, scene divertenti e girate perfettamente. Grandiosi Verdone e Muccino
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toty bottalla
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sabato 24 gennaio 2015
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film divertente che a tratti commuove!
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La storia che il grande carlo racconta scorre liscia e veloce in una sceneggiatura essenziale con tagli di scene al punto giusto, le coincidenze che assecondano il racconto sono troppo poco credibili e le vicende di achille de bellis sono simili a quelle di saverio in "stasera a casa di alice" tuttavia, qui, il film di verdone regala momenti di misurata commozione, in mezzo, il consolidato clichè dell'artista romano fatto di situazioni imbarazzanti e manie tipicamente italiane che facili si prestano a gag esilaranti, un film gradevole che il regista divide con il giovane ma non impeccabile muccino. Saluti.
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great steven
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martedì 12 agosto 2014
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un film garbato che contrappone due uomini diversi
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IL MIO MIGLIOR NEMICO (IT, 2006) diretto da CARLO VERDONE. Interpretato da CARLO VERDONE – SILVIO MUCCINO – ANA CATERINA MORARIU – AGNESE NANO – PAOLO TRIESTINO – CORINNE JIGA – SARA BERTELà – LEONARDO PETRILLO – MARCO GUADAGNO – LORIS PAIUSCO § Achille De Bellis è manager di una catena alberghiera appartenente a sua sorella e suo cognato. Tradisce impunemente lei con la moglie di lui, un’avvenente rumena. Orfeo Rinalduzzi è un giovane cameriere di bar che non nutre grandi ambizioni come la maggioranza dei suoi coetanei, assiste con pazienza e sopportazione una madre depressa e non ha mai conosciuto suo padre.
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IL MIO MIGLIOR NEMICO (IT, 2006) diretto da CARLO VERDONE. Interpretato da CARLO VERDONE – SILVIO MUCCINO – ANA CATERINA MORARIU – AGNESE NANO – PAOLO TRIESTINO – CORINNE JIGA – SARA BERTELà – LEONARDO PETRILLO – MARCO GUADAGNO – LORIS PAIUSCO § Achille De Bellis è manager di una catena alberghiera appartenente a sua sorella e suo cognato. Tradisce impunemente lei con la moglie di lui, un’avvenente rumena. Orfeo Rinalduzzi è un giovane cameriere di bar che non nutre grandi ambizioni come la maggioranza dei suoi coetanei, assiste con pazienza e sopportazione una madre depressa e non ha mai conosciuto suo padre. L’incontro fra i due avviene dopo che Achille licenzia in tronco Annarita Rinalduzzi per il furto di un bagaglio in partenza. Orfeo sconvolge la vita del cinquantenne manager alberghiero spinto da motivi di vendetta per rivalsa verso sua madre, e scopre le debolezze e gli altarini di Achille, svergognandolo pubblicamente senza pietà e facendogli perdere in un solo colpo lavoro, moglie, figlia e dignità. La primogenita di Achille, Cecilia, intrattiene un rapporto amoroso con Orfeo che inizialmente ignora chi sia suo padre, ma poi sparisce misteriosamente e di lei non si sa più nulla. Dopo alterne vicende di antipatia e rincorse sporadiche, Orfeo e Achille decidono di mettere da parte gli antichi rancori e di allearsi definitivamente per ritrovare Cecilia, dispersa probabilmente fra Svizzera e Turchia. Fra i due nasce dunque uno strano ed edificante rapporto che fa crescere entrambi e tira fuori il meglio di ciascuno di loro, trovando finalmente una risposta affermativa ai tanti vagabondaggi del cuore e alle tante insicurezze di una vita rattoppata e incerta. Ventesimo film di Verdone, scritto – ben sette stesure, fra rifacimenti e ripensamenti – con Muccino, Pasquale Plastino e Silvia Rafagni, prodotto dalla Filmauro di Aurelio De Laurentiis. Centotrenta scene, girate fra Roma, Sabaudia, lago di Como, Ginevra, Istanbul. Commedia ambiziosa di struttura laboriosa con qualche cucitura a fil bianco, divisa decisamente in due parti: la prima è più elementare e ridanciana, mentre la seconda appartiene al regista maturo e crepuscolare. La pellicola è girata nettamente col taglio di un film drammatico. La contrapposizione recitativa Muccino-Verdone funziona con un accorto dosaggio di battute e situazioni comiche, o nuove o reinventate. Se i nomi dei due protagonisti rimandano a personaggi mitologici, gesta eroiche e amori intensi e disperati, le loro azioni sono invece sanguigne e pragmatiche. Il ritmo è scorrevole, le sequenze fluiscono alternando una comicità mai volgare a momenti maggiormente riflessivi – forse soltanto con qualche indugio di troppo verso la parte finale del film – e la trama, anche se non originale (Verdone fatica a scrollarsi di dosso queste storie poco costruttive imperniate su tradimenti coniugali), funziona a pieno vapore. Con l’unica eccezione di una condivisione non sempre ben bilanciata sul piano recitativo, con picchi verso l’alto quando nelle scene è presente l’attore/regista e con qualche vuoto di presenza in sua assenza. Muccino conferma le sue doti di caratterista che sa reggere pienamente anche la parte del protagonista, incarnando perfettamente il giovane senza sogni da inseguire né obiettivi utopici da raggiungere che sa però riscattarsi trovando un amore giusto ed equo e aiutando un vecchio nemico che si trasforma quasi nel padre che non ha mai avuto (esemplare la scena all’interno del commissariato, dopo che Orfeo s’è introdotto abusivamente nella proprietà privata del suo vero genitore e Achille si finge suo padre per trarlo fuori dai guai). La Morariu, attrice rumena che da anni lavora in Italia, dimostra ottime doti recitative e rappresenta sullo schermo una ragazza assennata, di sani principi, che detesta l’ipocrisia del padre e biasima l’incoscienza del fidanzato, pur continuando ad amarli entrambi, e cerca in una scappatella di lunga durata la soluzione per fuggire da un mondo che non sente più come suo, coadiuvata anche dalle sue abilità artistiche (scrive poesie e redige testi per un gruppo musicale underground). Bene gli altri attori, che ricoprono ruoli secondari con sapiente mestiere e corretta professionalità. Un film consigliabile a tutti coloro che hanno dei torti da redimere e qualche conto in sospeso che potrebbe trasformarsi in un’esperienza istruttiva ed educativa che innalza l’animo umano, proprio come accade nei loro vari percorsi al trio dei protagonisti, sopra le facezie, le arroganze e le presunzioni che devono essere sconfitte per far posto ad ideali e comportamenti ben più nobili e altruisti. Un’opera certamente di primo piano e di innegabile spessore in tutto il trentennale itinerario cinematografico di C. Verdone, consacrato ormai a mito del cinema italiano.
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scarlett
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venerdì 21 febbraio 2014
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verdone vs muccino
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Achille De Bellis è il proprietario di una prestigiosa catena di alberghi, ha una bella moglie, una bella casa, un bel conto in banca e, perfino, una bella amante.
Orfeo è un giovane senza aspirazioni né sogni; non ha mai conosciuto il suo vero padre, ma vive alle prese con una madre depressa, a cui è profondamente legato e di cui sopporta in silenzio capricci, follie e piagnistei.
Accade così che quando la donna viene accusata di furto ai danni di un cliente dell’hotel e licenziata da Achille in persona, Orfeo decide di distruggere la vita perfetta dell’uomo che ha umiliato sua madre, rivelando (durante la festa per l’anniversario di matrimonio) la relazione di costui con la cognata.
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Achille De Bellis è il proprietario di una prestigiosa catena di alberghi, ha una bella moglie, una bella casa, un bel conto in banca e, perfino, una bella amante.
Orfeo è un giovane senza aspirazioni né sogni; non ha mai conosciuto il suo vero padre, ma vive alle prese con una madre depressa, a cui è profondamente legato e di cui sopporta in silenzio capricci, follie e piagnistei.
Accade così che quando la donna viene accusata di furto ai danni di un cliente dell’hotel e licenziata da Achille in persona, Orfeo decide di distruggere la vita perfetta dell’uomo che ha umiliato sua madre, rivelando (durante la festa per l’anniversario di matrimonio) la relazione di costui con la cognata.
Ma Achille non è il solo a uscirne annientato: appena compiuto il misfatto, lo stesso Orfeo scopre che l’unica figlia di Achille è Cecilia, la ragazza che ama, malgrado l’abbia da poco conosciuta… insieme alla consapevolezza di averla persa.
E’ stata una donna a farli scontrare e sarà un’altra donna a farli riappacificare in quanto solo alleandosi con il suo miglior nemico, Orfeo potrà ritrovare Cecilia, scomparsa misteriosamente…
Campione d’incassi nel 2006, “Il mio miglior nemico” è una commedia originale e dal ritmo incalzante, in cui si fronteggiano sprezzanti Carlo Verdone e Silvio Muccino, tra gag esilaranti e momenti di grande sentimentalismo, senza mai rivelarsi eccessivo o pedante in nessuno dei due casi.
Ne sono un esempio le scene girate al pronto soccorso, prima con un Orfeo sanguinante per via del naso rotto e poi con Achille malconcio grazie a un occhio nero, ma entrambe comiche per il modo in cui medici e infermieri interpretano i fatti.
Momenti comici sono anche quelli tra Achille e la sua amante in cui riconosciamo per l’ennesima volta lo stereotipo del tradimento “all’italiana” ai danni di una moglie talmente isterica da ricordare Santippe e con una mezza parente (la cognata), il tutto cade a fagiolo proprio in vista di una ricorrenza familiare importante, quale le Nozze d’argento.
Parti più sentimentali ci raccontano la genesi di questa tenera, passionale e “giovane” storia d’amore fra Orfeo e Cecilia, mentre altri drammi nella vita del ragazzo ci riportano ad un’amara realtà. Una madre avventata, che non è mai cresciuta e oserei definire “egoista”. Un padre assente che non sa nemmeno di avere il proprio figlio di fronte, quando, presso la centrale dei carabinieri, dice ad Achille (convinto che sia il padre di Orfeo il quale si è introdotto in casa sua) che i figli vanno seguiti con attenzione.
E così, come lo stesso Muccino rivela durante un’intervista, una storia che sembra raccontare un complesso e spinoso rapporto padre-figlio, tra un “non padre” e “non figlio”, in quanto sarà Achille a perdonare (anche grazie a qualche sonoro schiaffo) e abbracciare un giovane in lacrime fuori dalla centrale, comprendendone la rabbia e il dolore che lo rodono da dentro.
Viene accennato anche il tema del viaggio, visto quasi come una fuga dai problemi reali e allo stesso tempo come un modo per redimersi e ritrovare sé stessi, assieme a ciò che davvero conta dopo aver perso tutto, come a voler fare tabula rasa del passato, in vista di un nuovo avvenire.
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fra007
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giovedì 22 settembre 2011
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il peggiore di verdone
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ma come si fa a dare 3 stelle a questo film? mediocrità allo stato puro!
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mario2
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domenica 11 settembre 2011
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l'arte della recitazione
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Concordo con la recensione precedente.
Un aspetto scadente è dato dalla cattiva pronuncia e cattivo sonoro in presa diretta, che non perdonano attori giovani come Muccino.
Le sue battute sono a volte biascicate e con un sussurro di voce, difficilmente comprensibili, un male, questo, abbastanza diffuso oggigiorno.
Quindi: o si migliora il sonoro (anche doppiando) o si migliora l'attore che deve tornare a recitare come insegna la vecchia scuola. Assurdo dover ricorrere ai sottotitoli come ho fatto io.
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beabla
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domenica 3 gennaio 2010
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ben fatto
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sono generosa nella votazione perchè non riesco a capire i voti così bassi dati a questo film.
a me è piaciuto moltissimo, simpatico e divertente ma allo stesso tempo serio e toccante.
davvero un bel film. merita di essere guardato!
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dany/joker
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martedì 14 luglio 2009
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bravi
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Diverte, commuove e fa riflettere: bravi tutti
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revenant44
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giovedì 12 marzo 2009
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l'esperimento di verdone.
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Film meno stupido degli altri ma anche meno comico,in effetti in questo film piu che le battutte , sono divertenti le scene di "lotta" tra i due,buona prestazione di Verdone, Muccino deve ancora crescere.Mentre a Verdone come vota di prestazione gli si può dare un 7,a Muccino gli si dà un 4.5,non fà ridere,battute da circo,recitazione penosa.Tornando al film,fino a quando non diventano "amici" il film è positivo,poi una noia mortale.Verdone in questo film ha tralasciatola volgarita sostituoendola con una commedia soft.,anche se il film non è poi così divertente.Ora analiziamo i punti tecnici:Ritmo:8.5,se c'è una cosa che non manca nei film di Verdone è il ritmo,almeno il film scorre in modo molto veloce.
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Film meno stupido degli altri ma anche meno comico,in effetti in questo film piu che le battutte , sono divertenti le scene di "lotta" tra i due,buona prestazione di Verdone, Muccino deve ancora crescere.Mentre a Verdone come vota di prestazione gli si può dare un 7,a Muccino gli si dà un 4.5,non fà ridere,battute da circo,recitazione penosa.Tornando al film,fino a quando non diventano "amici" il film è positivo,poi una noia mortale.Verdone in questo film ha tralasciatola volgarita sostituoendola con una commedia soft.,anche se il film non è poi così divertente.Ora analiziamo i punti tecnici:Ritmo:8.5,se c'è una cosa che non manca nei film di Verdone è il ritmo,almeno il film scorre in modo molto veloce.Humor:6.5,come già detto divertente quando sono nemici,poi... .Volgarità:assente,eccetto qualche parolaccia la volgarità come la intendiamo noi è del tutto assnte:film per tutti.Trama:5, banale e scontata,soliti intrecci e dei nemici di sangue.Verdone:7,8 come attore,6 come regista;divertente allegro,serio,severo,molto bravo come attore,ma la regia è appena sufficiente,certo,ha delle belle pretese dopo aver fatto per 20 anni autentiche stupidaggini creare un opera del cinema italiano.Muccino:4.5,mio Dio, mio Dio...non mi piace come attore per due motivi:1)recita in modo troppo aggressivo e isterico;2)battute ridicole,non fà ridere,motivi piu che sufficienti per bocciarklo totalmente.Voto finale.6.5,troppe pretese per Verdone,Muccino inespressivo,comunque il film nella prima parte mantiene un umorismo abbastanza alto,nella seconda parte crolla ,setessa cosa per il ritmo.Film da considerare un esperimento di Verdone che mentre gli anni scorsi si piazzava agli stessi livelli di Boldi & De Sica ora fà un saltino più in alto e va alla ricerca di un film che possa essere decente quindi buona fortuna Carlo,ultime parole per Muccino:dedicati ad altro.
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